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Il concetto di sviluppo secondo Schunk

Secondo Schunk, lo sviluppo è il processo di miglioramento delle condizioni di vita di una comunità in termini economici, educativi, sanitari, spirituali, culturali, infrastrutturali, dei suoi diritti umani fondamentali, ecologici e di tempo libero, senza condizionare negativamente altre comunità, né al momento attuale né per le generazioni future. Per poter affermare che si sta aiutando a sviluppare qualcuno, bisogna innanzitutto definire in che cosa consiste lo sviluppo per ciascuno degli attori del progetto e dove si trova la mediazione cui il progetto deve far riferimento.

La cooperazione internazionale risulta inefficace al fine di risolvere i problemi del malsviluppo e dell'ingiustizia a livello mondiale; non è in grado di rendere più giusta e sicura la vita di tutti attraverso la ridistribuzione delle opportunità. Allo stesso modo, un progetto non può risolvere il problema dello sviluppo e anzi a volte lo rallenta.

Primo luogo, le risorse a disposizione della cooperazione internazionale sono limitate, sono disperse in un gran numero di paesi riceventi, distribuite a un gran numero di agenzie e in un'infinità di progetti. La cooperazione è fatta principalmente di crediti, debito estero, aiuto vincolato e sovvenzioni a imprese dei paesi donatori. Tuttavia, l'aiuto estero non raggiunge mai i beneficiari, venendo deviato dai governi locali verso destinazioni alternative. Anche nel caso dei progetti vi è il problema delle risorse limitate, specialmente se rapportate alle difficoltà oggettive che si trovano in un dato contesto, che di volta in volta è differente e conseguentemente impone scelte diverse.

Se si considera la teoria della "sand box" usata in politica negli anni '60, ovvero quella scatola di sabbia in cui si lasciavano giocare i bambini per tenerli occupati, al sicuro e lontano dal tavolo dove gli adulti possono discutere indisturbati, la cooperazione internazionale

Può essere intesa allo stesso modo, come una sand box dove i paesi donatori intrattengono e distraggono le forze sociali dei paesi beneficiari evitando che occupino i ruoli decisionali nelle politiche locali. I progetti, da un lato sono capaci di venire incontro a problemi puntuali e immediati, ma per tutta una serie di questioni non possono produrre sviluppo quando i problemi hanno caratteristiche opposte. La logica cartesiana alla base del nostro pensiero occidentale è data dalla ricerca del controllo e della predeterminazione degli eventi e il nostro pensiero si basa sulla progettazione attraverso la modellizzazione e il successivo passaggio alla messa in pratica del modello, un modello che appare limitato dalla considerazione dei fattori esterni, degli scenari e di tutto quello che può deviare dal modello e che raramente può essere pianificato. Dal punto di vista dell'operatore esterno, questi si trova quotidianamente ad affrontare il

dilemma dell'assistenza della definizione del suo ruolo rispetto ai beneficiari di un progetto. O la soddisfazione dei bisogni possono creare dipendenza e vanno contro il principio dell'autosviluppo e non si può parlare di neutralità e imparzialità della cooperazione allo sviluppo promuovendo allo stesso tempo l'empowerment. La cooperazione ponga soluzione alla problematica del malsviluppo e dell'ingiustizia. Per far sì che planetaria e che i progetti acquisiscano una reale efficacia, occorre adottare un approccio basato su un piano strategico glocale, ovvero una strategia che sia allo stesso tempo globale e locale. A livello globale, le politiche di sviluppo dei paesi donatori non devono pregiudicare lo sviluppo dei paesi meno sviluppati, mentre a quello locale, i governanti devono assumersi le loro responsabilità e la comunità internazionale deve contribuire a smontare il meccanismo della corruzione. A differenza del modello

Occidentale di progettazione, l'approccio cinese della scuola taoista punta a istituire e comprendere i processi guardando alle potenzialità iniziali, far emergere le energie interne spontanee, fare meno piani e provare ad entrare nelle dinamiche locali, saper aspettare tempi lunghi, collegare il locale con il globale, cogliendo il particolare ma capendo l'insieme e cercare di agire indirettamente.

