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La fotografia come documento della trasformazione urbana
Charles Marville incontra la vecchia Parigi nel momento in cui deve far posto ai profondi mutamenti urbanistici. Le sue immagini preservano la città vecchia mentre sta scomparendo. L'immagine come documento fotografico rappresenta, ma al tempo stesso ci mostra la città come una serie di presenze misteriose ed enigmatiche.
Thomas Annan, con le sue fotografie delle case popolari di Glasgow nel 1868, mostra un interesse per il realismo. Le prime risposte fotografiche alla città sono facilmente allineabili con un'operazione di documentazione delle condizioni sociali, effettuando una testimonianza e denuncia delle condizioni economiche nelle aree urbane. La macchina fotografica agisce come un detective, muovendosi per strade e zone altrimenti proibite a occhi estranei.
Bruce Davidson, con la sua serie "East 100th Street" del 1970, documenta i luoghi e le persone di un quartiere estremamente degradato di Harlem. Le immagini trasmettono un senso di distruzione e paura, ma allo stesso tempo offrono una prospettiva eccellente sulla realtà urbana.
Nonostante tutto ciò, in molte fotografie troviamo ancora la città
Raffigurata al massimo dell'idealizzazione, più prolungati tentativi di fotografare New York nell'opera di Troviamo uno dei Alfred Stieglitz. Egli apportò alla città un idealismo ai limiti dello spirituale. New York come cultura moderna e dinamica.
Nel periodo che va dal 1899 fino agli anni quaranta, riscontriamo però un fondamentale conflitto nel tentativo di creare immagini ideali e la realtà di un mondo urbano in conflitto, materiale e umano, nemico della agognata visione ideale.
1. Alfred Stieglitz, Il Terminal, 1893.
2. Alfred Stieglitz, Riflessi, notte, New York, 1898. Notte tempestosa
3. Alfred Stieglitz, Due torri, New York, 1911.
Alfred Stieglitz, Il Flatiron, 1903. È la summa delle sue immagini newyorkesi. Uno dei primi grattacieli di NY. L'ambientazione urbana è ridotta al minimo. L'edificio pare stagliarsi sopra un delicato disegno di alberi. Non è più un edificio, si è trasformato in un miraggio.
Il fotografo spoglia l'edificio della sua solidità e della sua funzione logistica. Al contesto realista si sostituisce l'imposizione di un modello ideale. Il Fletiron è stato fotografato innumerevoli volte, come icona della nuova modernità della vita urbana ma Stieglitz è stato l'unico ad averlo fotografato come oggetto autonomo rispetto al tessuto caotico delle strade circostanti. A partire dal 1902 abbandonò la strada come area di interesse, preferendo la prospettiva del nuovo skyline. 1. Alfred Stieglitz, New York vecchia e nuova (1910). 2. Alfred Stiegtliz, La città di là dal fiume, 1910. Ci offrono uno spettacolo mitico, non una realtà persistente. Lo scenario è sempre composto di luce, acqua e cielo. Stieglitz svuota le immagini di qualsiasi presenza umana. Una città fantasma diviene l'atmosfera dominante delle ultime immagini: fosche, immobili, tetre e malinconiche. Alfred Stieglitz, Dallo Shelton.Verso Ovest, 1935. Il fotografo neutralizzò il contesto sociale e umano e affrontò le tracce materiali della città non come un'immagine simbolica, ma come una realtà cupa e indifferente. Altri fotografi usarono la macchina fotografica come una lettura documentaria, addirittura giornalistica, ma ciò significa privare questo tipo di fotografia di tutta la sua ambiguità. Qui la città non è uno spettacolo, e ancora meno un'unità. È una città invisibile, in cui la mera densità della presenza umana minaccia di sopraffare la macchina fotografica intenta a riprodurre l'esperienza delle strade. Con l'intento Jacob Riss si concentrò sulle spaventose condizioni del Lower East Side di NY, di modificare la situazione di sovraffollamento e malattie degli abitanti. Le immagini sollevano molte domande, ma soprattutto mostrano in modo esemplare come la fotografia riesca ad addentrarsi in geografie.
