Anteprima
Vedrai una selezione di 18 pagine su 84
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 1 Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 2
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 6
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 11
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 16
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 21
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 26
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 31
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 36
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 41
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 46
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 51
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 56
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 61
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 66
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 71
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 76
Anteprima di 18 pagg. su 84.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame economia regionale, prof. Paglialunga, libro consigliato Economia regionale, Capello Pag. 81
1 su 84
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA PROSSIMITA' COGNITIVA

Alla fine degli anni 90 nasce una nuova visione: la geografia economica evolutiva che mette al centro dell'interpretazione della dinamica delle aree locali, l'analisi della nascita e della chiusura di imprese in una visione storico-evolutiva. Le scelte innovative e localizzative delle imprese sono assunte in un contesto di razionalità limitata e interpretate all'interno di una teoria. Questa teoria descrive la creazione di innovazione e nuova conoscenza come il risultato di un processo creativo di scoperta sviluppato attorno a competenze esistenti (all'interno di specifici ambiti o paradigmi tecnologici e lungo traiettorie specifiche). Le imprese che si trovano all'interno di conoscenze limitate risultano condizionate del passato. Per questo motivo le nuove imprese generate come spin-off limitano l'incertezza della scelta localizzandosi nella stessa area e le imprese già esistenti mostrano un'inerzia.

La concentrazione di imprese nello stesso settore è dovuta alle relazioni stabili che si instaurano nel tempo. Il risultato è una concentrazione in un'area di imprese dello stesso settore.

Per la prima volta la concentrazione è interpretata come risultato di processi storici ed evolutivi, che determina l'evoluzione futura. E' in questo ragionamento si inserisce il concetto di prossimità cognitiva come elemento fondamentale per spiegare la capacità innovativa.

Prossimità cognitiva: per poter innovare è necessario che le conoscenze locali siano complementari tra loro - "base tecnologica comune" o related variety (insieme di soluzioni tecnologiche tra loro connesse su una base cognitiva comune).

La teoria della prossimità cognitiva suggerisce che più è elevata la varietà tecnologica tra 2 regioni all'interno di un macro-settore comune tanto maggiore è il beneficio che queste regioni traggono dallo scambio di

conoscenze.Attraverso la costituzione di un indicatore di related variety diverse analisi empiriche hanno individuato una relazione positiva tra il livello di related variety e i tassi di crescita dell'area.

Pregi:

  • superato la visione semplicistica di Hagerstrand ripresa nella teoria degli spillover di conoscenza dove attraverso la pura probabilità di contatto tra attori può avvenire lo scambio di conoscenze
  • la prossimità cognitiva arricchisce il concetto di capacità di assorbimento, utilizzato per spiegare la diversa capacità di sfruttamento di conoscenza tra soggetti della stessa area
  • La prossimità cognitiva prende in considerazione elementi cognitivi più fini: imponendo una complementarità di conoscenze e una base comune. Distingue la capacità cognitiva sulla base delle conoscenze tecnologiche in possesso e della specializzazione delle conoscenze aggregate

Limiti: riduce gli elementi cognitivi alla dimensione settoriale

(si pone un passo indietro alla teoria dei milieu innovateur). Spillovers, absorptive capacity, non linearità, complementarità, lock-in sono i concetti chiave che ci spiegano questa interpretazione. Se è vero che c'è la base comune di conoscenze, che gli agenti presenti nell'area regionale sono tra di loro esperti in questioni affini è questo canale che da origine a spillovers di conoscenza. Se questo è vero un altro modo per descrivere gli stessi processi è quello di utilizzare il termine absorptive capacity. Cioè io sono in grado di assimilare delle conoscenze accumulate a condizione che abbia una capacità di assorbimento che mi consente di capire l'innovazione che viene dall'esterno. Ovviamente in quest'ottica il processo diventa non lineare, il ruolo delle complementarità e delle competenze diventa un punto cruciale. Questo da un lato ha il beneficio di far crescere da un lato le

