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Ricostruzione delle complesse reti dei flussi della cooperazione
Si tratta quindi di ricostruire le complesse reti dei flussi della cooperazione, tra luoghi di origine e di destinazione delle catene d'aiuto. Incrociando tale prospettiva con i modi geografici di guardare il mondo, essa può riguardare sia l'integrazione locale sia l'interdipendenza tra luoghi e tra scale.
Queste relazioni spaziali possono essere rappresentate con la costruzione di cartografie tematiche, areali e reticolari alle diverse scale, dove queste carte possono essere incrociate ad esempio con quelle dei flussi commerciali o dei diversi indicatori di sviluppo e povertà.
Ogni tipologia di cooperazione ha una sua spazialità che dipende dalle caratteristiche dell'attore, della sua razionalità e dei suoi obiettivi e dal più generale contesto culturale, economico e politico in cui si colloca a livello nazionale, sovranazionale e globale.
Mentre ci si può basare su statistiche abbastanza consolidate e affidabili come quelle
dell'OCSE e dell'UNDP per la cooperazione bilaterale e multilaterale alla piccola scala, non è lo stesso per quella decentrata o non governativa le cui statistiche sono in buona parte tutte da costruire. È opportuno quindi focalizzare l'attenzione sugli attori ad esempio attraverso l'esame dei documenti della cooperazione e il confronto sul terreno con le aspettative e gli esiti o indagando come tali attori percepiscono spazio e territorio dei progetti.
Nell'analisi dei contesti territoriali di intervento alle diverse scale al fine di raggiungere la più ampia conoscenza di tutte le fasi dei progetti di cooperazione. I contesti territoriali vengono analizzati non solo come spazi fisici, ma anche come spazi trasformati dall'azione umana e carichi di valore antropologico. L'analisi partecipativa viene effettuata per raccogliere informazioni sul contesto e coinvolgere la popolazione nella selezione e
Nella produzione dei dati, stimolando quindi la sua partecipazione nella definizione stessa del progetto. Negli strumenti di cartografia partecipativa si ricorre a mappe mentali, mentre nei diagrammi di polarizzazione si ricorre alle carte dei flussi spaziali, elementi spesso legati nel filone degli studi sullo sviluppo. L'esigenza di analisi dei contesti territoriali di intervento è oggi una necessità abbastanza consolidata dove per la complessità dei progetti di cooperazione, la geografia deve necessariamente dialogare con le altre discipline.
Nel corso degli anni '90, la progressiva affermazione dello sviluppo locale nelle politiche dei PVS si accompagna a una sua strumentalizzazione nei paesi del Nord del mondo che porta a meri accordi per la spartizione locale di risorse finanziarie. Occorre quindi comprendere se lo sviluppo locale sia culturalmente, economicamente e politicamente appropriato al contesto dei PVS o se sia
L'ennesimo modello proposto, legittimato attraverso una serie di retoriche come quella della governance, del decentramento e della partecipazione. Con la globalizzazione si ha lo sradicamento delle attività economiche dai territori in quanto comporta interazioni di lunga distanza e la circolazione di capitali, merci e persone. Secondo il sociologo Castells, le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione stanno rimpiazzando uno spazio dei luoghi con uno spazio dei flussi che si caratterizza per la discontinuità. Nei processi di sviluppo, certi fenomeni sono legati a certi luoghi mediante ancoraggi territoriali specifici; la globalizzazione comporta fenomeni di frammentazione territoriale in realtà vicine dove i processi di sviluppo sono legati a contesti diversi e lontani e a fenomeni di aderenza e radicamento territoriale. A livello economico e politico, dove sono necessari ancoraggi territoriali specifici per perseguire obiettivi, utilizzare risorse.
E consolidare vantaggi competitivi, si hanno fenomeni di riarticolazione delle scale territoriali e l'indebolimento delle capacità di controllo e ridefinizione e un parziale svuotamento dello stato-nazione. Ne risultano quindi avvantaggiate le reti globali che trascendono confini e controllo nazionali, quali la cooperazione multilaterale, i livelli sovranazionali come l'UE o infra-nazionali come città e sistemi regionali. Veltz rinviene nella globalizzazione un aumento delle interdipendenze territoriali, dove le relazioni a grandi distanze contano quanto quelle di prossimità in quanto è in entrambe che si trovano immersi imprese, attori e sistemi locali. L'economia mondiale si organizza quindi al fine di collegare fra loro zone di attività collegate da flussi e relazioni funzionali, dove il territorio come attore socioeconomico continua a rappresentare la base del vantaggio competitivo. Nella fase odierna caratterizzata da un'elevata competizione,
la globalizzazione economica è cresciuta in proporzione diretta con l'importanza delle risorse immobili e dei territori locali in cui si trovano, in quanto la mobilità mondiale delle risorse e dei fattori mobili è capace di combinarsi con i fattori immobili, quindi con le specificità locali, e di trasformarli in vantaggi competitivi. Queste risorse sono quei fattori immobili incorporati in certi luoghi e non trasferibili altrove, in molti casi non fungibili in quanto difficilmente o per nulla reperibili altrove con le stesse qualità. A questo proposito, Storper parla di ancoraggi territoriali collegati a tali fattori che non sono acquisibili tramite il mercato. Le specificità locali dipenderanno dalla capacità auto-organizzativa dei soggetti locali, che divengono tali con il riconoscimento, i saperi contestuali, la capacità di apprendimento e la progettualità collettiva degli stessi soggetti. Tra gli anni '80 e '90,Lo sviluppo locale si afferma in modo diverso nella prassi degli organismi internazionali a seconda degli approcci adottati quali sviluppo partecipativo, sviluppo di genere, post-development, decentramento, governance o sviluppo rurale. Le teorie riconducibili allo sviluppo locale pongono l'attenzione sulla dimensione sociale e culturale dello sviluppo compatibilmente e funzionalmente all'impostazione neoliberista mainstream, in contrapposizione con l'ortodossia economica neoclassica che negava l'importanza dello spazio e del territorio nei processi di crescita economica. In seguito ai fallimenti dei programmi di aggiustamento strutturale, le politiche di cooperazione allo sviluppo sono state fortemente influenzate dall'approccio neo-istituzionalista basato sull'individuazione alle diverse scale di istituzioni in grado di correggere i malfunzionamenti del mercato, pur non essendo necessariamente legate al suo Consensus Post-Washington.
