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Deleuze nel 900 riprende le sue idee concentrandosi sulla creazione estetica
Anche Bergson parte dal sensibile nel Saggio sul Movimento retrogrado
nell’opera Pensiero e movimento del 1934: per lui il nostro intelletto per
un’ingenua abitudine interpreta l’idea e l’opera come non coincidenti, ritrova
l’illusione precedente all’opera in un’illusione attraverso un movimento
retrogrado= in realtà l’opera nasce poiché si hanno le condizioni di possibilità
per la creazione, senza cadere nella superstizione della logica retrograda che
non accetta come qualcosa si crei e sia funzionale al tempo della sua creazione
In Verità e metodo 1960, Gadamer indaga lo statuto dell’arte senza tenere
conto dello stato d’animo dell’autore= l’opera come oggetto non contrasta il
soggetto creatore e arricchisce sia lui che il fruitore essendo subjectum
dell’esperienza artistica+ ha valenza conoscitiva poiché in richiamo al
platonismo il processo di creazione è riconoscimento creativo+ in richiamo ad
Aristotele si ha il piacere nella conoscenza lo stesso di ha in Merleau-Ponty
che insiste sulla dimensione predeterminata della creazione ( visibilità segreta
che non porta il fruitore a comprendere il nuovo con le regole precedenti+
un’opera non è già data prima che il creatore risvegli il suo contenuto nello
spettatore) = la soluzione per Husserl è considerare la vita dell’artista in cui si
hanno elementi che giungono nella nostra come preesistenti= l’arte ci ridona un
mondo già esistente con una famigliarità sconosciuta/inedito riconosciuto con il
senso datole dall’artista
Deleuze non vede la preesistenza dell’opera la sua possibilità definita: l’opera
dal concetto visuale deve attualizzarsi con il principio di differenziamento dal
suo primo stato di possibilità con linee di attualizzazione proprie (Gioconda)
poiché il concetto non preesiste all’opera Dino Formaggio segue le idee di
Husserl e Banfi nella Fenomenologia della tecnica artistica del 1953: l’arte
coincide con la techne e separarla dal suo processo di attuazione è separarla
dalla vita+ il genio è ricompreso come natura e sensibilità: confrontandosi con il
materiale si confronta con le possibilità dell’opera e i apre a priori eliminando il
concetto di generalità (gli impedimenti sono consigli)= non si rivolge all’idea ma
alla materialità del mezzo (Michelangelo)
Nel 900 si ha la dichiarazione di impersonalità dello statuto autoriale e la sua
perdita di aurea divina (Cos’è un autore? Di Foucault dimostra in tal pretesa la
loro natura paradossale + La morte dell’artista di Barthes) + Proust riconosce la
differenza tra io dell’artista e delle biografie nel Contre Sainte-Beuve e Warhol
produce senza interpretazione la gioia della macchina trasformandosi in lei
Per Heiddeger il fare dell’artista è indifferente all’arte come manifestarsi della
realtà ( per Merleau-Ponty Cezanne era artista dell’essere)+ Lyotard
l’interpretazione di Diderot dei Salon in modo satirico deriva da un gioco
mimetico Cos’è la filosofia ? del 1991 di Deleuze e Guattari mette in luce la
concezione del primo di cosa sia l’arte: è senza concetto come per Kant ma ha
una facoltà di pensiero in pendant con quella della scienza e della filosofia:
producono rispettivamente affetti/precetti, funzioni, concetti= l’arte può essere
direzionata a fini pratici ma deve rompere i clichè abituali per mostrare un
contatto poetico con il reale
L’artista per Deleuze crea nell’opera un punto per scardinare le convenzioni,
ovvero le aspettative del fruitore, che non essendo ancora adatto per capirla
non la comprende (composizioni di Beethoven)= bisogna aspettare la
formazione di un pubblico adatto + l’artista deve deformare con coerenza come
sostiene Merleau-Ponty i concetti comuni preesistenti a lui nell’arte= rompe le
affezioni comuni per creare figure estetiche l’io ordinario, ovvero personale,
viene eliminato a discapito di quello vero che viene percepito attraverso l’arte
come affetto impersonale= Rossellini e Gorard cessano di essere persone per
diventare stili/categorie estetiche+ l’opera per Deleuze è monumento
(agglomerato autosufficiente di sensazione) che nella sua fabulazione creativa
tende al futuro e non alla celebrazione del passato creando effetti
autosufficienti (rivoti al futuro per la scomparsa del creatore/evento)
III gusto e fruizione estetica
La distinzione tra gusto e fruizione richiama al problema teorico del gusto (idea
estetica con coordinate storiche/temporali): si ha nel contesto dell’estetica e
quindi dello spettatore con apice del gusto come idea estetica nel 700, critica
dello stesso nell’800 e indagine delle dinamiche di fruizione del 900= il gusto
diventa oggetto teorico dell’estetica quando il piacere estetico derivante
dall’osservazione della natura-arte e il giudizio di gusto che ne compete sono
autonomi e non descritti con criteri esterni al gusto nel XVIII secolo il gusto è
interrogazione filosofica esplicita: si ha la sua autonomia con
l’autonomizzazione del fatto estetico nei Salon con la critica d‘arte che si
