Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 11
Riassunto esame filologia semitica, prof Moriggi, libro consigliato Script of Semitic languages, Daniels Pag. 1 Riassunto esame filologia semitica, prof Moriggi, libro consigliato Script of Semitic languages, Daniels Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 11.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame filologia semitica, prof Moriggi, libro consigliato Script of Semitic languages, Daniels Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 11.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame filologia semitica, prof Moriggi, libro consigliato Script of Semitic languages, Daniels Pag. 11
1 su 11
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Un altro discendente dell’antenato fenicio è la branca del sud semitico, a sua volta

antenato dell’epigrafico sudarabico e dell’antico nordarabico.

Ugaritico

Ancora prima del più antico fenicio vi è il primo considerevole corpus di scritti abjad: le

tavole di Ugarit erano composte in una varietà di semitico abjad scritto sull’argilla,

databili prima del 1300 a.C. in cui le sillabe iniziavano con le vocali e le consonanti. Vi

erano due varietà: una più ampia, scritta da sinistra verso destra, utilizzata nella città

di Ugarit; una più corta, contenente 22 lettere trovati in ebraico solitamente scritte da

destra verso sinistra.

Fenicio

Sufficiente materiale è sopravvissuto dal 1 millennio a.C. per adottare lo sviluppo

dell’abjad dall’antica forma di fenicio fino alla considerevole diversità di scritti che

erano in uso finché perdurò la diversità delle lingue semitiche. Mentre molte comunità

ammettevano il cambiamento dell’abjad attraverso le generazioni, la tradizione

rappresentata inizialmente dall’ebraico e poi dai samaritani era conservativa,

preservando un gruppo di lettere che erano vicine alle antiche forme di 3000 anni fa.

Aramaico

L’ebraico quadrato è una forma del ramo dell’aramaico dell’abjad, apparentemente

adottato dalla comunità ebrea durante l’esilio babilonese. Poco dopo l’inizio della

registrazione epigrafica, appaiono due difetti tipi di scrittura. La scrittura dei fenici era

più angolare, mentre le associazioni con le lingue aramaiche diventano più curve. Una

possibile spiegazione di ciò è che gli scritti aramaici erano largamente utilizzati in tutta

la mezzaluna fertile, così la tendenza alla corsività era tollerato.

Al contrario, il fenicio sembra essere scritto in meno differenti circostanze,

permettendo agli scritti minor opportunità di evoluzione durante i secoli.

Diversi corpus scritti nella versione corsiva dell’abjad aramaico sono sopravvissuti dal

1 millennio a.C. ma il materiale non è sufficiente per comprendere le interrelazioni tra

essi. Includono:

- nabateo, usato nella città di Petra nella moderna Giordania e

conseguentemente in tutto il Sinai;

- palmireno, dalla città di Palmira

- hatran usato nella parte nord della regione arameofona

- edessan, sviluppatosi negli scritti siriaci

- mandaico

- elymaic, da Elam la moderna Siria

Riflessioni contemporanee dell’aramaico

L’abjad è ancora in uso nel mandaico, arabo, siriaco ed ebraico. Ognuno dei 4 è

sopravvissuto perché mezzo di trasmissione delle sacre scritture. Solo una manciata di

iscrizioni arabe pre-islamiche sono conosciute, ed è chiaro che gli scritti erano in crisi:

differenti lettere erano pressoché indistinguibili, e il largo inventario consonantico

dell’arabo non era opportunamente utilizzato dall’abjad. La soluzione degli scrivani era

di fondere la forma delle lettere in una dozzina di forme, e di distinguerle

obbligatoriamente con uno schema di punti; i punti riflettono la storia delle lettere e la

similarità fonetica.

La cristianità siriaca divisa tra il romano impero, quello persiano e lo scisma cristiano,

svilupparono due distinte versioni di scrittura dal più antico Estrangelo: giacobita e

Serto ad ovest; nestoriano ad est oggi chiamato siriaco.

Con la diaspora ebrea, le varietà regionali di scrittura sono emerse ovunque. L’ebraico

quadrato rimane la scrittura dei libri sacri ed è la forma standard utilizzata nella

moderna Israele.

Alfabeto

Il suddetto trasferimento della scrittura abjadica dai parlanti semitici ai parlanti greci

era probabilmente inevitabile, ma l’emergere della scrittura alfabetica fu una

casualità. Non ci volle un grande genio greco per ideare lettere per le vocali. L’inizio

delle sillabe con consonanti laringali e semivocali del semitico, erano sentite dai greci

con le vocali.

Le vocali

Non è corretto affermare che l’abjad poteva notare solo le consonanti. Nelle anche più

antiche iscrizioni aramaiche oggi conosciute esistono quelle chiamate “matres

lectionis”. Ci sono certe lettere che non individuano il valore consonantico, ma la

presenza di una vocale foneticamente simile. L’origine è storica: le consonanti

continuarono ad essere scritte dopo che vennero perse nel linguaggio parlato in

alcune posizioni, e incominciarono ad essere interpretate come condizioni per le vocali

che rimasero. Il processo è stato applicato consistentemente in aramaico. Il mandaico

è così scrupoloso nel suo uso delle vocali da avere pressoché concepito un alfabeto.

L’abjad semitico è diventato un intero alfabeto nelle mani dei grammatici siriaci. Forse

perché erano familiari ai greci, riconobbero che era possibile e utile trascrivere

esplicitamente tutte le vocali. Il largo numero di prestiti greci e iranici nel siriaco

fornirono l’impulso nella formulazione di tale annotazione. Il modello greco però non

venne preso in considerazione per due motivi:

1. il testo della scrittura era sacro, venne trasmesso nelle generazioni successive e

non poteva essere sfigurati dagli elementi inseriti.

