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Introduzione alla teoria controfattuale della causalità
Il libro è un tentativo di esporre la teoria controfattuale di David Lewis, delineata dal confronto con la tradizione regolarista inaugurata da Hume.
Il testi si divide in tre parti:
- Esposizione teoria regolarista
- Esposizione teoria originale di Lewis e confronto con la teoria regolarista
- Analisi dei problemi classici dell’esclusione e del superamento. Soluzione proposta da Lewis, con nozione di causalità interpretata in termini di influenza.
Appendice — Gli strumenti logici
Connettivi:
- Non — negazione
- O — disgiunzione
- E — congiunzione
- Se ... allora — condizionale
- Se e solo se — bicondizionale
Per identificare il significato delle proposizioni complesse, si procede chiedendosi: a quali condizioni è vero ciascuna di queste proposizioni complesse?
- Condizioni di verità della negazione: inverte i valori di verità della proposizione semplice a cui si applica
- Caso della congiunzione — EX: piove e fa freddo: è vera solo se sono veri entrambi i congiunti “piove” e “fa freddo”, in ogni altra condizione risulta falsa.
- Tavola di verità della negazione
-A
1VF
2FV
La negazione inverte il valore di verità della proposizione a cui si applica.
- Tavola di verità della congiunzione
AB
1VVV
2VFF
3FVF
4FFF
Il valore di verità della proposizione complessa sono collocati nella colonna del connettivo.
Il valore di verità di una proposizione complessa in una certa riga è quello che corrisponde alla coppia di valori di verità delle proposizioni componenti presente nella stessa riga.
(EX: se A è V e B è V → sarà V; se A è F e B è F → sarà F; se A è F e B è V → sarà F)
La congiunzione A ∧ B è vera se e solo se sono veri entrambi i congiunti A e B
- Tavola di verità della disgiunzione “O”
AB
1VVV
2VFV
3FVV
4FFF
La disgiunzione si rappresenta con il simbolo ∨
L’espressione può valere come segno di una disgiunzione inclusiva nella quale si ammette che i due disgiunti possono essere entrambi veri (spesso di usa questa possibilità ma non è ammessa. Il simbolo e/o serve per eliminare le ambiguità delle espressioni “e/o” e viene usato per esprimere solo la disgiunzione inclusiva.
A ∨ B è falso se e solo se entrambi i disgiunti sono falsi
Proprietà dei connettivi identificabili grazie alle tavole di verità
Il valore di verità della proposizione composta dipende solo dal valore di verità delle proposizioni componenti → il valore di verità delle proposizioni componenti non è solo NECESSARIO, ma è anche SUFFICIENTE a determinare il valore di verità della proposizione complessa.
Il connettivo è VERO-FUNZIONALE = il valore di verità della proposizione complessa è funzione del valore di verità delle proposizioni componenti
Un ottimo test per verificare se un connettivo NON È VERO FUNZIONALE è constatare che a fronte della stessa coppia di valori di verità delle proposizioni componenti, la proposizione complessa che risulta dalla sua significazione può ancora essere SIA VERA CHE FALSA, a seconda di altri fattori eventualmente da identificare.
Per come usiamo normalmente questo “e” temporale – in cui il secondo dei congiunti indica un evento posteriore – entrambi i congiunti devono essere veri, come nel caso del connettivo ^.
- Escludiamo gli stessi casi che escludevamo anche prima: quindi il valore di verità della proposizione complessa dipende dai valori di verità delle proposizioni componenti. Tali valori sono NECESSARI, ma non SUFFICIENTI.
Per stabilire la verità di una proposizione complessa ci vuole qualcosa oltre al valore di verità delle proposizioni componenti: l’identificazione dell’ordine temporale degli eventi descritti.
L’analisi dei connettivi può aiutarci ad identificare delle REGOLE DI INFERENZA CORRETTE.
