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Concetto di "idea” per i filosofi di età moderna (110.)
La definizione di idea in Locke è perfettamente conforme a quella cartesiana per cui si intende per idea qualsiasi cosa che sia
oggetto dell’intelletto quando l’uomo pensa. A differenza di Locke che esclude qualsiasi innatismo: la mente è una tabula rasa,
Cartesio ammette a fianco delle idee ricavate dai sensi, dall’immaginazione o dalle operazioni spontanee della mente, le idee innate
quali quelle di Dio, dell’io e di certi assiomi matematici. Locke non si sofferma a chiarire quale sia la natura della cosa che pensa
ma a comprendere quale ne sia l’attività. Dall’analisi dei processi mentali, intesa come lo studio del modo di combinazione ed
aggregazione delle idee si apre la strada ad una scienza della mente che tenti di spiegare le funzioni implicate nell’attività psichica
umana, in termini altrettanto naturalistici di quelli impiegati in ogni settore dell’indagine scientifica.
Per “intelligenza della methodus” si intende l’andare oltre i singoli fenomeni al fine di cogliere i processi che sottendono ai
fenomeni stessi. Si tratta di un’attività che va a trattare la dimensione filosofica delle scienze, senza la quale (come dirà Einstein)
la scienza sarebbe “primitiva ed informe”. (77.)
Il procedimento sintetico opera per induzione: partendo dai casi singoli cerca di stabilire delle leggi generali ed universali (dal
• particolare al generale). Maia nella sua tesi di laurea associa il metodo sintetico al vitalismo baconiano, contrapponendolo
all’organicismo cartesiano, il quale opera per analisi. (06.) (118.)
Il procedimento analitico opera per deduzione: è un procedimento razionale che parte da premesse generali per giungere alla
• dimostrazione di casi specifici (dal generale al particolare). Maia nella sua tesi di laurea associa il metodo analitico
all’organicismo cartesiano, contrapponendolo al vitalismo baconiano, il quale opera per sintesi. (07.) (119.)
L’opera principale di Bacone è “il nuovo organo”, un’opera epistemologica, nel quale concepiva la scienza come tecnica capace di
dare all’uomo il dominio del mondo naturale.
Cartesio e Spinoza
Cartesio suddivide la realtà del mondo in res cogitans e res extensa. Con res cogitans si intende la realtà psichica a cui Cartesio
attribuisce le seguenti qualità: inestensione, libertà e consapevolezza. Con res extensa rappresenta la realtà fisica che è estesa
limitata e inconsapevole. La mente è pensante nell’uomo. L’io pensa nel mondo
In filosofia il termine sostanza (dal latino substantia) si traduce con ciò che sta sotto, ciò che è nascosto all’interno della cosa
sensibile come suo fondamento ontologico
Per Cartesio la ragione è l’unica fonte ed autorità certa del sapere: è una caratteristica specificamente umana ed è uguale in tutti
gli uomini, in quanto data da Dio. Si tratta di un punto di vista fortemente razionalista, che esclude totalmente l’esperienza quale
strumento di conoscenza. Intelletto e ragione coincidono in Cartesio, egli nega ogni possibilità di distinzione tra i due. (126.)
Cartesio scrisse “l’uomo macchina “
Nel “Discorso sul metodo” Cartesio enuncia le quattro regole del metodo, tutte riconducibili alla ragione: evidenza, analisi, sintesi,
enumerazione. (05.)
Le regole del metodo cartesiano:
Evidenza accettare come vero solo ciò che si presenta alla mente chiaro e distinto.
à
• Analisi Ogni problema complesso deve essere suddiviso in sotto-problemi più semplici, da considerarsi separatamente, la
à
• cui soluzione sia evidente in modo immediato.
Ordinare i propri pensieri dal più semplice al più complesso.
Sintesi à
• Enumerazione e Revisione è necessario controllare che l’analisi e la sintesi siano state condotte corrottamente.
à
•
Il punto debole della metafisica cartesiana può essere individuato nel “circolo vizioso” in cui incorre la sua dimostrazione
dell’esitenza di Dio. “Noi siamo sicuri che le cose che concepiamo chiaramente e distintamente sono vere, se non perchè Dio è o
esiste. Tale replica non convinse del tutto i critici, risultando una sorta di escamotage di una dimostrazione che risulta aprioristica
nonostante il rifiuto Cartesiano dell’apriorismo dogmatico. (78.)
La gnoseologia con Cartesio diviene il “fine” stesso della filosofia, a cui l’essere risulta ora sottomesso. Ha valore solo ciò che è
oggettivabile e razionalizzabile in forma chiara ed evidente a partire dall’analisi introspettiva della ragione. (122.)
Cartesio e cartesiani sono complementari. 3
Spinoza è un filosofo del Seicento noto per il suo rigoroso razionalismo, tanto da essere definito un estremista cartesiano. Egli
parte dall’impianto gnoseologico di Cartesio e lo fa virare verso un razionalismo ancora più radicale. (127.)
Egli applica la rigorosità razionalista anche alla dimensione politica con l’opera “Ethica more geometrico demonstrata”, ambizioso
tentativo di fondare un’etica universale, su basi scientifiche. L’importanza di tale opera risiede nel suo essere un coraggioso
tentativo di applicare il metodo scientifico a tematiche etiche, politiche e filosofiche: un tentativo di estendere il metodo
scientifico a tutto il sapere. (109.)