Il rapporto tra operatore esterno e beneficiari di un progetto deve essere consultazione, analisi, una contrattazione che spinge verso l'autonomia. Secondo la teoria dei sistemi, per migliorare un sistema si produce solo con l'introduzione di un elemento nuovo appartenente al meta-sistema; allo stesso modo, il ruolo della cooperazione internazionale dovrebbe essere quello di introdurre l'elemento nuovo in un contesto, creazione di un "percorso di cura" che in psicoterapia è

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chiamato contratto terapeutico, attraverso l'accompagnamento è un accordo preliminare tra paziente (beneficiario di un progetto) e terapeuta (operatore esterno) dove il primo esplicita la sua fiducia al secondo che si impegna a usare tutti i mezzi a sua disposizione per aiutarlo. In questo percorso, il beneficiario avrà difficoltà ad esprimere i suoi bisogni, partecipare al suo sviluppo, analizzare la sua realtà e i suoi problemi mettendosi in discussione e riconoscere quello che dipende da lui e che può essere cambiato con il suo impegno. Indurre quest'analisi in un gruppo. Riprendendo i termini psicoterapici, il paziente deve essere portato alla depressione in modo responsabile, prendendo coscienza della propria realtà e rifiutarla; deve essere portato a scavare in sé stesso e ad essere messo nelle condizioni di risolvere il problema da sé. La teoria dei giochi dimostra chiaramente come non si possa

parlare di neutralità e imparzialità della cooperazione allo sviluppo, in quanto interagendo con altri soggetti siamo indotti a modificare il nostro comportamento in funzione di quello altrui e quindi è naturale prendere parte al gioco; il solo fatto di essere in un contesto specifico significa una scelta e quindi avere una posizione. Nella gran parte dei casi, la vera ragione per la quale si interviene in un contesto è la posizione contraria non viene mostrata apertamente. L'operatore esterno alle strutture locali del potere che comunque infatti assumerà un apparente comportamento cooperativo, ma anche un secondo e nascosto comportamento conflittuale, competitivo o di semplice coordinamento o addirittura coabitativo. Attraverso un progetto quindi si cerca di forzare le strutture e le relazioni esistenti nel contesto, rompendo equilibri e favorendone la creazione di nuovi auspicabilmente migliori. Uno degli elementi di successo o fallimento di un progetto.è il fattore umano che richiede una definizione e cura particolare della relazione di partnership con le istituzioni locali. Per l'operatore esterno, il partner locale può rappresentare una risorsa, un metodo o un obiettivo e la sua scelta dipende dalle caratteristiche dell'agente esterno, dal tipo di approccio adottato, dalla filosofia di aiuto e dalle caratteristiche del progetto e del contesto. Un partner-risorsa è incaricato degli aspetti tattici di un progetto e provvede alla realizzazione delle azioni. Un partner-metodo è un agente sociale locale di sostegno che agisce a favore dell'emergere di corpi sociali intermedi. Un partner-obiettivo è già un corpo sociale intermedio e va sostenuto direttamente. L'approccio sarà basato su un'intesa che si consolida nel tempo nel caso dei partenariati metodo e obiettivo che sono quelli più impegnativi e richiedono tempi lunghi. Occorre tuttavia iniziare a pensare.se l'agente esterno non sia il partner dell'agente locale e non viceversa come si tende a considerare. Ogni contesto è un caso a sé stante, per cui le soluzioni sperimentate in un luogo potrebbero non essere riproponibili altrove, e ciascuno dovrebbe essere aiutato a sviluppare le condizioni per sostenersi autonomamente invece che con il goccia a goccia dei progetti. Per lasciare spazio al protagonismo locale ed evitare la dipendenza dall'esterno, bisognerebbe ritirarsi subito dopo il progetto. Tuttavia, per far emergere le condizioni di base per lo sviluppo endogeno di un contesto sostenere l'aiuto al di là del progetto che inservono tempi lunghi, quindi talvolta sarebbe preferibile media è della durata di 24-36 mesi. Le risorse esterne devono essere intese come complementari e non alternative a quelle interne e devono essere dosate in modo decrescente nel tempo in base al contesto affinché gli attori locali siano responsabilizzati e

