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SULLA NECESSITÀ DI UN’INDAGINE ANCHE STORICO-CULTURALE
1. Dibattito intorno al problema dell’interpretazione della disposizione: ha natura essenzialmente politica.
Infatti: la compagine statuale non è neutrale, bensì è diretta espressione di precisi interessi e aspirazioni che, venendo veicolati da organi statali, ritrovano in questi legittimità. Dunque, con l’attività posta in essere dalle articolazioni e dagli organi dello stato, tali interessi e aspirazioni vengono legalmente istituzionalizzati nel vivere sociale.
Attività interpretativa e applicativa delle disposizioni: nemmeno essa neutrale, in quanto per il suo tramite vengono istituzionalizzati interessi e valori ivi presenti, ma non ancora giuridicamente formalizzati.
Dunque: in una realtà in cui si riscontrasse la presenza legittimata di un unico e omogeneo ambito valoriale o di interessi: il discorso sull’interpretazione non avrebbe grande rilievo.
Al contrario,
se nella stessa realtà fossero legittimati valori e istanze sociali diversi e confliggenti, allora la loro concreta vigenza sarebbe condizionata anche e soprattutto dall'attività interpretativa delle disposizioni.
Infatti: se da una disposizione è possibile trarre più di una norma, ciò è possibile in virtù non solo della costruzione sintattica e semantica dell'enunciato, bensì anche dall'ambito valoriale all'interno del quale l'interprete si colloca.
Quindi: non è indifferente il fatto che l'attività interpretativa si collochi in un ambito di monismo o di pluralismo culturale.
DALLO STATO MONOCLASSE ALLO STATO PLURICLASSE (pensiero di Giannini)
2. stato monoclasse (o censitario/borghese/liberale): compagine statuale dell'800, frutto delle rivoluzioni borghesi; una delle caratteristiche è data dal fatto che il parlamento rappresenta la classe abbiente, la borghesia, la sola che ha
Il diritto di voto. In tal modo: i valori e gli interessi propri di una parte della società vengono contrabbandati per valori propri dell'intero corpo sociale. A fronte della drastica limitazione dell'elettorato attivo (e di conseguenza passivo): forte omogeneità, coesione tra organi politici e amministrativi (tra cui quelli giudiziari).
Tale coesione si realizza non tanto attraverso la loro organizzazione formale, bensì in quanto composti da funzionari onorari e professionali che provengono dallo stesso ambito sociale.
Perciò: non si pone in modo forte la questione dell'interpretazione, in quanto dalla disposizione deriverà quasi certamente una norma che soddisfa pienamente i valori e gli interessi nei quali sia gli organi amministrativi che quelli politici sono immersi.
Introduzione del suffragio universale: porta ad una modifica sostanziale di tale assetto, in quanto ogni classe sociale diviene altresì classe
politica.Stato pluriclasse: tipo di stato realizzatosi tra 800 e 900 a causa dell'allargamento del suffragio, il quale produsse l'accesso al potere di tutte le classi sociali. Esso dunque si caratterizza per la presenza al potere di più classi. Effetto: modifica della composizione degli organi politici ed amministrativi. Di conseguenza una pluralità di interessi e valori ritrovano legittimità e tentano di affermarsi istituzionalmente nella realtà sociale. Legislazione statale: è costretta dunque ad accogliere al suo interno principi giuridici difformi, frutto di interessi e aspettative sociali il più delle volte confliggenti. Compagine statuale: è chiamata a mediare fra le diverse istanze; da qui il suo carattere eminentemente procedurale. Organi dello stato (sia quelli preposti alla funzione legislativa, sia quelli chiamati a dare attuazione alle disposizioni legislative): occupati da funzionari che rappresentano interessi di parte, eche hanno il loro fulcro nel partito politico.
Partito politico: si caratterizza per avere una ideologia (poi: programma politico) e una organizzazione stabile; diviene quindi una istituzione permanente nelle società civile.
In tale dinamica: il ruolo principale è assolto da partiti politici e associazioni professionali (in primis: associazioni sindacali).
Potestà legislativa: influenzata dagli interessi di parte, rappresentati da partiti politici e associazioni professionali, e lo stesso vale per l'attività interpretativa e applicativa delle disposizioni legislative. In tale contesto, è centrale la riflessione sulla natura dell'attività interpretativa, la quale risulta sempre più palesemente influenzata dagli scopi sociali che l'interprete si prefigge di perseguire.
Di conseguenza: è centrale anche il dibattito sui diversi modelli di attività interpretativa proposti; se nell'ambito dello
stato monoclasse essi potevano essere considerati modellineutrali, adesso si collocano anch'essi nell'agone politico, divenendo essi stessi strumentali rispetto ai fini sociali da perseguire.UNA REALTÀ VIRTUALE: L'UGUAGLIANZA DELLO STATO BORGHESE
Natalino Irti, L'età della decodificazione: nell'esaminare tale fenomeno, l'autore volge innanzitutto lo sguardo indietro, alla fase successiva alla Rivoluzione francese: la borghesia è la nuova classe dirigente; il valore fondamentale è quello dell'individuo, fonte di iniziative e centro di responsabilità, e attorno al quale si edificano tutte le relazioni sociali.
