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La monade è una struttura autonoma, è una originaria unità di vita soggettiva e

temporale che è partecipe di una socialità in quanto è con gli altri. Non è

autoreferenziale (si cura solo di se stessa) e percepisce gli altri. Pur separate la mondati

sono intenzionalmente aperte l’una all’altra.

Per Husserl la comunità è la prima conformazione intersoggettiva. La dinamica della

comunità è il costituirsi di una base di intendimenti e di volere comune, per

comprenderla bisogna considerare la nostra passività originaria. Per la fenomenologia,

la passività è tutto ciò che non è attività, che muove i comportamenti, impulsi. L’ego

deve riuscire a modulare questa passività. Gli atti sociali, comunicativi sono parte

integrante dell’essere comunità. Comunità e comunicazione sono in un circuito

strettissimo. Negli Inediti egli afferma che “ogni cosa del mondo è costituita

intersoggettivamente”, cioè per un verso gli altri esistono già a un livello elementare di

percezione del mondo e sono identificabili come modi differenti di guardare lo stesso

dato, per un altro verso sostiene che la comunità è la prima forma in cui l’altro si

presenta. L’altro è indispensabile all’ego per costituire sé stesso, un parametro da cui

non si può prescindere. Noi siamo soggetti uguali ma diversi radunati in una comunità

dove la mia idea del mondo è solo una fra le tante e la mia esperienza degli altri si

modifica quando comprendo che io stesso sono esperita da altri cioè l'oggetto della mia

esperienza non vale solo più per me ma anche dall'esperienza dell'altro. L’idea

husserliana di precedenza, antecedenza della comunità rappresenta uno snodo

fondamentale relativamente al tema dell’intersoggettività. L’intersoggettività è a

monte, anche se questo Husserl non è mai stato in grado di farlo diventare principio

fondativo della sua riflessione perché lui comincia sempre dal soggetto, dall’ego, dal suo

fondamento cartesiano. Anche il motivare e l’essere motivati è intersoggettivo, tutte le

motivazioni sono reciproche, cioè dopo che l’ego ha motivato l’altro questo suo atto di

motivazione ricade di nuovo sull’ego in varie forme diverse.

Si formano molte forme sociali concrete tra cui le aggregazioni che si definiscono

società, associazioni di amicizia, circoli professionali, ecc. Comprendere la socialità vuol

dire comprendere cose non dal punto di vista della loro natura empirica ma analizzare il

modo attraverso il quale gli uomini si rapportano, attivano la loro esperienza, formano

la loro consapevolezza. Infine, vuol dire capire il sistema di vincoli che uniscono e

rappresentano le regole. La socializzazione è una Vergemeinschaftung, un essere

inconfutato, si trova nell’intimo dell’uomo stesso come individuo completo. gli atti che

costituiscono la comunità sono gli atti comunicativi che si fondano

sull’immedesimazione con gli altri e implicano la comprensione dell’altro in qualità di

soggetto differente. Secondo Husserl tali atti generano unità di coscienza tra persona e

persona e collocano in esse il mondo delle cose come mondo comune del giudicare, del

volere e del valutare.

Husserl non crede alle premesse contrattualistiche e rispetto ad esse mette subito

messo in evidenza il carattere non intenzionale, la passività dell’approccio, al contrario

del contrattualismo che invece è scelta, patto. Fa suoi i contenuti innovativi introdotti

da Tönnis con il testo chiave Gemeinschaft und Gesellschaft (comunità e società), indaga

le dinamiche relative ai bisogni e alle risposte che caratterizzano la comunità e che

invece non emergono nelle società realizzate. Gli atti costitutivi della comunità per

Husserl sono atti comunicativi, einfühlung non è immedesimarsi negli altri ma mettersi

nei panni degli altri attraverso l’amore, cercare di leggere quello che gli altri tirano fuori

dal loro vissuto (gioia, paura, tristezza, ecc). La società è anzitutto un aggregato

intenzionale che si prefigge uno scopo, quindi ha un carattere teleologico, una finalità.

Husserl sostiene che esistano società di storia patria, società di lettura, società di natura

mercantile, società per azioni, a responsabilità limitata, società sportive, ecc. (al tempo

di Husserl quelle sportive non esistevano). In comune tutte queste società hanno un

gruppo familiare, aggregazione che si è sempre occupato di queste cose avendo uno

scopo. Anche una società che si costituisce in nazione e si dà lo scopo istituzionale di

formare uno stato è considerata tale, per esempio durante il risorgimento Mazzini fondò

La Giovine Italia, una società segreta. Quindi la comunità è altro dalla società e

quest’ultima nasce come associazione di scopo, è finalizzata ad ottenere risultati. Anche

lo stato è una società finalizzata, in cui i membri mantengono le proprie specificità,

lingua, tradizioni, norme. Quindi vi sono 2 visioni e modi di intendere la costituzione

dello stato: uno è il modello contrattualista, che vede alla base della costituzione dello

stato un patto o contratto che Hobbes definisce fictio rationalis e a cui si rifanno anche

Locke, Rousseau, Kant, ecc. Con la fenomenologia sorge invece l’idea che allo stato si

arriva per aggregazioni di comunità. La costituzione di uno stato, tuttavia, ha bisogno di

fattori di unità come per esempio la lingua considerata il veicolo della comunicazione

generalizzata, il costume, le norme consuetudinarie e la religione. Il fattore unificante

per eccellenza è la costituzione, la carta fondativa dello stato.

