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A ONCORRENZA

TesiOnLine Alessia Chiovaro -- Sezione Appunti

La concorrenza è una struttura di mercato molto diffusa, caratterizzata da alcune proprietà e risulta utile

quindi confrontarla con altre strutture di mercato.

imprese concorrenziali

Con l’espressione si intendono le imprese che sono rivali per gli stessi clienti. Sono

concorrenziali tutti i mercati che abbiano più di un’impresa; per un’economista lo sono solo alcuni di essi.

price taker

Un mercato è concorrenziale se ogni sua impresa è un e cioè un’impresa che non può influire in

maniera significativa sul prezzo di mercato del suo prodotto o sui prezzi ai quali acquista gli input.

price taker

Un’impresa concorrenziale è semplicemente perché non ha scelta: essa non è in grado di

influenzare il prezzo di mercato se è soggetto a una curva di domanda orizzontale in corrispondenza di tale

prezzo. Se la curva di domanda è di questo tipo l’impresa può vendere la quantità che desidera al prezzo di

mercato, non avendo quindi incentivo ad abbassare il proprio prezzo. Analogamente essa non può

aumentare il proprio prezzo di vendita limitando il prodotto poiché è soggetta a una domanda

infinitamente elastica: un lieve incremento del prezzo azzera la domanda.

price taker

Le imprese sono probabilmente dei se si trovano in un mercato che presentano alcune o

proprietà:

tutte le seguenti

I consumatori ritengono che tutte le imprese del mercato vendano prodotti identici (omogenei e

- indifferenziati)

Le imprese possono entrare ed uscire liberamente dal mercato

- Gli acquirenti e i venditori conoscono i prezzi fissati dalle imprese

- I costi di

- transazione (le spese necessarie per trovare una controparte commerciale ed effettuare lo scambio

sono bassi.

di un bene o servizio in aggiunta al prezzo pagato per tale bene o servizio)

sostituti perfetti

Quando i prodotti sono considerati nessuna impresa può vendere il proprio prodotto se

fissa un prezzo superiore alle altre perché nessun consumatore è disposto a pagare una somma aggiuntiva

per tale prodotto perfettamente concorrenziale.

Un mercato in cui sono valide tutte queste condizioni è detto mercato

.

Ricavare la curva di domanda di un’impresa concorrenziale La curva di domanda cui è soggetta una

curva di domanda residuale

singola impresa è detta trattandosi della domanda di mercato che non viene

soddisfatta dagli altri venditori per ogni dato prezzo.

La funzione di domanda residuale delle imprese mostra la quantità domandata all’impresa al prezzo

D (p),

p. Dato che un’impresa vende solo a coloro che non hanno ancora acquistato il bene da un altro venditore,

possiamo determinare quanta domanda rimane ad una data impresa in corrispondenza di ogni possibile

prezzo utilizzando la curva di domanda di mercato e la curva di offerta di tutte le altre imprese del mercato:

la quantità che il mercato domanda è una funzione del prezzo. Q = D(p), la curva di offerta delle altre

imprese è: S° (p) e la funzione di domanda residuale è pari alla differenza tra la funzione di domanda di

D’(p) = D(p) – S°(p).

mercato D(p) e l’offerta di tutte le altre imprese:! !

In corrispondenza di prezzi così elevati per cui S°(p) > D(p), la domanda residuale D’(p)è nulla.

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Se nel mercato sono presenti n imprese identiche,l’elasticità della domanda cui è soggetta l’impresa i,

ε

i

è: = nε – (n – 1)

ε η

i 0

= elasticità della domanda di mercato (è un numero negativo)

ε = elasticità dell’offerta di ognuna delle altre imprese (generalmente un numero positivo)

η 0

(n-1) = numero delle imprese.

L M

A ASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO

In genere tutte le imprese vogliono massimizzare il proprio profitto.

Il profitto di un’impresa π = R – C.

Se il profitto è negativo, l’impresa subisce una perdita.

E’ possibile misurare il profitto in maniera diversa. Lasciando invariato il ricavo (prezzo per quantità)

la differenza di valutazione è data dalla misura dei costi. Alcune imprese considerano solo i costi

espliciti, atre il costo economico (include sia i costi espliciti che impliciti) corrispondente al costo

opportunità.

Il è pari alla differenza tra ricavo e costo economico (il profitto contabile è basato

profitto economico

solo sul costo esplicito quindi spesso maggiore di quello economico).

Due fasi di massimizzazione del profitto:

Il profitto di un’impresa varia con il livello di prodotto realizzato. La funzione di profitto dell’impresa

è: π (q) = R (q) – C(q)

Per raggiungere l’obiettivo ogni impresa deve risolvere 2 questioni:

1. Decisione di quantità di produzione

2. Decisione di cessazione dell’attività

Le regole di produzione.

Un’impresa può utilizzare una tra 3 regole equivalenti per scegliere la quantità di output da produrre:

Regola di produzione n.1:

1. un’impresa fissa il livello di produzione in corrispondenza del quale il

profitto è massimizzato

Regola di produzione n.2:

2. un’impresa fissa il livello di prodotto in corrispondenza del quale il

profitto marginale è nullo.

