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IL CONCETTO DI SECOLARIZZAZIONE

nel campo della politica e del diritto le idee forti sono quelle che hanno indotto a considerare necessarie certe

istituzioni solo se assumono certi scopi e una certa forma;

trascendere: dimensione della realtà che non si manifesta integralmente nell'ambito dei fenomeni, cose che

appaiono nello spazio e nel tempo;

secolarizzazione: processo col quale si è espulso progressivamente ogni riferimento ad un mondo

trascendente;

il processo di secolarizzazione affonda le sue radici in un momento lontano della storia

occidentale: l'epoca medievale;

consideriamo in modo diacronico 3 fasi caratteristiche della cultura del secondo millennio

europeo:

1. medioevo

2. epoca moderna

3. passaggio tra la 1 e la 2

I SEMI DELLA SECOLARIZZAZIONE NELLA CULTURA MEDIEVALE

la cultura medievale vede l'apparire i temi che saranno propri del periodo della secolarizzazione;

il fatto storico che caratterizza l'esordio della civiltà medievale è la costituzione dell'impero carolingio:

il disegno politico perseguito da Carlo Magno non si limitava all'instaurazione di un potere universale efficace

grazie alle forze delle sue armi, egli cercava anche la legittimazione della dinastia imperiale del regnoe che ne

fosse riconosciuta la ua successione in maniera tale che l'impero acquistasse una stabilità necessaria nel

tempo;

la cultura dominante nel tempo era caratterizzata daiprincipi della filosofia napoleonica:

il cosmo era concepito con una struttura piramidale

formata da piani gerarchicamente disposti sui quali

giaceva ogni elemento della realtà secondo un ordine

verticale;

conforme a queste idee era la concezione secondo cui il potere imperiale potesse essere l'unico legittimo;

da Dio originavano le cose e il loro ordine, dal potere imperiale originavano il potere ordinato ed ordinante;

si sosteneva che sulla terra potesse esistere un solo potere capace di tale potenza ordinatrice, considerabile

come un rappresentante del potere di Dio, e che le altre fossero poste su piani diversi;

l'organizzazione politica veniva concepita come una struttura piramidale dove al vertice veniva prolungato oltre

la terra deputata a mantenere l'ordine tra gli uomini;

la conoscienza sensata di ogni realtà non si produce con una descrizione controllabile del proprio oggetto o con

l'investigazione delle sue cause, ma con il riconoscimento del posto che gli è stato assegnato nel cosmo;

all'uomo restava la possibilità di rappresentare tutte le cose ovunque apparissero senza ricorrere a

dimostrazioni metafisiche;

così l'uomo potè ordinare l'intero scibile adottando criteri cronologici e topologici;

la scienza assumeva una caratteristica classificatoria: con rigore colloca gli oggetti nel cosmo;

l'idea dell'ordine gerarchico emerge quello che riguarda il diritto nella sua visione filosofica;

nel rapporto tra lex aeterna, lex naturalis e lex humana offrono la concezione tomista: dove l'ultima è

subordinata alla precedente e questa alla prima;

lex aeterna: costituice la norma sovrana che regola l'ordine del cosmo;

l'uomo non è in grado di conoscere la presenza, ma è in grado di apprenderla in parte essendo

partecipe della razionalità divina;

lex naturalis: costituisce ciò che luomo razionalmnente conosce della legge divina,

quando è determinata in modo autentico si mostra capace di mantenere la convivenza tra gli

uomini nei canoni che Dio a predisposto;

lex humana: governa l'esperienza umana prodotta dall'autorità legittime e valida in quanto mantenga un

rapporto di subordinazione alla legge naturale;

in un contesto pre-scolastico la legge è definita com ordinatio e non come iussum (=comando);

termine latino ambiguo; significa ordine; può indicare un atto di

imperio quanto il frutto di un'attività che dispone cose diverse

secondo un certo criterio;

nell'idea medievale di legge convivono dunque il significato di comando emesso da un'autorità quanto

quello di collocazione di diverse cose nel posto che loro spetta;

fundamento comune è la convinzione che ogni realtà trae oridine da un Dio ordinatore, e l'uomo

creato a sua imagine e somiglianza ha il compito di tradurre il piano divino sul mondo.

ORDINE E VERITà

c'è un presupposto fondamentale nell'intera concezione del sapere propria dell'uomo medievale:

l'ordine è garanzia di verità;

il sapere vero è quello ordinato cioè quello cui ogni idea è subordinata ad un assunto fondamentale in

modo che nessun concetto abbia un significato contraddittorio con quello degli altri;

il sapere vero, ordinato è quello che presenta ogni forma di realtà come a sua volta ordinata, dove

ogni elemento ha una sua funzione propria in virtù di un agente primario che assegna una collocazione

ad ogni cosa;

questa prospettiva emerge dalla teologia razionalista medievale che tende a trascurare questioni

filosofiche nello studio delle fonti, del contesto e del linguaggio dei testi sacri;

l'opportunità o meno di ogni criterio ordinante dipede dallo scopo che con il medesimo si voglia

raggiungere;

questi problemi legati al sapere e all'ordine universale vengono occultati dalla mentalità medievale:

con questa la necessità del sapere ordinato viene sospesa dal presupposto dell'esistenza di un dio

ordinatore che rende falso ogni sapere distante dal suo volere;

non stupisce che nel contesto medievale il sapere matematico aquisisca maggiore importanza e

valore, esso è il sapere ordinato per eccellenza, si avvale di assiomi; si sviluppa mediante una serie di

derivaioni, avvalendosi di un linguaggio formalizzato che fissa una serie di significati univoci e coerenti

tra loro;

