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Riassunto esame economia e organizzazione aziendale, prof. Giovanni Azzone, libro consigliato L'impresa, Azzone, Bertelè Pag. 1 Riassunto esame economia e organizzazione aziendale, prof. Giovanni Azzone, libro consigliato L'impresa, Azzone, Bertelè Pag. 2
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PATRIMONIO NETTO:

- Utili portati a nuovo: utili maturati in esercizi precedenti che l’impresa ha deciso di non

distribuire agli azionisti sotto forma di dividendi;

- Riserve da sovrapprezzo: quando l’impresa emette azioni ad un prezzo superiore a

quello nominale;

- Riserve da rivalutazione;

- Altre riserve.

Passività non correnti:

- Obbligazioni in circolazione, debiti verso le banche e altre passività finanziarie;

- Fondi per oneri e rischi: passività con ammortamenti o scadenze incerte (buoni sconto);

- Tfr e fondi relativi al personale.

Passività correnti: debiti (verso fornitori o banche) con scadenza entro l’anno, obbligazioni

in circolazione e anticipi su lavori in corso su ordinazione.

Attivo=Passivo: operazioni di scambio (incasso i cc e aggiungo il tot nella cassa),

operazioni di variazione dei diritti di terzi (ripago i fornitori oppure faccio un mutuo\debito),

operazioni di sbilanciamento (utile generato da una vendita o altro).

• CONTO ECONOMICO: per natura

- Ricavi e altri ricavi: da vendita di beni, vendita di immobili ad un prezzo superiore;

- Mp e pf: acquisti +/- rimanenze;

- Costi del personale: stipendi, liquidazioni;

- Altri costi operativi: servizi di pulizie, affitto di magazzini;

- Ammortamenti\svalutazione cc, variazione valore attivo non corrente: per impairment

test. Gli ammortamenti possono avvenire a quote costanti, a quote crescenti,

ammortamento anticipato (raddoppio la cifra nei primi tre anni)

= utile operativo

- Proventi finanziari, oneri finanziari, perdite finanziarie, utili da società controllate

= utile lordo da attività in funzionamento

- Imposte

= utile netto da attività in funzionamento

- Attività cedute, utile da attività cedute;

=utile netto d’esercizio. 5

Conto economico per destinazione: ricavi – costo del venduto (costi sostenuti per i beni

venduti) = MLI (margine lordo industriale) – costi di periodo (spese generali più

commissioni di vendita, provvigioni) =MON (margine operativo netto)

• RENDICONTO FINANZIARIO o CASH FLOW: flussi di cassa che hanno interessato

l’impresa

- Attività operative: incassi da vendita o da prestazione di servizi, pagamenti ai fornitori,

pagamenti ai dipendenti, oneri e proventi finanziari;

- Attività di investimento: pagamenti per acquisto di immobili o attività immateriali;

- Attività di finanziamento: incassi derivanti dall’emissione di azioni, dividendi agli

azionisti, prestiti (richiesti e rimborsati), mutui.

Metodo indiretto: registro le entrate e le uscite attraverso la rettifica dell’utile o della perdita

di esercizio. Parto con la differenza tra valore e costi di produzione: questa mi dice se

l’impresa è in grado di aggiungere valore con la propria attività (con ammortamenti, che

non modificano la cassa). Proseguo con la variazione del Capitale circolante netto

operativo (CCNO): cioè la differenza tra le attività e le passività legate alla gestione

(crediti\debiti commerciali, rimanenze, tfr): quando diminuisce, la cassa aumenta (riscuoto i

cc). Poi considero gli investimenti e i finanziamenti (variazione dei debiti finanziari,

pagamento di dividendi, aumento di capitale a pagamento).

Metodo diretto: semplice somma delle entrate e uscite di cassa a cui si aggiungono le

attività di finanziamento e di investimento.

• DOCUMENTI INTEGRATIVI: contenente le regole e le convenzioni utilizzate per redigere

SP e CE.

- Relazione sulla gestione: principali fattori che hanno portato l’impresa a registrare

determinati cambiamenti e i successivi effetti, investimenti fatti, fonti di finanziamento e

risorse dell’impresa, attività di ricerca e sviluppo, rapporti con imprese controllate,

valore nominale delle azioni proprie e delle società partecipate;

- Nota integrativa: principi contabili utilizzati per stilare il bilancio, dichiarazione di

aderenza agli standard internazionali, informazioni integrative per le voci inserite in SP

e CE, ricavi, dividendi pagati, eventi significativi non ricorrenti, transazioni derivanti da

operazioni inusuali;

- Relazione di revisione: giudizio sul bilancio e sulla sua corretta relazione. Se il giudizio

risultasse negativo, la relazione deve illustrare analiticamente i motivi della decisione.

CONTABILITA’ ANALITICA

Obiettivi: determina correttamente il valore delle scorte dei PF e dei semilavorati; misura le

prestazioni di ogni unità organizzativa (grazie alle risorse che utilizza e ai risultati che produce);

rileva il livello di profittabilità dei prodotti, per decidere correttamente il mix produttivo di un’azienda,

confrontando costi e ricavi. Tipologie di costi:

- Costi di prodotto: valori delle risorse associabili alla realizzazione di un prodotto, divisi

in: costi di lavoro diretto, costi di materiali diretti (materie prime), costi indiretti fissi

(affitti, ammortamenti), costi indiretti variabili (manutenzione, controllo qualità,

supervisione, energia: i costi proporzionali al volume produttivo sono anche questi costi

variabili); 6

- Costi di periodo: costi per la ricerca e sviluppo, spese amministrative e generali;

- Costi evitabili (cioè quelli legati alla produzione di un singolo prodotto che si

eviterebbero non producendolo) e costi non evitabili (cioè quelli che verrebbero

comunque sostenuti).

