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AGLI OPERATORI DEL D CONVIENE ASSUMERE COME PREMESSE UNICHEPER I LORO RAGIONAMENTI, dentro e fuori del processo, LE LEGGIPOSITIVE DELLO S.

Questo crea enormi e irrisolti problemi nella prassi, in cui i giudici devonoricorrere a criteri extralegali senza dichiararne il fondamento e laprovenienza, anzi mascherandole come corrette interpretazioni della legge.Così si mina la certezza del D e si rendono arbitrari i loro ragionamenti. Non sistanno cercando di ripristinare i principi con cui inquadrare razionalmente ilvalore e il limite della legge positiva e il suo rapporto con il processo.

Gli antichi greci videro il carattere originario del PROCESSO, come lanovità della LEGGE POSITIVA, si chiesero quale fosse il suo ruolo nelprocesso e nella vita sociale, compresero che essa non era immobile e identicaCRESCEVA NUTRENDOSI DEL LOGOS.ma protagonista è invitatoNella tragedia l'Antigone, di Sofocle, l'altro che ilad incontrare è proprio un'altra

legge rispetto a quella positiva. Inoltre cosa accade se un processo non riesce a costituirsi come tale e si vede che i contendenti non trovano un accordo.

È POSSIBILE, E A QUALI CONDIZIONI, CHE UNA LEGGE QUALSIASI POSSA GIUSTIFICARE DA SE’ LA SUA VALIDITÀ E PRETENDERE DI OFFRIRE CRITERI VALIDI PER GIUDICARE UN COMPORTAMENTO PARTICOLARE?

Nelle Eumenidi abbiamo visto come l’unica forza dei contendenti per vincere il dibattito processuale sia quella delle proprie ARGOMENTAZIONI, la forza dei loro ragionamenti usata per persuadere gli ascoltatori.

La PERSUASIONE è un FATTO, è l’adesione dell’ascoltatore alle tesi di chi parla.

I discorsi che maggiormente risultano persuasivi sono quelli che fanno leva sulla mentalità, interessi e valori. Il CRITERIO per cui un ragionamento è logicamente persuasivo è il suo essere COSTRITTIVO;

In base a questo criterio si può

giudicare se un rifiuto di una tesi (o ilsuo accoglimento) è giusto o sbagliato. conclusione valida per tutti

Si tratta di una REGOLA che può produrre unagli attori del processo, a prescindere dalle loro reazioni soggettive.

8. Legge della città-stato. Antigone

Le nuove leggi delle città-stato soverchiano le tradizioni tribali precedenti.

La legge è pronunciata da un'autorità, è l'unica legittima, voluta daiconsociati, chiara e scritta, efficace (prevede una sanzione per chi non larispetta), non incerta e controversa come le antiche tradizioni.

Ma queste sue caratteristiche la rendono VALIDA indipendentemente daisuoi CONTENUTI ? LA LEGGE E' AUTOREFERENZIALE ?

Circa 40 anni dopo le Eumenidi, Sofocle scrive la tragedia Antigone, essaracconta dell'insanabile conflitto tra Antigone e Creonte, il tiranno di Tebe.

Questi esercita il potere, senza legittimazione formale o controlli istituzionali,sulla base del FAVORE DEL POPOLO,