funzionamento.Nei PVS, dove lo sviluppo locale è stato progressivamente incorporato nelle pratiche di cooperazione al fine di influire nella sfera economica e politica, le discussioni sui processi di decentramento, sulla democrazia partecipativa e sulla governance locale hanno contribuito a rilevare l'inadeguatezza di approcci, concetti e modelli propriamente occidentali e la consapevolezza che lo sviluppo potesse essere definito ed eventualmente misurato solo con riferimento ad un preciso contesto storico-geografico e che non potesse essere pensato in termini astratti e universalistici. di modelli e processi di democratizzazione forzataTali limiti sono legati all'imposizione da parte degli organismi politici sopranazionali attraverso la diffusione di una sorta di politica globale basata sull'universalità dei principi democratici, alla concezione dello sviluppo locale spesso declinata in termini di politiche, cioè di meri strumenti per conseguire con
Efficienza ed efficacia sono gli obiettivi dell'enfasi sullo sviluppo, sulla dimensione economica dello sviluppo che ha spesso contribuito a oscurare la dimensione esplicitamente politica dei processi di sviluppo che riguarda le modalità con cui vengono regolati localmente i conflitti fra i diversi soggetti e alla riduzione del territorio da parte delle agenzie di cooperazione a una categoria costitutiva dello sviluppo locale, a uno spazio dove viene esercitata una competenza politico-amministrativa definita, a un insieme di relazioni favorite dalla prossimità dei soggetti a rappresentare un insieme di valori e risorse conoscibili in modo oggettivo, indipendentemente dagli usi e dalle rappresentazioni che ne hanno gli attori stessi. Tuttavia, al fine della promozione dello sviluppo locale, è necessario che la cooperazione internazionale rinvenga nel territorio in cui interviene un supporto dinamico per la propria azione con cui instaurare un rapporto interattivo e consapevole.
Delle specifiche dinamiche dei contesti. Questa concezione si rinviene chiaramente nell'approccio territorialista allo sviluppo locale, il quale si propone di descrivere e interpretare la realtà esaminando i modi specifici in cui il livello locale e globale interagiscono tra loro. Venne ed è noto come modello dei sistemi locali territoriali (SLoT).
In una prospettiva geografica, un sistema locale è quell'insieme di relazioni fra soggetti pubblici, privati e loro partner, che condividendo in modo implicito o esplicito alcune visioni di sviluppo, valorizzano le risorse di cui dispongono, siano esse materiali o meno. Tali soggetti riescono ad avviare e gestire dinamiche di cambiamento in modo relativamente autonomo e localmente specifico e a valorizzare le risorse in modo più efficace e duraturo, per via della conoscenza del territorio in cui operano e per i legami che hanno con esso, siano essi identitari.
Il modello SLoT delle relazioni tra soggetti individuali e collettivi, pubblici, privati, misti, locali e sovralocali presenti in un luogo uniti dall'impegno nella programmazione e realizzazione di progetti di trasformazione, sviluppo e riqualificazione del proprio territorio è formato da due componenti: la rete locale (l'insieme delle risorse territoriali materiali e immateriali specifiche del contesto territoriale in cui opera la rete locale, potenzialità per trasformare e migliorare il proprio ambiente di vita, ovvero dotazioni infrastrutturali, specializzazioni produttive, saper fare locali, etc.) e il milieu locale (l'insieme delle risorse territoriali materiali e immateriali specifiche del contesto territoriale in cui opera la rete locale, potenzialità per trasformare e migliorare il proprio ambiente di vita, ovvero dotazioni infrastrutturali, specializzazioni produttive, saper fare locali, etc.). La rete locale e il milieu locale interagiscono fra loro e con l'ecosistema in cui sono inserite, traducendo in questo modo le potenzialità del milieu in valori di tipo ambientale, culturale, estetico, sociale ed economico, e trasformando a livello locale l'ambiente. Quando la rete locale entra in
simbolico e materiale relazione con reti e istituzioni sovralocali (provinciali, regionali, nazionali, europee, mondiali), quindi attraverso la collaborazione e la partecipazione attiva a progetti e iniziative condivise.