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Qui distinguiamo:

- POSIZIONE LINGUA

anteriore = davanti [i, e]

centrale = al centro [a]

posteriore = dietro [o, u]

- ALTEZZA LINGUA

alta = [i,u] (bocca chiusa)

media = [e,o] (bocca semichiusa)

bassa = [a] (bocca aperta)

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Mentre la fonetica si occupa dello studio dei suoni da un punto di vista universale, la fonologia lo fa da un punto di vista particolare. I suoni infatti che vengono

pronunciati dai parlanti non sono tutti uguali, ma sono diversi (es. Se parla un bambino, un ubriaco ecc...). La fonologia si definisce come la descrizione del sistema di

suoni di una lingua e della sua organizzazione. Alla base della fonologia sta il fonema, definito come quel suono che in una lingua è distintivo di significato. Per

convenzione indichiamo il fonema con una barra obliqua ( /t/ ). Il fonema è un' unità astratta. Il fono invece rappresenta le diverse versioni di quel fonema regolarmente

pronunciate nel parlato. Quando un insieme di foni derivano da uno stesso fonema vengono definiti allofoni. Es. /t/ = fonema ; [t] = fono ; [t] [-th (inglese) ] = allofoni.

Le distinzioni tra le parole di una lingua possono essere individuate attraverso differenze fonemiche. Quando parole come "pollo" e "bollo" sono identiche nella forma

tranne che per un unico fonema esse formano una coppia minima. Nel caso di più parole si parla di una serie minima.

Definiamo la sillaba come un'unità prosodica costituita da 2 o più foni agglomerati intorno ad un picco di intensità. Una sillaba è costituita da una testa e una rima

(quest'ultima comprende il nucleo, la vocale al centro più delle consonanti se ci sono, dette coda). Le sillabe si dicono aperte quando non hanno una coda, sono chiuse

quando hanno una coda.

Es. "no" – sillaba aperta – n "testa"; o "nucleo"

"per" – sillaba chiusa – p "testa"; e "nucleo"; r "coda"

Esistono alcuni particolari fenomeni che possiamo trovare nella fonologia:

assimilazione = si verifica quando dei segmenti fonici si trovano in sequenza e vengono assorbiti (es. " I can go" = [ajkaen.go])

– elisione = si verifica quando dei segmenti fonici scompaiono o vengono omessi (es. "you and me" = [juenmi] ! In questo caso scompare il segmento fonico

– "d"

Questi 2 fenomeni sono alla base del parlato naturale delle persone.

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Nelle lingue esistono dei particolari processi che portano alla formazione di nuove parole e a individuare nuove caratteristiche delle parole (es. Il signor Splangler che

crea l'aspirapolvere chiamato "Hoover" dal nome del finanziatore). Una parola come questa, nuova in una lingua, è detta neologismo. Troviamo inoltre:

etimologia = è lo studio dell'origine e della storia di una parola

– coniazione = è l'invenzione di una parola totalmente nuova (aspirina)

– prestito = è l'adozione di parole di un'altra lingua (hotel, computer)

– calco = è un particolare prestito che consiste nella traduzione diretta degli elementi che compongono una parola (grattacielo = skycraper)

– composizione = quando 2 parole separate sono congiunte in un unica forma (libreria = bookcase da libro "book" e case "cassa")

– incrocio = è una particolare composizione che si forma quando si prende l'inizio di una parola e lo si unisce alla parte finale di un'altra parola (gasohol da

– "gasoline" e "alcohol")

abbreviazione = quando si riduce una parola in un termine ridotto (facsimile = fax)

– retroformazione = consiste nel cambiare una parola di un certo tipo in una di un altro tipo (es television – televise = da nome a verbo), quando una parola

– inoltre cambia la funzione in una frase il processo è detto conversione

acronimi = sono nuove parole formate con una serie di lettere iniziali di altre parole (es. DVD digital versatile disc)

– derivazione = è il processo più comune di formazione delle parole nelle lingue, consiste nell'utilizzo di tanti piccoli affissi che si aggiungono alle parole (-in,

– -dis, -oso...), distinguiamo qui i prefissi (inizio) infissi (in mezzo) e i suffissi (alla fine)

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Definiamo come morfologia quella parte della linguistica che si occupa dello studio della struttura grammaticale delle parole e ne stabilisce una classificazione.

L'elemento fondamentale è il morfema, definito come "unità minima di significato". (es. La parola "riaprì" contiene 3 morfemi: -ri (di nuovo) -apr (significato) -ì

(indica il tempo passato). I morfemi si suddividono in:

liberi = quando stanno da soli (io)

– legati = quando si legano ad altre forme (-ri, -ist)

– lessicali = quando veicolano il contenuto del messaggio che intendiamo trasmettere (man)

– funzionali = quando collegano pezzi del messaggio (and, e, o)

– derivazionali = impiegati per costruire parole nuove (-ness = good+ness "bontà)

– flessivi = quando indicano certe caratteristiche di una parola (-s indica il plurale)

Un' importante differenza tra i morfemi derivazionali e flessivi è che i primi possono cambiare la categoria grammaticale della parola che si forma, mentre i secondi

non possono farlo.

Si definiscono morfi le forme impiegate nella realizzazione dei morfemi (cars 2 morfi car+s).