2. se un nuovo modo di scrittura siriaca fosse entrato in voga, tutti i vecchi

manoscritti sarebbero stati illeggibili dalle successive generazioni di studenti.

Pertanto, venne trovato un’opzionale trascrizione senza infrangere il testo

consonantico. Ne derivò uno schema di vocali conosciuto come “puntamento vocalico”

Siriaco

I primi manoscritti nell’Estrangelo siriaco impiegano diversi punti diacritici. Un paio di

punti sopra una parola indicano il plurale. Combinazioni di punti divennero in uso

nell’est della Siria per indicare sfumature nelle vocali, con l’intero sistema si sono

distinte 7 vocali nel 9 secolo d.C.

Nell’ovest della Siria le vocali erano specificate con piccole lettere gr5eche piazzate

sopra o sotto le consonanti seguite da vocali.

Ebraico

Per l’ebraico non esiste una sequenza di manoscritti che illustrino lo sviluppo del

puntamento vocalico. Quando l’ebraico divenne una lingua parlata, gli scolari di

diverse parti del mondo ebreo formularono degli schemi per la trascrizione vocalica. Il

puntamento babilonese e palestinese hanno lasciato spazio a quello tiberiano, il cui

stile lo si ritrova tutt’ora nelle edizioni della bibbia e occasionalmente utilizzati per

testi ebraici moderni come poesia o libri di scuola elementare.

Arabo

L’arabo, con il suo intero complemento di matres lectionis e la sua limitata serie di

vocali, stabilì rapidamente una serie di vocali diacritiche. L’intero sistema di scrittura

araba è morfologicamente abbastanza complessa poiché il testo consonantico del

corano venne fissato dai parlanti di un dialetto e le vocali e altri diacritici furono

inserite in base ad un altro dialetto differente.

Abugida

Sparse iscrizioni sabee vennero trovate in Eritrea. Poco prima del 300 d.C. alcuni

missionari riuscirono a convertire il re e il regno di Axum al cristianesimo, e

simultaneamente l’annotazione vocalica apparse nelle iscrizioni che iniziarono con il

regno del re Ezana. Le scritture etiopiche erano pertanto le prime scritture semitiche

che trascrivevano le vocali e lo fa in modo unico all’interno della sfera semitica: esso

uso una tecnica utilizzata in india con cui si prendeva una forma consonantica base

rappresentante la consonante seguita da “a” e si modificava quella forma per

rappresentare la consonante seguita da un’altra vocale. Questa tecnica è stata

introdotta dai cristiani missionari dell’india.

Direzioni della scrittura

Piuttosto prima dello sviluppo cuneiforme, venne stabilita una rotazione di 90 gradi

nella direzione della scrittura, così che gli antichi pittogrammi fossero rivolti verso

l’alto, le linee del testo orizzontali e la lettura da sinistra verso destra.

La scrittura da sinistra verso destra è stata la regola principale durante tutta la storia

dell’abjad. La principale eccezione è data dalle tavole ugaritiche la cui pratica sembra

essere stata ripresa dal cuneiforme mesopotamico. I testi epigrafici sud arabici

tendevano ad essere scritti in bustrofedico con alternate linee che cominciano alle

estremità opposte della superficie.

Il primo scriba che stabilì i principi della scrittura con l’abjad fu probabilmente

mancino. La persistenza della scrittura da destra verso sinistra mostra la forza delle

tradizioni; gli scribi siriaci adottarono l’espediente di girare le pagine di 90 gradi in

senso antiorario per scrivere verso il basso in colonne che vanno da sinistra verso

destra, sempre leggendole orizzontalmente da destra verso sinistra.

Sembra che solo quando una scrittura subisce una catastrofica trasformazione la

tradizione possa essere violata. Ciò è accaduto con il trasferimento dell’abjad ai greci,

e così anche nello sviluppo dell’etiopico abugida.

Divisione di parole e proposizioni

I limiti delle parole erano trattati in 4 differenti modi nella scrittura delle lingue

semitiche:

1. erano ignorati

2. erano indicati da caratteri divisori

3. coincidevano con lo spazio orizzontale nella linea di scrittura

4. era indicati da una forma distinta di lettere alla fine delle parole

Tali testi proto-cananaici erano interpretati generalmente includendo solo le singole

parole, usualmente il nome del possessore.

In ugaritico, un singolo cuneo verticale sta tra le parole. L’iscrizione sul sarcofago di

Ahiram usa brevi caratteri in verticale. La lieve pausa che ha generato sembra indurre

gli scribi a prolungare il tratto finale della parola, risultando una speciale forma finale

delle lettere.

In arabo, la tendenza a prolungare il tratto finale della parola significa che le parole

possono essere distinte senza togliere spazio extra tra di esse. I testi epigrafici sud

arabici generalmente seguono ogni parola da un breve tratto verticale, e il suo

discendente etiopico recentemente ha iniziato ad usare punti verticali.

Descrizione delle lingue semitiche

Logosillabario

La scrittura cuneiforme accadica comprende circa 600 segni che hanno uno o più

letture fonetiche, molti dei quali hanno valore logografico e un certo numero che viene

utilizzato anche come determinativi. Il numero 600 può essere fuorviante: meno di 200

segni sono di comune uso in ogni stadio del linguaggio.

I segni sono identificato in due modi:

1. dalla loro lettura

2. dalla loro designazione

La lettura di un segno in un particolare contesto è data dal corsivo italico. I vari segni

con la stessa pronuncia sono differenziati nella traslitterazione tramite sottoscrizioni

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
11 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/07 Semitistica - lingue e letterature dell'etiopia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Julie1402 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia semitica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Moriggi Marco.