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MODELLAMENTO EOLICO:
Anche il vento modella il terreno attraverso l’azione modellatrice di erosione, trasporto
e deposito.
Le principali azioni svolte dal vento sono:
• DEFLAZIONE: si ha quando minute particelle vengono rimosse e sollevate
nell’aria. Si possono originare conche, deserti rocciosi, sabbiosi e ciottolosi.
• CORRASIONE: si ha quando le particelle urtano tra loro e sulla roccia. Il trasporto
delle particelle avviene per sospensione o per saltazione. Si originano fori, conche,
pozzetti e archi naturali nella roccia.
Dal materiale trasportato dal vento si originano vari tipi di depositi: dune e depositi non
stratificati.
IL CARSISMO: indica una serie di fenomeni presenti soprattutto nelle rocce calcaree,
dolomie, salgemma e gesso.
Può essere di due tipologie:
• EPIGEO: avviene in superficie attraverso un processo chimico che permette alle
rocce di allargarsi e approfondirsi progressivamente, dando origine a varie forme.
TIPOLOGIE DI CARSISMO EPIGEO: dolina (conca circolare più larga che
profonda, sul cui fondo vi sono degli inghiottitoi), ovala (formata da più doline
vicine che vengono a contatto), polje (conche ampie e chiuse) e campi solcati
(solchi che quasi paralleli tra loro lungo pendii poco inclinati intagliano la roccia
calcarea).
• IPOGEO: opera di dissoluzione che avviene in profondità attraverso l’acqua che
penetra nelle varie fratture del calcare e negli inghiottitoi. Le principali cavità
sotterranee sono: pozzi (che si estendono verticalmente) o grotte (o caverne se
si aprono verso l’esterno). Nelle grotte ci possono essere concezioni
carbonatiche. stalattiti (ghiaccioli dal soffitto), stalagmiti (si innalzano dal basso)
e colonna.
CAPITOLO 7
IL PAESAGGIO:
Il concetto di paesaggio è stato molto rivalutato nel corso del tempo; è un modo di vedere
il mondo. Nel paesaggio si vive e si agisce, esso stesso rappresenta un mondo di valori.
È molto di più di una semplice addizione delle sue singole componenti fisiche, culturali,
storiche ed estetiche.
Nell'articolo 1 della convenzione europea sul paesaggio (fatta a Firenze nel 2000) viene
fornita la definizione ufficiale di PAESAGGIO: una determinata parte di territorio così
come è percepita dalla popolazione, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali,
umani e delle loro interrelazioni.
CAPITOLO 8:
ECUMENE: lo spazio terrestre dove la comunità umana è in grado di risiedere
stabilmente e svolgere le sue attività fondamentali. Il concetto opposto è quello regioni
anecumeniche, cioè disabitate, le quali rappresentano un quinto della superficie
terrestre.
Non esiste un confine netto tra le regioni ecumeniche e anecumeniche; ci sono delle
zone di transizione, abitate soltanto periodicamente. Tali territori vengono detti
subecumenici.
DENSITÀ DI POPOLAZIONE: si ottiene dividendo il numero degli abitanti per la
superficie. È una grande generalizzazione, perché indica un valore medio, come se gli
abitanti fossero distribuiti in modo omogeneo nell’intera area considerata. Un parametro
più attendibile è quello della DENSITÀ FISIOLOGICA che rapporta la popolazione totale
di un paese solo alla superficie coltivata.
La distribuzione demografica a livello mondiale è il risultato di una serie di fenomeni di
grande portata che hanno comportato spostamenti consistenti nel corso dei secoli.
ITALIA fino a metà dell’800 la popolazione era concentrata nelle montagne, il
sovrappopolamento ha generato poi ha generato un’azione di disboscamento. Con
l’industrializzazione è iniziato lo spopolamento montano, il quale ha profondamente
modificato l’assetto demografico.
PIANETA i 7 miliardi di abitanti della terra sono concentrati nell’emisfero nord, in
particolare nelle fasce temperate e subtropicali. Il continente più popolato è l’Asia,
seguita da Europa e America.
CRESCITA DELLA POPOLAZIONE: è determinata da due dinamiche: quella naturale
(nascite e morti) e quella migratoria. La crescita della popolazione fino all’800 era
piuttosto lenta, con la rivoluzione demografica e il miglioramento della qualità della vita
i ritmi sono cresciuti esponenzialmente.
• TASSO DI INCREMENTO NATURALE: (nati-morti) x100/popolazione
• TASSO DI NATALITÀ (in termini relativi): nati in 1 anno x 1000 /popolazione. Il
grande limite di questo tasso è che considera tutta la popolazione, non solo quella
in età fertile. Tale valore è influenzato dall’età della popolazione, dalla condizione
della donna, alla cultura, dalle politiche adottate, ecc. i
• TASSO DI FECONDITÀ: dato dal numero di nati rispetto al numero di donne
nell’età fertile.
• TASSO TOTALE DI FERTILITÀ: numero di bambini che nascerebbe da ogni donna
in condizioni favorevoli.
• TASSO DI MORTALITÀ (in termini assoluti): morti in un anno x 1000/popolazione.
• SPERANZA/ASPETTATIVA DI VITA: durata media della vita prevista alla nascita.
• TASSO DI MORTALITÀ INFANTILE (‰): numero di bambini deceduti/numero di
bambini nati. Il dato è in progressiva diminuzione.
• TASSO DI MORTALITÀ NEONATALE (cioè entro 28 giorni dalla nascita): numero
delle morti annue/numero annuo dei nati vivi.
• TMIS5: tasso di mortalità infantile sotto ai 5 anni per ogni 1000 bambini nati vivi,
elaborato dall’UNICEF.
