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Alcuni esempi di attività caratterizzate da più elevati valori dell’inclinazione della curva di rendita offerta

sono:

• attività orientate alla densità della domanda, tipicamente le attività commerciali, i grandi magazzini

e supermercati, caratterizzate da un'elevata influenza della distanza sulla domanda dei beni, ossia

la domanda dei beni si riduce velocemente all'aumentare della distanza;

• attività di terziario avanzato (studi di avvocato, medici specializzati) o attività che richiedono una

localizzazione prestigiosa (banche o assicurazioni); i costi di spostamento dei beni per unità di

prodotto e l’influenza della distanza sulla domanda del servizio sono molto bassi, ma gli extra

profitti di una localizzazione centrale molto elevati; attraverso una localizzazione centrale, queste

attività abbandonano un Mercato di concorrenza perfetta e differenziano il prodotto in termini di

qualità grazie all'input produttivo urbano tradizionale, ovvero l’informazione;

• attività come agenzie di viaggio, servizi turistici, caratterizzate da un elevato valore delle loro

attività per unità di suolo;

• attività che dipendono da un Mercato centrale con elevati costi di trasporto del bene finale, come

spedizionieri, o che utilizzano funzioni urbane centrali, come agenti di cambio che richiedono

accessibilità alla borsa, o avvocati che richiedono accessibilità al tribunale.

Alonso 2

Il modello delle attività residenziali indica che la scelta localizzativa non è più quella di un'impresa, ma

quella di un individuo. La differenza sostanziale che emerge con il modello delle attività produttive

l'influenza, nella scelta localizzativa, di una nuova variabile, prima inesistente: la dimensione

dell’appartamento. L'individuo può infatti decidere di spostarsi verso il centro città, sacrificando la

dimensione dell’appartamento. Il risparmio ottenuto dall'acquisto di un appartamento più piccolo e dai

costi di trasporto inferiori che accompagnano localizzazioni più centrali, permette all’individuo di affrontare

maggiori costi unitari del suolo, tipici di localizzazioni meno periferiche. Il modello delle attività residenziali

gioca pertanto su 3 variabili: il costo unitario del suolo o dell’appartamento, dimensione dell’appartamento

e costi trasporto. Date una certa distanza dal centro e una qualsiasi combinazione di dimensione

dell’appartamento e di altri beni, una diminuzione, anche marginale, della dimensione dell’appartamento,

comporta una certa perdita di soddisfazione per l'individuo che dovrà essere compensata, per mantenere

l'utilità costante, con un aumento della quantità di altri beni in suo possesso. L’individuo cercherà di

posizionarsi sulla curva di indifferenza più elevata, espressiva di livelli di utilità maggiori, sotto il suo vincolo

di bilancio, ossia la condizione che il suo reddito eguagli le spese che deve affrontare. Ogni individuo

esprime il massimo valore che può pagare per ogni distanza dal centro compatibilmente con un certo livello

di vita che vuole raggiungere. Conoscendo il valore di tutto il reddito speso per altri beni e la condizione di

tangenza, siamo in grado di ricavare il valore della rendita offerta: essa è espressa, dato un certo livello di

attività, dalla diversa inclinazione della retta di bilancio per diverse distanze dal centro. Lungo la curva,

spostandosi verso il centro, la retta di bilancio diventa più rigida, a causa di un aumento della rendita

massima offerta per quella distanza. La dimensione dell’appartamento diminuisce avvicinandosi al centro

poiché il metro quadro di spazio fisico diviene più costoso. Preme qui sottolineare un risultato molto

importante che emerge da questa analisi: le curve di rendita offerta altro non sono che una trasposizione

delle curve di indifferenza nello spazio del consumo a curve di indifferenza nello spazio urbano.

L'inclinazione della curva di rendita rispetto alla distanza, o gradiente della rendita offerta, esprime

l'incremento nel costo del suolo che l'individuo è disposto ad accettare per spostarsi di una distanza

unitaria verso il centro e mantenere la sua utilità costante. La condizione di Muth esprime una condizione

di indifferenza localizzativa, nella quale cioè localizzazioni alternative mantengono costante l'utilità

dell'individuo: l'incremento di utilità che scaturisce da una maggiore accessibilità al centro uguaglia infatti la

perdita di utilità derivante da un appartamento più piccolo ed ai maggiori costi unitari del suolo, tipici di

localizzazione centrali. La dimensione dell’appartamento diminuisce avvicinandosi al centro, poiché il metro

quadro di spazio fisico diviene più costoso. In questo caso all'individuo risulterà indifferente scegliere, ad

esempio, localizzazione meno periferiche quando il risparmio che scaturisce da costi di trasporto più

contenute dall’acquisto di un appartamento più piccolo eguagli i maggiori costi unitari del suolo, tipici di

localizzazione centrali. Come nel caso delle attività produttive, l'equilibrio localizzativo si evidenzia

sovrapponendo alle curve di rendita offerta quella di rendita effettiva, espressiva delle reali condizioni di

prezzo del suolo esistenti sul Mercato, definita esogenamente. Il punto di tangenza tra la curva di rendita

effettiva e la più bassa tra le curve di rendita offerta riferita un’utilità maggiore, rappresenta la scelta

localizzativa ottima per l'individuo. Un aumento del reddito può condurre a scelte di rilocalizzazione

opposte: qualora prevalesse nell'individuo l'interesse a scegliere un appartamento di dimensioni maggiori,

il vantaggio in termini di risparmio nel prezzo dell'appartamento aumenterebbe e l'individuo si

localizzerebbe in aree più periferiche. Qualora prevalesse, invece, nell’individuo la considerazione del

maggior costo-opportunità speso in trasporto, egli sceglierebbe una localizzazione più centrale. In presenza

di entrambi gli effetti, nella letteratura americana si ritiene in genere che prevalga il primo, ovvero la

dimensione dell’appartamento, e che di conseguenza la localizzazione di equilibrio si sposti verso l'esterno.

