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[VEDI APPUNTI LEZIONE]
Mercati contendibili: è detto contendibile se esiste piena libertà di entrata nel mercato
da parte di nuove imprese, non è quindi necessario che nel mercato ci siano molte
imprese, l'offerta infatti può essere soddisfatta anche da una sola impresa poiché ci
sia la concorrenza potenziale che deriva dalla minaccia di entrata di un altro
operatore; la contendibilità non è facilmente realizzabile: una delle condizioni
necessarie è l'assenza di costi non recuperabili perché questa assenza di rischi spinge
gli imprenditori ad avviare una nuova impresa, è poi importante che i consumatori
abbiano un'informazione ampia delle condizioni di mercato in modo da poter
facilmente trarre vantaggio dalle offerte degli entranti.
Se tutte queste premesse sono rispettate allora è valido il teorema dei mercati
contendibili che dice che in un mercato contendibile una configurazione industriale è
sostenibile se non esiste la possibilità per un entrante di realizzare profitti con prezzi
inferiori a quelli stabiliti da chi è già sul mercato.
Nel caso di monopolio naturale non contendibile la produzione da parte di un impresa
privata sarebbe una soluzione inefficiente in quanto questa opererebbe in regime di
monopolio appropriandosi della rendita; possiamo individuare tre possibili forme di
intervento pubblico: produzione pubblica
- la forma più tradizionale è la diretta con conseguente problema
di definizione della struttura e delle tariffe ottimali.
- sono possibili forme di regolamentazione: una possibilità è costituita dalla politica di
concorrenza per il mercato in cui lo Stato affida a un'impresa la gestione del servizio in
regime di monopolio sulla base di un meccanismo concorrenziale di aste che consente
di affidare il servizio all'imprese più efficiente.
regolamentazione:
- in cui lo Stato affida la produzione ad un impresa privata, ma le
impone dei vincoli che siano compatibili con gli obiettivi di efficienza e di carattere
sociale.
Se invece il mercato è contendibile o non vi sono le condizioni che caratterizzano un
monopolio naturale le motivazioni dell'intervento pubblico legate ai principi di
efficienza non hanno ragion d'essere e quindi la privatizzazione appare la politica più
razionale.
Imprese pubbliche e tariffe:
Un servizio pubblico è affidato a un impresa pubblica che deve fissare le tariffe del
servizio secondo criteri ottimali, gli obiettivi dell'impresa pubblica non includono il
profitto e vi è un maggior grado di libertà nella determinazione delle politiche ottimali
dal punto di vista sociale.
Per quanto riguarda la determinazione delle tariffe ci sono vari modelli:
- la formulazione di una tariffa che prevede il pagamento di un canone in somma fissa,
determinato in modo tale da consentire la copertura dei costi fissi; è questa la
giustificazione della tariffa a due parti, in cui una parte è fissa e una parte pari al costo
marginale variabile con l'uso del servizio.
- qualora risulti difficile l'individuazione di una copertura dei costi fissi una via
alternativa può essere la discriminazione dei prezzi con la quale si fanno pagare prezzi
diversi ai diversi consumatori (questa discriminazione è più facile quando è possibile
accompagnarla con differenziazioni qualitative del servizio (ad esempio prima e
seconda classe nei treni...).
- Regola dei prezzi di Ramsey: se non è possibile imporre imposte fisse o canoni, nel
caso in cui le imprese pubbliche producano un solo bene, il soddisfacimento del
vincolo di bilancio impone come soluzione una tariffa pari al costo medio; se però i
beni prodotti sono più di uno la determinazione della tariffa ottima è più complessa:
qualora l'obiettivo del policy maker è di massimizzare una funzione del benessere
sociale rappresentata dalla funzione di utilità indiretta di un consumatore
rappresentativo con il vincolo del pareggio di bilancio per l'impresa, la struttura
ottimale delle tariffe descritta è funzione inversa dell'elasticità della domanda dei
beni; lo scostamento percentuale della tariffa rispetto al costo marginale risulta
inversamente proporzionale all'elasticità della domanda: sarà più elevato per i servizi
che presentano un'elasticità più bassa e viceversa.
Tutto questo è deducibile anche perché, come si è dimostrato, per i consumatori la
perdita netta prodotta da un'imposta indiretta è tanto più bassa quanto più inelastica
è la domanda del bene; tale tariffa sarà poi inferiore al prezzo che fisserebbe un
monopolista privato perché l'impresa pubblica non ha come obbiettivo la
massimizzazione del profitto, ma agisce semplicemente con il vincolo di coprire i costi
con i ricavi.
Quella appena descritta è una condizione sufficiente per la sostenibilità del monopolio
naturale: un'impresa di monopolio naturale che segua questa regola non corre il
rischio di essere scalzata da un eventuale altra impresa che intenda entrare nel
mercato.
Sempre nel caso in cui la contendibilità non sia realizzabile in misura sufficiente, ma si
abbiano timori che lo strumento dell'impresa pubblica possa dar luogo ad inefficienze
politiche per la
nell'offerta troppo ampie, si possono prendere in considerazione
concorrenza : queste non comportano una riduzione del ruolo dello Stato.