concentra sulla singola opera-limiti delle poetiche classicistiche-giustificazione
del gusto
La storia del gusto passa per le polarità di sentimento-giudizio e
intersoggettività-soggettività non coincidendo con la critica d’arte (processi di
valutazione) ne con la storia dell’arte (evoluzione degli stili)= il gusto è un modo
di sentire del soggetto separato dall’arte che chiama in campo emozioni e
sentimenti derivanti da aspetti qualitativi dell’esperienza umana non
riconducibili alla ragione si ha un sentire soggettivo creativo e ricettivo con
contorni incerti in base alla vita emozionale dell’uomo e all’orizzonte di piacere:
si ha un non so chè che descrive tutte le componenti dell’esperienza umana non
giustificabili con la ragione ma che si manifestano qualitativamente nel
sentimento e poi nel gusto
Prime espressioni nell’orizzonte tematico trasversale del gusto non nel 600
prima con Locke nel Saggio sull’intelletto umano 1689 in cui lo descrive come
wit, facoltà analogica dell’intelletto di collegare oggetti nell’ambito
dell’esperienza sensibile + poi da Liebniz nei Nuovi saggi sull’intelletto umano
in cui tratta con le percezioni inconsce una via del gusto verso una ricezione
chiara ed armonica e una progressione alla perfezione= nascita del gusto come
capacità di cogliere conoscitivamente l’orizzonte qualitativo buon gusto:
modo di sentire e stile di comportamento sociale-morale-estetico dell’uomo
raffinato e colto di Francia e Inghilterra
L’estetica come disciplina del sentire si basa sulle emozioni, sentimenti,
passioni oscure alla ragione( tutte connesse nell’espressione della vita emotiva
derivante dall’osservazione di arte e natura)= la riflessione sull’estetica
moderna vede spettacoli della natura e rappresentazioni teatrali sollecitare
passioni pericolose tradotte in elementi innocui= nella sua opera Le Passioni
dell’anima del 1649 Cartesio sostiene che simpatia e pietà siano espressioni
dell’eloquenza muta (riconoscono la componente fisiologica delle passioni e la
fisiologia dei sensi) + i saggi di Montaigne, 1580-95, pongono le passioni alla
base della generazione del piacere estetico
Estetica emozionalistica ha fondamento teorico nel testo del 1719 di Du Bos,
Riflessioni critiche sulla poesia e la pittura= qui egli riprende i concetti cardine
di Cartesio e li sviluppa= il piacere dell’uomo davanti al terrore come
sentimento di auto-conservazione derivante dall’esercizio della compassione
( genera piacere puro e sentimenti positivi) e la centralità dell’emozione come
fenomeno psicofisiologico senza giustificazione morale ( il piacere si prova
quando l’emozione controlla l’anima) Du Bos è il primo a creare una scissione
tra sentimento e passione + pone come fondamentali nella sua teoria il
coinvolgimento emozionale nella fruizione estetica, l’immediatezza della
passione e la centralità dello spettatore= il pubblico giudicherà le opere in
modo disinteressato per la sua naturale capacità di farsi coinvolgere
emotivamente
Rottura delle effimere passioni attraverso il sentimento: elemento prodotto
dall’opera nel fruitore +unico organo conoscitivo in grado di esprimere il
rapporto conoscitivo-espressivo tra soggetto-opera (allontanamento dalle
passioni violente: giudizio)= la capacità naturale di fruire il bello va oltre le
epoche storiche poichè l’emozione suscitata da Omero resta invariata+ non si
ha la facoltà di illuminare il genio come pretende la ragione (non ha
progressione lineare) l’articolazione tra sentimenti/emozioni, legati alla
sensibilità, riguarda sempre passioni artificiali poiché derivanti da soggetti
artistici=non influenza intelletto/immaginazione(rimane nella sensazione
L’emozione derivante dal coinvolgimento empatico ha nel sentimento il suo
momento di meditazione giudicativa che porta all’espressione in criteri
condivisibili del gusto= l’espressione è una sollecitazione passionale improvvisa
con implicazioni fisiologiche (reazione passionale improvvisa dipendente dalla
specificità) + Il sentimento è l’atto conoscitivo regolato dalla capacità di giudizio
di rendere la reazione comunicabile e conoscibile
Il piacere puro di Du Bos deriva dal terribile provocato da spettacoli teatrali che
non ha implicazioni con affetti reali= la liberazione del piacere estetico avviene
con il disinteresse poiché l’eccitazione prodotta dall’illusione crea emozione ma
non porta a conseguenze fisiologiche dannose (colpisce l’anima sensibile e non
la ragione avendo origine in una realtà altra dalla nostra) l’opera non deve
impegnare la nostra mente poiché nelle rappresentazioni vogliamo trovare
soggetti del quotidiano facili da comprendere per suscitare emozioni patetiche=
tutte le emozioni non sono reali, lasciano l’amaro in bocca, ne addolcite come
crede Hume, per Du Bos vanno provate nell’ambito protetto della finzione + il
piacere del pianto fondandosi del dispiacere per produrre piacere estetico è
molto più forte della contemplazione del bello perché arriva subito al cuore
Il pubblico decreta il valore dell’opera attraverso il senso comune e la
contrapposizione alle regole sterili dei critici ( M