Si definiscono allomorfi una serie di morfi diversi ma impiegati negli stessi morfemi (es. Plurale "s")

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Sappiamo molto bene che nelle varie lingue non tutte le combinazioni di parole sono possibili. Lo studio delle combinazioni di parole, dei sintagmi e della frasi di una

lingua è definito grammatica.

Le parole le suddiviamo in diverse parti del discorso, tra le quali:

nomi = si riferiscono a persone, entità ecc... (uomo, donna, cane...)

– articoli = si usano insieme ai nomi per classificarli (il, lo, un...)

– aggettivi = forniscono informazioni sulle cose a cui si riferiscono (bello, onesto...)

– verbi = si riferiscono alle azioni fatte o subite (parlare, dormire...)

– avverbi = si usano con i verbi per fornire altre informazioni (oltre, senza...)

– preposizioni = forniscono informazioni su tempo, luogo o altro (di, a, con, della...)

– pronomi = si riferiscono di solito a persone o cose già note (io, tu, noi...)

– congiunzioni = creano connessioni (e, o...)

Oltre a queste categorie ne troviamo altre che definiamo come accordo in quanto concordano tra di loro in una parola e sono:

numero = singolare, plurale

– persona = prima, seconda, terza

– tempo = passato, presente e futuro

– genere = maschile, femminile, neutro

Si definisce "impostazione prescrittiva" quella serie di regole che ci dicono quali termini grammaticali è giusto adottare per l'uso corretto di una grammatica della

lingua. Per analizzare invece la struttura di frasi e sintagmi troviamo delle particolari analisi, come quella strutturale, che consiste nel lasciare degli spazi vuoti nelle

frasi di una lingua per vedere cosa ci sta in quello spazio; oppure come quella in costituenti immediati, con cui vediamo come dei piccoli costituenti in una frase ne

formino altre maggiori (es. Suo padre portò la pistola "portò la" "padre portò").

Definiamo sintagma un'unità strutturale di una frase o di un enunciato. Per convenzione indichiamo i sintagmi con delle parentesi quadre.

Es.

Il cane = [SN] (articolo+nome)

seguì il ragazzo = [SV] = seguì (verbo); il ragazzo [SN] (articolo+nome)

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Definiamo come sintassi di una lingua lo studio della struttura di una frase e dei suoi componenti. Chomsky afferma che la struttura essenziale del linguaggio può

essere espressa attraverso un insieme (finito o infinito) di frasi. La serie di questi risultati è genere dall'applicazione delle regole linguistiche, ciò si dice grammatica

generativa. Analizzando le frasi troviamo:

struttura superficiale = riguarda la forma sintattica della frase (attiva o passiva)

– struttura profonda = livello astratto che riguarda dei componenti di base comuni alle frasi (sintagmi)

– ambiguità strutturale = riguarda alcune particolari frasi in cui si forma un ambiguità nella sua struttura (es. Anna picchiò un uomo con un ombrello)

– ricorsività = riguarda la ripetitività infinita delle regole nelle diverse strutture delle frasi e dei sintagmi (es un sintagma nominale si forma sempre con

– articolo + nome)

simboli = sono F (frase), N (nome), V (verbo), SN (sintagna nominale), art. (articolo), ecc...

– diagrammi ad albero = diagrammi che servono per mostrare la suddivisione della frasi in sintagmi, tra essi possiamo trovare sintagmi nominali, verbali ,

– aggettivali, preposizionali, complementari (con la preposizione "che")

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La semantica è lo studio del significato delle parole, dei sintagmi e delle frasi. Distinguiamo 2 principali tipi di significato:

concettuale = comprende il concetto fondamentale veicolato dalla parola

– associativo = comprende l'associazione di una parola rispetto ad un'altra (malattia, dolore)

Il significato ci aiuta ad orientarci in alcune situazione di ambiguità, come ad esempio nella frase "il panino mangiò il ragazzo", corretta da un punto di vista sintattico

ma strana da quello semantico. Per descrivere i significati delle parole possiamo servirci dei tratti semantici, che ci permettono di capire le differenze: (es. "tavolo"

-animato -umano "cavallo" +animato +umano). Il segno – indica "non"; il segno + indica "è"). Più raramente utilizziamo invece i ruoli semantici con cui individuiamo i

significati delle parole in base agli elementi coinvolti nell'azione (SN, SV). In quest'ultimo caso l'entità che esegue l'azione è detta agente; mentre l'entità coinvolta

nell'azione è detta tema. Se poi un agente impiega un'altra entità per eseguire un azione, quest'altra entità viene detta strumento. Quando poi un SN designa un'entità

come persona che prova un sentimento, questa entità viene detta espediente.

(es. "Il ragazzo colpì la palla con un bastone" – il ragazzo = AGENTE; la palla = TEMA un bastone = STRUMENTO)

(es. "Il ragazzo provò paura" – il ragazzo = ESPEDIENTE (con verbi come provare, sentire...)

Vi sono anche ruoli semantici legati al luogo di un'entità. Troviamo infatti:

locativo = dove si trova l'entità (in città, in campagna...)

– fonte = da dove si muove un entità (da Catania)

– meta = dove sta andando la meta (a Torino)

Quando 2 o più parole hanno delle relazioni tra di loro, queste sono dette relazioni lessicali. Troviamo:

sinonimia = q

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Publisher
A.A. 2013-2014
6 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ahmed89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Mazzone Marco.