Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SF
▪ COMUNICARE informazioni spaziali con il linguaggio della geo-graficità
▪ COLLABORARE E PARTECIPARE alla gestione del territorio esercitando la cittadinanza attiva
▪ AGIRE IN MODO AUTONOMO E RESPONSABILE nei confronti dell’altro e dell’ambiente
▪ RISOLVERE PROBLEMI territoriali e di sostenibilità ambientale
▪ INDIVIDUALE COLLEGAMENTI E RELAZIONI in un sistema territoriale
▪ ACQUISIRE E INTERPRETARE L’INFORMAZIONE spaziale e ambientale
CENNI METODOLOGICI: LA RICERCA-AZIONE
La prima competenza, imparare ad imparare, raggruppa in sé tutte le altre.
La ricerca-azione si svolge su due piani paralleli: quello del docente e quello degli allievi, secondo 3 fasi
fondamentali:
1. Fase COGNITIVA
2. Fase OPERATIVA
3. Fase METACOGNITIVA
La ricerca-azione degli allievi:
_la prima fase comprende l’accertamento delle dissonanze cognitive: il sapere di non sapere
_la seconda fase si basa sulla sperimentazione e verifica delle ipotesi sul campo, progettazione di soluzioni
adeguate al problema affrontato
_nella terza fase i ragazzi attuano una riflessione su ciò che hanno realizzato insieme e giungono
all’autovalutazione e alla consapevolezza di aver acquisito determinate conoscenze.
La ricerca-azione dei docenti:
_la prima parte consiste nella preparazione culturale e didattica sul tema/problema oggetto di ricerca
_la seconda fase è basata sulla progettazione didattica, di insegnamento e di sperimentazione didattica
_nella terza fase si fa una riflessione, comune a tutto il gruppo docenti, sui risultati prodotti dell’azione
degli allievi e dell’azione dei docenti stessi.
L’ITALIA NELLE INDICAZIONI NAZIONALI E NEL CURRICOLO DI GEOGRAFIA
In base al principio della progressione curricolare, presente nelle Indicazioni nazionali del curricolo del 2007,
spetta esclusivamente alla scuola primaria lo studio approfondito dell’Italia, che verrà poi ripreso nella
scuola secondaria di I° grado.
Fra i “traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria” leggiamo che l’alunno:
individua, conosce e descrive gli elementi caratterizzanti dei paesaggi (di montagna, collina, pianura,
costieri, vulcanici) con particolare attenzione a quelli italiani, ed è in grado di conoscere e localizzare i
principali “oggetti” geografici (monti, fiumi, laghi) e antropici (città, aeroporti, infrastrutture) dell’Italia.
1.3Concludere per iniziare…
Il lavoro degli insegnanti di scuola primaria è delicato, oneroso e denso di responsabilità. Lo è anche il
compito di far conoscere e amare il nostro paese affinché la conoscenza serva a ristabilire una salda
consapevolezza dell’identità nazionale.
2 L’identità dello Stivale
La forma dello stivale emerge sempre nella percezione visiva e nell’immaginazione di bambini e adulti. Lo
stivale non è sempre stato lo stesso ma si è andato progressivamente conformando in epoche geologiche
successive. 3
SF
• Nella figura A siamo nel PLIOCENE, 3-4 milioni di anni fa, in cui lo Stivale è solo un abbozzo: sono già
emerse le catene delle Alpi e degli Appennini, mentre il mare invade ancora tutti gli spazi che
saranno occupati dalla pianura Padana e da molte regioni costiere, quelle che saranno poi la
Corsica e la Sardegna adesso si presentano saldate tra loro.
• Nella figura B siamo all’inizio del QUATERNARIO, un milione e mezzo di anni fa, in cui si vede il
mare che occupa ancora molte aree dell’attuale Italia: al posto della pianura Padana c’era ancora
un profondo golfo marino, mentre altre parti come la Sicilia, cominciano a compattarsi e ad
assumere la conformazione attuale.
• Nella figura C siamo 200.000 anni fa in cui è avvenuta una glaciazione e l’Italia appare molto più
estesa rispetto ad oggi.
Lo Stivale è diventato quello che noi oggi conosciamo perché dopo l’ultima glaciazione, i ghiacciai delle Alpi
si ritirarono e le acque disciolte confluirono in grandi quantità nel mare, facendone alzare il livello. Le isole
maggiori e minori si distaccano definitivamente tra loro.
2.3Giochiamo con la toponomastica: perché si chiama Italia?
La TOPONOMASTICA è lo studio dei nomi dei luoghi e offre moltissime e varie informazioni di carattere
paesaggistico, ambientale, storico e socioeconomico su una determinata area o località.
Nel nome con cui noi chiamiamo un fiume, una città, una regione o uno Stato sono nascoste le sue origine e
la sua storia.
▪ Il termine Italia deriverebbe da Viteliu, che nella lingua del popolo italico degli osci vorrebbe dire
“terra dei vitelli”, intesa come territorio che aveva assunto il vitello come animale sacro. Da Viteliu
si passa a Vitalia e poi, con la caduta della V iniziale, a Italia.
▪ Per la seconda ipotesi, si fa riferimento alla letteratura e più precisamente e Virgilio, nella
traduzione cinquecentesca di Annibale Caro:
“Una parte d’Europa è, che da’ Greci
Si disse Esperia, antica, bellicosa
E fertile terra. Dagli Enotri còlta,
prima Enotria nomossi: or, com’è fama,
preso d’Italo il nome, Italia è detta”.
