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/UMANO/ /ADULTO/ /MASCHIO/
uomo + + +
donna + + -
bambino + - +
bambina + - -
Quelli indicati in maiuscolo sono i componenti semantici, ovvero i pezzi di significato minimi che
combinandosi fra loro danno luogo al significato dei lessemi.
L’analisi è molto economica, in quanto con un numero relativamente non elevato di tratti si riesce ad
analizzare il significato di un numero elevato di lessemi; in effetti un certo numero di componenti semantici
sono fondamentali e probabilmente universali, in quanto ritornano nel significato di molti lessemi. Fra questi
componenti possono esistere rapporti di implicazione, poiché alcuni tratti di carattere più generale possono
essere implicati da specificazioni (umano implica animale, che implica animato, che implica concreto, ecc.).
I tratti semantici sono solitamente binari (+ o -), ma possono anche presentarsi a più valori, come ad
esempio il tratto /PENETRABILE/: 1, 2, 3, che designa il grado di penetrabilità delle sostanze solide, liquide
e gassose. E’ possibile anche estendere l’analisi ad altre classi di lessemi, come i verbi: occorre far ricorso a
tratti di natura diversa, ovvero tratti non binari, in rapporto di incassatura successiva, e variabili individuali
(“uccidere”=/(X CAUSA)(Y DIVENTA)(NON VIVENTE)/).
come nel linguaggio della logica Vi possono
essere poi casi in cui vi siano tratti semantici che non possiedono referenze: con parricidio e matricidio si
indica l’omicidio del padre o della madre e quindi il tratto /rif. genitore/, ma non esiste una parola che
fratello/ perché non esiste un termine per indicare l’omicidio di un fratello; in
corrisponda al tratto /rif.
questo caso si parla di lacuna semantica.
Semantica prototipica
A partire da alcuni studi sulla natura e sulla formazione dei concetti, si è andata affermando una concezione
dei tratti semantici categorici fondata su presupposti diversi da quelli della semantica componenziale. Il
l’immagine mentale
significato di un lessema in semantica prototipica è concepito come prototipo, ovvero
immediata che per i parlanti di una certa cultura corrisponde ad un dato concetto; si tratta del punto focale
di un concetto (il significato di “uccello” viene a coincidere col concetto di volatile che per un certo
ambiente e una certa cultura è il più tipico). In questa prospettiva i tratti semantici vengono visti non come
tutti necessari e sufficienti, bensì come dotati di un diverso potere identificativo e disposti in ordine
a definire l’appartenenza a una data categoria, altri
gerarchico: alcuni sono necessari sono posseduti in modo
diverso (Di un uccello si dirà necessariamente che /SI MUOVE/, /ALATO/, /CON PIUME/, mentre solo
alcuni diranno che /CANTA/, /PICCOLE DIMENSIONI/, ecc.). I tratti semantici sono quindi un insieme di
criteri più o meno importanti nell’identificare una categoria, e così i concetti hanno una struttura interna
La semantica prototipica si oppone all’esistenza di un insieme chiuso di tratti
basata sulla gradualità. tutti
discreti, volto a definire l’intero complesso dei membri di una data categoria. Un altro concetto importante
nella semantica prototipica è quello del gradi di esemplarità di un termine a una categoria, ovvero la tipicità
(Per esempio, nell’appartenenza alla categoria
di un membro nel rappresentare la categoria di appartenenza
“frutta”, il membro più tipico è risultato essere la mela, mentre il meno tipico è l’oliva). Una conseguenza di
ciò consiste nel rendere sfumati o in sovrapposizione i confini delle categorie: i termini meno tipici di una
un’altra categoria, giacchè possono
categoria possono essere considerati contemporaneamente membri di
tratti che giustificano l’appartenenza sia all’una che all’altra.
presentare
Semantica frasale
E’ opportuno introdurre anche concetti che riguardano il significato delle combinazioni di lessemi usate
come messaggi nella comunicazione verbale. In primo luogo una frase è la somma dei significati dei lessemi
che la compongono, ma questo non esaurisce il senso globale del suo valore comunicativo. A tal proposito
chiameremo enunciato una frase considerata dal punto di vista del suo concreto impiego in una situazione
Elementi cruciali per l’interpretazione degli enunciati sono anzitutto i
comunicativa. connettivi, che hanno
spesso il valore di operatori logici (congiunzione, disgiunzione, quantificazione, negazione, ecc.). Un altro
che chiama in causa l’intenzionalità
aspetto importante è quello pragmatico, di un parlante per determinare
la funzionalità di un enunciato in una certa situazione; in questo caso la lingua è studiata come modo
d’agire. Gli enunciati prodotti nella normale interazione verbale sono degli atti linguistici che constano tre
consiste nel formare una frase in una data lingua (“Gianni scappa”=SN+SV),
distinti livelli: un atto locutivo
consiste nell’intenzione con la quale e per la quale si produce la frase (“Gianni
un atto illocutivo
scappa”=dare un’informazione), un consiste nell’effetto che si vuol provocare nel
atto perlocutivo
destinatario del messaggio (“Gianni scappa”=”chiamata di soccorso”, “annuncio di sollievo”, ecc.). L’aspetto
centrale degli atti linguistici è l’atto illocutivo, che definisce la natura dell’atto messo in opera sono atti
l’affermazione, la richiesta, la promessa, la minaccia, l’ordine,
illocutivi ecc. Esistono verbi che se usati alla
prima persona singolare del presente indicativo, annullano la distinzione fra contenuto referenziale e atto
illocutivo: tali verbi sono detti performativi (il valore illocutivo di promessa coincide con la realizzazione di
“prometto”); a questi verbi non si può assegnare un valore di verità o falsità.
