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CODICE
Modello del codice di Jackendoff ripreso dal modello matematico di Shannon e Weaver:
il pensiero (messaggio) viene codificato dal parlante in una successione di suoni che
l’ascoltatore decodifica al fine di poter condividere il pensiero (il messaggio).
Fodor ritiene che i pensieri sono rappresentati in strutture simil-linguistiche > il
linguaggio esprime il pensiero perché ne riflette la sua struttura essenziale.
Secondo il modello del codice il contesto è irrilevante. Le questioni importanti non
sono nel perché qualcuno dice una cosa o in quale occasione la dice o con quale
intenzione.
Fodor è contro le teorie pragmatiche della comunicazione (contesto e intenzione:
caratteristiche più importanti).
La comprensione è la conseguenza automatica e obbligata.
Dire che il linguaggio è una facoltà innata significa dire al contempo che il linguaggio è
un adattamento biologico dovuto alla selezione naturale. Per Chomsky il linguaggio
non è il prodotto della selezione naturale né un adattamento biologico. Il fenomeno
tutto-o-nulla non si accorda con il gradualismo richiesto dalla tradizione darwiniana.
Per Chomsky il linguaggio umano costituisce la differenza qualitativa con gli altri
animali > «il linguaggio umano si basa su principi totalmente differenti da qualsiasi
altro sistema di comunicazione animale».
Pinker e Bloom sostengono che la GU può essere considerata il prodotto della
selezione naturale (darwinizzazione di Chomsky).
Il linguaggio deve essere un adattamento biologico perché questo spiega
l’automatismo, la mancanza di coscienza, trasparenza del flusso delle parole e
l’assenza di sforzo che compiamo quando parliamo.
1. La selezione naturale è la sola spiegazione dell’origine della complessità
adattativa
2. Il linguaggio umano mostra un progetto complesso per il fine adattativo della
comunicazione
3. Il linguaggio, dunque, è evoluto per selezione naturale
La selezione naturale è l’unica spiegazione scientifica rilevante della complessità in
natura.
Quindi il linguaggio si evoluto attraverso modificazioni numerose, successive e lievi,
ovvero in modo gradualistico.
Pinker e Bloom sono d’accordo con Chomsky nel credere che le proprietà del
linguaggio umano sono qualitativamente diverse rispetto a quelle di altri sistemi
animali.
Pinker critica la tesi secondo cui l’origine del linguaggio dipende da un’evoluzione dai
sistemi di comunicazione animale [vedi pag.45]. Questa concezione rimanda alla
tradizione cartesiana.
I tentativi di conciliare la GU con la selezione naturale poggiano sull’ingegneria
inversa: per capire la natura e il funzionamento di un certo dispositivo è provare a
ricostruirlo a partire dal modello attuale. Assumendo che la selezione naturale sia il
motore del progetto ingegneristico è possibile seguire passo passoil percorso
dell’evoluzione.
Deacon sostiene che la complessità del linguaggio è un falso mito.
Secondo i neoculturalisti il linguaggio è come un’impalcatura esterna alla mente
(serve per alleggerire il carico computazionale del cervello).
L’origine e l’evoluzione del linguaggio accadono fuori del cervello >il linguaggio si è
adattato ai nostri cervelli.
Il linguaggio può essere considerato il prodotto dell’evoluzione culturale piuttosto che
di quella biologica.
I neoculturalisti pensano che la mente sia composta da numerosi sistemi cognitivi
formatisi attraverso la selezione naturale, nessuno dei quali selezionato ai fini specifici
della comunicazione verbale.
La concezione exattamentista esclude l’idea del linguaggio come una forma di
adattamento biologico > il linguaggio è adattamento culturale > è un fenomeno
storico-culturale.
- Ultradarwinisti: stretta correlazione fra struttura e funzione (le strutture sono
risposte adattative alle funzioni da svolgere)
- Naturalisti: rapporto fra struttura e funzione più articolato > strutture diverse
utilizzate per una medesima funzione e funzioni diverse messe in atto da una
stessa struttura. Oppure strutture evolutesi per alcune funzioni vengano
utilizzate per altre funzioni
Deacon ritiene che gli uomini sono uguali agli animali per quanto riguarda la biologia,
mentre l’uso di pensieri simbolici (cognizione simbolica) li rende imparagonabili con
tutte le altre entità della natura.
Come si è generato un processo di questo tipo?
1. Variazioni lente e graduali di miglioramenti in linea con la selezione naturale
(Pinker e Bloom)
2. Evento a breve termine che ha portato all’avvento di questa proprietà (Tattersall
vedi pagg.56-57)
L’homo sapiens è qualitativamente differente rispetto a tutte le altre specie. Lo statuto
di specialità recide alla radice qualsiasi forma di continuismo.
Tattersall: fenomeno dell’emergenza = combinazione causale di elementi preesistenti
produce qualcosa di totalmente inatteso.
Tattersall parla di invenzione del linguaggio per spiegare l’avvento del pensiero
simbolico> inefficace sul piano esplicativo.
Per spiegare l’apparizione e l’evoluzione del pensiero simbolico e del linguaggio
bisogna studiare l’architettura cognitiva di cui disponevano i nostri parenti ancestrali.
Le menti sono condizione dei simboli tanto quanto i simboli sono fattori costitutivi
delle nostre menti.