che lo sostiene per aver difeso la città da un assalto. PoliniceCreonte decreta che il corpo del traditore non abbia sepoltura. La pronuncia del tiranno ha i caratteri della legge, la sua fonte è il consenso dei cittadini, questo appare sufficiente a renderla valida ed efficace. Inoltre nelle città-stato la salvezza militare e la compattezza civile sono valori supremi rispetto a ogni tradizione precedente. A questo decreto si oppone Antigone, sorella del defunto, appellandosi a una consuetudine non scritta ma valida tra le genti greche, secondo questa il corpo dei nemici defunti va seppellito per evitare che le loro ombre vaghino senza pace, senza mai raggiungere l'Ade. Questi elementi però non smuovono Creonte dalla sua decisione, così Antigone cerca di seppellire in segreto suo fratello, viene scoperta e convocata per essere punita. Mentre nelle Eumenidi troviamo gli elementi di un autentico processo, Creonte e compresa la possibilità di restarealla fine nel dubbio, qui vediamo giudica accusando, conosce tutti fatti che gli interessano e non interroga l’accusato per controvertere con lui, ma solo per ottenere l’ammissione della colpa, sentenzia in forza del suo potere e sapere. Allora NON E’ PIU’ UN PROCESSO MA UN’INQUISIZIONE. 9. Oltre la legge dello stato Nella tragedia vediamo come la corruzione della forma si accompagna all’abbandono della ricerca della verità attraverso il logos. giudice che si allontana dalla verità La forma corrotta è funzionale a quel quando pretende di averne il monopolio. Creonte viene appunto supplicato di NON FARSI POSSESSORE DELLA VERITA’, di non pretendere che il suo ragionamento sia l’unico corretto. Il non conosce altra voce, GIUDICE diventa INQUISITORE nel momento in cui altro giudizio, altre regole che le PROPRIE CONFRONTO, per cui il con chi SUPERFLUO la pensa diversamente gli appare. L’inquisitore è convinto di potertrascurare il dio nascosto, pensa che la legge, criterio sufficiente a valutare o la sua interpretazione di essa, sia un qualsiasi situazione, è impermeabile a qualsiasi mediazione con visioni diverse.
LA VERITÀ POSSIBILE all'uomo non arriva mai nella mente di chi crede di averne già una e definitiva.
Anche Antigone sbaglia, perché non è disposta ad integrare la sua consuetudine, non ascolta le ragioni dell'avversario, viene quindi condannata a vivere rinchiusa in una grotta.
L'indovino Tiresia interviene per ottenere la revoca della condanna e Creonte lo ascolta, ma non perché si ravvede del suo errore, lo fa solo per ragioni utilitaristiche, si fida dell'indovino solo perché lo aveva consigliato su come respingere il precedente assalto.
Antigone ormai è morta, con lei il suo promesso sposo e figlio di Antigone, che ne condividerà lo stesso destino, così come sua moglie.
LA RIGIDITÀ
Questo sta a

significare che del tiranno ma anche della sua PORTERA’ ALLA CATASTROFE MORALE E FISICA, trascinando oppositrice, nella rovina anche i loro cari. CIO’ CHE RENDE FORTE LA Eraclito ci lascia inoltre il messaggio per cui CITTA’ NON E’ IL RIGORE DELLE LEGGI MA L’ESERCIZIO DEL LOGOS: LA CAPACITA’ DEI CITTADINI DI MEDIARE LE RECIPROCHE POSIZIONI ALLA RICERCA DI UN PARLARE COMUNE. Viene demolita l’idea per cui una legge sorretta da un assetto politico o ideologico, sia sufficiente a garantire la stabile tranquillità nei rapporti sociali. Questo genera l’inquietudine maggiore nell’uomo, e non si tratta dei fenomeni naturali ma dell’uomo stesso, che non accetta le forze selvagge della Natura e cerca di dominare ciò che minaccia di soverchiarlo. Nella tragedia è fonte di inquietudine la costruzione di case, città e leggi, che non riescono a garantire la stabilità. L’inquietudine può essere per il bene o

