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DELL'UOMO PER LA SOCIETÀ COMPLESSA"
autore Rossella Frasca
L’OLIMPISMO E IL PARADIGMA COUBERTIN – R. Frasca
Il barone Pierre Fredy de Coubertin mirò a promuovere e diffondere la pedagogia dell’Olimpismo
attraverso forme di comunicazione diversificate e complementari. Sia le Memorie Olimpiche che
altri numerosi suoi scritti affrontano il tema del corpo, del suo ruolo sociale, storico, economico e
politico. Il suo appare un tentativo di mediazione tra la concezione classica del corpo e la ventata
entusiastica che investe la borghesia europea di modellamento del corpo. Lo spirito olimpico,
secondo il suo punto di vista, opponendo all’ aggravarsi dell’insufficienza intellettuale, ha la forza di
incanalare i simboli e la ritualizzazione nell’alveo dell’intelligenza. La comunicazione politica di
Coubertin si esplica nella diffusione del senso di uguaglianza, moralità e comprensione.
Gli anni della formazione: luoghi, ambienti, persone
Pierre de Coubertin nasce a Parigi. I suoi genitori appartengono entrambi alla piccola nobiltà
francese. Nella prima giovinezza assorbe i principi della famiglia ardentemente religiosa e
legittimista. Il giovane Pierre frequenta il Collegio dei padri Gesuiti lamentando la scarsa attenzione
per l’attività fisica. Contemporaneamente eredita dalla madre la passione per sport e viaggi e dal
padre l’interesse artistico. Egli sceglie, dopo il conseguimento del baccalaureato di frequentare una
scuola di impostazione protestante con orientamento di stampo liberale liberista e anglofilo. Un
questa scuola trarrà Tocqueville, Comte, Le Play, Taine. In particolare da Tocqueville lo influenzano
l’esaltazione della libertà come fondamento di ogni compagine sociale, la convinzione della
necessità di un decentramento amministrativo dei poteri dello Stato, e l’ammirazione per gli Stati
Uniti. Di Le Play lo attirano il progetto di riforma sociale con conservi e potenzi l’autorità paterna,
l’osservanza religiosa, il rafforzamento delle gerarchie. Di Taine accoglie il valore della scienza
come uno dei valori portanti della modernità. Sarà la lettura di Brown’sschoolday di Hughes ad
aprirgli gli occhi sul sistema scolastico inglese. Taine suscita il suo interessa anche per la sua
singolare opinione circa il concetto di razza: egli intende l’appartenenza razziale non come una
condivisione di sangue ma come risultato di un contesto socio culturale e geografico
L’olimpismo dietro e dentro il restyling
Da questa formazione ha origine l’idea olimpica. Il modello di de Coubertin ha una fedeltà alla
storia e alla cultura greca assai relativa, esse è infatti corroborato e attualizzato dall’ideologia
positivistica della fine dell’Ottocento, la quale va propagandando con un certo successo di
consensi il primato del corpo nella struttura dell’individuo
Coubertin pedagogista
Parte da un iniziale eclettismo pedagogico per giungere a un coerente progetto educativo nel
quale il nuovo olimpismo deve costituire una scuola di nobiltà e di pulizia morale ma, sul piano
simbolico era destinato a rappresentare una festa laica: il trionfo dei corpi. In Francia, nella prima
metà del’800 la ginnastica ha trovato una prima sistematizzazione ad opera dello spagnolo Amoros
Y Ondeana, seguace di Pestalozzi, che ne adotta il metodo in una scuola militare madrilena e
successivamente, trasferitosi a Parigi elabora un suo metodo di educazione di ispirazione tedesca.
Il suo sistema viene seguito per decenni, sarà il suo allievo Laisné ad aprire la ginnastica ad un
uso più ampio. Nel 1850 viene introdotta la ginnastica nella scuola primaria, sia pure come
disciplina facoltativa, e diverrà obbligatoria l’anno successivo. Nel vasto arco di tempo dalla
giovinezza alla morte si possono tracciare tre grandi periodi: dal 1883-94 in cui ricerca modelli
educativi che ispirino il progetto di riforma dell’insegnamento secondario per rebronzer (come lui lo
dichiara) la nazione francese dagli insuccessi bellici; circa venticinque anni successivi in cui
matura le sue teorie sulla funzione del corpo nell’educazione globale dell’individuo; infine dal 1918-
37 in cui si dedica alla promozione dell’educazione popolare come strumento per diffondere la
pace sociale. I suo numerosi viaggi in forma privata e anche ufficiale per incarico del Ministero
dell’Educazione, gli permettono di osservare le teorie le prassi e i risultati del modello pedagogico
anglosassone in cui crede di individuare una peculiarità che ne determina l’equilibrio: tale modello,
frutto di una cura bilanciata tra corpo e mente, non va interpretato come adozione del principio
della kalogathia, egli ampia il concetto conferendogli una connotazione profetica che mira al
wellness. In Inghilterra e negli Stati Uniti le scuole, per lo più immerse nel verde, consentono ai
ragazzi di dedicare parte considerevole del loro tempo ad attività di tipo ludico- ginnico. Si
convince che la forza di questa impostazione educativa risieda della cura del carattere e del corpo.
Il corpo bello: la salute, fonte di equilibrio
All’inizio del secolo nuovo egli incoraggia uno studio più attento del corpo. Il corpo moderno
occupa nella civiltà moderna un posto troppo centrale, costituisce un ingranaggio troppo
importante perché ci si possa disinteressare della sua costituzione e del suo funzionamento.