Ad accomunare il pensiero di Cartesio e Spinoza è la rigorosa impronta razionalista. Il razionalismo di Spinoza parte dall’impianto
gnoseologico cartesiano spingendosi però più all’estremo, arrivando ad affermare che anche l’etica può essere dimostrata
geometricamente, nell’opera “Ethica more geometrico demonstrata”. (116.)
John Locke
Il centro della nuova vita intellettuale oxoniense era nelle ricerche scientifiche condotte, in parte, da uomini dell’università e, in
parte, da uomini non legati all’università. Proprio dagli ambienti scientifici oxoniensi Locke dovette ricevere il primo stimolo
intellettuale. Quando Locke arriva a Oxford l’animatore degli studi scientifici in questa città era senza dubbio il warden di
Wadham College, Joseph Wilkins.
Per Locke la medicina non rappresenta una scienza in contrapposizione con le altre, ma piuttosto una delle vie di accesso al sapere
scientifico e moderno, e soprattutto essa si configura in immediata connessione con la chimica.
Questa nuova prospettiva lo porto’ a reinterpretare i suoi studi universitari; la logica scolastica aristotelica non era paragonabile
al ragionamento scientifico e la fisica aristotelica era ingenua paragonata alla nuova chimica. La gnoseologia lockiana si orienta
su un’indagine empirico-scientifica del mondo, esposta nei lavori dei grandi scienziati. (81.)
La cultura filosofica moderna è apprezzata da Locke perché risponde al tipo di sapere con il quale si era ormai impegnato e sulla
base del quale intendeva costruire la propria esistenza. In questo senso Locke poteva dire di aver trovato nel cartesianesimo, per
la prima volta, un tipo di filosofia che gli permetteva di spiegare qualche cosa. Perché appunto essa faceva appello a quel sapere
attraverso il quale Locke aveva trovato accesso a un lavoro da fare.
Sostanzialmente Locke parla di una scienza che si costruisce attraverso generalizzazioni che hanno la loro base nella sensibilità,
e che si presenta come il prodotto della collaborazione tra ragione e sensi.
La maggiore opera gnoseologica Lockiana è il “saggio sull’intelletto” in cui propone di verificare l’estensione effettiva della
conoscenza umana, cioè di misurare i poteri conoscitivi dell’uomo.
Secondo Locke i gradi della conoscenza sono 6: sensazione, impressione, idea, opinione, assenso, credenza
Le idee semplici lockiane non possono essere considerate “davvero semplici” in quanto alla loro esistenza è necessario l’intervento
della dimensione soggettiva dell’individuo. Il senso infatti, appartenendo al soggetto, è già soggettivo. Le idee semplici non sono
quindi il frutto di una semplice osservazione di qualcosa di oggettivo ed indipendente dall’osservatore, ma sono il risultato di un
procedimento di elaborazione soggettiva. Dall'esperienza si producono le idee, queste possono essere:
1. Semplici, quelle, cioè, corrispondenti alle qualità dei corpi fisici quali un colore, un odore, una sensazione di piacere o di dolore;
2. Complesse, cioè quelle risultanti dall'unione di più idee semplici. Quest'operazione è realizzata dall'intelletto. (80.)
Locke non delinea una distinzione netta tra le “cose” reali e le “idee” ossia le rappresentazioni derivate dall’esperienza. Per questo
motivo Hume e Berkeley non esitarono ad abolire questa distinzione. La distinzione tra qualità oggettive e soggettive implica un
punto debole del discorso poichè se affermo che le prime provocano in me come reazioni le seconde, sono tagliato fuori da quelle
e ho a che fare solo con le qualità soggettive. Quindi una distinzione che in sé è di carattere realistico conduce in una grave
difficoltà: in effetti non potremmo neppure operare questa distinzione, perché la distinzione stessa esclude la possibilità di
rapportarci all’oggettività. Tale contraddizione viene risolta da Locke col ricorso a Dio. (79.)
Hobbes
Hobbes filosofo e matematico britannico (1588–1679), sostenitore del giusnaturalismo. Mette in discussione la res cogitans.
Secondo Hobbes, la filosofia è conoscenza razionale di connessioni causali, e perciò è lo studio dei corpi, la cui creazione e le cui
qualità si possono comprendere concettualmente. I corpi possono essere naturali (tra questi è compreso anche l'uomo), o
artificiali (lo stato). Compito del filosofo è analizzare gli accadimenti complessi sulla base dei loro elementi, per risalire ai princìpi
universali. Il primo principio che contribuisce a chiarire le connessioni esistenti in natura è il movimento. Tutti i processi sono
spiegabili in senso meccanicistico. Scrisse il de corpore, opera di fisica (108.)
Hume
Si parla di scetticismo hummiano in virtù del suo atteggiamento critico, nonché della presa di coscienza, gnoseologica, del
• relativismo fenomenico.
La relazione causa-effetto in Hume è fittizia in virtù della affermazione di generale continuità del mondo.
• La proprietà che le idee hanno di associarsi tra di loro permettere di riunire idee semplici in altre più complesse.
• 4
Con rivoluzione scientifica comunemente si intende un progresso teorico significativo compiuto da una scienza che, astraendo,
genera teorie generali in grado di