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SF
sistema tradizionale e si scelgono proprio per le loro caratteristiche di maggiore
immediatezza, perché i simboli che utilizzerò sono di più facile decodifica. Una
melodia è una combinazione di altezze di durate dei suoni, quindi per leggere
scrivere una melodia bisogna conoscere la posizione delle note sul pentagramma
e saper leggere il ritmo. Utilizzare strumenti melodici nella scuola non è sempre
facile, a volte non ci sono e, quando ci sono, presuppongono un allenamento e
una tecnica che li rende praticamente inutilizzabili per un’esperienza
musicalmente significativa. Il flauto dolce è un grande classico e se ben sfruttato
può dare dei risultati soddisfacenti.
6. Essere in ogni nota
Educare al senso estetico significa anche abituare il bambino a ricercare il bello in
tutte le cose, a migliorarsi a osservare la realtà con spirito riflessivo, ma cercare di
trovare un’alternativa alla velocità, alla superficialità e all’omologazione che
troppo spesso ci vengono proposte. 10
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Il suono e le sue caratteristiche
Elementi di acustica e di teoria musicale: proposte operative
1. Acustica
1.1 Suono e rumore
L’acustica è un ramo della fisica ed è
tradizionalmente considerata come la
scienza che studia il suono. Il suono è
un’onda generata da una vibrazione
periodica, mentre il rumore è un’onda
generata da una vibrazione
aperiodica.
onde periodiche: se le
vibrazioni sono tutte uguali tra loro e si succedono con la stessa cadenza
(frequenza) temporale;
La percezione di un suono e di un rumore può essere una questione del tutto
soggettiva. Ad ogni modo mentre rumore, per la sua natura indeterminata e
casuale, può essere studiato in acustica solo ricorrendo a metodi statistici, il suono
può sempre essere descritto attraverso caratteristiche fisiche ben precise. In
particolare il suono è definito dalla combinazione di tre parametri fondamentali:
intensità, timbro, ed altezza. Ad essi aggiungiamo anche un’altra proprietà del
suono, la durata. 11
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1.2 Il suono e la sua propagazione
Il suono non è altro che un’onda generata da una fonte sonora che vibra e,
attraverso un mezzo di trasporto, raggiunge il nostro apparato uditivo. Esaminiamo
più da vicino questo fenomeno.
Innanzitutto per poter sentire il suono è fondamentale che ci sia un mezzo che lo
trasporti fino al nostro apparato uditivo.
Il secondo fattore fondamentale è che ci sia una fonte sonora o sorgente. Ossia
da un punto qualsiasi di un corpo elastico (che possiede la capacità di ritornare
allo stato di quiete una volta che termina la sollecitazione su di esso) avviene una
perturbazione la quale dà origine alle onde sonore che si propagano.
Dalla parte opposta al corpo elastico dovrà esserci un ricevente ossia qualcuno o
qualcosa che ascolta o riceve onde sonore. Precisiamo che l’onda sonora genera
solo trasporto di energia e non trasporto di materia. Quando un corpo subisce una
perturbazione, la materia subisce una deformazione elastica.
1.3 Il suono e le sue componenti
L’onda sonora può essere descritta e analizzata in dettaglio in tutte le sue
componenti. Per facilitare lo studio dell’onda sonora è possibile utilizzare un
grafico cartesiano, riportante il tempo sull’asse delle ascisse e gli spostamenti delle
particelle su quello delle ordinate.
La cresta e la gola sono i punti di massimo e di
minimo di un’onda.
Il periodo è la distanza tra due creste (o due gole)
ed indica la massima durata di un’oscillazione in
un intervallo temporale (cioè il tempo in cui
l’onda compie una vibrazione completa
ritornando alla condizione iniziale), si misura in secondi. 12
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Se invece si misura il numero di vibrazioni prodotte in un secondo si individua la
frequenza. La sua unità di misura è l’Herz, dal nome del fisico tedesco che per
primo studio tali fenomeni. In altre parole, la frequenza rappresenta il numero di
volte in un secondo in cui l’onda compie un’oscillazione completa. L’altezza è
quella qualità che ci permette di distinguere se un suono è acuto o grave. Difatti
l’altezza di un suono risulta essere direttamente proporzionale al numero di
vibrazioni prodotte in un secondo: maggiore è la frequenza, più acuto è il suono e
viceversa. l’ampiezza,
L’ultima componente del suono è ossia la distanza massima percorsa
da una particella dalla sua condizione di riposo (da un tempo zero) al picco
massimo (cresta). Tanto più intensa sarà la pressione (o la forza) esercitata sul
corpo elastico, tanto maggiore sarà lo spostamento della particella stessa. Per
questo motivo l’ampiezza determina la seconda caratteristica del suono
l’intensità. L’intensità indica se un suono è debole (piano) o forte ed è
direttamente proporzionale all’ampiezza delle vibrazioni, nonché alla forza con cui
il suono viene prodotto. In sintesi: maggiore è la forza esercitata sul corpo,
maggiore sarà l’ampiezza di spostamento delle molecole e maggiore sarà
l’intensità del suono. L’intensità è però anche inversamente proporzionale alla
distanza tra chi ascolta e la fonte sonora: maggiore è la distanza, minore sarà
l’intensità con cui il suono viene percepito.