Dal significato stesso della congiunzione discende, per esempio, la correttezza di una regola banale come questa:
A∧B – PREMESSA
... – DUNQUE, PERTANTO, QUINDI
A – CONCLUSIONE
Dal significato della disgiunzione e della negazione, segue il SILLOGISMO DISGIUNTIVO:
A∨B -------------- o VADO A TORONTO O VADO A LONDRA
¬B --------------- NON VADO A LONDRA
... -------------
A --------------- DUNQUE VADO A TORONTO
Quando un’inferenza è corretta?
Quando è impossibile che le premesse siano vere e la conclusione sia falsa.
Detto altrimenti, posto che le premesse siano vere, allora la conclusione è necessariamente vera.
Quando l’inferenza è corretta allora la conclusione si dice essere una conseguenza logica delle premesse.
In generale, una proposizione è una conseguenza logica di altre proposizioni se è impossibile che queste altre proposizioni siano vere e la proposizione in questione sia invece falsa.
“Sono andato a Napoli da Milano in aereo” non è una conseguenza logica di “il viaggio è durato 55 minuti”.
È vero che oggi non vi è altro modo di arrivare a Milano in quel tempo, ma questa alternativa non è affatto esclusa dalle premesse.
Per avere un’inferenza corretta devo aggiungere come premessa “solo in aereo si può arrivare a Napoli in 55 minuti”. Questa proposizione potrebbe diventare falsa fra qualche anno, ma se è vera oggi e si viene congiunta alla proposizione “sono arrivato a Napoli in 55 minuti” allora “sono andato a Napoli in aereo” è impossibile che sia falsa ed è quindi una conseguenza logica di queste premesse.
Un ragionamento che assumesse le prime come premesse e l’ultima come conclusione sarebbe ora corretto. Senza l’aggiunta sarebbe stato scorretto.
Un ragionamento deduttivo è per definizione corretto.
Teoria Regolarista Humeana
Versione standard
- C è causa di E se e solo se
- C precede E nel tempo
- Tutti gli eventi simili a E sono regolarmente abbinati a fenomeni simili a C
- C ed E sono contigui nello spazio
Dal punto 2 è messa in questione perché, ad esempio, si interpreta la regolarità in termini di causalità:
- Ora: la possibilità della successione non è segno della presenza di un nesso causale stesso -> E il nesso causale stesso
Il nesso causale è espresso da qui:
- Condizionale materiale nel quale l'antecedente (A) è una proposizione che esprime l’esistenza di un evento di tipo C e il conseguente (C) è una proposizione che esprime l'esistenza di un evento in tipo E
- A e E segue C nel caso presente
- In ogni caso in cui hanno luogo eventi di tipo e-c
Inconvenienti -> difficoltà nell'alterare casi simili ai causati
Il regolarista presuppone sempre una proposizione universale nel trovare una successione causale sempre?
Inferenza induttiva
Consiste? La conclusione è una conseguenza logica?
- Hume dice di no
Dato C = lista proposizioni che definiscono il campo
X = " " che esprimono le altre condizioni congiunte ad A
La variante di Mackie della teoria regolarista dovrebbe includere una condizione come:
(C ∧ X) ⇒ (A ⇒ P)
- Nei casi che stanno al di fuori dei confini del campo o le eventuali altre congiunture senza che A sia condizione necessaria e sufficiente di P
Prima definizione Mackie:
- Si suppone una lista dove oltre al complesso di complessi che sono congiuntura sufficiente e alternativa dell’evento P
Campo causale risolve il problema
Associazione e determina l’indagine causale stessa - CONTESTO
La lista delle alternative deve essere idealmente completa, ma non di fatto
A seconda degli scellium dell’indagine, uno stesso fenomeno può essere una possibile congiuntura a fruire di A o da parte di X
In volta in volta può però essere solo una di queste cose
Gli asserti causali sono elitici
A è quindi una condizione data qualche X e qualche Y (se è caso) la cui natura possiamo in tutto o in parte ignorare