L’esserci incontra e si prende cura degli enti intramondani che si presentano in
forma di utilizzabili
Enti che sono a portata di mano
Cura:
Essere dell’esserci
Preoccupazione angosciata e attenzione nel rapporto con gli altri enti
L’esserci si comprende a partire da ciò di cui si prende cura
La cura è la costituzione ontologica originaria dell’essere dell’esserci
La cura come totalità delle strutture dell’esserci si mostra all’essere attraverso
l’angoscia
A priori esistenziale
Tre momenti costitutivi:
- esistenzialità (poter essere)
- fatticità
- deiezione
Prendersi cura
Rapporto tra mondo e enti del mondo
Primo significato di procurarsi qualcosa/temere
Può essere negativo o positivo
Non cieco
Rapporto dell’esserci con gli utilizzabili
Aver cura
Comprende aver cura del con-esserci
Misura la distanza tra me e gli altri
Autentico: aver cura senza illudere l’altro spingendolo verso il proprio esserci,
aiuto a crescere
Non autentico: aver cura e preoccuparsi al punto da togliere all’altro a
questione dell’esserci
Si acquieta solo per prendere forza e se ha finito il suo lavoro
Diventa aver cura delle possibilità mondane
La cura è la stabilità autentica del se, è possibilità autentica per l’esserci di
essere un se stabile
La cura ci dà l’autonomia del se
La cura è il rapporto tra l’esserci e la sua autenticità
La cura è una possibilità dell’esserci, quindi il senso della cura è la possibilità
dell’esserci di avere a che fare con il proprio esserci
Fenomeno
Ciò che si manifesta, che si mostra, viene alla luce
Ha due modalità di mostrazione
(Critica a Kant che confonde il fenomeno)
Shein (parvenza)
Un ente che si manifesta nel modo in cui esso stesso non è (positivo o negativo)
Fenomeno che sembra soltanto, del non
Prima radice dello shein è il linguaggio perché manifesta e nasconde
Erscheinung (apparenza)
L’ente si manifesta nel modo del non attraverso qualcosa, attraverso un
prodotto cioè una manifestazione
Il non manifesto è non mai manifestabile per essenza
Il prodotto è diverso dal fenomeno stesso
Situazione emotiva
Cooriginaria apertura dell’esserci al mondo
Modo in cui l’esserci si apre ed è gettato nel mondo
Tonalità emotiva dell’esserci, umore, nel quale esso è sempre
Condizione ontologica di possibilità dell’esserci
In questa tonalità emotiva l’esserci è aperto al con esserci, è sempre trovato
La tonalità emotiva apre l’esserci sempre al distoglimento dal peso
dell’esistenza
L’esserci può padroneggiare le emozioni tramite ragione e volontà
La situazione emotiva apre l’esserci nel suo essere gettato o lo chiude
Depressione: esserci cieco per il mondo e se stesso
La situazione emotiva dell’esserci permette la sua apertura agli enti nel modo
della emozione (impaurito- ente pauroso)
La situazione emotiva nelle sue tonalità è il portare indietro a
La situazione emotiva rivela sempre un analisi esistenziale dell’esser-stato
Angoscia
Situazione emotiva fondamentale e fenomeno più originario
Ha una funzione ontologica rivelativa, rivela l’essere dell’esserci all’esserci
Stato d’animo diverso dalla paura, che non è generato da niente in particolare
(Kierkegaard)
Permette l’esserci di rapportarsi con se stesso anche in modo autentico, di
scegliersi
Il suo davanti-a-che è l’essere-nel-mondo in quanto gettato, è indeterminato non
un ente nel mondo, esso è il nulla quindi il mondo in quanto tale
Opprime la possibilità del mondo stesso rompendo la familiarità dell’esserci-con-
il-mondo
Lascia l’esserci spaesato, nella situazione del non-sentirsi-a-casa fenomeno più
originario
Apertura speciale perché isola dal mondo
Manifestazione dell’abbandono dell’esserci a se stesso
L'angoscia mantiene l'esserci aperto verso la possibilità della morte
L’angoscia rivela lo spaesamento dell’esserci posto davanti al nulla del mondo
L’angoscia si temporalizza a partire dall’esser-stato originario che riporta
indietro alla ripetizione
Paura
Parte inautentica dell’angoscia
Controllabile
Davanti-a-che
Cioè che fa paura è sempre un ente del mondo, definito, è quindi minaccioso:
carattere dell’appagatività della dannosità
Dannosità però definita quindi prossima, è una minaccia che incombe nella sua
possibilità
L’avvicinarsi della possibilità aumenta la paura
Attraverso la visione ambientale preveggente si vede ciò che fa paura
L’aver-paura
Possibile solo nella situazione emotiva della paura che permette di riconoscere
qualcosa come pauroso
Si può aver paura per l’altro, senza liberarlo dalla paura
Per-che
L’esserci è il per-che della paura
La paura svela l’esserci nel suo ci, nell’abbandono a se stesso
La paura fa perdere l’esserci e lo acceca, così che deve ritrovarsi
La paura ha diversi risvolti:
-Se qualcosa ci risulta minaccioso e si presenta improvviso è spaventoso
