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ANTONIO DE SIMONE - L'APERTURA AURORALE DELL'ESSERE. GEROGE SIMMEL FILOSOFO DEL PAESAGGIO

Di fronte al paesaggio siamo uomini interi, sia di fronte al paesaggio naturale che a quello che è diventato artistico.

PER COMINCIARE

Il saggio di GEORG SIMMEL del 1912-13 dedicato alla filosofia del paesaggio contiene elementi che pongono all'attenzione del lettore contemporaneo il costituirsi dell'esperienza estetica della natura. Tale è la rilevanza di questo saggio che cinquant'anni dopo veniva citato da Ritter nel suo saggio landschaft che interpreta l'emergere del paesaggio come tema dell'estetica moderna in chiave di secolarizzazione e compensazione dell'atteggiamento teorico-oculare della filosofia classica.

SIMMEL E IL PAESAGGIO. ESPERIENZA ESTETICA, NATURA, MODERNITÀ

Il principio dell'affermazione "dell'unità formale sulla molteplicità caotica e differenziata degli elementi naturali" costituisce

“il fondamento teorico” di questo saggio, all’inizio del quale Simmel scrive:“La nostra coscienza ha bisogno di una nuova totalità, unitaria, che superi gli elementi, senza essere legata ai lorosignificati particolari ed essere meccanicamente composta da essi, questo soltanto è il paesaggio. Raramente si è capitoche il paesaggio non è ancora dato quando cose di ogni specie si estendono, un accanto all’altra, su un pezzo di terra evengono viste immediatamente insieme.”

Il compito che Simmel si prefigge è quello di spiegare il processo “spirituale” a partire dal quale si produce il paesaggio.

Per lui il paesaggio è una forma, una totalità visiva che “è più della somma delle sue parti o singoli elementi o della suastessa veduta d’insieme”.

La tesi che Simmel enuclea è la seguente:“Di fronte al paesaggio siamo uomini interi, sia di fronte al paesaggio

è divenuto artistico, l'atto che lo crea per noi è un atto della visione e un atto del sentimento. L'artista è solo colui che compie quest'atto di formazione del vedere e del sentire con tale purezza e forza da assorbire completamente in sé la materia data dalla natura, ricreandola in se stesso". Il paesaggio, quindi, si costituisce come oggetto della "visione" del pittore (che non vede e forma altro che "paesaggio") nel momento in cui la natura viene formata a partire da un determinato punto di vista, in un momento cioè in cui muta il rapporto del soggetto con la natura. Per natura Simmel intende: "L'infinita connessione delle cose, la nascita e distruzione delle forme, l'unità fluttuante dell'accadere, che si esprimono nella continuità dell'esistenza temporale e spaziale. Se definiamo natura un elemento della realtà, intendiamo".

Riferendosi alla sua qualità interna, la natura si differenzia dall'arte e dai prodotti artificiali, dall'ideale e dalla storia. La sua funzione è quella di rappresentare e simboleggiare la totalità dell'essere, la cui corrente sentiamo rumoreggiare nell'elemento. "Un pezzo di natura" è una contraddizione interna; la natura non ha parti, è l'unità di una totalità e nell'attimo in cui ne viene separato qualcosa, non è più in assoluto natura, proprio perché può essere "natura" solo all'interno di quella unità priva di contorni."

Arte e natura, simmelianamente, rispondono a leggi del tutto eterogenee: "La natura è l'infinita connessione di elementi, l'avvicendarsi di nascita e distruzione delle forme organiche e inanimate, mentre l'arte è un prodotto più sofisticato dell'evoluzione."

l'esito di un principio selettivo applicato alla molteplicità empirica, orientato verso la ricostruzione di un'unità di senso".

L'"unità priva di contorni", l'"unità fluttuante dell'accadere", l'"ininterrotta nascita e distruzione delle forme" che costituiscono l'ambito della natura vengono delimitate e comprese da un orizzonte. Di fatto, per il paesaggio è essenziale la delimitazione, l'esser compreso in un orizzonte momentaneo o durevole.

La sua base materiale e le sue singole parti possono avere semplicemente il valore di natura, ma rappresentate come 'paesaggio', richiedono un essere-per-sé che può essere ottico, estetico, legato ad uno stato d'animo, reclamano un rilievo individuale e caratteristico, rispetto a quell'unità indissolubile della natura, nella quale ogni pezzo può essere soltanto il punto di passaggio delle

Forze universali dell'esistenza. Vedere un pezzo di terra con quel che ci sta sopra come un paesaggio, significherebbe considerare una sezione della natura come unità specifica. Il che si allontana dal concetto di natura.

Il principio costitutivo di questa delimitazione, ovvero l'atto spirituale con il quale l'uomo forma una cerchia di fenomeni comprensibili nella categoria "paesaggio", è, secondo Simmel, il seguente: "una visione in sé compiuta, sentita come unità autosufficiente", ma intrecciata "con qualcosa di infinitamente più esteso", fluttuante, compreso in limiti che non esistono per il sentimento della "totalità naturale".

