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SENZA PROGRESSO TECNOLOGICO CON PROGRESSO TECNOLOGICO

Note La funzione aggregata di produzione e’ alla

base del modello Supponiamo ora che smetta di essere costante ed

L’output, se non c’è progresso tecnologico, è assuma la forma , ovvero che cresca ad un

dato solo da lavoro e capitale, ovvero Y = tasso costante di progresso scientifico g su di un

F(A,K,L). periodo di tempo t

La funzione di produzione assume la forma di

una cobb-douglas

Funzione di produzione La funzione di produzione diventerebbe dunque

, dove è il progresso

tecnologico è dato e costante quindi

costante

Produttività Dividiamo la funzione di produzione per il Eseguiamo la stessa operazione di prima per ottenere la

numero di lavoratori (PIL Pro Lavoratore) funzione della produttività ed otteniamo:

Per avere crescita della produttività occorre Sappiamo che a causa dei rendimenti marginali

quindi che il capitale cresca ad un ritmo decrescenti K e L sono destinati ad esaurire il loro effetto

maggiore del lavoro, ma a causa dei sulla crescita della produzione pro capite. A causa del

rendimenti marginali decrescenti (la progresso tecnologico, però, l’aumento di produttività

produttività non può crescere all’infinito) non si ferma.

avremo inesorabilmente nel lungo periodo Il valore permette di aumentare costantemente il

un rapporto costante fra K e L valore di un incremento unitario di K rispetto ad un

incremento del lavoro contrastando in tale modo la

tendenza naturale al manifestarsi di rendimenti

decrescenti.

Nel lungo periodo si può dimostrare che la produttività

cresca ad un tasso uguale al tasso di crescita del

Quando l’investimento in capitale non progresso tecnologico.

comporterà più un aumento della

produttività gli imprenditori non saranno più

incentivati ad accumulare capitale (ci

saranno investimenti lordi per mantenere il

rapporto K e L costante che non

determineranno però nessuna crescita di

produttività) Nel lungo periodo (equilibrio)

non ci sarà dunque crescita di reddito

procapite, perché Y, K ed L crescono allo

stesso tasso (ci può però essere una crescita

dell’output determinata da una crescita della

popolazione che però non incide sulla

produttività)

Crescita della produttività Nel medio periodo, prima che i rendimenti

nel medio periodo marginali decrescenti annullino la crescita di

produttività, potrà aumentare solo a patto

che K cresca più di L

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1.3.1.2 Le fonti delle disparità regionali secondo il modello neoclassico

Le disparità fra le regioni possono quindi manifestarsi se (fattori che generano la crescita secondo il modello

neoclassico):

1. Il progresso tecnologico non è uniformemente distribuito

2. La crescita dello stock di capitale e di lavoro è variabile fra le regioni per una serie di motivi:

a. capitale e lavoro si spostano verso le regioni che già offrono maggiori benefici economici

b. capitale e lavoro non sono fattori perfettamente mobili come assunto dal modello

Quindi disparità negli aumenti di produttività sono spiegati da differenze nel tasso di progresso tecnologico o nel

tasso di crescita del rapporto K/L. Inoltre, in accordo al modello, le regioni povere crescono ad un tasso più

sostenuto di quelle ricche:

­ Le regioni ricche avranno un rapporto K/L e dei salari più elevati

gli investimenti degli imprenditori renderanno meno perché si troveranno già nella parte superiore della curva ed un ulteriore

crescita di produttività richiede un incremento ben superiore di K rispetto a quanto necessario nelle parti basse della curva

(inoltre elevati salari richiedono maggiori aumenti di produttività del capitale per essere pagati).

­ Per lo stesso motivo il capitale avrà tendenza a confluire nelle regioni povere

Siccome il capitale è più mobile del lavoro avremo che il rapporto K/L tenderà a diminuire nelle regioni ricche (la velocità di

decrescita di L non compenserà mai quella di K che è più veloce) e ad aumentare nelle regioni povere (il capitale arriva più

velocemente del lavoro)

Una delle assunzioni chiave del modello neoclassico e’ che nel lungo periodo le disparità scompaiano

(convergenza) (causa movimenti dei fattori)

1.3.2 Teoria neoclassica della crescita con progresso tecnologico endogeno

A differenza del modello neoclassico appena visto, il progresso tecnologico viene ora associato ai lavoratori. In

pratica si usa una funzione di produzione che spiega la produzione di nuove idee e quindi il progresso tecnologico

di medio periodo come funzione di:

­ Numero di lavoratori impiegati nella produzione di nuove idee

­ Lo stock esistente di conoscenza

Inoltre, in equilibrio di lungo periodo, la conoscenza tecnologica crescerebbe ad un tasso pari a quello della

popolazione. Il modello di crescita endogena non e’ stato però sviluppato per spiegare perché le economie

crescono a diversi tassi, ma per spiegare la crescita dell’economia mondiale: infatti un presupposto del modello è

che il progresso di diffonda nello spazio.

