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La domanda di moneta
Lo studio delle determinanti della scelta di detenere moneta da parte degli agenti è importante
per capire i meccanismi di trasmissione della politica monetaria all’economia reale. Partiamo
dall’analizzare le determinanti secondo la teoria neoclassica dei monetaristi che privilegia il
motivo transattivo della moneta, per poi passare alla teoria keynesiana che invece privilegia la
liquidità e le scelte di portafoglio.
1) La moneta mezzo di pagamento: la teoria quantitativa
La visione secondo cui la funzione principale della moneta è quella di essere il mezzo per
effettuare gli scambi è stata sintetizzata con la Teoria Quantitativa della Moneta (TQM).
Secondo questa teoria, gli agenti domandano moneta perché gli incassi e i pagamenti non
avvengono nello stesso momento, quindi serve detenere moneta per poter pagare anche se non
si è ricevuto prima il pagamento.
La domanda di moneta dipende quindi da:
Fattori istituzionali-comportamentali (intervallo incassi/spesa; abitudini di spesa degli
agenti).
Fattori di tipo economico (es. reddito ricevuto o quantità di acquisti che si desidera
effettuare).
La domanda di moneta è la media dei saldi monetari detenuti dagli agenti economici in un dato
periodo. Esempio: se un agente riceve un reddito mensile di 1000€, che spende interamente e
costantemente durante il mese, la sua domanda di moneta sarà di (1000+0)/2=500€.
Della TQM esistono diverse formulazioni, quella di Fisher (1911) e quella di Cambridge, Pigou,
Marshall sono due tra le più note.
Equazione degli scambi
Fischer parte da un’identità contabile: