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l’ESENZIONE TRIENNALE DAL VERSAMENTO DELLE TASSE A ROMA E UNA

FORNITURA DI GRANO da parte della Capitale.

Un nuovo sisma nel 1741, a cui seguono i consueti atti di devozione e di penitenza. In

questa occasione il terremoto è avvertito con forza anche a SENIGALLIA; anche qui

vengono indette devozioni. Ma le scosse a Senigallia riprendono numerose nel 1743, nel

1744, nel 1745, nel 1747 e, con frequenza quasi annuale, nel decennio 1750-1760.

 VEGETAZIONE E SALUTE: SPUNTI PER NUOVE RICERCHE

La deforestazione, il dissodamento e la messa a cultura dei versanti seguono e si

accompagnano alla pastorizia. Sia nel caso dell’agricoltura, che nel caso dell’allevamento

infatti, il BOSCO SUBISCE INCENDI, vuoi per procurare nuove terre agricole, oppure

nuovi pascoli.

Il Pleistocene si può far concludere nelle Marche intorno ai 15.000-17.000 anni fa e, da

allora, le FORESTE DI LATIFOGLIE e, nelle parti più elevate, di CONIFERE, iniziano a

subire i PRIMI ATTACCHI che si estendono in rapporto all’oscillante carico demografico.

La cerealicoltura e l’allevamento praticato anche nel bosco, fanno contrarre la copertura

forestale e ne MODIFICANO LA COMPOSIZIONE: sul Catria il FAGGIO subisce una

evidente DIMINUZIONE, così come il LECCIO, IL TASSO E L’AGRIFOGLIO, ottimo per

farne carbone. Alle attività umane si sommano le VARIAZIONI CLIMATICHE che non

consentono il ritorno alla situazione precedente una volta che una determinata specie è

eliminata o comunque lasciata drasticamente decimata.

Non sempre, tuttavia, l’opera dell’uomo si rivela distruttiva sul bosco e, almeno in alcuni

casi, è distinta dall’INTRODUZIONE DI SPECIE INDISPENSABILI alla stentata economia

agricola di montagna. Va ricordata la diffusione del CASTAGNO, pianta generosa il cui

frutto rappresenta un OTTIMO INTEGRATORE ALIMENTARE e che può essere

conservato abbastanza a lungo una volta essiccato.

Tra le piante minori vanno ricordate quelle sottoposte ad utilizzazione economica come lo

SCOTANO, per la CONCIA DELLE PELLI, o quelle utilizzate per COLORANTI, per USO

MEDICINALE o magari solamente COMMESTIBILE. A questo proposito si ricorda la

“Lettera sulle insalate” e la “Lectio nona de fungis” scritta poco dopo la metà del ‘500 dal

medico COSTANZO FELICI, dove si illustrano le QUALITA’ TERAPEUTICHE E

GASTRONOMICHE DI PARECCHIE ERBE E FUNGHI, ma anche della castagna, della

faggiola, ghianda, spelta e veccia. Lo stesso autore parla del GRASSO DI LUPO come

medicinale efficace per l’ARTRITE, il che mi ricorda come il GRASSO DI MAIALE fosse

utilizzato per curare il FUOCO DI S.ANTONIO dai monaci antoniani di Vienne nel

Delfinato, da cui l’immagine del porco sempre presente accanto a quella del santo.

 STRUTTURE SANITARIE

Nel 1523 vengono istituiti presso il PORTO DI PESARO I PREFETTI DELLA SANITA’, più

tardi chiamati CONSERVADORI DELLA SANITA’, cui spetta il compito di ispezionare il

centro urbano, il contado e tutto il litorale.

La prima presenza di Provvisori della Sanità in ANCONA risale al 1430. Nel 1639 viene

loro concessa la FACOLTA’ DI GIUDICARE E DI EMETTERE SENTENZE per reati

inerenti la sanità, oltre a quella di CONTROLLARE I LAZZARETTI, LE MERCI e le

derrate alimentari, nonché di esercitare la vigilanza sui medici, chirurghi, farmacisti,

ortopedici e dermatologi. Notevole è il potere dei Provvisori che possono utilizzare il loro

ruolo per FAVORIRE O SCORAGGIARE I MERCANTI, sottoponendo le loro merci ad una

quarantena più o meno prolungata o comunque per favorire, nella lotta mercantile con

altre piazze adriatiche, i commerci locali a scapito di quelli stranieri.

