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LO SPORT RAPPRESENTA O REALIZZA I VALORI DELLA VITA!!
Arte e sport condividono la capacità di aprire le nostre menti alla possibilità. Inoltre, la loro
contemplazione intellettuale sviluppa le nostre più alte capacità cognitive.
La virtù aggiunge valore alla vittorie e la bellezza alla forma atletica.
Il legame tra valore morale e valore estetico è molto forte nello sport. Tutto questo riflette il
legame genetico tra arte e sport, due attività che non possono essere identiche ma che
condividono un antenato comune, ovvero il gioco.
Lo sport e le sue regole.
Un altro importante concetto metafisico legato allo sport è quello di regole. Una delle definizioni
più note e autorevoli di “regola” è data da Suits, il quale fa sembrare che le regole siano solo uno
di quattro elementi distintivi del gioco, ma si scopre poi che gli altri tre dipendono tutti dalle
regole.
In primo luogo, vi sono gli obiettivo del gioco ma anche questi derivano il loro significato dalle
norme che li designano come modi di vincere una partita. Quindi i fini del gioco sono inseparabili
dalle regole!!
Infatti se le regole vengono infrante, il fine originale del gioco diventa impossibile da perseguire,
poiché non si può vincere la partita se non la si gioca e non si può neppure giocare se non si
rispettano le regole del gioco. Questa caratteristica rende le regole del gioco diverse dalle leggi
morali, che invece intendono “designare” piuttosto che “definire” delle azioni.
è
DIFFERENZA TRA GIOCO E SPORT chiaro che non tutti gli sport sono un gioco, ma non è
neanche vero che tutti gli sport siano giochi. Anche se riconosciamo che i giochi sono resi possibili
dall’esistenza e dall’accettazione delle regole, bisogna fare ulteriori precisazioni circa la differenza
tra sport e giochi; secondo Suits, un gioco può diventare uno sport se risponde a determinati
requisiti:
1.Che sia un gioco di abilità.
2.Che l’abilità sia fisica.
3.Che il gioco abbia un ampio seguito.
4.Che il seguito raggiunga un certo livello di stabilità.
Suits ridefinisce il concetto di “sport” come un evento competitivo che coinvolge una grande
varietà di abilità fisiche e umane, in cui chi vi partecipa viene considerato superiore sulla base delle
abilità che ha dimostrato di possedere. Infatti l’abilità fisica è considerata come un elemento
essenziale dello sport, e distingue i giochi sportivi da quelli non sportivi come il poker.
È inoltre una differenza di regole a motivare la distinzione fatta da Suits tra sport di
performance e giochi sportivi: Suits sostiene che i primi mancano di “regole costitutive”, le quali
sono quelle da cui l’esistenza stessa del gioco è logicamente dipendente.
Nonostante queste definizioni, il concetto di regole costitutive risulta difficile da applicare con
precisione. Tra le regole costitutive di uno sport ci sono per esempio la specificità dell’area di
gioco, la sua durata e le attrezzature ammissibili.
Però Meier sostiene che sport di performance come la ginnastica presentano regole costitutive e
che soddisfano le 4 caratteristiche dei giochi individuate da Suits (obiettivo, mezzi, regole e
atteggiamento ludico).
Infine sembra che l’unica cosa necessaria per trasformare un gioco in sport sia, per Meier, la
caratteristica di richiedere l’abilità fisica.
Il dibattito sulle implicazioni normative del legame tra sport e regole è stato in questi anni molto
vivace. Coloro che accettano la definizione di Suits adottano una posizione nota come la
“formalismo” in cui i giochi sono intesi esclusivamente in termini di regole formali o scritte.
conseguenza di questo pensiero è che la violazione intenzionale di una regola del gioco implica il
non poter più giocare il gioco. Questa tesi è oggetto di grande dibattito in letteratura!
Ma allora, se lo sport esiste solo in presenza di regole, non rispettare una di queste fa sì che quello
sport cessi di esistere???
Una risposta ci rimanda al concetto di regole costitutive ; il commettere un fallo per fermare
volontariamente il cronometro nel basket non annulla l’esistenza del gioco, ma il toccare con le
mani la palla nel calcio lo fa!
Il giocatore di basket che commette questa violazione lo fa nella consapevolezza piena e
aspettandosi una punizione; a lui sembra dunque di agire nel quadro delle regole e quindi di
giocare il gioco.
Altre regole, come il divieto di toccare con le mani la palla nel calcio, sembrano costitutive per il
fatto che esse definiscono il gioco e lo distinguono dagli altri giochi. Se un giocatore di calcio
prende il pallone con le mani e comincia a correre portandolo con sé, siamo propensi a dire che
sta giocando a un gioco diverso.
Rischio legato all’ethos: se lasciamo che i giochi vengano definiti da regole non scritte, ci
ritroveremmo con pochi elementi utili a distinguere non solo un bel gioco da uno brutto, ma anche
i comportamenti etici da quelli che non lo sono all’interno del gioco.
Come afferma Fraleigh, lo sport è reso possibile non solo dall’esistenza delle regole, ma anche da
un accordo dei giocatori che si impegnano a seguirle.
Dobbiamo rispettare le regole e lo spirito del gioco, anche se usiamo il gioco come mezzo per un
ulteriore fine!!