Come precisa Simmel: Da questo sentimento i confini autonomi di ogni paesaggio vengono continuamente sfiorati e allentati, e il paesaggio, benché separato e indipendente, viene continuamente spiritualizzato dall'oscura coscienza di questa connessione infinita.

Anche l'opera dell'uomo esiste come struttura obiettiva, autonoma, e tuttavia restaintrecciata con tutta l'anima, con tutta la vitalità del suo autore, vi ha la propria sorgente e ne è sensibilmente pervasa.

La natura, che nel proprio essere, ignora l'individualità, vien trasformata nella individualità del 'paesaggio' dallo sguardo dell'uomo, che divide e configura in forma di unità distinte ciò che ha diviso.

Nella pittura di paesaggio, dunque, il visibile si costituisce in rapporto all'invisibile.

Come rivela Boella: Il moderno distrugge la natura fisica, ma insieme crea un'immagine nuova di natura come paesaggio, superficie liscia e orizzontale, 'idillio' spesso modellato su un ideale di natura classicheggiante. Tale natura ideale può essere contemplata solo all'interno di un'esperienza spazio-temporale di movimento incessante, di intreccio e confusione delle forme.

È infatti lo sguardo dell’uomo che, da un lato, separa dalla totalità naturale un frammento, dall’altro, riunifica e dà ordine interno agli elementi del frammento medesimo. Il paesaggio, cioè il suo "vissuto estetico", è una totalità (estetica) «ridefinita nell’ambito del visibile» che viene generata da una peculiare Stimmung che ispira la visione del pittore.

Ma, come si è giunti alla visione e creazione del paesaggio? Con «una lacerazione rispetto al sentimento unitario della natura universale». Tale lacerazione, secondo Simmel, coincide con il tramonto del mito e il sorgere del mondo moderno caratterizzato dal senso dell'individualità.

Leggiamo Simmel: La formula del mondo successivo al Medioevo ci ha anche fatto vedere per la prima volta il paesaggio nella natura. Nessuna meraviglia che l'antichità e il Medioevo non avessero il senso del paesaggio; l'oggetto

stesso non aveva ancora quel netto carattere spirituale e quell'indipendente struttura formale, il cui guadagno finale in seguito fu rafforzato e capitalizzato dalla nascita della pittura di paesaggio.

Il paesaggio si configura come il complesso risultato di un'operazione di "metamorfosi estetica" dei fenomeni naturali che, "trasfigurati nella pittura di genere, assumono i caratteri di una struttura formale indipendente e auto-sufficiente, ainsulare".

Un paesaggio, però, non è formato dagli elementi in cui la natura viene frammentata dalla percezione ordinaria. Cosa allora presiede, nella visione, alla sua composizione creativa? Quale legge determina la sua scelta e composizione?

È importante rispondere a tali quesiti, perché, come scrive Simmel: ciò che abbracciamo con uno sguardo o all'interno del nostro orizzonte momentaneo non è ancora paesaggio, ma tutt'al più materiale per esso, come una

quantità di libri accatastati non è una "biblioteca", ma lo diventa solo quando un concetto unificante li ordina secondo il proprio criterio formale. Il materiale del paesaggio, quale è fornito dalla natura, è così infinitamente molteplice e variabile volta per volta, che anche i punti di vista e le forme, che nel singolo caso producono con questi elementi l'unità dell'impressione, saranno vari. Il paesaggio come "opera d'arte della pittura", secondo Simmel, "sorge come continuazione, intensificazione e purificazione in cui il paesaggio, nel senso linguistico abituale, sorge in tutti noi dalla mera impressione di singole cose della natura". Dove effettivamente vediamo un paesaggio e non più la somma di singoli oggetti naturali, abbiamo un'opera d'arte nel momento del suo nascere. Il paesaggio è una "forma spirituale" che fonde visione ecreatività; perché ogni sguardo crea un "paesaggio ideale" dentro di noi. Simmel chiama la totalità emotiva e spirituale che pervade il paesaggio STIMMUNG DEL PAESAGGIO. Per lui, dunque, come sintetizza Boella, "il vissuto estetico del paesaggio, ciò che ne rappresenta il principio costituivo, è la Stimmung, il particolare sentimento che alleggia intorno alla natura nell'epoca moderna. La Stimmung è la totalità spirituale del paesaggio: essa è l'altra faccia del suo costituirsi in unità, è l'orizzonte di inconoscibilità, di parzialità e frammentarietà il cui costante oscurarsi e illuminarsi, emergere e nascondersi, definisce la condizione generale dellamodernità. Ciò è confermato dal fatto che la Stimmung non è un sentimento soggettivo, bensì inerisce alla qualità oggettiva del paesaggio, al suo costituirsi non come somma diati reali, di case, di alberi, bensì come realtà separata dal soggetto. Il "sentimento romantico" della natura è alla radice della pittura di paesaggio: esso sorge e si diffonde allorquando la natura si "allontana" dall'uomo e diventa oggetto di vagheggiamento, promessa mai mantenuta. Nella pagina simmeliana d
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.arcangeletti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e didattica della geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Ugolini Monica.