-Minaccioso e estraneo provoca orrore
-Minaccioso spaventoso e orribile diventa terrore
La temporalità della paura è un oblio aspettantesi-presentante
Si temporalizza a partire dall’oblio che è proprio dell’essere stato
Per- che
Caratteristica degli utilizzabili
Utilizzabili sono un per-che utili a qualcos’altro
Con-esserci
L’altro, gli esserci estranei a me con i quali mi incontro nel mondo
L’esserci è sempre aperto all’altro perché l’esserci è già con-esserci
Media il rapporto con gli altri
-
Il rapporto con gli altri, i con-esserci avviene o solo tramite gli utilizzabili o
tramite la naturale apertura dell’esserci
Anche se l’esserci fosse solo al mondo gli sarebbe già sempre aperto
Con-essere aperta agli altri
Incontro con gli altri mediato dagli utilizzabili nonostante l’apertura a priori
Essere-nel-mondo
Struttura ontologica fondamentale dell’esserci
Carattere del rapporto tra esserci e altri enti, modo di essere esistenziale (non
spaziale)
Propriamente non è
Vuol dire esser-già in rapporto, già-fuori di se
Rapporto tra esserci e mondo che rimuove distinzioni tra oggetto e soggetto
Esserci è compreso, in contatto e condizionato dall’ambiente intorno
Si abbandona al mondo in un modo in cui ciò che è desiderato non è mai
soddisfatto da ciò che è disponibile
È intramondano, cioè ha a che fare con il mondo
Essere-nel-mondo è nel modo più proprio spaesato
In-essere: luogo in cui l’esserci si apre al mondo
Mondo-ambiente
Natura, cioè ambiente circostante che contiene la totalità di enti, contrirne nel
senso di con la quale gli entri entrano in contatto
Poter-essere
Modi di essere inquieto e in movimento dell’esserci verso le sue possibilità,
verso la sua incompiutezza
Stato di possibilità in cui l'esserci è gettato verso se stesso
Autentico: Capacità dell'esserci di accorgersi dell'inganno del sì e riprendersi la
scelta
Bisogno dell'esserci di ritrovarsi prima di divenire autentico
Quindi modificazione esistentiva dell’inautenticità
Inautentico: stato naturale dell’esserci
L’esserci autentico somiglia ad un ideale di essere cristiano problema
La tradizione cristiana è una autenticazione della autenticità dell’esserci
A-Che
Caratteristica dell’utilizzabile, fine e utilizzo
Esser-gettato
Esser-rimesso
L’esserci è gettato e ingorgato nell’inautenticità del si
L’esser-gettato dell’ente è sempre la sua possibilità
In questa modalità l’esserci è perso e non sa da dove proviene e dove va
L’esser-gettato è abbandonato al suo poter-essere, al mondo
Essere-per-la-morte
Esserci per la fine, poter-essere finito dell’esserci
Radicato nella cura
È essenzialmente angoscia
Nell'essere-per-la morte l'esserci si rapporta a sé stesso come una possibilità
eminente
Fuga costante davanti alla morte: elusione della morte
Progetto fantastico che richiede un poter-essere autentico
Autentico: una possibilità esistentiva dell'esserci
Libertà per la morte che anticipa l'esserci e lo sottrae alle illusioni del si
Inautentico: elusione deiettiva quotidiana davanti al morte
Esser-fondamento
Esser-causa
Esistere come essere gettato
Esser- colpevole
Frutto non di una colpevolezza ma di una comprensione di una mancanza
originaria
Fa parte dell’essere stesso dell’esserci
È un poter-essere
Indicazione formale
Ruolo delle determinazioni esistenziali quando colgono la vita nel suo attuarsi
Logos
Manifestazione del fenomeno
Indica ed esprime un discorso
Animale razionale cioè dotato di linguaggio: Uomo ente che parla, dotato del
discorso
Per i greci non c’era distinzione tra logos e discorso
Logos è una forma di apofansi, di mostrazione in sintesi che consente di capire i
significati
Il fenomeno si manifesta tramite un discorso quindi tramite i linguaggio
Il logos è un modo di essere dell’esserci che può esser-coprente o scoprente
(Aristotele)
Al logos appartiene il non-esser-nascosto
Asserzione
Manifestazione che determina e comunica
Manifestazione (apofansi): l’ente si manifesta nell’asserzione
Predicazione: ogni asserzione ha un predicato che è asserito ad un soggetto, il
soggetto è definito dal predicato
La determinatezza del predicato lo restringe
Comunicazione: l’asserzione richiede comunicazione, e quindi linguaggio per
mostrarsi
È un utilizzabile
Interpretazione
Elaborazione delle possibilità progettate dalla comprensione
È uno sviluppo della comprensione
Interpretazione della appagatività dell’utilizzabile è concessa dalla comprensione
della totalità degli utilizzabili nel mondo
Comprensione
Una struttura esistenziale che apre l’esserci al mondo
Si comprende gettando avanti lo sguardo
In tedesco deriva da una condizione e modo di stare di fronte alle cose
Legata in modo str
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