Siano i veri protagonisti dello sviluppo. Si pone inoltre il dilemma della targetizzazione dei beneficiari di un progetto dato dalla limitatezza delle risorse a disposizione, il quale impone appunto di scegliere un numero di beneficiari reali all'interno di un numero maggiore di beneficiari potenziali che conseguentemente ne verranno esclusi e forse anche danneggiati. In linea teorica, si cerca di contrastare i meccanismi di esclusione o di sperequazione delle risorse e a tal fine è importante ragionare su come la riuscita di un progetto sui beneficiari possa avere una ricaduta positiva fra i non beneficiari.

I soggetti interessati da un progetto sono quattro: il target, ovvero i soggetti coinvolti nelle attività del progetto e che produrranno e/o beneficiano dei risultati, i beneficiari diretti, cioè i soggetti che dall'obiettivo specifico, grazie alla relazione esistente con il target vengono raggiunti i beneficiari indiretti, ovvero i soggetti che grazie alla

relazione esistente con i beneficiari diretti vengono raggiunti indirettamente dall'obiettivo specifico o direttamente dall'obiettivo generale, e i non beneficiari, cioè i soggetti che abitano lo stesso contesto specifico e che pur avendo le stesse problematiche dei beneficiari non appartengono a nessuna delle categorie precedenti. Le relazioni numeriche che intercorrono fra il target e i beneficiari diretti e fra i beneficiari diretti e quelli indiretti rappresentano le cosiddette "ratio" della targetizzazione, dei moltiplicatori che quanto più sono alti, tanto più il pensiero strategico alla base è maggiore portando all'incremento dell'efficienza progettuale. Una corretta targetizzazione è fondamentale al fine di evitare gli squilibri locali e per il finanziamento stesso dei progetti che dipenderà dalla comprensione delle conoscenze e delle capacità strategiche reali del soggetto proponente attraverso la.ti, mentre gli aspetti invisibili riguardano i cambiamenti a lungo termine che i progetti possono portare nella vita dei beneficiari. La definizione quantitativa dei beneficiari si riferisce al numero di persone che beneficiano direttamente o indirettamente dal progetto. Ad esempio, se un progetto mira a fornire assistenza alimentare a famiglie bisognose, la definizione quantitativa dei beneficiari potrebbe essere il numero di famiglie che ricevono i pacchi alimentari. La definizione qualitativa dei beneficiari si riferisce alle caratteristiche specifiche delle persone che beneficiano dal progetto. Ad esempio, se un progetto mira a migliorare l'accesso all'istruzione per i bambini in situazione di povertà, la definizione qualitativa dei beneficiari potrebbe includere l'età dei bambini, il loro livello di istruzione attuale e le loro condizioni socio-economiche. La targetizzazione si riferisce al processo di identificazione e selezione dei beneficiari del progetto. Questo può essere fatto utilizzando criteri specifici come il reddito, l'età, il genere o la posizione geografica. Ad esempio, se un progetto mira a fornire assistenza sanitaria alle donne incinte nelle aree rurali, la targetizzazione potrebbe essere basata sulla posizione geografica e sullo stato di gravidanza delle donne. Le ratio impiegate si riferiscono ai criteri utilizzati per valutare l'efficacia del progetto. Questi possono includere indicatori come il tasso di partecipazione, il tasso di completamento o il tasso di successo nel raggiungimento degli obiettivi del progetto. Ad esempio, se un progetto mira a ridurre il tasso di abbandono scolastico tra i giovani, la ratio impiegata potrebbe essere il tasso di completamento degli studi tra i partecipanti al progetto. In conclusione, la definizione quantitativa e qualitativa dei beneficiari, il tipo di targetizzazione adottata e le ratio impiegate sono elementi fondamentali per valutare l'impatto e l'efficacia dei progetti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
6 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sandrauselli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e Sociologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Sistu Giovanni.