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PATRIMONIO NETTO:
- Utili portati a nuovo: utili maturati in esercizi precedenti che l’impresa ha deciso di non
distribuire agli azionisti sotto forma di dividendi;
- Riserve da sovrapprezzo: quando l’impresa emette azioni ad un prezzo superiore a
quello nominale;
- Riserve da rivalutazione;
- Altre riserve.
Passività non correnti:
- Obbligazioni in circolazione, debiti verso le banche e altre passività finanziarie;
- Fondi per oneri e rischi: passività con ammortamenti o scadenze incerte (buoni sconto);
- Tfr e fondi relativi al personale.
Passività correnti: debiti (verso fornitori o banche) con scadenza entro l’anno, obbligazioni
in circolazione e anticipi su lavori in corso su ordinazione.
Attivo=Passivo: operazioni di scambio (incasso i cc e aggiungo il tot nella cassa),
operazioni di variazione dei diritti di terzi (ripago i fornitori oppure faccio un mutuo\debito),
operazioni di sbilanciamento (utile generato da una vendita o altro).
• CONTO ECONOMICO: per natura
- Ricavi e altri ricavi: da vendita di beni, vendita di immobili ad un prezzo superiore;
- Mp e pf: acquisti +/- rimanenze;
- Costi del personale: stipendi, liquidazioni;
- Altri costi operativi: servizi di pulizie, affitto di magazzini;
- Ammortamenti\svalutazione cc, variazione valore attivo non corrente: per impairment
test. Gli ammortamenti possono avvenire a quote costanti, a quote crescenti,
ammortamento anticipato (raddoppio la cifra nei primi tre anni)
= utile operativo
- Proventi finanziari, oneri finanziari, perdite finanziarie, utili da società controllate
= utile lordo da attività in funzionamento
- Imposte
= utile netto da attività in funzionamento
- Attività cedute, utile da attività cedute;
=utile netto d’esercizio. 5
Conto economico per destinazione: ricavi – costo del venduto (costi sostenuti per i beni
venduti) = MLI (margine lordo industriale) – costi di periodo (spese generali più
commissioni di vendita, provvigioni) =MON (margine operativo netto)
• RENDICONTO FINANZIARIO o CASH FLOW: flussi di cassa che hanno interessato
l’impresa
- Attività operative: incassi da vendita o da prestazione di servizi, pagamenti ai fornitori,
pagamenti ai dipendenti, oneri e proventi finanziari;
- Attività di investimento: pagamenti per acquisto di immobili o attività immateriali;
- Attività di finanziamento: incassi derivanti dall’emissione di azioni, dividendi agli
azionisti, prestiti (richiesti e rimborsati), mutui.
Metodo indiretto: registro le entrate e le uscite attraverso la rettifica dell’utile o della perdita
di esercizio. Parto con la differenza tra valore e costi di produzione: questa mi dice se
l’impresa è in grado di aggiungere valore con la propria attività (con ammortamenti, che
non modificano la cassa). Proseguo con la variazione del Capitale circolante netto
operativo (CCNO): cioè la differenza tra le attività e le passività legate alla gestione
(crediti\debiti commerciali, rimanenze, tfr): quando diminuisce, la cassa aumenta (riscuoto i
cc). Poi considero gli investimenti e i finanziamenti (variazione dei debiti finanziari,
pagamento di dividendi, aumento di capitale a pagamento).
Metodo diretto: semplice somma delle entrate e uscite di cassa a cui si aggiungono le
attività di finanziamento e di investimento.
• DOCUMENTI INTEGRATIVI: contenente le regole e le convenzioni utilizzate per redigere
SP e CE.
- Relazione sulla gestione: principali fattori che hanno portato l’impresa a registrare
determinati cambiamenti e i successivi effetti, investimenti fatti, fonti di finanziamento e
risorse dell’impresa, attività di ricerca e sviluppo, rapporti con imprese controllate,
valore nominale delle azioni proprie e delle società partecipate;
- Nota integrativa: principi contabili utilizzati per stilare il bilancio, dichiarazione di
aderenza agli standard internazionali, informazioni integrative per le voci inserite in SP
e CE, ricavi, dividendi pagati, eventi significativi non ricorrenti, transazioni derivanti da
operazioni inusuali;
- Relazione di revisione: giudizio sul bilancio e sulla sua corretta relazione. Se il giudizio
risultasse negativo, la relazione deve illustrare analiticamente i motivi della decisione.