Esistono modi diversi per realizzare uno stesso atto illocutivo: un atto illocutivo di richiesta/ordine, per
frase interrogativa e l’impiego del condizionale (“Chiuderesti
esempio, può essere realizzato attraverso una
la finestra?”), oppure con l’imperativo (“Chiudi la finestra!”), variando il grado di cortesia con il quale la
richiesta viene presentata. Quando un atto illocutivo viene realizzato mediante atti illocutivi che solitamente
sono la forma tipica di un altro atto illocutivo (Una domanda per una richiesta), si parla di atti linguistici
indiretti.
La teoria degli atti linguistici ha descritto le condizioni, anche e soprattutto sociali e convenzionali, per cui
un determinato atto illocutivo valga come tale, ovvero rappresenti sia per il parlante, che per il destinatario,
la specifica azione voluta. Queste sono dette condizioni di felicità di un atto linguistico, le quali devono
essere soddisfatte per la realizzazione dell’atto (Nel caso dell’ordine “chiudi la finestra!”, una delle
condizioni è che il destinatario sia in grado di compiere tale azione). Un’altra nozione importante per la
semantica frasale è quella di presupposizione: è il tipo più rilevante di significato non espresso verbalmente,
ma fatto assumere da quanto viene detto; rientra nella casistica dell’implicito, ovvero tutto ciò che è
ricavabile da ciò che viene detto (A: “Andiamo al cinema?” B: “Ho mal di testa (quindi non vengo)”).
Esistono delle regole della conversazione, dette massime di Grice, mediante le quali si può dar conto dei
meccanismi con cui i parlanti attuano significati impliciti. Esse si basano sul fatto che fra i partecipanti a
un’interazione comunicativa viga un principio di cooperazione e sono riunibili in quattro categorie: della
Quantità (non dare né troppa né troppo poca informazione), della Qualità (dare un contributo che sia vero o
verificabile), della Relazione (essere pertinenti) e del Modo (esprimersi chiaramente); la violazione di una o
più massive genera implicature conversazionali che trasmettono comunque il significato voluto. La
presupposizione invece è un tipo particolare di significato implicito, è la parte del significato che rimane
(“Gianni legge” implica che Gianni esiste, ma negando la frase l’esistenza di
vera anche negando la frase
Gianni non è negata). Le presupposizioni sono ancorate alla forma linguistica, e possono essere introdotte da
come “finire”, “sapere”, “confessare”, ecc., che veicolano automaticamente la presupposizione
verbi fattivi,
di verità della proposizione che reggono (“Sapevo che eri partito” e “Non sapevo che eri partito” lasciano
come valido che “Tu eri partito”). La presupposizione si configura come ciò che in un enunciato il parlante
assume come vero e noto all’ascoltatore, e indiscutibile al momento di produrre tale enunciato.
–
6 LE LINGUE DEL MONDO
Le lingue storico-naturali che rappresentano la realizzazione della facoltà del linguaggio presso le diverse
comunità presenti nel mondo sono numerose; le cifre proposte dagli studiosi sono contrastanti: si parte da un
dell’istituto linguistico di
numero minimo di 2200 a un numero di 5100. Il sito www.ethnologue.com
Dallas censisce circa 6900 lingue. Il numero può comunque variare a seconda dei criteri che si adottano. In
primo luogo bisogna tener conto non solo della lingua nazionale comune, ma anche delle lingue delle
minoranze, parlate da gruppi più o meno consistenti in alcune aree del paese. In secondo luogo è in dubbio
lo statuto dei dialetti, come quelli italiani, che dal punto di vista storico e linguistico avrebbero le carte in
regola per essere considerati sistemi linguistici a sé. Il modo principale per mettere ordine fra i vari sistemi
linguistici è la divisione in famiglie: si basa sulla possibilità di riportare delle lingue a un antenato comune,
secondo specifici criteri di parentela genealogica, comparando il cosiddetto lessico fondamentale, ovvero un
nozioni comuni; l’assunzione di base è che se per questi termini
insieme di circa 200 termini designanti
troviamo lo stesso o simile significante, vorrà dire che questo rimanda a una forma originaria condivisa.
L’italiano ha stretti rapporti di parentela con tutte le lingue provenienti dal latino, e insieme a queste
costituisce il ramo delle lingue romanze (italiano, francese, spagnolo, portoghese, romeno, ecc.); il ramo
romanzo, insieme ad altri rami con cui le lingue romanze hanno una parentela più lontana (lingue slave,
lingue germaniche, ecc.), forma la grande famiglia delle lingue indoeuropee. Il livello di famiglia è il più
all’interno della famiglia,
alto livello di parentela individuabile con la