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Nonostante Ferretti sia anticartesiano, c’è un aspetto della prospettiva di Chomsky che condivide: l’idea
che il tratto distintivo delle capacità comunicative umane sia fortemente connesso all’uso creativo del
linguaggio. L’uso creativo del linguaggio umano deve riguardare qualcosa di diverso rispetto alla capacità
di usare in modo flessibile i simboli del codice appreso dalle grandi scimmie (se così fosse dovremmo dire
che le scimmie parlano come gli umani). L’uso creativo del linguaggio non è quindi solo una questione
di flessibilità. Bisogna allora mettere in discussione l’idea di Sperber e di Tomasello secondo i quali il
possesso del lettore della mente è condizione sufficiente per il passaggio dalla comunicazione animale al
linguaggio umano. Secondo Ferretti, invece, il possesso della teoria della mente è una condizione
necessaria, ma non sufficiente per giustificare le competenze linguistiche tipiche della nostra specie.
3.4 - Per una comunicazione propriamente umana (Ferretti, Adornetti)
•• Alla base dell’uso creativo del linguaggio c’è la questione del parlare in modo appropriato (Chomsky fa
riferimento all’appropriatezza del linguaggio in termini di coerenza e consonanza alla situazione, il
“problema di Cartesio”). Secondo Chomsky il problema di Cartesio è un mistero che la mente umana può
porre come problema, ma non può risolvere in linea di principio. Il linguaggio è creativo in due sensi: da
una parte è creativo perché infinitamente produttivo (i simboli si combinano tra loro sintatticamente, e
questo Chomsky lo spiega), da una parte è creativo perché sappiamo adeguare ciò che diciamo alla
situazione (una questione di ordine pragmatico e non grammaticale). Il problema di Cartesio è importante
per analizzare i tratti che distinguono il linguaggio umano dalla comunicazione animale, e Chomsky non
riesce a spiegarlo perché la gu non ha le risorse concettuali per risolvere questioni di ordine pragmatico.
Secondo Chomsky (che riprende Cartesio), l’unico modo per attribuire una mente a qualcuno è quello di
valutare se questo usa il linguaggio in maniera “normale” (in maniera libera e creativa). Come può il
linguaggio essere allo stesso tempo indipendente da stimoli e appropriato alla situazione? Ferretti come
Chomsky crede che la capacità di parlare in modo appropriato al contesto sia il tratto distintivo del
linguaggio umano. Ma in disaccordo con Chomsky crede che il problema di Cartesio sia risolvibile,
compiendo due mosse: (1) siccome la capacità di essere ancorati al mondo dipende da sistemi cognitivi
che radicano gli umani all’ambiente fisico e sociale, bisogna analizzare i dispositivi che regolano il
radicamento del linguaggio alla realtà; (2) siccome il parlare in modo coerente e consonante alla situazione
è una proprietà della pragmatica del discorso (il flusso del parlato), si deve spostare l’attenzione dalla
microanalisi della frase (sintassi degli enunciati) alla macroanalisi del discorso.
3.4.1 - Ancorare il linguaggio alla realtà
•• Secondo Ferretti la capacità degli umani di parlare in modo appropriato al contesto è un caso particolare
della loro capacità di comportarsi in modo appropriato alla situazione. La capacità di mettere in atto
comportamenti appropriati al contesto dipende dai dispositivi che regolano il radicamento degli
organismi all’ambiente e il linguaggio sfrutta questi dispositivi per produrre espressioni “coerenti e
consonanti alla situazione”. Gli umani non sono semplicemente radicati all’ambiente, ma sono organismi
radicati flessibilmente all’ambiente. Quali caratteristiche deve avere un sistema per produrre
comportamenti capaci di affrontare situazioni insolite o nuove? Un sistema è tanto più flessibile quante più
risposte alternative al problema è in grado di generare. Ovviamente, la possibilità di generare diverse
alternative possibili alla soluzione di un problema è un aspetto importante della flessibilità, ma non il
principale. L’aspetto principale della flessibilità è il saper scegliere la risposta appropriata tra le
diverse opzioni possibili, in quanto senza una capacità di questo tipo avere diverse alternative a
disposizione può rivelarsi una difficoltà più che un bene. Un sistema è quindi flessibile solo se è in
grado di scegliere l’alternativa più appropriata al contesto (flessibilità vincolata al contesto). La
flessibilità contestualmente vincolata chiama in causa due capacità esibite nei comportamenti intelligenti: la
capacità di “ancoraggio” al contesto e la capacità di “proiezione” dal contesto attuale a un contesto diverso
(la funzione che sgancia l’organismo dal qui e ora). Radicamento e proiezione sono le funzioni alla
base dei comportamenti flessibilmente appropriati e quindi anche del parlare in modo appropriato.