IL PRIMATO DEL SOGGETTO NELLA MODERNITà

nel campo degli studi storici si suole caratterizzare l'epoca moderna come il luogo dove sono apparsi

una serie di fenomeni, sviluppi di idee che segnano un netto distacco dalla cultura medievale;

mutamenti avvenuti tra il XV-XVI sec. con la frantumazione del papato e dell'impero che aspiravano ad

unificare in se stessi il mondo intero;

da queste rotture nascerà l'idea di stato moderno;

costituzione non universale, non richiama immediatamente

l'autorità divina come propria fonte di legittimazione, pretende di

avere una giustificazione razionale autonoma rispetto ad ogni

presenza trascendente;

adesso ritroviamo un progressivo abbandono del riferimento a Dio, perchè ritenuta una figura non necessaria

a determinare la conoscenza temporale del mondo moderno;

possiamo trovare alcuni importanti motivi di continuità tra la visione moderna e la precedente elaborazione

teorica:

-> si pensi alla concezione

tomistica della legge naturale: se è vero che l'uomo per natura può conoscere una parte della legge

divina, quella che gli consente di realizzare la giustizia nel mondo, allora egli

ha la capacità di determinare con le proprie forze i principi di un diritto

sicuramente giusto e valido per il mondo dell'esperienza;

Dio ha infuso nell'uomo la capacità di conoscere il diritto naturale come

legge fondamentale che la ragione esige siano rispettate in ogni punto

dell'esperienaza;

l'uomo ateo che negasse la causa del proprio sapere possiederebbe le stesse

capacità del credente e potrebbe arrivare comunque ad esiti razionalmente

fondati;

Grozio: i principi del diritto naturale sono conoscibili da tutti e universalmente validi;

la negazione dell'esistenza di Dio costituisce un scelus summum;

se per la ragione umana Dio non è più una presenza necessaria a fondare la conoscenza, allora l'idea di

Dio viene ricollegata da una opzione soggettiva, non essendo più considerabile come un assoluto;

la figura di Dio perde ogni consistenza concettuale e viene negata;

-> cambia la giustificazione

teorica dell'autorità politica: lo stato moderno non ritiene di trarre la propria legittimazione dalla

volontà divina ma dal contratto sociale;

questo contratto viene prodotto esclusivamente dall'uomo;

ammettendo o meno l'idea di Dio l'uomo ha un'autonomo accesso ad una porzione di verità per quel tanto che

gli basta ad assumere scielte per il proprio bene;

l'uomo non ammette la presenza di poteri superiori originariamente a lui ed autorizzati ad interferire nella sua

vita;

egli ha bisogno di un potere organizzatore della vita sociale individualista e razionalista che eviti conflitti sociali;

si immagina che l'uomo si metta d'accordo con gli altri suoi simili per formare un potere sovraordinato alle

autonomie soggettive;

tale potere costituito non avrebbe un'origine estranea alle libertà individuali, ne la lmiterebbe, ma risulterebbe

voluta direttamente dall'uomo stesso per la sua utilità;

lo stato moderno risulta insofferente nei confronti di qualsiasi limitazione alla propia volontà e si presenta come

laico e sovrano;

l'autore del potere politico è un uomo che si comprende come soggetto cioè come un'esistenza dotata di una

serie di facoltà che lo rendono trascendente i limiti della realtà naturale;

lo stato, una volta costituito, si pone come una realtà trascendente all'individuo alla quale l'individuo non può

sottrarsi senza perdere tutte le condizioni per rapportarsi agli altri;

le stesse capacità riconosciute a dio in virtù della sua natura soggettiva, vengono attribuite in epoca moderna

all'uomo che lo si concepisce come soggetto;

le fonti del potere, la sua natura e la sua forma mantengono le stessa struttura sia nel medioevo che nell'età

moderna;

nella modernità fonte e forma del potere subiscono una restrizione di campo: vengono concepite

come realtà particolari e molteplici, identificate nel soggetto umano una e nello stato l'altra;

IL DIRITTO NATURALE MODERNO, IL SAPERE SULLA NATURA

il concetto principe della speculazione giusfilosofica è il diritto naturale:

questo rappresenta la pretesa iniziale dell'uomo moderno di sapere conoscere e perseguire

autonomamente la verità e il bene;

l'idea di legge naturale è ben presente nel pensiero scolastico come parte della legge divina, in epoca

modernala parte diventa il tutto: un tutto pienamente accessibile alla facoltà dell'uomo;

antecedente a qualunque potestà legislatrice è presente un nucleo di norme fondato sulla ragione

indisponibile all'intervento di ogni tipo di potere;

la scala tripartita di S.Tommaso diventa formata da due sole correnti di pensiero: Dio viene sostituito

dalla natura così come è conoscibile da ogni uomo;

l'idea di diritto naturale che che matura all&

Dettagli
A.A. 2013-2014
10 pagine
6 download
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher arianna.sottile di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Sommaggio Paolo.