• INDICE DI VECCHIAIA: rapporto tra la popolazione di 65 anni/popolazione 0-14
anni.
LA STRUTTURA DEMOGRAFICA:
Sex-ratio: La natività maschile risulta di media più alta rispetto a quella femminile,
tuttavia risulta più alta anche a mortalità e le donne sono più longeve rispetto agli
uomini.
Classi di età: per analizzare la struttura della popolazione si divide in classi di età di 5
anni ciascuna, visualizzabili nella “PIRAMIDE DELLE ETÀ”.
Tali rilevazioni sulla popolazione vengono fatti attraverso stime e censimenti (fatti
dall’ISTAT, il primo risale al 1861, vengono fatti ogni 10 anni).
CAPITOLO 9:
LE MOBILITÀ: la mobilità ha sempre influenzato in maniera profonda la società. Per
millenni l’umanità ha condotto una vita da pedone, ciò ha impedito grandi migrazioni.
Con l’avvento nel XIX secolo della rivoluzione tecnologica gli spostamenti si sono
velocizzati e negli ultimi decenni la mobilità è accelerata potenziando trasporti e
comunicazioni, fino ad arrivare all’ipermobilità.
FENOMENO MIGRATORIO: Friedrich Ratzel nel 1880 propose la teoria della migrazione
umana, nella quale proponeva delle leggi improntate ai principi del determinismo.
CAUSE DELLE MIGRAZIONI: fino a molto tempo fa il fenomeno era associato a
irregolarità per squilibri economici e demografici.
Oggi le cause sono molteplici:
• Esuberanza della popolazione
• Sfavorevoli periodi climatici
• Carestie
• Guerre
• Spinte di popoli migranti
MIGRAZIONE (DEFINIZIONE): lo spostamento di una persona, di un gruppo o di una
popolazione dal luogo di origine per stanziarsi (anche solo temporaneamente) in un altro
luogo. I flussi in entrata prendono il nome di IMMIGRAZIONE e quelli in uscita di
EMIGRAZIONE.
SALDO MIGRATORIO: è positivo se le immigrazioni sono più numerose delle emigrazioni
e negativo viceversa.
CLASSIFICAZIONE DELE MIGRAZIONI:
Rispetto alla dimensione spaziale:
1. Migrazioni interne o nazionali (Riguardano lo spostamento montano e rurale verso
le città; in questo tipo di migrazioni il cittadino conserva gli stessi diritti civili,
politici e la stessa lingua)
2. Migrazioni internazionali
Rispetto alla durata temporale:
3. Migrazioni permanenti (per lunghi periodi o trasferimenti definitivi)
4. Migrazioni temporanee che possono essere limitate dai visti e prevedono 3
tipologie di movimenti: CICLICO (che si svolge in un’area a breve raggio e per una
durata definita e ridotta), PERIODICO (comporta una maggiore permanenza
lontano dall’abituale residenza, e riguarda i lavoratori stagionali del settore 1 e 3)
e GIORNALIERO (pendolari o frontalieri).
Rispetto alla loro consistenza numerica:
5. Migrazioni di massa (riguarda gruppi massicci di persone o addirittura interi
popoli)
6. Migrazioni per infiltrazione (riguardano un singolo individuo o piccoli gruppi e si
concretizzano attraverso una serie di relazioni o legami, generando flussi
migratori a catena)
Un’altra distinzione le contrassegna in:
7. Spontanee o volontarie (che avvengono per libera iniziativa)
8. Organizzate (predisposte dallo stato o da istituzioni locali per pianificazione,
bonifica o colonizzazione)
9. Forzate (quelle fatte per motivi economici, per fuggire dalla fame, dalla povertà,
dalle malattie, da catastrofi naturali, terremoti, inondazioni, uragani, siccità,
eruzioni vulcaniche, le deportazioni e le espulsioni).
I trasferimenti forzati si esprimono in diverse forme: l’industria del sesso, il
trapianto di organi, lavoro forzato (tratta degli schiavi neri, conclusosi solo con il
Slave Trade Act inglese nel 1807), l’induzione all’accattagli e il reclutamento di
bambini nelle guerre.
Assimilabile per alcuni aspetti alla migrazione forzata è la DIASPORA, cioè la
dispersione nel mondo di un popolo costretto a lasciare la propria sede di origine.
10. Regolari o irregolari (sono regolari tutte quelle fatte da rifugiati, richiedenti asilo
o da persone munite di visti e permessi)
L’EMIGRAZIONE EUROPEA NEI NUOVI CONTINENTI:
AMERICA: Successivamente alla scoperta dell’America (1942) sono iniziate le migrazioni
che hanno coinvolto 8 milioni di persone. Le cause furono il popolamento eccessivo in
rapporto alle risorse disponibili, la disoccupazione, l’affermazione della rivoluzione
industriale, conflitti religiosi e carestie. I nativi americani vennero spediti nelle riserve
specifiche per lasciare spazio ai coloni che si suddivisero le terre.
AUSTRALIA: La sua colonizzazione portò a metà 700 enormi trasferimenti di persone
che sottomisero ed eliminarono le popolazioni autoctone secondo il principio della “terra
nullius” che permetteva di sfruttare, trasferire e sottrarre terre, beni e persone.
ITALIA: Il nostro paese è stato fortemente colpito da questo fenomeno sia per le
numerose emigrazioni degli anni 1920 verso le Americhe sia quelli successivi verso i
paesi più ricchi del nord Europa.
Tra gli episodi di grande importanza per l’Italia c’è la “grande migrazione”, il più grande
sbarco di clandestini mai avvenuto prima, il quale coinvolse 20.000 albanesi che
sbarcarono dalla nave “Vlora&rdq