Vi sono altri sviluppi teorici che riprendono gli stessi principi di questo modello per cercare di spiegare le

differenze nei tassi di crescita regionali:

1. Modello catch-up

il progresso tecnologico in una regione dipende da quanto e’ indietro rispetto alla regione più avanzata (più si è

 indietro e maggiore sarà la crescita del progresso perché sarà più facile e poco costoso introdurre innovazioni: è sempre

più difficile fare nuove scoperte rivoluzionarie quando si è già alla frontiera della conoscenza)

diversi incentivi ad investire e ad introdurre tecnologie da regione a regione

 i lavori empirici mostrano che la diffusione della conoscenza non è istantanea

il modello implica una convergenza della produttività regionali nel lungo periodo proprio perché il progresso

 tecnologico è destinato a convergere

Il modello spiega però le differenze nei tassi di crescita sul medio termine

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1.3.3 Convergenza del reddito regionale pro capite

Esiste davvero una tendenza di lungo periodo alla convergenza del reddito pro-capite?

­ Per beta-convergenza

si intende che le regioni povere tendano a presentare tassi di crescita del reddito pro capite più elevato di quelle ricche

­ Per sigma-convergenza

si intende che, al di là del reddito pro capite, la ricchezza si distribuisca anche uniformemente (ovvero che la deviazione standard

sia molto elevata rispetto alla media oltre al fatto che le medie convergano)

I dati sembrano attestare l’esistenza sia di una beta-

convergenza sia di una sigma-convergenza.

1.3.4 Ulteriori estensioni del modello neoclassico

Il modello neoclassico può essere usato tutt’al più per

spiegare le differenze regionali nel breve periodo ma non il

perché queste pur riducendosi, non scompaiano nel lungo

(il modello assume perfetta mobilità dei fattori capitale,

lavoro e tecnologia); cosa succede se questi fattori non sono perfettamente mobili nel breve periodo?

­ Il modello neoclassico non riesce più a spiegare le diversità (ed il modo in cui queste tendano a ridursi

nel tempo, pur non scomparendo mai definitivamente): ci troviamo quindi con un modello più o meno

valido nel lungo periodo ma che non si sa bene come sia possibile arrivare al risultato di lungo periodo

dato che non ne sono valide le premesse.

­ Occorre quindi considerare la capacità di assorbire e creare le nuove tecnologie come dipendenti dal

capitale umano e l’ambiente istituzionale. Le ragioni per cui le differenze possono persistere nel lungo

periodo sono ad esempio:

Concentrazione tra persone altamente educate favoriscono la creazione di progresso

 e attività

creative

Le regioni a bassa conoscenza avranno generalmente la tendenza ad acquistare know-how e

 non ha produrlo , specializzandosi in attività di routine che consentano loro di utilizzare il know-how prodotto

altrove.

Occorre quindi distinguere fra progresso tecnologico incorporato e non-incorporato

 (acquistato o

prodotto in casa). Secondo questa impostazione la capacità di generare progresso ed il fatto di poterne disporre non

sono la stessa cosa (questo permetterebbe di mantenere differenze di lungo periodo nelle regioni che per una serie x di

motivi hanno la capacità di generare progresso oltre che acquistarlo o disporne)

1.4 Domanda esterna, agglomerazione e processi di crescita cumulativa (lezioni 8-9)

I principali fattori che influenzano il modello neoclassico sono:

- crescita forza lavoro

- crescita del capitale

- progresso tecnologico

Questi 3 elementi si riferiscono tutti all’offerta di lavoro (infatti una crescita del numero di lavoratori si riferisce

ad una crescita dell’offerta), ignorando ciò che riguarda la domanda. Per incorporare il ruolo della domanda si

devono considerare le regioni come commercianti fra loro e focalizzare l’analisi sul ruolo delle esportazioni.

Concentrarsi sulle esportazioni analizzando la crescita implica un cambiamento di paradigma: se il modello

neoclassico indica che la crescita sia un fenomeno che ha origini prevalentemente interne, l’approccio basato

sulla domanda e sull’export ne mette in rilievo la componente di origine esterna.

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1.4.1 L’approccio basato sull’export

Un aumento della domanda di risorse localizzate in una specifica regione determinerà lo spostamento di capitali

in quella regione e darà avvio ad un accumulazione di capitale e dunque ad una crescita della regione stessa.

Quindi, il punto centrale del modello basato sull’export è che lo stimolo iniziale per lo sviluppo economico era lo

sfruttamento e la domanda delle risorse naturali. La domanda si concentrerà verso le regioni che la sapranno

soddisfare nel modo più efficiente possibile e questo determinerà un aumento dell’afflusso di capitali con

conseguente continua crescita della produttività. Lo stimolo iniziale determinerebbe un mondo di regioni

specializzate nella produzione di diversi beni che possono dunque comprensibilmente presentare differenti tassi

di crescita in funzione del settore in cui sono specializzate).

Queste premesse del modello pongono però ulteriori domande:

1. Perché si verifica questa specializzazione naturale delle regioni (che fa si che la domanda di un certo

bene si concentri in determinate regioni piuttosto che in altre?)

Secondo il modello di Heckscher-Ohlin (HO), ad esempio, le regioni tenderanno a specializzarsi in produzione ed export di be

Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
43 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aigim di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia regionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Svizzera italiana - Usi o del prof Vaona Andrea.