conoscenze può avvenire attraverso diverse modalità, come ad esempio la collaborazione tra imprese, la partecipazione a reti di ricerca e sviluppo, la condivisione di infrastrutture e risorse. Inoltre, la presenza di prossimità geografica favorisce anche lo scambio di informazioni e l'apprendimento informale tra gli attori del territorio. Tuttavia, è importante considerare anche i possibili rischi legati alla prossimità. Ad esempio, il concetto di lock-in indica la situazione in cui un'organizzazione o un territorio diventa dipendente da un determinato paradigma tecnologico, rendendo difficile l'uscita da esso. Un esempio di lock-in è il carbon lock-in, che indica la dipendenza dal carbonio nella produzione. Per affrontare queste sfide, la strategia regionale europea Smart Specialisation EU si basa sull'idea di identificare le aree strategiche per ogni territorio e favorire le relazioni tra gli attori al fine di sfruttare al meglio le condizioni specifiche dell'area. In generale, la presenza di prossimità genera diverse esternalità positive che favoriscono il trasferimento di conoscenze. Queste includono un ridotto rischio di opportunismo, bassi costi di transazione, scambio di conoscenze involontario e una comprensione comune degli aspetti tecnologici. Il trasferimento di conoscenze può avvenire attraverso diverse modalità e la prossimità geografica facilita anche lo scambio di informazioni e l'apprendimento informale tra gli attori del territorio.

Conoscenze richiede al tempo stesso capacità di relazionarsi dei soggetti coinvolti, regole e fiducia reciproca (condizione garantita dalla interazione tra prossimità relazionale e istituzionale). Lo scambio di conoscenze complementari all'interno di una base cognitiva comune è facilitato da regole che bandiscono comportamenti opportunistici. Gli effetti generati dalle diverse prossimità mostrano caratteristiche di non-linearità. Se la presenza di tutte e 3 le prossimità può moltiplicare i vantaggi conseguibili può anche moltiplicare i rischi. Cioè si possono verificare rendimenti decrescenti (come teorizzato nei milieu innovateur- la presenza di sole relazioni locali può cristallizzare le conoscenze all'interno dell'area riducendo anche la creatività). Inoltre i processi innovativi soprattutto quelli radicali si possono ridurre o azzerarsi. Le diverse definizioni di prossimità pur

avvicinandosi a un concetto di spazio di relazioni, restano ancorati a una visione geografica di spazio. Solo all'interno delle teorie marshalliane dei distretti industriali e della teoria evolutiva del milieu innovateur lo spazio geografico diviene spazio sociale. I MODELLI REGIONALI DI INNOVAZIONE (concetti generali) Di recente si è imposta l'idea che l'approccio settoriale all'interpretazione della capacità di innovare delle regioni non sia in grado di cogliere appieno gli elementi per spiegare la loro capacità innovativa. Quando utilizzato in un contesto regionale mostra 2 limiti: - spinge velocemente verso la considerazione della sola conoscenza formale come fonte di innovazione - ha l'idea che la sola conoscenza generata dai settori presenti a livello locale sia fonte di innovazione (altre teorie sottolineano l'importanza delle conoscenze provenienti dall'esterno) Per superare questi limiti è stato proposto il concettodi informazione e le distanze geografiche). L'approccio dei modelli regionali di innovazione si basa sulla comprensione del contesto territoriale come elemento chiave per lo sviluppo dell'innovazione. Questo contesto può essere costituito da diversi elementi, sia tangibili che intangibili. Per quanto riguarda gli elementi tangibili, si fa riferimento alle condizioni materiali presenti nel territorio che favoriscono il processo innovativo. Per quanto riguarda gli elementi intangibili, si fa riferimento alle condizioni immateriali, come la conoscenza formalizzata. Gli approcci dei modelli regionali di innovazione si concentrano su tre aspetti principali: 1. La creazione della conoscenza a livello territoriale: si studia come la conoscenza viene generata all'interno di una determinata regione. Questo può avvenire attraverso la ricerca scientifica, l'istruzione superiore e la collaborazione tra imprese e istituzioni. 2. La diffusione della conoscenza tra regioni: si analizza come la conoscenza viene condivisa e diffusa tra diverse regioni. Questo può avvenire attraverso la mobilità dei ricercatori, la partecipazione a reti di collaborazione e la condivisione di buone pratiche. 3. La capacità delle regioni di tradurre la conoscenza in innovazione: si valuta la capacità delle regioni di trasformare la conoscenza acquisita in innovazione concreta. Questa capacità si basa sull'interazione e la cooperazione tra soggetti diversi, come imprese, istituzioni di ricerca e enti pubblici. L'obiettivo è ridurre il grado di incertezza, le asimmetrie di informazione e le distanze geografiche che possono ostacolare il processo innovativo. In sintesi, l'approccio dei modelli regionali di innovazione considera il contesto territoriale come un elemento fondamentale per comprendere e promuovere l'innovazione. Questo approccio si basa sull'analisi delle condizioni locali, sia materiali che immateriali, che favoriscono la creazione e la diffusione della conoscenza, nonché la capacità delle regioni di tradurre questa conoscenza in innovazione concreta.