per il male, nel primo caso saprà tenere insieme le leggi umane (scritte e consuetudinarie) e la giustizia degli dei (che non ha un contenuto determinato, è quella che impone di accordare gli opposti). UN ACCORDARSI che è ACCOGLIERE, da entrambe le parti, quello che dà sempre le ha unite e ha permesso che si parlassero e capissero. Accordarsi RICONOSCERE che il Principio di ogni discorso è il suo destino ad accordarsi con altri discorsi. Questa realtà presente in ogni discorso consente l'ACCORDO. Questa realtà si può TRASCURARE, sostenendo il proprio punto di vista con convinzione, nelle tragedie greche, fino alla morte, ma non si può RIFIUTARE. I Greci ci insegnano che il PROCESSO non è vuota forma fine a se stessa ma procedura che, spazzando via normative tradizionali, infondate, limite ad ogni nuova pretesa di contraddittorie, si pone anche come imporre un comando senza discussioni (anche sotto forma di legge positiva odi sua unica interpretazione). 10. L'argomentazione. La difesa di SLA LEGGE DEVE ESSERE PROCESSATA, confrontata con una voce diversa, sottoposta al giudizio del giudice terzo. Esistono dei criteri con cui ciascuna parte può squalificare la tesi avversaria a produrre affermazioni non smentibili, quindi vere per tutti gli interlocutori nel processo. Nell'APOLOGIA DI S troviamo i CRITERI DELLA DISCUSSIONE GIUDIZIALE; L'Apologia è la difesa di S al processo intentato contro di lui ad Atene nel V secolo. "S è reo di corrompere i giovani e di non riconoscere gli dei Essa recita: che la città riconosce". S dichiara di non volersi affidare alla suggestione delle parole, né alle suppliche, intende vincere la causa dicendo la VERITÀ. Quella processuale Quale verità però? È solo quella che si è dimostrata nel processo. Uno degli accusatori è ANITO, che rappresenta il politicante, ilrelativismo dell'Atene democratica secondo cui si deve tollerare ogni opinione purché sia chiaro che non sono altro se non punti di vista soggettivi e privi di garanzie. In questa prospettiva evitare il processo a S avrebbe significato la vittoria delle sue tesi. Per A il processo deve farsi, S deve dire la sua opinione, ma se avesse sfidato la condanna pretendendo la presenza di un vero per tutti, allora lo avrebbero condannato. S rifiuta proprio questa RIDUZIONE DELLA VERITÀ AD OPINIONE, rischia la vita e confida nella sua manifestazione nel processo. La DIFESA DI S: 1) PRIMA ACCUSA: CORRUZIONE S chiede al suo accusatore una definizione di educazione buona (rispetto a cui il suo insegnamento sarebbe corruttore), o almeno di indicargli chi sono i buoni educatori. Risposta: Le leggi educano al bene, i buoni educatori sono coloro che le osservano e le fanno osservare, sono in quel tribunale, tutti tranne l'accusato. S mostra l'incongruenza di questa risposta dicendoche pretende di tenere in un'unica generalizzazione elementi con quando caratteristiche incompatibili. Per questi motivi è contraddittorio, e un'accusa si mostra contraddittoria perde ogni consistenza, perché ci vogliono conoscenze specifiche che non tutti possiedono per essere dei buoni educatori, inoltre in tribunale sono presenti molti suoi amici e filosofi non considerati corrotti. L'accusa sostiene l'esistenza della corruzione in termini vaghi che non può provare, comprende tra i buoni educatori soggetti che hanno opinioni opposte sull'operato dell'imputato. Il discorso accusatorio allora risulta dogmatico, perché pretende un sapere confuso, cui non mostra di conoscere le ragioni che lo rendono tale, e anche perché pretende di tenere in un'unica generalizzazione elementi con quando caratteristiche incompatibili. Per questi motivi è contraddittorio, e un'accusa si mostra contraddittoria perde ogni consistenza, perché ci vogliono conoscenze specifiche che non tutti possiedono per essere dei buoni educatori, inoltre in tribunale sono presenti molti suoi amici e filosofi non considerati corrotti. L'accusa sostiene l'esistenza della corruzione in termini vaghi che non può provare, comprende tra i buoni educatori soggetti che hanno opinioni opposte sull'operato dell'imputato. Il discorso accusatorio allora risulta dogmatico, perché pretende un sapere confuso, cui non mostra di conoscere le ragioni che lo rendono tale, e anche perché pretende di tenere in un'unica generalizzazione elementi con quando caratteristiche incompatibili. Per questi motivi è contraddittorio, e un'accusa si mostra contraddittoria perde ogni consistenza, perché ci vogliono conoscenze specifiche che non tutti possiedono per essere dei buoni educatori, inoltre in tribunale sono presenti molti suoi amici e filosofi non considerati corrotti. L'accusa sostiene l'esistenza della corruzione in termini vaghi che non può provare, comprende tra i buoni educatori soggetti che hanno opinioni opposte sull'operato dell'imputato. Il discorso accusatorio allora risulta dogmatico, perché pretende un sapere confuso, cui non mostra di conoscere le ragioni che lo rendono tale, e anche perché pretende di tenere in un'unica generalizzazione elementi con quando caratteristiche incompatibili. Per questi motivi è contraddittorio, e un'accusa si mostra contraddittoria perde ogni consistenza, perché ci vogliono conoscenze specifiche che non tutti possiedono per essere dei buoni educatori, inoltre in tribunale sono presenti molti suoi amici e filosofi non considerati corrotti. L'accusa sostiene l'esistenza della corruzione in termini vaghi che non può provare, comprende tra i buoni educatori soggetti che hanno opinioni opposte sull'operato dell'imputato. Il discorso accusatorio allora risulta dogmatico, perché pretende un sapere confuso, cui non mostra di conoscere le ragioni che lo rendono tale, e anche perché pretende di tenere in un'unica generalizzazione elementi con quando caratteristiche incompatibili. 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Publisher
A.A. 2020-2021
76 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CriUniTn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Sommaggio Paolo.