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LEGGE POSITIVA E ARGOMENTAZIONI PROCESSUALI: NUOVI CAMPI DI RIFLESSIONE
il pensiero greco mostra la nascita del diritto:
(nascita coem comparire alla luce da un luogo segreto dove la vita futura rappresenta già il presente)
problemi della nascita:
(3 mosse del pensiero greco)
1°mossa: la struttura originaria del diritto è quella della validità della legge
positiva;
le nuove leggi hanno un contenuto preciso ed una forma scritta;
derivano da una fonte unica e certa per tutti i cittadini;
il processo nelle sue articolazioni è disciplinato per legge;
se la legge positiva è l'unica valida, il processo non serve a confrontare
norme di condotta diverse ma solo ad accertare se colui che è sottoposto
a giudizio ha violato o meno quella legge;
la grande maggioranza degli odierni ordinamenti giuridici nazionali europei sono formati per lo più da leggi
certe o positive, sono emanate da un potere identificabile nell'esperienza ed autorevoli, sono promulgae
secondo procedure e poste da un deterinato soggetto in un determinato tempo e luogo;
nella mentalità moderna la certezza della legge positiva è sufficiente a garantire la validità esclusiva delle
fattispecie previste (certezza vista come un valore irrinunciabile);
la fonte del diritto è la legge;
l'unico sapere autentico è quello che si forma partendo da premesse chiare e convenienti;
nelle corti i giudici sono costretti a ricorrere a criteri, norme e regole estralegali senza dichiararne il
fondamento e la provenienza per produrre sentenze, così si mina in modo grave il valore della certezza;
i padri greci mentre coglievano magistralmente il carattere originario del
processo compresero anche la novità rappresentata dalla nascita della
legge positiva, si domandarono quale ruolo dovesse assumere nella vita
sociale: questa doveva essere caratterizzatat da mobilità nutrendosi del
logos che unisce e sovrasta ogni cosa;
2°mossa: i problema dell'argomentazione:
le parti cercano di ottenere ragione nel dibattito processuale usando
esclusivamente la forza delle loro argomentazioni;
si invoca spesso in molte tragedie Pithò (dea della persuasione)
è un fatto, consiste nell'adesione dell'ascoltatore alle tesi di chi gli parla;
bisogna capire quali discorsi siano capaci di produrre tale fatto: capire in
cosa consiste la persuasione;
per persuadere qualcuno:
si può fare leva sulla sua mentalità e cercare di fargli capire che
una tale tesi è la più conforme ai suoi interessi e valori;
si possono classificare i vari tipi di argomenti e constatare
empiricamente quali ottengono il più diffuso successo
3°mossa: criterio con il quale il ragionamento è logicamente persuasivo;
verrà esposto da Socrate nel corso di un suo processo.
LA LEGGE DELLA CITTà-STATO. ANTIGONE
nelle città-stato la legge appare un fenomeno con caratteristiche nuove, considerata come pronuncia dell'unica
legittimata autorità voluta dai consociati;
è efficacie e talmente chiara da poter essere scritta;
chi la viola subisce una sanzione attuata da un potere istituito dalla città;
nel 422 a.C Sofocle compone Antigone: (tragedia che parla della legge narrando una vicenda del passato: il
dissidio tra Creonte e Antigone):
Creonte è il tiranno di Tebe ed esercita il suo potere privo di
legittimazione formale e di controlli istituzionali, è assistito dal favore
del popolo ceh en ha apprezzato la difesa della città da un precedente
assalto;
Creonte decreta che il corpo di Polinice non abbia sepoltura e non
meriti nemmeno l'estemo atto di pietà perchè morto da traditore
combattendo contro la sua città;
la pronuncia di Creonte ha i caratteri di una legge;
al decreto di Creonte si oppone Antigone, sorella di Polinice, vanta un
diritto panellenico (non scritto ma vigente) ch eimponeva che il corpo
dei nemici caduti in battaglia dovesse essere sepolto altrimenti
avrebbe continuato a vagare senza pace mai raggiungendo il regno
dell'Ade;
Creonte rifiuta il diritto panellenico vantato da Antigone;
Antigone tenta maldestramente di seppellire comunque il fratello,
viene piata e denunciata da una guardia ;
Creonte la convoca davanti a se per punirla ma prima decide di
rispettare un rituale che ricorda vagamente il processo;
gli elementi che differenziano gliesto tipo di processo e quello
dell'opera Le Euemenidi è:
qui il giudice non è super partes ma è proprio lui che accusa e
già conosce i fatti che gli interessano;
interroga l'accusato per ottenere l'ammissione della colpa di
cui è colpevole;
non mostra perplessità circa la sufficienza del suo potere e
sapere;
quello di Creonte è un rito, e ricordano la figura dell'inquisizione e
non il processo.