Questo è il punto di maggior contatto tra l'economia pubblica e la nuova economia
industriale; lo scopo dell'intervento pubblico è quello di mirare all'estrazione della
rendita del monopolista, inducendo alla scelta di soluzioni ottimali; queste politiche si
possono articolare in due forme possibili:
*Concorrenza per il mercato: una prima e apparentemente semplice soluzione
all'inefficienza della produzione pubblica; le attività esercitate dallo Stato vengono
affidate in concessione a privati che acquistano il diritto di esercitarle secondo criteri e
modalità definite dallo Stato, se risultano vincitori di aste pubbliche opportunamente
organizzate.
Un meccanismo d'asta appropriato può conseguire l'estrazione della rendita del
monopolista.
In un asta perfetta chi vuol esser certo di battere i possibili concorrenti deve offrire un
prezzo non superiore al costo medio; questo risultato dipende però da molte ipotesi
che non sempre trovano conferma nella realtà: tutte le imprese devono conoscere le
tecnologie esistenti e avere libero accesso ad esse e inoltre le imprese partecipanti
non devono avere incentivi a tenere comportamenti collusivi.
Nella letteratura economiche sono state studiate a fondo le proprietà di diversi
possibili meccanismi d'asta:
- Asta inglese: è il metodo più noto che prevede un banditore che, partendo da un
prezzo base, aggiudichi il bene a chi offre il prezzo più elevato
- Asta olandese: si parte da un prezzo molto alto e il bene viene aggiudicato da chi per
primo è disposto ad acquistare il bene al prezzo corrente
- Asta a busta chiusa al prezzo massimo: avviene con offerte in busta chiusa, la vittoria
è aggiudicata a chi è disposto a pagare il prezzo più elevato
- Asta a busta chiusa al secondo prezzo più elevato: chi vince paga il secondo prezzo
più elevato, è il più idoneo a far emergere la vera valutazione del bene da parte degli
offerenti
In generale, quanto più è elevato il numero di partecipanti, tanto minori sono i rischi di
collusione e in questo senso va interpretata l'innovazione prodotta dall'Atto unico
Europeo che prevede la possibilità di partecipazione ad appalti pubblici di imprese di
tutti i paesi dell'Unione europea.
Il bando d'asta non è di semplice scrittura, infatti esso consiste in sostanza nella
definizione delle clausole contrattuali a cui il vincitore dovrà attenersi nell'esecuzione
del contratto e queste possono riguardare aspetti complessi, soprattutto qualitativi, e
mutevoli nel tempo; in realtà è molto difficile pensare che l'intervento pubblico si limiti
alle definizioni contenute nel bando d'asta: è necessario prevedere attività di
monitoraggio per tutto il tempo in cui il contratto resta in vigore, ne consegue che i
costi dell'intervento pubblico tendano ad ampliarsi.
Inoltre perchè i vantaggi della concorrenza per il mercato non siano goduti una sola
volta, è necessario prevedere ripetizioni periodiche delle aste; l'applicabilità di questo
meccanismo appare limitata nel caso in cui i costi non recuperabili non siano troppo
elevati.
*Concorrenza nel mercato (la regolamentazione): se la concorrenza per il
mercato non è sufficiente per risolvere i problemi è necessario ricorrere a strumenti di
controllo più complessi come la regolamentazione: questa consiste nella definizione di
regole contrattuali tra lo Stato regolatore e un'impresa che produce un bene o un
servizio per lo Stato; se il bene o servizio prodotto dalle imprese viene venduto sul
mercato al consumatore, la regolamentazione consiste nell'individuazione di clausole
contrattuali che riguardano: la fissazione delle tariffe di vendita, la quantità e qualità
dei servizi prodotti, le modalità di trasferimento che lo Stato deve effettuare perché
l'impresa sia incentivata ad accettare il contratto.
Il rapporto tra Stato e impresa può anche consistere in una commessa pubblica;
perché siano necessari i meccanismi di regolamentazione si deve naturalmente
trattare di beni di una certa complessità; la definizione del prezzo è la questione più
importante; la differenza tra attività di regolamentazione vera e propria e la
commessa è che nel caso la figura dell'acquirente non è il consumatore, ma coincide
con lo Stato che appalta l'opera stessa .
Di regola P = CM
L'applicazione di tale regola pone nella pratica molteplici vincoli al regolatore che si
possono classificare in:
vincoli di carattere informativo,
- riguardano aspetti molto importanti quali la difficoltà
per il regolatore di avere conoscenze adeguate al fine di fissare il prezzo o comunque il
rimborso all'impresa regolata.
vincoli di costo di transazione
- che riguardano la difficoltà a scrivere i contratti
completi con l'impresa da regolare, infatti gli oggetti delle attività di regolamentazione
sono solitamente molto complessi e non è semplice prevedere tutte le possibili
fattispecie.
vincoli amministrativi e politici
- nascono dal fatto che spesso il compito di seguire le
attività di r