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SEMANTICA
Capitolo 5
Il significato
La parte della linguistica che si occupa del piano del significato è la semantica.
Esistono 2 modi fondamentali di concepire il significato: vi è una concezione referenziale o
concettuale del significato: in questo caso il significato è visto come un concetto, un'immagine
mentale, un'idea o operazione creata dalla nostra mente, corrispondente a qualcosa che esiste al di
fuori della lingua (triangolo semiotico).
In un'altra prospettiva vi è una concezione operazionale del significato, secondo cui esso è
funzione dell'uso che si fa dei segni, cioè ciò che accomuna i contesti d'impiego di un segno e ne
permette l'uso appropriato o anche la totalità dei contesti in cui esso può comparire.
(Meglio attenersi alla prima).
Definizione del significato: informazione veicolata da un segno o elemento linguistico.
Il significato denotativo è ciò che il segno descrive e rappresenta, corrisponde al valore di
identificazione di un elemento della realtà esterna, un "referente".
Il significato connotativo è il significato connesso alle sensazioni suscitate da un segno e alle
associazioni a cui esso da luogo, non ha valore di identificazione di referenti.
Esempio: "Gatto" ha come significato denotativo "felino domestico di piccole dimensioni" e come
significato connotativo "animale grazioso, furbo, pigro ecc..." ed eventuali associazioni valutazioni
che associamo a un gatto.
Il significato linguistico è il significato che il termine ha in quanto elemento di un sistema
linguistico codificante una rappresentazione mentale, il significato sociale è il significato che un
segno può avere in relazione ai rapporti fra i parlanti, ciò che esso rappresenta in termini di
dimensione sociale.
Esempio: "Buongiorno" ha come significato linguistico "auguro una buona giornata" ma ha come
significato sociale "riconosco colui che ho salutato".
Hanno significato lessicale i termini che rappresentano oggetti concreti o astratti, entità o concetti
della realtà esterna (gatto), mentre hanno significato grammaticale i termini che rappresentano
concetti o rapporti interni al sistema linguistico, alle categorie che questo prevede.
I termini dal significato lessicale vengono anche chiamati "parole piene" mentre quelle con
significato grammaticale "parole vuote".
Per senso si intende il significato contestuale, la specificazione che il contenuto di un termine
assume ogni volta che viene usato in una produzione lingistica in un certo contesto. (Finestra del pc,
finestra di una casa).
A un significato possono corrispondere diversi sensi (polisemia).
I nomi propri sono etichette, termine a referente unico che designano un individuo e non una classe
e che nei termini della logica hanno solo estensione e non intensione.
Per Intensione si intende come l'insieme delle proprietà che costituiscono il concetto designato da
un termine e per Estensione si intende come l'insieme degli individui (oggetti) a cui il termine si
può applicare.
L'intensione di "cane" è l'insieme di proprietà che definiscono la caninità mentre l'estensione è data
da tutti i membri della classe dei cani, cioè dall'insieme di tutti gli individui a cui è possibile riferirsi
adoperando il termine "cane".
I toponimi sono nomi di luogo. Il lessico
Il lessema è l'unità d'analisi minima per quanto riguarda il livello semantico.
Il lessema corrisponde a una parola considerata dal punto di vista del significato (significato
linguistico di "gatto").
L'insieme dei lessemi di una lingua costituisce il suo lessico.
Da un lato il lessico è una dei componenti essenziali di una lingua e allo stesso tempo è lo strato più
esterno e superficiale di un sistema linguistico. Nel lessico si fondono il mondo esterno e la lingua.
Il lessico è inoltre disponibile ad accogliere nuove unità.
Un lemma è il termine usato per designare le parole del dizionario.
Omonimia e polisemia
Omonimia: sono omonimi i lessemi che hanno lo stesso significante ma diversi significati (es. Riso
come cibo o come ridere).
Sei i diversi significati associati a uno stesso significante sono imparentati fra loro e derivati (o
derivabili) l'uno dall'altro, si ha invece la polisemia (proprietà che una parola ha di esprimere più
significati) (corno come strumento musicale o come corno di animale) (i significati sono correlati
etimologicamente). Non si tratta di lessemi formalmente uguali aveti un diverso significato, come
nell'ononimia, ma si tratta di un unico lessema avente più significati.
Un caso speciale di polisemia è dato dall'enantiosemia che si ha quando significati diversi dello
stesso termine sono tra di loro in un rapporto di opposizione (es. Verbo "tirare" inteso come tirare la
palla oppure attrarre verso di sè). Rapporti di similarità
Sono sinonimi lessemi diversi aventi lo stesso significato (urlare/gridare, iniziare/cominciare).
Abbiamo invece iponimia quando il significato di un lessema rientra in un significato più ampio e
generico rappresentato da un altro lessema. (Si ha iponimia fra due lessemi x e y quando "tutti gli x
sono y ma non tutti gli y sono x". X è l'iponimo di y il quale e iperonimo rispetto a x.
(Esempio: Armadio è iponimo di mobile (mobile è iperonimo rispetto ad armadio).
Catena iponimica: siamese – gatto – felino – mammifero – animale.