informative). All’interno di tutte le possibili combinazioni tra fasi dell’innovazione ed elementi territoriali, emergono 3 modelli di innovazione:

  • Modello di innovazione endogena: le condizioni territoriali sono in grado di supportare appieno la creazione interna di conoscenza e tradurla in innovazione e crescita. Oggi questi modelli trovano un forte spunto nella collaborazione tra regioni.
  • Modello di applicazione creativa: dalla presenza di attori stimolati da nuove esperienze a tal punto da ricercare all’esterno conoscenze non presenti in loco.
  • Modello di imitazione: gli attori basano i loro processi innovativi sull’imitazione che può portare a diversi livelli di sviluppo di un’innovazione già esistente e può essere un’imitazione con diversi gradi di creatività.

Lo spazio dicotomico centro-periferia è stato richiamato alla fine degli anni 2000 per differenziare le strategie di innovazione: il centro dove ospitare

laboratori di ricerca mentre in periferia identificare i campi tecnologici in cui specializzarsi e svilupparsi. Questo approccio ricorda che la strada verso l'innovazione e la modernizzazione è molto differente tra regioni e dipende in modo evidente dalle caratteristiche e dalle specificità locali.

IL CONCETTO DI CAPITALE TERRITORIALE (concetti generali)

Gli elementi che sono alla base dello sviluppo di un'area locale sono di diversa natura: materiali, immateriali, pubblici, privati, generati da processi endogeni o esogeni. La loro varietà ha spinto a proporre un concetto di sintesi: il capitale territoriale = insieme degli asset locali, tangibili e intangibili, di natura pubblica o privata, esogeni o endogeni, che costituisce il potenziale di sviluppo in un'area.

Le politiche di sviluppo territoriale devono innanzitutto aiutare le singole regioni a costruire il loro capitale territoriale. La tassonomia di tutti gli elementi che compongono il capitale territoriale

È costruita attorno a 2 dimensioni, scelte in modo da far emergere la natura economica di ogni elemento.

1. Dimensione della rivalità: permette di stabilire se l'elemento di capitale territoriale è a uso esclusivo di un soggetto o a uso di un gruppo di persone.

2. Dimensione della materialità: garantisce di attribuire all'elemento del capitale territoriale la natura di bene tangibile, intangibile o misto.

I beni pubblici impuri costituiscono gli elementi innovativi delle teorie più recenti.

La tassonomia consente di far emergere la specifica natura economica di ogni componente e i conseguenti diversi processi di accumulazione e decumulazione che ne accompagnano il ciclo di vita. L'accumulazione di beni pubblici materiali dipende in larga misura dalla qualità della loro governance. L'accumulazione in un contesto locale di beni privati materiali dipende oggi dal loro ancoraggio territoriale (l'ipermobilità è evitata solo se legati al territorio).

territorio della presenza di altri fattori es la conoscenza). I beni privati immateriali si cumula
Dettagli
A.A. 2020-2021
84 pagine
3 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giorgiacascioli98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia regionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Paglialunga Elena.