In tale contesto: il diritto non ha il compito di scegliere i fini, bensì di predisporre gli strumenti necessari affinchè ciascuno possa conseguire gli scopi da lui desiderati. La sicurezza sta nelle regole del gioco, che sono regole generali e astratte fissate dal diritto.
Dunque: lo stato ha la
La sola funzione di garantire a ciascuno la più ampia libertà di azione. In particolare, nel campo dei rapporti della produzione e dello scambio, si ritiene che le scelte individuali dominate dalle leggi economiche, in sé razionali, riescano, se lasciate libere in un regime di libera concorrenza, a realizzare meccanicamente il massimo benessere sociale.
Tale scenario: composto da regole generali e astratte rivolte ad individui astratti in quanto avulsi da ogni riferimento con la realtà concreta in cui vivono (ciascuno ha diritto di perseguire i fini autonomamente prefissati, tutti hanno diritto ad una assoluta libertà economica..)
Alla base: provvedimento Le Chapelier, 1791: che prevede l'abolizione di tutti i corpi intermedi (propri del sistema di diritto comune) tra individuo e Stato, al fine di promuovere la libertà di impresa, il libero commercio e la neutralità dello stato nel mondo economico, uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla
legge-in realtà: tali prerogative appartengono solo ad una esigua minoranza della popolazione; l'uguaglianza dunque è solo formale, in quanto il sistema giuridico non ammette più una distinzione della società per ceti, mentre a livello politico e sociale è evidente la disuguaglianza tra chi ha averi e chi non ne ha (i più). L'individuo astrattamente uguale viene posto di fronte alla legge astratta e generale; staccarsi da procedure formali implicherebbe infatti valutare in maniera diseguale l'individuo, riconoscerlo per quello che è nella realtà. Viene dunque creata una realtà fondata sulla virtualità, che cela la concreta condizione sociale di disuguaglianza, e che è regolata ed informata dal codice civile. Virtuale = entità che non trova alcun corrispondente nella realtà, ma che viene comunque usato al fine di compiere delle operazioni sulla realtà. A talerealtà virtuale corrisponde il rigore logico della scienza formalistica, che occultal’essere il diritto, così come concepito, strumento di dominio di una classe sull’altra.In tale contesto: sorge la teoria dell’interpretazione ed applicazione meccanicistica deldiritto, che presuppone l’idea dell’assoluta neutralità della legge, in quanto generale eastratta.Irti: evidenzia come ciò venga poi contraddetto dall’apparire delle leggi speciali, le quali:da un lato offrono un estrinseco omaggio all’unità dei codici- dall’altro: danno una risposta alle domandi incalzanti della realtà-leggi speciali: sottraggono via via intere materie o gruppi di rapporti alla disciplina delcodice civile, costituendo micro-sistemi di norme, con proprie e autonome logiche.Sempre più spesso esse hanno come destinatari determinate cerchie o categorie disoggetti, tanto da configurarsi come veri e propri statuti digruppi.Di conseguenza: il “significato proprio delle parole” e “l’intenzione del legislatore” chesecondo la scienza giuridica classica dovrebbero rendere palese all’interprete il sensodella legge (art 12 disp. prelim. c.c.), assumono un nuovo valore:proprietà del significato: va ricercata ora nell’ambito delle terminologie usate nei- diversi campi di disciplinaintenzione del legislatore: non risponde più ad una ratio generale comune all’intero- sistema, bensì persegue scopi precisi, diversi a seconda del settoreNella collettività pluriclasse di oggi: è arbitraria astrazione dire “Stato” per indicare ipubblici poteri (Giannini)
PER ESSERE ELETTORE È RICHIESTO IL CONCORSO DELLE SEGUENTI4. CONDIZIONIes della strutturazione dello stato monoclasse: Statuto del Regno di Sardegna (poi d’Italia), ottriato da Carlo Alberto il 4 marzo 1848.lOMoAR cPSD| 7389389Art 24: tutti i regnicoli,
Qualunque sia il loro titolo o rango, sono eguali dinanzi alla legge. Tutti odono egualmente i diritti civili e politici e sono ammessi alle cariche civili e militari, salve le eccezioni determinate dalle leggi.
Tra le eccezioni: disciplina relativa all'elettorato attivo: Testo unico della legge elettorale politica, approvato con Regio decreto n. 83 del 28 marzo 1895
NB: esso costituisce l'ultima disposizione legislativa in materia elettorale che designa in Italia una compagine statuale monoclasse. Tale legge riordina le disposizioni legislative in materia elettorale succedutesi dalla reintroduzione nel 1892 del collegio uninominale a suffragio allargato, che avrebbe poi determinato l'avvento al potere di Giolitti.
Essa rimase in vigore fino alla XIV legislatura (inauguratasi nel 1913), la quale è contrassegnata dal collegio uninominale a suffragio universale.
Dunque: si colloca a cavallo della transizione da stato monoclasse a stato pluriclasse.
r.d. n. 83 del 1895:
stabilisce i requisiti necessari per essere