Un’altra peculiarità del suono è la forma dell’onda che determina la terza
timbro.
caratteristica del suono: il Il timbro è quella qualità che fa distinguere un
suono da un altro suono. Ciascuno strumento musicale ha un timbro diverso, così
come la voce di ciascuno di noi o il suono prodotto da qualsiasi oggetto.
Dal punto di vista della produzione del suono essa dipende in particolare da due
fattori: la materia della sorgente sonora e dalla modalità con cui questa viene
fatta vibrare. 13
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La durata del suono può essere perciò breve o lunga. In realtà il concetto è molto
più esteso e complesso se è analizzato da un punto di vista pratico-musicale.
quattro caratteristiche:
Qualsiasi suono può essere descritto attraverso per mezzo
del timbro rileviamo la fonte sonora; attraverso l’intensità quantifichiamo il volume;
con la durata costatiamo la lunghezza di suoni e silenzi; l’altezza ci permette di
definire quanto un suono è grave o acuto.
2. Durata dell’intensità
2.1 l’intensità e le sue gradazioni
L’intensità fa parte della comune esperienza quotidiana per questo si potrebbe
pensare essere un argomento semplice da insegnare. E invece non possiamo
fermarci alle sole nozioni di piano e forte bisogna mostrare tutte le sue sfumature le
sue diverse gradazioni sonore:
FORTISSIMO
o FORTE
o MEZZO-FORTE
o PIANO
o MEZZO-PIANO
o PIANISSIMO
o
Teniamo presente che, all’interno della gamma di intensità, può essere compreso
silenzio
anche il inteso come assenza di suono, paradossalmente un non suono. E
se teniamo presente che all’interno della gamma di intensità può essere
compreso anche il silenzio oggi più che mai abbiamo bisogno di educare i
bambini a sapersi ascoltare e ad ascoltare. 14
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2.2 I due protagonisti: silenzio e rumore
silenzio
Abituare i bambini ad apprezzare il è molto importante, soprattutto nella
realtà in cui essi si trovano a dover vivere, costantemente circondati da suoni, a
volte piacevoli ma tante altre fastidiosi. Il silenzio è l’alleato della concentrazione
pertanto risulta essere fondamentale non solo in un percorso di educazione
musicale, ma anche nell’apprendimento di qualsiasi disciplina di studio. Quindi
appare necessario spendere qualche parola sull’argomento silenzio dal momento
che uno dei maggiori problemi per ogni maestra è proprio quello di ottenere tale
effetto sonoro dalla sua classe. L’educazione musicale può, almeno in parte,
aiutare in questa direzione. La prima lezione di musica da presentare ai nostri
alunni riguarda quindi la riflessione su cos’è il silenzio e a cosa serve.
ATTIVITA’: silenzio:
A questo punto invitiamo i bambini ad ascoltare il mettiamoci immobili,
chiudiamo la bocca ed apriamo le orecchie! È ovvio che il silenzio assoluto non
esiste, intorno a noi ci saranno altri suoni (la campanella, i bambini delle altre classi
che parlano, gli uccellini fuori dalla finestra...). Il nostro intento sarà quello di
mostrare come si possono ottenere momenti di pace e calma, una tranquillità che
in alcuni momenti della giornata scolastica risulta ristoratrice. Per familiarizzare
maggiormente con il silenzio è utile avvalersi del suo antagonista: il rumore.
Facciamo quindi sentire ai bambini cos’è il rumore e permettiamo loro di urlare e
gridare. Serviamoci di una paletta con due immagini che rappresentano su di un
lato il signor silenzio e sull’altro il signor rumore e alterniamo momenti di urla a
momenti di pausa. Un’altra proposta potrebbe essere la creazione di un
cartellone nel quale inserire da una parte luoghi o le situazioni silenziose e dall’altra
i luoghi e le situazioni rumorose. Riflettendo anche i nostri studenti impareranno
che ci sono dei momenti dove è richiesto di stare in silenzio o di mantenere un
volume di voce molto basso e altri posti o situazioni nei quali invece possiamo
sfogarci, urlare usare un tono di voce decisamente più alto. 15
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Favorire momenti di silenzio durante la giornata scolastica importante, si pensi ad
esempio al vecchio, ma sempre valido, gioco del silenzio proposto utilizzando un
piccolo gessetto nascosto nella mano e svolte durante l’intervallo nei momenti di
attesa. Un ultimo suggerimento didattico è quello di abituare i nostri alunni a
restare in silenzio mentre ascoltano una musica o una canzone, magari aiutandoli
ad ottenere la giusta concentrazione tenendo una certa postura. Possiamo
stimolare ulteriormente all’ascolto attento avvisandoli che al termine del brano si
chiederà loro di ripetere il testo della canzone o di indicare quali strumenti hanno
sentito suonare.
2.3 Silenzi e suoni
Un’altra modalità valida ed efficace per interiorizzare concetti di suono e silenzio,
ma anche per imparare a gestire il proprio corpo e la propria situazione, è l’attività
corporea. Cerchiamo la musica estremamente piacevole che stimoli la voglia di
ballare. Quando faremo partire la musica ai bambini potranno ballare
liberamente. Ad un certo punto la maestra mett