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Regola di produzione n.3:

3. un’impresa fissa un livello di prodotto in corrispondenza del quale il

ricavo marginale è pari al costo marginale MR(q) =MC(q)

Dove MC è il costo marginale, MR è il ricavo marginale(è la variazione del ricavo che si ottiene dalla

vendita di una unità aggiuntiva di prodotto,ΔR/Δq).

Le regole di cessazione di attività.

Regola di cessazione di attività n.1. Un’impresa cessa l’attività solo se in questo modo può ridurre la

• perdita. Le conviene quindi cessare l’attività solo se il suo ricavo è inferiore ai costi recuperabili.

Quando l’impresa decide se sia il caso di smettere di operare, essa confronta il ricavo solo con il

costo variabile. Poiché il costo fisso è irrecuperabile (sunk) l’impresa sostiene tale costo sia se

chiude sia se continua a produrre. Il costo fisso irrecuperabile è quindi irrilevante nella decisione di

cessazione dell’attività.

Nel lungo periodo tutti i costi sono recuperabili perché possono essere eliminati con la cessazione

dell’attività, quindi l’impresa quando può evitare tutte le perdite non operando, le conviene cessare

l’attività se subisce una perdita anche minima

Regola di cessazione dell’attività n.2. L’impresa cessa l’attività solo se il ricavo è il minore del costo

• recuperabile. (tale regola vale per tutti i tipi di impresa sia nel breve che nel lungo periodo).

L A CONCORRENZA NEL BREVE PERIODO

Un’impresa concorrenziale in primo luogo determina il prodotto al quale essa massimizza il profitto (o

minimizza le perdite), successivamente decide se produrre o cessare l’attività.

Il ricavo di un’impresa concorrenza R =pq aumenta

La decisione di produzione nel breve periodo.

in misura pari a p se essa vende un’unità di prodotto in più, con un ricavo marginale pari a p. Poiché il

ricavo marginale di un’impresa concorrenziale è pari al prezzo di mercato, un’impresa concorrenziale

che massimizza il profitto produce la quantità di output per la quale il costo marginale è pari al prezzo

di mercato: MC(q) = p

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e

Il punto è l’equilibrio dell’impresa concorrenziale.

Il massimo profitto dell’impresa è rappresentato dal rettangolo nel grafico.

La lunghezza del rettangolo è il n° di unità vendute

- L’altezza è il profitto medio dell’impresa, che corrisponde alla differenza tra il prezzo di mercato

- (ricavo medio) e il costo medio:

π/q = (R-C)/q = (pq/q)- (C/q) = p-C

Seguendo la regola MC = p l’impresa può decidere di quanto modificare il livello di produzione per

reagire alla variazione del costo provocata da una nuova imposta.

L’impresa cessa l’attività solo se in questo

La decisione di cessazione dell’attività nel breve periodo

modo riduce o elimina la perdita.

L’impresa può ottenere un vantaggio dalla cessazione dell’attività solo se il suo ricavo è inferiore al

costo variabile di breve periodo:! ! ! pq<VC

Dividendo entrambi i membri per il prodotto(q) possiamo scrivere questa condizione come:

p<AVC(q)

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Un’impresa concorrenziale cessa l’attività se il prezzo di mercato è inferiore al minimo della curva del

costo variabile medio di breve periodo.

Concludendo un’impresa concorrenziale effettua un processo decisionale in 2 fasi per massimizzare il

profitto:

Determina il livello di prodotto che massimizza il profitto o minimizza la perdita quando il MC =

- p

Sceglie di produrre tale quantità a condizione di non subire una perdita maggiore operando

- anziché cessando l’attività. L’impresa cessa l’attività solo se p < AVC.

La curva di offerta dell’impresa nel breve periodo L’equilibrio per ogni prezzo di mercato da e a e

1 4

è determinato dall’intersezione nella curva di domanda rilevante (la linea orizzontale) con la curva del

costo marginale dell’impresa. Vale a dire che, mano a mano che il prezzo di mercato aumenta, gli

equilibri rivelano la curva del costo marginale. Quindi la curva di offerta di breve periodo dell’impresa

corrisponde alla curva del costo marginale per i livelli superiori al costo variabile medio minimo.

Un aumento del prezzo dei fattori porta

I prezzi dei fattori e la curva di offerta del breve periodo

ad un aumento dei costi di produzione dell’impresa, spostando la curva dell’impresa verso sinistra. Se

tutti i prezzi dei fattori raddoppiano, la produzione di un dato livello di output costa all’impresa il

doppio rispetto a prima. Se varia solo il prezzo di un fattore, i costi aumentano in modo meno che

proporzionale.

La curva di offerta di mercato nel breve periodo

La curva di offerta di mercato è la somma orizzontale della curva di offerta di tutte le singole imprese

del mercato. Nel breve periodo il numero massimo delle imprese presenti in un mercato n è fisso

perché le nuove imprese hanno bisogno di tempo per entrarvi. Se tutte le imprese di un merca

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alessia Chiovaro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Signorino Rodolfo.