Nel 1739 SOLO DUE MEDICI SONO AUTORIZZATI nel territorio di Ancona e sono pagati

dal Comune. Solamente nel 1740 il Pontefice autorizza l’ASSUNZIONE DI UN TERZO

MEDICO. Sempre da parte delle autorità viene dichiarata la preoccupazione di assicurare

l’OPERA MEDICA GRATUITA PER I POVERI, nel 1742 viene aumentato, da parte del

vescovo di Ancona, il salario ad uno dei tre medici, perché provveda a curare i poveri

gratuitamente.

Anche nell’entroterra l’esigenza di ospedali è specialmente avvertita nei centri di

fondovalle attraversali da arterie stradali di un certo rilievo. Nel 1763 i PARROCI DI

S.ANGELO IN VADO chiedono la CREAZIONE DI UNA STRUTTURA SANITARIA, poi

realizzata solo nel 1780 per volontà di Clemente XIV. Nei secoli precedenti, la prima

reazione alla minaccia di contagi è quella di rafforzare il controllo alle porte degli abitati.

L’800 è anche il secolo in cui si avviano PRATICHE DI PREVENZIONE: risale al 1809

l’invito ai parroci dell’Anconetano ad incoraggiare la VACCINAZIONE DEI BAMBINI

CONTRO IL VAIOLO.

Si può riscontrare l’estrema rarefazione spaziale della MORBILITA’ nelle Marche. Non che

il morbo nelle Marche non facesse frequenti comparse tra Cinquecento e Ottocento, ma

NON si diffonde a macchia d’olio su tutta la regione.

La morfologia estremamente dissecata, la difficoltà di scambi, la presenza di piccoli

agglomerati e di un insediamento rurale estremamente diffuso e sparso, RIDUCONO IL

CONTAGIO che subito si cerca di bloccare, LIMITANDO I CONTATTI CON LE AREE

INFETTE. Un periodo particolarmente morbiloso è il 1761-1768, a causa di tifo, vaiolo e

polmonite, e non a caso esso coincide con la tendenza allo SPOSTAMENTO VERSO LA

CITTA’, dove i nuovi arrivati accrescono lo strato sociale degli indigenti.

CAP. 4  L’ISLANDA: TERRA DI CALAMITA’, TERRA

PROMESSA

 TERRA DI DIFFICILE AFFERMAZIONE

L’odierna popolazione islandese NON raggiunge i 250.000 abitanti. Si tratta di una

comunità ridimensionata non tanto dalle risorse territoriali, ma soprattutto da una lunga

storia di AVVERSITA’, di grandi CALAMITA’, di eventi naturali estremi cui si sono

sovrapposte DECISIONI POLITICHE altrettanto perniciose e che hanno forgiato un popolo

minuto, ma indomito e orgoglioso delle proprie origini vichinghe.

Sulla tendenza demografica pesa indubbiamente la fine, nel 1854, del duro monopolio

esercitato sull’isola della Danimarca. Questa, nel 1602, CHIUDE IL PAESE, dotato di

poche risorse, in un PROGRESSIVO ISOLAMENTO e in una gravosa DIPENDENZA

ECONOMICA, che localmente producono una CRESCENTE E GENERALIZZATA

POVERTA’.

Ma le cause non sono solamente storiche. Il Settecento, secolo distinto da un particolare

INASPRIMENTO CLIMATICO, è tristemente ricordato per le EPIDEMIE DI VAIOLO che,

tra il 1707 e il 1709, portano alla morte di 18.000 persone e per l’ESPLOSIONE DEL

VULCANO LAKI che scatena una carestia tremenda, in cui periscono migliaia di abitanti.

Alla fine del’Ottocento anche in conseguenza di una CATASTROFICA ERUZIONE

DELL’ASKJA, che aveva distrutto raccolti e armenti, e della DIFFUSIONE DELLA

RABBIA, molti islandesi furono costretti ad ABBANDONARE L’ISOLA per il Canada e il

crollo demografico seguitone, per la prima volta nella storia del paese, è almeno in parte

motivato dall’esodo. La “spagnola” nel 1918 conclude la serie delle GRANDI EPIDEMIE.