SISTEMI PER LA RILEVAZIONE DEI COSTI

• “Full costing vs direct costing”: i primi contengono i costi per la realizzazione del prodotto

stesso (lavoro\materiali diretti); i secondi contengono anche una quota dei costi indiretti. Il

“direct costing evoluto” è una somma fra i due: ovvero unisce i costi di LD e MD con quelli

indiretti relativi alla produzione, come l’ammortamento dell’impianto di produzione utilizzato

per produrlo;

• “Costi storici vs costi standard”: i primi sono la somma dei costi delle risorse utilizzate per la

realizzazione del prodotto; i secondi rappresentano il valore obiettivo, definito

preventivamente, del costo del prodotto, escludono quindi eventuali costi straordinari e

sono più specifici. Come calcolare i costi standard: (somma di queste tre componenti)

∑q(i)∙p(i)

- Costo standard dei MD: ∙

- Costo standard del LD: ore di LD prezzo\ora del (LD)

tot costi indiretti

- Costo standard relativo agli overhead: base di allocazione

• Costi delle attività di supporto: possono non essere allocati ai prodotti, oppure possono

essere allocati ai prodotti come i costi relativi alle attività produttive, oppure possono essere

allocati ai centri di produzione per poi essere suddivisi insieme ai costi indiretti e divisi per

prodotto;

• Costi dei prodotti: metodi:

- Job costing: viene definito un job, ovvero una singola unità o un lotto omogeneo di

prodotti. Vengono registrati i costi relativi al job del LD, MD, costi indiretti (specificando

la base di allocazione). Sommando questi tre costi e dividendo per il numero di unità

che compongono il job si ottiene il CPI (costo pieno industriale). Sommando invece i tre

costi con i costi dei WIP e le scorte dei PF si determinano il valore delle scorte dei PF e

dei semilavorati;

- Process costing: rileva il costo complessivo sostenuto in ciascun reparto e la quantità

prodotta. Se ci sono dei WIP, questi vengono sostituite da “unità equivalenti”, cioè i

semilavorati vengono trasformate in un numero corrispondente di unità di PF (che

Neq = Qc + ∑ Qi ∙ GCi

formano il “grado di completamento”). Formula: con Neq

numero unità equivalenti, Qc unità di PF completato, Qi numero di unità allo stadio i-

esimo, GCi grado di completamento allo stadio i-esimo. Se nell’impresa vengono

realizzati dei prodotti diversi, si elegge il prodotto principale e gli altri prodotti, chiamati

by-product, vengono trasformati in unità equivalenti del prodotto di riferimento (cioè nel

numero di unità di prodotto principale che si sarebbero create con l’impiego di tali

risorse): metodo non molto preciso; 7

- Operation costing: unione fra i due sopra: pago i MD al momento del prelievo dal

magazzino e poi ulitizzo il process costing per quanto riguarda i costi di conversione;

costi indiretti = K ∙ base di allocazione,

- “Activity based costing”: con K coefficiente di

allocazione. In questo modo i costi indiretti vengono ripartiti in modo proporzionale tra i

prodotti. Vengono individuate diversi reparti\operazioni (se sono molti vengono

aggregati in macroattività): per ognuna di esse si riconosce l’activity driver, cioè una

grandezza che spiega il consumo della risorsa per la singola attività.

DECISIONI DI INVESTIMENTO

Lo schema di funzionamento di un’impresa (sotto l’ipotesi di non indebitamento e di mancanza di

cassa grazie all’investimento dei soldi guadagnati) è così strutturato: gli azionisti versano soldi

nell’impresa, questi soldi vengono investiti, gli investimenti generano cassa (cash flow operativi), i

cash flow vengono investiti oppure distribuiti agli azionisti sotto forma di dividendi. Dunque il valore

economico è:

NCF V

(t ) (t )

∑ +

V = , con V(t) valore residuo all’anno t determinato dagli

t t

i i+k

( ) ( )

+k

ammortamenti o dal valore di rottamazione.

Decisioni di investimento:

- Individuazione delle alternative: esistono “investimenti non obbligati” (con la possibilità

di non investire, caso base: qualunque sia la mia scelta devo considerare che sia nel

CB sia nel CI, negli anni i NCF variano) e “investimenti obbligati” (es: impianti di

produzione non più a norma);

- Consistenza del progetto: distinzione dei diversi pacchetti (“bundle”) che uniti

consentono la realizzazione del progetto completo. Grazie a queste “suddivisioni”,

vengono eliminate e interdipendenze tra gli operatori così da rendere indipendenti

lavorazioni in grado di esserlo;

- Confini dell’analisi: determinare le aree aziendali maggiormente interessate da ciascun

investimento;

- Impatti competitivi: aumentare il valore economico grazie alla flessibilità delle risorse

impiegate (riduzione dei costi e degli investimenti per adattarsi ai cambiamenti), al

migliore impiego delle risorse (evitando uscite di cassa “a regime”, cioè costi extra), al

miglioramento\ampliamento della configurazione esterna (es: investo per creare

prodotti più innovativi, eco-compatibili).

Approccio del posizionamento competitivo (Porter): parte dalla configurazione esterna per poi

passare a quella interna: date le richieste del cliente decide cosa produrre e poi come produrre

(“red ocean” perché si continua a fare la stessa cosa rimanendo incastrati n

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Publisher
A.A. 2015-2016
15 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lumpy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e organizzazione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Azzone Giovanni.