Christaller

Il modello di Christaller si basa sull’assunzione che esista un centro urbano per lo scambio di beni e servizi,

o località centrale, che deve produrre e offrire beni o servizi alla popolazione spazialmente dispersa su un

territorio omogeneo e isotropo intorno a essa. L'obiettivo del modello è quello di comprendere come

prodotti o servizi, in particolare funzioni terziarie, si organizzino sul territorio dando vita a una gerarchia

urbana. Per raggiungere l'obiettivo vengono introdotti i concetti di soglia e di portata. La portata (range) di

un servizio definisce la distanza massima oltre la quale il consumatore non è disposto ad affrontare i costi di

trasporto necessari per recarsi ad acquistare il servizio. La soglia di un servizio, a sua volta, rappresenta la

distanza che, fatta ruotare intorno al centro di offerta, delimita un'area circolare nella quale è compresa la

quantità di popolazione minima sufficiente a garantire un livello di domanda tale per cui il servizio è

prodotto in modo efficiente. Ogni servizio è prodotto solo se la portata supera la soglia. La località centrale

è collocata nel centro di un'area di Mercato circolare che rappresenta la localizzazione ottimale in quanto

permette la minimizzazione dei costi di trasporto totali per i consumatori localizzati nell'area. Sussistono 3

fondamentali ipotesi:

• minimizzazione dei costi di trasporto per i consumatori;

• equità distributiva;

• concorrenza tra produttori.

In equilibrio viene a crearsi una struttura a favo, costituita da centri che producono per aree di Mercat

esagonali, tutte della stessa dimensione. In questa logica, ogni servizio ha una sua portata, che definisce la

dimensione dell’area di Mercato: servizi di qualità elevata, prodotti e offerti nei grandi centri urbani, hanno

una portata maggiore, che giustifica un’area di Mercato più grande rispetto a quella nella quale sono offerti

servizi inferiori. Si ipotizza che le relative unità di produzione vadano a localizzarsi laddove già esiste la

produzione dei servizi di ordine Superiore, ossia nel centro degli esagoni, in modo da godere di economie di

agglomerazione. L'area di Mercato servita dalle unità di produzione localizzate nel centro dell'esagono è

inferiore all'esagono stesso e lascia parte del territorio non coperto. Le imprese possono scegliere la loro

localizzazione seguendo 3 principi differenti:

• principio del Mercato, in un’area di Mercato di ordine Superiore esistono 1 +6 /3= 3 centri di ordine

inferiore;

• il principio di trasporto, che scaturisce da una localizzazione equidistante da una coppia di centri di

ordine Superiore. In ogni area di Mercato di ordine Superiore esistono 1 +6 / 2 = 4 centri di ordine

inferiore;

• il principio amministrativo, identificato da una localizzazione nel centro dei 3 angoli che

compongono l'esagono. In questa logica, esisteranno per ogni area di Mercato di un certo ordine, 1

+6 = 7 centri di ordine inferiore.

Dal modello emerge pertanto una gerarchia dei centri urbani; per ogni centro o area di Mercato di ordine n

esistono k centri o aree di Mercato di ordine n-1. K rappresenta il fattore di proporzionalità tra il centro di

un certo ordine e quello di ordine immediatamente inferiore e assume valore 3,4 o 7, a seconda del

principio localizzativo prevalente. Il modello arriva un’importante conclusione: ogni centro maggiore

produce beni o servizi relativi al suo livello gerarchico e tutti i beni/servizi di ordine inferiore. I vantaggi del

centro maggiore derivano dunque dal livello funzionale tipico del suo ordine gerarchico; in questo senso, la

dimensione della città diventa una proxy della funzione urbana e per ogni centro di ordine Superiore esiste,

a cascata, una pluralità di centri di ordine inferiore, fino a giungere all'agglomerazione di livello più basso. I

postulati economici che caratterizzano il modello sono:

• ottimalità nel comportamento dei consumatori, che minimizzano, nella logica del modello, i costi di

trasporto per acquisire il servizio offerto. Le aree di Mercato sono infatti separate e non si

sovrappongono;

• uno spazio geografico omogeneo, in cui l'agglomerazione delle attività nasce per ragioni

economiche e non fisico-geografiche;

• un costo di trasporto proporzionale alla distanza percorsa;

• presenza di economie di scala, implicite nel concetto di s

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A.A. 2018-2019
27 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/06 Economia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mary.1291 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia regionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Cantabene Claudia.