Carestia e mortalità sono comunque disseminate lungo tutti i secoli precedenti. In diverse

occasioni compare la PESTE, che apre ampi vuoti nel tessuto demografico. In quella del

1402 muoiono i 2/3 della popolazione e ad essa, per limitarci allo stesso secolo, seguono

quelle del 1404 e del 1495. Nel 1786, dopo una sequenza di carestie, si scende al minimo

storico di 38.000 abitanti.

Indubbiamente il GHIACCIO PROLUNGATO, I TERREMOTI E LE ESPLOSIONI

VULCANICHE sono da annoverare tra le cause più frequenti e immediate di mortalità. Tra

gli eventi catastrofici che colpiscono l’Islanda vanno menzionati gli jokulhlaup, vale a dire

INONDAZIONI IMPROVVISE PROVOCATE DALLA RISALITA DI MAGMA SOTTO UNA

CALOTTA GLACIALE. L’ultimo di questi risale al 1918, quando il Katla, un vulcano

coperto dal ghiacciaio di Myrdal, ha prodotto un’onda con una portata superiore a quella

del Rio delle Amazzoni che trasportava blocchi di ghiaccio ed enormi massi. Delle fattorie

e dei prati amorevolmente coltivati non rimase nulla.

Per quanto riguarda il CLIMA, abbiamo un clima RUDE, con ormai i caratteri

SUBPOLARI, sia pure OCEANICI. Oltre l’11% dell’isola è coperta che ghiaccio, che

pertanto è effetto e causa di particolare RIGIDITA’ CLIMATICA.

Certamente INSEDIAMENTO e POPOLAZIONE subiscono forti oscillazioni in seguito al

peggiorare o migliorare delle condizioni climatiche, dal momento che in Islanda anche la

più piccola variazione termina produce effetti locali piuttosto marcati.

Alle condizioni climatiche decisamente poco favorevoli si accompagna la SCARSITA’ DI

SUOLI, per lo più a BASSA FERTILITA’ per il sottilissimo humus, e per le acque

superficiali che li rendono torbosi. Se il suolo è avaro, non è più prodigo il SOTTOSUOLO,

praticamente PRIVO DI RISORSE MINERARIE. Si esportano la POMICE, lo SPATO

D’ISLANDA e la DIATOMITE, ma a parte questa, non si può parlare di ricchezze

minerarie e l’Islanda anche sotto questo aspetto è TOTALMENTE DIPENDENTE

DALL’ESTERO.

 TERRA DI BUONA SPERANZA

Oggi si parla molto di rischio: sismico, vulcanico, idrogeologico, climatico, industriale. L’

Islanda li POSSIEDE TUTTI, meno che l’ultimo; non conosce infatti L’INQUINAMENTO

INDUSTRIALE E LA MOTORIZZAZIONE è in pratica limitata a Reykjavik, che comunque

vanta il primato di CAPITALE MENO INQUINATA AL MONDO.

Se il rischio è così molteplice, dove sta dunque la terra promessa?

Intanto, disporre di una TERRA A BASSISSIMA CONTAMINAZIONE è già una preziosa e

promettente prospettiva. L’abbondanza di acque, l’elevata purezza dell’acqua e dell’aria

sono risorse pregiate e rare che, insieme ai paesaggi, costituiscono una ricchezza da non

sottovalutare.

Ma qui si vuole illustrare le POSSIBILI VIE DI SVILUPPO indicate dalla:

PESCA MODERNA

La pesca è la FONTE PRINCIPALE DELLE ESPORTAZIONI, cui contribuisce fino al 75%

del valore. Alla pesca si dedica circa il 14% degli attivi, ma questo numero già

considerevole si dilata se si considerano tutte le ATTIVITA’ COLLATERALI relative alla

produzione di natanti, apparecchiature e strumenti di pesca, fino agli addetti al commercio

nazionale e internazionale del pescato e degli articoli connessi con tale attività. Questo

settore ha enormemente ampliato le AREE DI SFRUTTAMENTO, DIFFERENZIATO LE

TECNOLOGIE E I MODI DI PESCA, INTRODOTTO NUOVE TECNICHE DI

LAVORAZIONE.

L’ACQUACOLTURA, soprattutto del salmone, ha compiuto notevoli PROGRESSI ed è

stata fortemente incentivata in aree particolarmente idonee all’interno dei fiordi.

L’acquacoltura, data la forte ric

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Publisher
A.A. 2013-2014
30 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/01 Geografia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher EllyGiova92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia e didattica della geografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Ugolini Monica.