Il concetto della personalità di ordine superiore che è lo stato, viene spiegato da Husserl

sempre con l’analogia (come io conosco me stesso così conosco l’altro). Lo stato è una

personalità che cresce su un terreno comune ma anche di ordine superiore, non

interessa solo il singolo ma anche la comunità nel suo interno. La personalità di ordine

superiore ha bisogno di una comunicazione efficace, valori comuni, condivisione

empatica. Con lo Stato siamo di fronte a un livello superiore di associazione al cui interno

scopo individuale e scopo dell’altro convergono. Per Husserl lo Stato e la Chiesa sono

forme analoghe: il primo è un ordinamento giuridico che regola i rapporti fra uomo e

uomo, la seconda regola il rapporto degli uomini con Dio e i suoi rappresentanti. Quando

il soggetto portatore del potere della Chiesa coincide con quello della Stato le 2

istituzioni convergono. La comunità è tenuta insieme da norme, valide perché avvertite,

sentite e riconosciute come tali. La comunità di valore per Husserl si realizza lungo un

processo di trasformazione e non come qualcosa di ideale da realizzare.

Non tutti gli atti comunicativi sono atti sociali, non sempre hanno una finalità o obiettivo

sociale. La comunicazione intenzionale si ha nel momento in cui io mi metto nella

condizione di comunicare qualcosa all’altro e lo faccio in modo che lui sappia che io

voglio che lui sappia la cosa, tutto quelle che nello specifico passa dalla mia volontà e

dal mio desiderio istintivo di determinare l’altro. Nel rapporto servo-padrone c’è la

consapevolezza di poter dare ordini, uno sa che può costringere la volontà altrui e d’altra

parte il soggetto a cui è rivolto l’ordine ha la consapevolezza che il suo ruolo è quello di

soddisfare l’ordine; questo è il primo livello della comunicazione chiamata

comunicazione autoritaria. Un ulteriore livello dice che è la comunicazione di un mio

desiderio che spesso coinvolge un altro. L'accordo reciproco mutuo si ha nel momento

in cui la comunicazione culmina in un mutuo accordo ad esempio io esaudisco il tuo

desiderio se tu esaudisci il mio. Si arriva poi fino al punto in cui con l’empatia la

comunicazione diventa mettersi nei panni dell’altro. La comunicazione stabilisce un

circuito tra conoscenza, sensibilità e volontà.

Il saggio si conclude con il concetto di riconoscimento di cui si occupa Hegel, il quale

associa il concetto di riconoscimento alla situazione storica del suo tempo, caratterizzata

dalla Rivoluzione francese. Per la fenomenologia il riconoscimento ha una forte

impronta cognitiva, io riconosco l’altro dopo aver delimitato lo spazio e visto che tutto

quello che sta fuori dall’ego appartiene all’altro. Per Husserl la categoria principale del

riconoscimento è il dialogo. Nell’idea husserliana di dialogo (così come in Platone), tutte

le istanze devono emergere, tutti devono essere ascoltati e attraverso questa dialettica

dell’ascoltare le parti, si arriva a una definizione concorde. Il riconoscere richiama

l’osservazione degli altri che agiscono, che sono capaci di comunicazione. Bisogna

cogliere il riconoscimento come processo, nel corso del quale l’ego partendo da sé

individua l’altro come diverso da sé. Lo scopo del dialogo e quindi anche del

riconoscimento è raggiungere un accordo, valutare tutti con la stessa egualità.

Saggio II:

"Andrò a fare una nuotata" o "Giocheremo un set a tennis", in entrambi i casi io sono il

soggetto del pensiero ma il contenuto della frase nel primo caso è un Io singolare e

quindi è un pensiero soggettivo mentre nel secondo è un Noi plurale e quindi un

pensiero intersoggettivo. Io agisco nel mondo della vita che mi circonda sia come

particolare soggetto incorporato sia come membro di una comunità perché sono anche

parte di un soggetto Noi cioè di un gruppo. Prendendo come oggetto una palla da tennis,

io la vedo e anche l’altro. Ce la scambiamo colpendola e cominciamo una partita in cui

ognuno risponde finché uno non fa un punto. Dunque, noi due giocatori formiamo una

comunità di due persone che fanno uno Scambio ma al tempo stesso siamo anche

membri di una comunità internazionale di persone che giocano a tennis. La palla da

tennis è un oggetto sferico ma ciò che la rende da tennis è il fatto che alcune persone la

usino per giocare, giocando, inoltre, prendiamo parte alla storia del tennis. Una palla da

tennis è buona se soddisfa gli scopi del gioco. La filosofia di Husserl integra oggettività,

intersoggettività e soggettività: la palla in sé esiste oggettivamente nel mondo e nello

spazio poiché posso vederla, afferrarla e giocarci, colpendola verso l&

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A.A. 2018-2019
6 pagine
22 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Saxbrina97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Tundo Laura Anna Antonia.