urbane proibite e invisibili, a penetrare una città segreta. Mentre Stieglitz preferiva ampie distese di spazio urbano dove l’occhio era libero di vagare a volontà, Riss scelse vicoli e cortili. Jacob Riis, Inquilini della casa popolare di Bayard Street, 1889. L’uso dello spazio in contrasto urbano è per molti versi ambivalente, e il contrasto tra spazio pubblico e privato rimarrà cruciale per il modo di vedere la città. Lo spazio si collega anche ai modelli che inquadrano le persone nei rispettivi ambienti. Concentrare l’attenzione sulla figura umana rientra in una tipologia complessa, legata al modo in cui lo spazio evoca i miti di possibilità e libertà, oltre a realtà storiche e sociologiche. Si concentra sulla costruzione dello sfondo per suscitare significati. Jacob Riis, Madre e figlio, 1890. Questa immagine cattura la miseria della povertà urbana e la tenacia della vita. Intrisa di inconfondibileSentimentalismo e simbolismo. Raffigura una madre disperata con il suo bambino in fasce -> evoca molti dipinti di Maria col Bambino. Appeso alla parete è suggestivo in quanto rimanda ad un’aureola il cappello (iconografia religiosa). Molte delle fotografie di Riis forniscono informazioni sulle lotte della vita quotidiana per i bambini immigrati. Per realizzare questa foto ha adottato la tecnica del flash che ha illuminato il seminterrato di questo palazzo di NY. Documenta NY per una trentina d’anni, e lo fa in diretto contrasto con Stieglitz. Lewis Hine mette al centro la strada e i suoi abitanti, si concentra su tre campi distinti ma collegati:
- Immigrati europei in arrivo a Ellis Island
- Lower East Side (NY) densamente popolata dove si trovava un grande miscuglio di immigrati
- Empire State Building, del quale documentò l’intera costruzione in qualità di fotografo ufficiale.
Lewis Hine, Famiglia di immigrati ad Ellis Island, 1905. Le sue foto
Offrono una documentazione straordinaria di come cambia una città. Ciò che le contraddistingue, tuttavia, è con il loro aspetto confuso, queste persone sono l'immagine stessa del riorganizzare e rifondere certezze culturali. Le immagini mostrano il lavoro e l'esistenza quotidiana. Le Empire State Building celebrano l'enormità di quell'impresa, donandoci vedute panoramiche della città a un passo dal sublime. Hine si contraddistingue per un approccio in cui la figura umana è sempre fondamentale per il significato (rendere omaggio agli operai).
- Lewis Hine, Icarus, Empire State Building, 1930.
- Lewis Hine, Fila per il pane alla Bowery Mission, 1906.
Fotografa NY in un periodo di cruciale crescita urbana. Questa foto si sofferma sul contesto umano. Hine usa le persone come metro per leggere la città, mettendole al centro dell'immagine.
difficile situazione dei personaggi con lacentro della propria opera.dignità e il valore individuale.L’osservazione minuziosa dei dettagli di ciascun personaggio diventa indizio della complessità delleesistenze individuali. mondo perverso fatto di scalpore, pericolo, violenza: non l’ambiente idealeLa città appartiene a unconsiderato da Stieglitz, bensì un ambiente da incubo, brutale.Weegee, negli anni quaranta fotografò NY mostrando soprattutto le immagini segrete diquella che gli appariva come una città nuda.Il suo metodo prevedeva l’impiego della lampada per flash della stampa, con cui esibiva isuoi soggetti in maniera sensazionale, e si concentrava su manie e atteggiamenti estremidella folla cittadina.Weegee raffigura una città segreta: vittime di omicidio, rapinatori, travestiti.Omicidio a Hell’s Kitchen,Weegee, 1940.Diane Arbus: la sua fotografia urbana è ristretta e personale, se fotografa la stradalo fa sempre in rapporto alla figura dominante nello spazio della foto. Predilige le stanze, lo spazio privato delle persone. La sua visione riflette una terribile tristezza e solitudine, una città di individui isolati. La sensazione predominante è di angoscia e turbamento.
Diane Arbus, La bottega del barbiere, New York, 1963.
Cerca di restituire un'immagine autentica, in grado di esaltare l'intimità dei suoi soggetti. Mostra il valore intrinseco di ogni essere umano, documentando la loro quotidianità. Cerca di scacciare il pregiudizio per far emergere fraternità.
Diane Arbus, Due signore a passeggio a Central Park, New York, 1963.
La fotografia ha una lunga tradizione di personaggi della strada:
John Thomson, Gli striscianti, 1877. Londra
Viso affranto e vinto dalla stanchezza. Richiamo alle innumerevoli immagini della Madonna con il Bambino, trasferendola però in un ambiente marginale ->