In definitiva, le regole, sia prese alla lettera sia nel loro spirito, svolgono un ruolo essenziale nella
comprensione metafisica dello sport, il quale non è una regola, ma “attività” rette da regole; anzi,
pratiche sociali e come tali possono essere meglio compresi.
Lo sport come pratica sociale.
Un altro importante aspetto metafisico dello sport è la sua natura sociale.
Alcuni formalisti considerano la pratica sportiva simile a un contratto sociale, in cui le regole del
gioco e i ruoli che vengono svolti sono considerati al pari di leggi che si accettano volontariamente
per interesse consapevole e razionale.
MacIntyre definisce una pratica sociale come “qualsiasi forma coerente e complessa di attività
umana cooperativa socialmente stabilita, mediante la quale valori vengono realizzati nel tentativo
di raggiungere quei modelli che la definiscono.”
PRATICHE SPORTIVE E ISTITUZIONI: la definizione di M. ci permette di andare oltre la semplice
ripetizione del concetto che lo sport forma il carattere, dal momento che ci offre la possibilità di
specificare e di sviluppare approfondimenti utili per valutare criticamente se lo sport possa riuscire
o meno a formare il carattere nel contesto della cultura moderna.
Egli fa una distinzione tra pratiche sportive come il calcio e istituzioni come la FIFA che le
promuovono. Egli osserva che le istituzioni tendono a concentrarsi sui beni esterni alla pratica,
come il denaro mentre i beni interni sono appannaggio dei soli professionisti.
Noi acquisiamo la virtù attraverso lo sport non tanto per mezzo dell’allenamento ma piuttosto
partecipando attivamente e consapevolmente a comunità con storie e tradizioni.
Il sospetto che l’interesse degli atleti per la ricchezza e l’onore corrompa lo sport, è una costante in
tutta la storia di questa pratica.
---La distinzione di M. tra beni interni e esterni quando si tratta di pratiche è adatta nel contesto
dello sport, in quanto classifica il denaro, il prestigio tra i beni esterni che possono essere
raggiunti.
---Per M. sono i beni interni i più importanti dal punto di vista sociale.
---M aggiunge che i beni interni sono legati alle pratiche e riconoscibili solo da chi ha familiarità
con la pratica stessa, la sua storia. Dei beni interni non beneficiano solo i singoli che li conseguono,
ma tutta la comunità; cosa che invece non avviene per i beni esterni, di cui beneficiano solo alcuni.
Questa distinzione tra beni interni ed esterni riflette la natura della competizione sportiva, in cui la
resistenza e la sconfitta dell’avversario sono una forma di cooperazione che servono per renderci
più forti e migliori. Per realizzare i beni interni dello sport sono necessarie le virtù sociali, quelle
che M. ha identificato nell’onestà, giustizia e coraggio.
Concentrarsi solo sui beni esterni è nocivo sia per l’atleta che per lo sport. Alcuni problemi
ricorrenti nello sport, come il doping, possono essere viste come causate da un’eccessiva enfasi
per i beni esterni dello sport!
Un atleta che ricerca i beni interni eviterà le scorciatoie sleali o che migliorano la prestazione come
il doping, perché impediscono di godere della gioia e della soddisfazione che proviene da un gioco
perfettamente eseguito.
però bisogna ricordare che la distinzione tra beni interni ed esterni non determina i valori etici
dello sport. Infatti, alcuni beni classificati come “esterni” rispetto alla pratica sportiva, come la
salute e il divertimento, possono portare più valori sociali che beni interni, come per esempio la
gioia dei partecipanti o la padronanza di una specifica abilità dello sport. Del resto, ci sono alcuni
beni interni dello sport che sono di dubbio valore sociale.
Inoltre, la distinzione tra beni interni ed esterni è certo utile, ma non rappresenta uno
strumento decisivo per la valutazione etica dello sport. M. sembra privilegiare i beni interni per il
loro legame con le virtù sociali. egli sottolinea che le virtù stesse che forniscono l’accesso ai beni
interni possono essere un ostacolo al conseguimento dei beni esterni.
PRATICHE E ISTITUZIONI: M. riconosce la necessità delle istituzioni per la sopravvivenza delle
pratiche, ma avverte anche che queste possono minacciare il benessere di quelle pratiche. Le
istituzioni riguardano l’acquisizione di denaro e di altri beni materiali, sono strutturate in termini di
Secondo
potere e status e distribuiscono denaro e potere come ricompense. M. il pericolo è che
all’interno di una pratica si possano diffondere valori istituzionali che ne sopprimono i beni interni,
lasciando ai professionisti i soli beni esterni.
In questo scenario, gli sport non sarebbero svolti solo per denaro e i vantaggi provenienti dalle
ricompense. Le pratiche non possono essere considerate semplicemente come costituite da
insiemi di persone che condividono una gamma di abilità tecniche, quanto piuttosto da un insieme
di persone con valori condivisi.
MORGAN: vede in questo rapporto conflittuale tra pratiche e istituzioni una potenziale possibilità
di redenzione dello sport dalle influenze corruttrici del capitalismo. Questo stesso autore
sottolinea come lo sport sia oggi influenzato dall’etica del mercato, al punto che talvolta alcuni
sport arrivano a essere conosciuti solo per la loro dimensione commerciale.
Nel contesto delineato da Morgan, il concetto di sp