3.4.1b - Il radicamento proiettivo nello spazio
•• È vero che gli organismi sono ancorati all’ambiente perché hanno un corpo, ma gli organismi non
occupano semplicemente lo spazio in cui vivono: agiscono nell’ambiente e trasformano l’ambiente a
cui sono radicati. Per interpretare il modo in cui un organismo è radicato all’ambiente è necessario
mettere insieme le capacità di rappresentare lo spazio con le abilità motorie. Secondo l’approccio
“ecologico” di Gibson, percepire è individuare le caratteristiche degli oggetti che fanno da appigli
alle possibili azioni degli organismi su di essi. Secondo il modello ecologico della percezione visiva,
il manico di una tazzina è una parte di oggetto che si presta a essere afferrata rappresentando un
polo d’atto virtuale. Più che per le proprietà geometriche che lo caratterizzano, un oggetto è
riconosciuto per le opportunità pratiche che l’oggetto offre all’organismo che lo percepisce. Nel
modello ecologico, attività motoria e percezione sono connesse: il vedere che guida la mano è
soprattutto un vedere con la mano, rispetto al quale l’oggetto percepito appare immediatamente
codificato come un insieme determinato di ipotesi d’azione. Il riconoscimento degli oggetti è quindi
affidato a una rappresentazione “pragmatica” piuttosto che a una rappresentazione “semantica”
della realtà. Il legame tra percezione e attività motoria non è confinato soltanto al riconoscimento di
oggetti, ma coinvolge anche la questione più generale della rappresentazione dello spazio in cui un
organismo vive e agisce. Il radicamento alle situazioni contestuali è connesso al carattere proiettivo
della rappresentazione dello spazio in cui gli individui vivono. La localizzazione di un oggetto nel
mondo è relativa a un sistema di assi di riferimento aventi come origine l’osservatore (esempio della
mela guardata da diverse prospettive). Le capacità di radicamento degli organismi più flessibili sono
dipendenti dalle capacità proiettive di cui dispongono. Gli umani sono soggetti radicali flessibilmente
all’ambiente e quindi possono “dislocarsi” mentalmente, semento anche il punto di vista altrui. Il
linguaggio è un sistema possibile solo se c’è una capacità di radicamento flessibile all’ambiente.
La capacità dei simboli di essere sganciati dalla situazione stimolo (altrimenti non sarebbero
arbitrari e astratti) e al contempo ancorati al contesto (altrimenti non sarebbero appropriati alla
situazione) è alla base del passaggio dai segnali determinati al sistema simbolico propriamente
detto. Senza i sistemi di elaborazione che permettono una rappresentazione proiettiva dello spazio
in cui gli animali agiscono, l’avvento di una comunicazione umana non sarebbe possibile. La
flessibilità del comportamento umano è vincolata anche alla continua proiezione-dislocazione nel
tempo. La possibilità di sganciarsi dal contesto presente e proiettarsi nel futuro ha un ruolo
fondamentale per l’avvento e il corretto funzionamento del linguaggio umano.
3.4.2 - Cooperazione e anticipazione del futuro
•• Le grandi scimmie culturalizzate sono in grado di apprendere l’uso di un codice simbolico, ma gli esseri
umani sono i soli ad aver sviluppato autonomamente un sistema di comunicazione basato sulle capacità di
rappresentazione simbolica. Perché? Secondo Osvath e Gardenfors per rispondere bisogna considerare la
capacità tipicamente umana di anticipare il futuro (cognizione anticipatoria): la comunicazione simbolica è il
prodotto dei sistemi cognitivi che permettono agli esseri umani di pianificare obiettivi futuri dislocati dal
contesto presente. La cognizione anticipatoria si è evoluta negli ominidi in risposta alle pressioni selettive
esercitate dalla cultura olduvaiana (del Modo 1), aprendo la strada a una nuova forma di cooperazione
basata su obiettivi futuri. La comunicazione simbolica è quindi emersa di conseguenza come il modo più
efficiente per risolvere i problemi posti da questa nuova forma di cooperazione orientata al futuro.
3.4.2b - Cooperazione ed evoluzione della comunicazione simbolica
•• La capacità di Mental time travel (o cognizione anticipatoria: la capacità di formare
rappresentazioni di bisogni ed eventi che non siano nel presente) è fondamentale per il pensiero
umano. La macchina del tempo mentale si è evoluta grazie all’uso degli strumenti del modo 1. Lo
sviluppo di questa capacità ha permesso, secondo Osvath e Gardenfors, l’evoluzione di forme di
cooperazione orientate al futuro e la nascita della comunicazione simbolica. Per capire bisogna
distinguere le rappresentazioni contestualmente evocate (che stanno per qualcosa che è presente
nell’attuale situazione esterna) dalle rappresentazioni dislocate dal contesto (che stanno per oggetti
che non sono presenti nella situazione attuale). Le prime permettono forme di pianificazione
immediata, mentre le seconde pianificano il comportamento sulla base dell’anticipazione di bisogni
futuri. Le rappresentazioni dislocate dal contesto permettono all’individuo di immaginare e di
anticipare le conseguenze per ciascuna azione e, su questa base, di scegliere quella più
appropriata.
Le funzioni esecutive sono operazioni mentali che permettono a un individuo di sganciarsi dal
contesto immediato e organizzare il comportamento in riferimento a modelli mentali e obiettivi futuri.
Tradizionalmente, si crede che la pianificazione anticipatoria sia una prerogativa degli esseri umani.
Infatti, secondo l’ipotesi Bischof-Kohler la cognizione degli animali non umani è vincolata al