OLTRE LA LEGGE DELLO STATO
la forma corrotta è funzionale ad un giudic che si allontana dalla verità nel momento in cui pretende di averne
il monopolio;
il giudice diventa inquisitore quando non conosce altra voce e altre regole che le proprie perchè il confronto
con gli opposto gli appare superfluo;
proprio come accadde per Creonte che venne supplicato dal figlio Emone (promesso sposo di Antigone) di non
cercare la verità solo nelle sue ragioni;
ciò che fa del rito un atto di inquisizione non è il suo svolgimento scenico ma la convinzione che ha il giudice di
pensare che la legge costituisca un criterio sufficiente per valutare qualsiasi situazione;
anche Antigobe sbaglia nel valutare la legge come del tutto autosufficiente, non è predisposta a considerare un
orizzonte assiologico più ampio, non ascolta le ragioni del duo avversario;
Antigone viene condannata ad essere rinchiusa viva in una grotta;
l'indovino Tiresia interviene per far revocare la sentenza a Creonte, il tiranno si fa persuadere: ma non agisce
perchè riconosce il suo errore ma perchè si fida di Tiresia che in passato lo aveva aiutato a sventare l'attacco
alla città;
Antigone è ormai morta e con lei anche Emone, poi moriranno anche creonte e sua moglie;
la rigidità del tiranno e della sua oppositrice porteranno alla rovina loro stessi e i loro cari;
Eraclito: ciò che rende forte la città non è il rigore della legge ma il dominio del logos: ciè la capacità dei
cittadini di mediare le loro istanze per far valere un parlare comune;
............................
L'ARGOMENTAZIONE. LA DIFESA DI SOCRATE
il pensiero graco completa la sua lezione sulla natura del diritto dandoci i principi della discussione giudiziale
dedotti dall'Apologia di Socrate:
nell'opera si parla della difesa che Socrate ebbe a sostenere nel processo intentato contro di lui nell'atene del V
sec;
socrate nelle sue argomentazioni dichiara di non volersi ornare di parole apprezzabili o compiere dei gesti
diretti ad ottenere pietà, ma vuole soltanto vincere la causa dicendo la verità;
Anito, che si troverà a far parte del colleggio giudicante della causa contro Socrate, suggerì di non portare in
tribunale la causa del filosofo perchè nel caso in qui fosse stato condannato sarebbe dovuto morire;
evitare il processo di Socrate avrebbe voluto dire dare vittoria alle tesi di Socrate stesso;
è proprio il riduzionismo della verità ad opinione che viene rifiutata da Socrate;
accusa di corruzione: il filosofo si difende defineddo buona educazione e si definisce buon educatore (figura
opposta al corruttore) e sostiene che coloro i quali sottostanno alle leggi danno il buon
esempio e possono essere considerati buoni educatori, inoltre sottolinea la presenza in
aula di suoi allievi e studenti che vengono ritenuti dalla comunità come perone educate
avvalendo ancora di più così la sua tesi di buon educatore;
Socrate mette in luce due punti: l'accusa sostiene l'esistenza di una realtà (la
corruzione) in termini talmente vaghi che non può
provarne l'esistenza;
l'accusa adopera una categoria (i buoni educatori)
che comprende soggetti che hanno opinioni diverse
tra loro opposte sull'operato dell'imputato;
il discorso accusatorio risulta:
a. dogmatico: mentre pretende un sapere in realtà non è
realemnte al corrente dei fatti e pretende di sapere perchè si tratta di un
determinato sapere
b. confuso: pretende di catalogare insieme eventi con caratteristiche diverse
(elementi fondamentali che contraddistinguno un discorso contradittorio)
nel momento in cui l'accusa fa perdere consistenza al proprio discorso, l'ha persa anche
ne processo e mostra la loro verità priva di ragione;
SOCRATE E LE CONFUTAZIONI DIALETTICHE
il filosofo nel suo discorso si rifà a 2 affermazioni teoriche pienamente sostenibili:
1. la volontà della maggioranza non è sufficiente a fondare leggi;
Socrate sosteneva che quando qualcuno impone ad altri le sue ragioni compie un atto di violenza;
.......................
CONFUTAZIONE E VERITà
il ragionamento dialetico di norma è opposto a quello analitico;
-> il tipo di discorso analitico è quello che si usa nelle scienze geometriche;
-> il tipo di discorso dialettico si utlizza come premessa per una affermazione altrui, la si scompone per
vedere se questa non sia contraddittoria, se lo risulta allora deve essere considerata falsa;
la verità universale può essere intesa da tutti come realtà indefettibile, all'uomo non resta che continuare a
criticare, confutare, saggiare;
Socrate sostiene che qualunque fosse stato il verdetto egli avrebbe rispettato le leggi del dio proprio come
aveva fatto in passato: ovvero quella di vagare, interrogare chiunque sul loro sapere, andando alla ricerca di ciò
che era di vantaggio per tutti;
Platone: la verità universale che non può mai essere smentita è la presenza del Principio;
Socrate attesta la presenza del principio mostrando che l'opposizione alla sua difesa;
tolte le accuse, l'innocenza dell'imputato rimane l'unica tesi degna di attenzione;
Socrate mostra come la verità universale possa comparire determinata nel particolare;
quando si scontrano un numero definito di posizioni, la confutazione delle posizioni false produce come effetto
che le posizioni non confutate appaiono le più vere fino a peova contraria;
la confutazione avviene attraverso le riduzioni a contraddizione dei discorsi che si vogliono eliminare;
l'Apologia produce il principio metodologico dell'argomentazione giudiziale:
il metodo dialettico non è una tecnica che è tale se è sempre efficace;
il principio metodologico della confutazione è necessario perchè produce