O il linguaggio è un componente innato e specificio e allora deve essere un
adattamento dovuto alla selezione naturale, oppure il linguaggio non è adattamento
ma allora non è un componente innato e specifico della mente umana.
Cherniak ha proposto la tesi dell’innatismo non biologico = innatismo del linguaggio
ma non prodotto dall’adattamento biologico [vedi pag.66].
Secondo i neoculturalisti il linguaggio non nasce ai fini di una comunicazione più
efficiente ma per costruire pensieri (funzione cognitiva del linguaggio).
Negli scritti di Chomsky non c’è traccia di un’analisi del rapporto fra pensiero e
linguaggio. Si parla solo dell’uso creativo del linguaggio (Problema di Cartesio) che
però riguarda un mistero insolubile.
3. Sforzo
Come riconosciamo qualcuno che sta pensando? Grazie al corrugatore – il muscolo che
governa la contrazione delle sopracciglia. Darwin, nell’Espressione delle emozioni
nell’uomo e negli animali, definisce il corrugatore il muscolo del pensiero.
Il pensiero è un’attività di equilibrio con l’ambiente guidata da uno sforzo.
Per Darwin l’attività mentale va ricercata nelle situazioni caratterizzate dalla rottura
della routine: là dove un imprevisto muta lo stato di equilibrio tra organismo e
ambiente «un uomo può essere assorbito nei più profondi pensieri, eppure le sue
sopracciglia rimarranno spianate fino a quando non incontrerà un ostacolo nel corso
del suo ragionamento, o verrà interrotto da qualcosa che lo disturba; e allora un
corrugamento passerà come un’ombra sulle sue sopracciglia» [pag.72]
Lo sforzo di equilibrio gioca un ruolo fondamentale nell’origine e nel funzionamento
del linguaggio.
L’uso effettivo del linguaggio (produzione-comprensione linguistica) è un processo di
equilibrio governato da un duplice sforzo:
- Ricerca delle intenzioni comunicative del parlante
- Parlante impegnato ad offrire gli indizi migliori perché chi ascolta possa
comprenderlo
Grande ad una “grande fatica mentale” (sforzo cognitivo) possiamo comprendere chi
utilizza un sistema linguistico più complesso.
Se fosse vera la tesi della natura automatica e obbligata dei processi di elaborazione
linguistica, gli ascoltatori non dovrebbero provare alcuna sensazione di sforzo nel
comprendere e farsi comprendere.
La comunicazione è un equilibrio precario tra le intenzioni comunicative del parlante e
le aspettative che l’ascoltatore ha nel cogliere tali intenzioni.
A volte la comunicazione può dipendere da processi automatici e obbligati di
elaborazione (cristallizzazione nel cervello umano di capacità di elaborazione
specificamente adibite al linguaggio).
Bisogna guardare agli aspetti pragmatici del linguaggio > nuovo modello
interpretativo del linguaggio.
Passaggio all’analisi del flusso del parlato > passaggio dall’analisi degli enunciati (GU)
– microanalisi – all’elaborazione del discorso – macroanalisi.
Il linguaggio come forma di equilibrio fra organismo e natura rappresenta un elemento
di continuità con il mondo animale.
Durante l’evoluzione gli organismi mettono a loro disposizione qualsiasi strategia pur
di sopravvivere = continui aggiustamenti adattativi.
Gli organismi raggiungono una forma di equilibrio con l’ambiente operando continue
trasformazioni (costruendo nicchie ecologiche) dell’ambiente stesso > ruolo attivo.
Jean Piaget ha esaltato gli aspetti di continuità tra funzioni organiche e funzioni
cognitive considerando l’adattamento un tipo di equilibrio tra due forme di costruzione
reciproca: l’assimilazione (dell’esperienza alle strutture dell’organismo) e
l’accomodamento (delle strutture dell’organismo all’esperienza) > passo avanti verso
la coevoluzione tra strutture cognitive ed esperienza.
Baldwin parla di selezione organica: quando l’ambiente muta gli organismi lottano pur
di mantenersi in vita e questo porta alla modificazione del fenotipo e del genotipo
garantendo una direzionalità all’evoluzione.
Per guadagnare un equilibrio adattativo:
1. Attraverso risposte stereotipate > risposta automatica
2. Trovare un equilibrio rispondendo in modo flessibile alle difficoltà contingenti
che ogni organismo incontra nel corso della propria vita > flessibilità alla base
del comportamento umano
Radicamento (= ancoraggio al contesto) e proiezione (dal contesto attuale ad uno
diverso) sono le funzioni alla base dei comportamenti flessibilmente appropriati e
dunque anche del parlare in modo appropriato. Senza la possibilità di essere radicate
al contesto le azioni umane non sarebbero appropriate; senza la capacità di sganciare
l’agire dalla situazione effettiva attuale gli umani limiterebbero la flessibilità/elasticità
comportamentale che li caratterizza.
Il Sistema Triadico di Radicamento e Proiezione (STRP) è garantito da tre sottoinsieme
di elaborazione:
- L’intelligenza ecologica: gli esseri umani sono radicati all’ambiente fisico in cui
vivono, agiscono e lo trasformano mettendo insieme capacità di
rappresentazione dello spazio con le abilità motorie.
Sistema mirror = i neuroni specchio sono alla base d