La meronimia è il rapporto che si ha fra i termini che designano una parte specifica di un tutto
unico e il termine che designa il tutto. (Esempio: braccio, testa, piede sono meronimi di corpo).
Solidarietà semantica: basata sulla cooccorenza obbligatoria o fortemente preferienziale di un
lessema con un altro (esempio: miagolare/gatto, leccare/lingua).
Le collocazioni: a differenza del rapporto di solidarietà semantica che è basato sulle proprietà e
restrizioni semantiche previste dal sistema linguistico, il rapporto di collocazione riflette
convenzioni tipiche dell'uso della lingua e del costume linguistico di una certa comunità parlante.
(Esempio cordiali/saluti o spegnere la luce).
Rapporti di opposizione
Antonimia: sono antonimi due lessemi di significato contrario (alto/basso, buono/cattivo). X è
antonimo di y se x implica non y ma non y non implica x. (essere alto implica non essere basso ma
essere basso non implica non essere alto).
Complementarità: sono complementari due lessemi di cui uno è la negazione dell'altro
(vivo/morto, maschio/femmina). X implica non y e non y implica X.
Inversione: sono inversi due lessemi che esprimono la stessa relazione semantica vista da due parti
opposte, secondo la prospettiva dell'una o dell'altra parte (comprare/vendere, dare/ricevere).
Insiemi lessicali
Campo semantico: insieme dei lessemi che coprono le diverse sezioni di un determinato spazio
semantico, è l'insieme dei lessemi che hanno tutti uno stesso iperonimo immediato. Costituiscono
campi semantici i termini di età (giovane, vecchio, recente, nuovo, antico), i termini di colore, i
nomi dei felini ecc...
Sfera semantica: insieme di lessemi che hanno in comune il riferimento a un certo ambito
semantico, un'area di oggetti o concetti, un'insieme di attività fra loro collegate. (Esempio: insieme
delle parole della moda, della musica ecc..).
Famiglia semantica: insieme di lessemi imparentati nel significato e imparentati nel significante.
Insieme delle parole derivate dalla stessa radice lessicale (dalla stessa base etimologica).
Gerarchia semantica: insieme in cui ogni termine è una parte determinata di un termine che
nell'insieme lo segue (gli è superiore) in una certa scala di misura. (Esempio: nomi dell'unità di
misura del tempo: secondo, minuto, ora, giorno, mese anno ecc..).
L'analisi del significato: semantica componenziale
Uno dei metodi usati per l'analisi del significato dei lessemi è quello dell' analisi componenziale (o
semantica componenziale). Si tratta di scomporre il significato dei lessemi, comparandoli gli uni
con gli altri e cercando di cogliere in che cosa differisca il loro rispettivo significato, in unità di
significato più piccoli, tali che siano ricorrenti nel costituire il significato di più lessemi.
Esempio di analisi componenziale:
"uomo, donna, bambino, bambina"
Tutti hanno in comune di designare un essere umano.
Uomo e donna sono differenziati dal fatto che un uomo è di sesso maschile e la donna di sesso
femmnile.
Uomo e bambino: Uomo età adulta, bambino età non adulta.
Eccc...: /UMANO/ /ADULTO/ /MASCHIO/
"Uomo" + + +
"donna" + + -
"bambino" + - +
"bambina" + - -
I termini tra le 2 barre sono chiamati componenti semantici (sono i tratti semantici).
I tratti semantici di solito sono binari, cioè ammettono i 2 valori + e – (Si e No), ma si possono
utilizzare anche tratti non binari utilizzando ad esempio 1, 2 e 3 per indicare il grado del tratto
semantico.
Analisi componenziale dei verbi:
Esempio: uccidere = /(X CAUSA)((Y DIVENTA)( - VIVENTE))/
= Qualcuno fa si che qualcun'altro diventi non vivente.
Questa rappresentazione utilizza tratti non binari (tranne l'ultimo) in rapporto di incassatura
successiva e variabili individuali. Queste ultime, X e Y, sono i due ruoli semantici implicati da un
verbo transitivo, X agente e Y paziente.
I problemi dell'analisi componenziale si presentano quando si vogliono analizzare in tratti termini
astratti. Cenni di semantica prototipica
La semantica componenziale presuppone che una data categoria sia da intendersi come:
1. Un'entità definita da proprietà tutte necessarie e sufficienti;
2. Delimitata da confini rigidamente netti;
3. Costituita da membri tutti ugualmente rappresentativi di quella categoria.
A partire da alcuni studi di psicologia cognitiva sulla natura e sulla formazione dei concetti, si è
andata affermando in linguistica una concezione che ritiene che una categoria debba essere intesa
come un'entità:
1. Definità sia da un nucleo di proprietà di carattere categorico, necessarie e sufficienti, sia da
proprietà di carattere graduale, non essenziali;
2. Delimitata da confini sfumati, in sovrapposizione con quelli di altre categorie;
3. Costituita da membri più tipici e altri meno rappresentativi.
A questa concezione nota come "teoria dei prototipi" fa riferimento il metodo di analisi del
significato chiamato "semantica prototipica".
Il significato di un lessema in semantica pr