Seguendo i bisogni dell’epoca, Coubertin prende in considerazione strumenti e apparecchiature
molto avanzati dal punto di vista tecnico. Si documenta sulle teorie e prassi in voga nel panorama
europeo. Osserva che ciò che noi oggi chiamiamo ginnastica è nato nel corso del XIX secolo da un
duplice fenomeno: la trasformazione dell’arte militare e il progresso delle scienze. Coubertin parla
del sistema ginnastico ideato da Muths e lo definisce: un lavoro all’aria aperta per la ricreazione e il
piacere della gioventù.
I giochi olimpici: una rivoluzione culturale, nella linea della continuità
Una delle aspirazioni più sentite sembra essere di stabilire un giusto equilibrio tra le
esigenze/aspettative dell’esistenza terrena e la preparazione adeguata a quella ultraterrena. La
Mereiotes, come chiamavano i greci la misura giusta, è l’essenza dei principi dell’educazione
classica, pensata e rivolta soltanto ai bennati, destinati a posizioni di spicco e di potere.
L’inclusione del corpo come strumento di pedagogizzazione appare secondaria nell’impianto
pedagogico, tant’è che i ragazzi dell’epoca fanno ben poca attività fisica. Il barone mostra sì una
visione democratica nel raccomandare e promuovere l’accesso alle attività educative e ludico
ricreative, al contempo però, con Arnold, condivide non solo la certezza che i risultati sportivi siano
strumento di selezione ma anche che questa selezione vada usata per una costruzione
verticalistica della società.
Il fraintendimento di uno slogan
Quello con padre Didon è per Coubertin un incontro determinante nella formazione delle proprie
convinzioni. La loro frequentazione inizia quando il giovane barone si reca nel 1890 a visitare la
scuola dominicana di Albert-le-Grand di Arcueil di cui Didon è rettore. Costui, appena approdato
alla vita ecclesiastica. Ha preso a cuore le problematiche sociali, affrontandole con atteggiamento
avanguardistico. Nella propria scuola attua forme di educazione in parte uguali a quelle adottate da
Arnold a Rugby: è riuscito a far emergere dalla situazione di degrado culturale morale e
disciplinare. Secondi i suoi principi i giovani devono essere educati a divenire uomini veri. In
assoluta sintonia con Coubertin sulla convinzione che l’uomo moderno debbavivere liberamente la
propria nazionalità e il proprio credo. li distanzia un unico punto: per Coubertin la religione
costituisce un fatto secondario mentre per padre Didon essa è il passaggio obbligato dell’obiettivo
educativo. Il suo programma pedagogico è sintetizzato nella frase che tanto ha colpito Coubertin:
“Citius, Altius, Fortius”. L’elemento ritual-sacrale è molto presente nel disegno coubertiano, ma
esso è di natura laica: quella che Coubertin definisce ReligioAthletae chiama in causa la
straordinaria potenzialità delle componenti simboliche delle performances agonistiche.
L’olimpismo: uno stato d’animo e un sentimento religiosa e altro ancora…
Uno dei crucci di Coubertin alle prese con l’idea di rifondare i Giochi olimpici, è l’impossibilità di
farsi capire. In realtà una parte della responsabilità dell’incomprensione è dovuta alla mancanza di
un supporto filosofico teoricamente delineato da parte del proponente. L’antica Olimpia
rappresenta per lui il simbolo dell’equilibrio che seppe raggiungere tra l’individuo e la città, tra la
solidarietà e l’interesse personale. Mette in guardia contro la tolleranza che considera una virtù
negativa, una forma di indifferenza. Anticipando quello che più tardi sarà chiamato umanesimo
critico propone l’Olimpismo come la soluzione per comporre le differenze per il raggiungimento
della pace tra tutti i popoli
Con le donne, come la mettiamo?
Il padre dei giochi olimpici si impone fin dall’inizio all’ingresso delle donne nelle competizioni
olimpiche. I connotati dello sport agonistico sono e rimangono a lungo tutti maschili. C’è il sospetto
che egli si nasconda dietro la circostanza che nel mondo greco le donne erano escluse dalle
Olimpiadi. In verità esse avevano nelle feste quadriennali le proprie olimpiadi ma con
caratteristiche tali da farle annoverare più nel contesto liturgico che in quello agonistico. Nel 1921
si costituisce a Parigi la Federazione sportiva femminile internazionale che avrà un’importantissima
parte nella diffusione dell’attività fisica femminile. Il decennio 29-39 si definisce l’età d’oro dello
sport femminile, in questi anni si afferma e amplia la rosa delle specialità femminili.
E domani?
Ancora oggi il profilo dell’Olimpismo deluse gli sforzi di determinazione. Proprio perché si presenta
come un insieme di valori, non di rado in apparente o reale posizione antinomica, offre la
possibilità di interpretazioni multiple.
PIERRE DE COUBERTINE VISTO DA VICINO- Antonio Lombardo
Pierre de Coubertin fuori dal mito
L’Olimpismo coubertiniano non può essere inserito soloall’interno dello sviluppo del fenomeno
sportivo. Coubertin, il 25 novembre 1892, nel corso di una riunione organizzata a Parigi per l’union
des societes francais de sport athletiques, di cui è segretario, rende noto il suo progetto di far
rinascere i Giochi olimpici.
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