Questi versi sintetizzano l’ipotesi, che Virgilio riprese da antichi studiosi secondo la quale i greci
chiamarono inizialmente Esperia la parte meridionale della penisola italica, poi prese il nome di
Enotria quando fu abitata dagli enotri; sarebbe stato poi il re Italo, figlio di Enotrio, a dare all’Italia il
nome che ancora la contraddistingue.
Tutte le ipotesi trattano di un elemento comune: i vari toponimi (Viteliu e Vitalia, Esperia e Enotria) erano
riferiti alla parte meridionale della penisola. La denominazione si estese poi vrso nord; sotto l’impero di
Augusto il termine fu utilizzato in riferimento all’intera penisola.
Con la caduta dell’impero romano se ne perse l’uso, finché il toponimo Italia fu ripreso da Dante Alighieri e
poi da Francesco Petrarca e da allora fu sempre utilizzato. 4
SF
2.4L’Italia di ciascuno di noi
La carta muta è stata lo spauracchio di generazioni di studenti quando la geografia veniva insegnata come
materia prevalentemente mnemonica e descrittiva, ma se viene utilizzata in maniera ludica è un mezzo
molto valido per far emergere le mappe mentali che si possiedono in relazione a un determinato territorio.
Prima di intraprendere lo studio dell’Italia, ad esempio, i ragazzi possono servirsi della carta muta per
“sapere di non sapere” e dunque per far scattare la motivazione a conoscere il proprio paese in maniera più
compiuta e approfondita.
Le fasi principali dell’attività attraverso il cooperative learning:
1. Distribuiamo fotocopie ingrandite dello schizzo cartografico che presenta: il profilo della penisola, i
confini delle regioni amministrative, i punti indicanti la localizzazione dei capoluoghi di regione e di
provincia.
2. Diamo un congruo lasso di tempo perché gli allievi possano scrivere sulla carta muta tutti i toponimi
che conoscono e tutte le informazioni che possiedono: queste notizie sono derivanti dalla loro
esperienza personale, dallo studio della storia e dai mezzi di informazione.
3. Si fa un confronto tra la “propria” Italia e quella che compare sulla carta fisico-politica. Gli allievi
possono evidenziare da soli le dissonanze cognitive e diventare consapevoli della necessità di
superarle attraverso lo studio. La carta muta, così utilizzata, serve come introduzione e motivazione
allo studio e per i docenti per sapere le pre-conoscenze.
4. Al termine del percorso si ripropone la stessa carta muta annotando correttamente un maggior
numero di toponimi cosicché la loro mappa mentale dell’Italia sia più completa e adeguata.
Procedendo con il confronto, i ragazzi trascriveranno con una penna diversa gli eventuali toponimi
omessi o non collocati al posto giusto.
Quindi oltre a svolgere una funzione autovalutativa è utile come rinforzo dell’apprendimento.
2.5Tempo o clima? La “tabella del tempo che fa”
Bisogna distinguere il concetto di clima da quello di tempo meteorologico.
Attraverso il TEMPO METEOROLOGICO si possono osservare i seguenti elementi:
➢ TEMPERATURA: è il livello di caldo e di freddo dell’aria (termometro)
➢ UMIDITA’: quantità di vapore acqueo presente nell’aria. Si può distinguere l’umidità assoluta
(quantità espressa in grammi presente nell’unità di volume: 1mᶾ di aria) dall’umidità relativa
(rapporto tra quantità di vapore presente e la massima quantità d’acqua che potrebbe esserci nella
medesima temperatura; misurata con l’igrometro). Quando l’umidità giunge al 100% significa che
l’aria è satura e quindi non è più in grado di accogliere altro vapore acqueo; pertanto abbiamo il
fenomeno della condensazione, cioè il passaggio dell’acqua dallo stato gassoso a quello liquido
(precipitazioni).
➢ NUBI E PRECIPITAZIONI: la condensazione del vapore e il raffreddamento dell’aria possono dar
luogo a nubi, pioggia, grandine e neve. (pioggia misurata con il pluviometro).
➢ PRESSIONE ATMOSFERICA: il peso dell’aria sula superficie terrestre; l’aria calda e la carica di
umidità tende a salire generando una bassa pressione, mentre l’aria secca e fredda è più pesante
ed esercita un’altra pressione sulla superficie. (barometro)
➢ VENTI: generati dalle differenze di pressione, possono originare anche spostamenti d’aria che
vanno nelle zone di alta pressione verso quelle di bassa. La velocità del vento viene misurata con
l’anemometro mentre la sua direzione con l’anemoscopio.
Il CLIMA, invece, è dato dalla media dei fenomeni atmosferici registrati in una regione geografica
piuttosto estesa in un periodo di tempo di almeno dieci anni.
L’Italia è situata in una zona temperata boreale ed è interessata per buon parte dal clima mediterraneo.
La conoscenza dei principali fattori climatici consente di ragionare sul clima delle diverse aree del nostro
Paese, permettendo di riconoscerle, non solo di memorizzarle. 5
SF
• Iniziamo dal fattore principale che è la LATITUDINE, distanza angolare (in gradi) di un punto
dall’equatore. L’intensità dell’irraggiamento è massima dove i raggi cadono perpendicolari, tra
l’equatore e i tropici, e minima dove sono molto inclinati, circoli polari e poli.
La nostra penisola però avverte una certa disomogeneità climatica anche per la sua estensione da
nord-ovest a sud-est per oltre 10° la altitudine: nelle zone settentrionali c’è un clima simile a quello
dell’Europa continentale mentre nelle