CONTABILITA’ ANALITICA
Obiettivi: determina correttamente il valore delle scorte dei PF e dei semilavorati; misura le
prestazioni di ogni unità organizzativa (grazie alle risorse che utilizza e ai risultati che produce);
rileva il livello di profittabilità dei prodotti, per decidere correttamente il mix produttivo di un’azienda,
confrontando costi e ricavi. Tipologie di costi:
- Costi di prodotto: valori delle risorse associabili alla realizzazione di un prodotto, divisi
in: costi di lavoro diretto, costi di materiali diretti (materie prime), costi indiretti fissi
(affitti, ammortamenti), costi indiretti variabili (manutenzione, controllo qualità,
supervisione, energia: i costi proporzionali al volume produttivo sono anche questi costi
variabili); 6
- Costi di periodo: costi per la ricerca e sviluppo, spese amministrative e generali;
- Costi evitabili (cioè quelli legati alla produzione di un singolo prodotto che si
eviterebbero non producendolo) e costi non evitabili (cioè quelli che verrebbero
comunque sostenuti).
SISTEMI PER LA RILEVAZIONE DEI COSTI
• “Full costing vs direct costing”: i primi contengono i costi per la realizzazione del prodotto
stesso (lavoro\materiali diretti); i secondi contengono anche una quota dei costi indiretti. Il
“direct costing evoluto” è una somma fra i due: ovvero unisce i costi di LD e MD con quelli
indiretti relativi alla produzione, come l’ammortamento dell’impianto di produzione utilizzato
per produrlo;
• “Costi storici vs costi standard”: i primi sono la somma dei costi delle risorse utilizzate per la
realizzazione del prodotto; i secondi rappresentano il valore obiettivo, definito
preventivamente, del costo del prodotto, escludono quindi eventuali costi straordinari e
sono più specifici. Come calcolare i costi standard: (somma di queste tre componenti)
∑q(i)∙p(i)
- Costo standard dei MD: ∙
- Costo standard del LD: ore di LD prezzo\ora del (LD)
tot costi indiretti
- Costo standard relativo agli overhead: base di allocazione
• Costi delle attività di supporto: possono non essere allocati ai prodotti, oppure possono
essere allocati ai prodotti come i costi relativi alle attività produttive, oppure possono essere
allocati ai centri di produzione per poi essere suddivisi insieme ai costi indiretti e divisi per
prodotto;
• Costi dei prodotti: metodi:
- Job costing: viene definito un job, ovvero una singola unità o un lotto omogeneo di
prodotti. Vengono registrati i costi relativi al job del LD, MD, costi indiretti (specificando
la base di allocazione). Sommando questi tre costi e dividendo per il numero di unità
che compongono il job si ottiene il CPI (costo pieno industriale). Sommando invece i tre
costi con i costi dei WIP e le scorte dei PF si determinano il valore delle scorte dei PF e
dei semilavorati;
- Process costing: rileva il costo complessivo sostenuto in ciascun reparto e la quantità
prodotta. Se ci sono dei WIP, questi vengono sostituite da “unità equivalenti”, cioè i
semilavorati vengono trasformate in un numero corrispondente di unità di PF (che
Neq = Qc + ∑ Qi ∙ GCi
formano il “grado di completamento”). Formula: con Neq
numero unità equivalenti, Qc unità di PF completato, Qi numero di unità allo stadio i-
esimo, GCi grado di completamento allo stadio i-esimo. Se nell’impresa vengono
realizzati dei prodotti diversi, si elegge il prodotto principale e gli altri prodotti, chiamati
by-product, vengono trasformati in unità equivalenti del prodotto di riferimento (cioè nel
numero di unità di prodotto principale che si sarebbero create con l’impiego di tali
risorse): metodo non molto preciso; 7
- Operation costing: unione fra i due sopra: pago i MD al momento del prelievo dal
magazzino e poi ulitizzo il process costing per quanto riguarda i costi di conversione;
costi indiretti = K ∙ base di allocazione,
- “Activity based costing”: con K coefficiente di
allocazione. In questo modo i costi indiretti vengono ripartiti in modo proporzionale tra i
prodotti. Vengono individuate diversi reparti\operazioni (se sono molti vengono
aggregati in macroattività): per ognuna di esse si riconosce l’activity driver, cioè una
grandezza che spiega il consumo della risorsa per la singola attività.
DECISIONI DI INVESTIMENTO
Lo schema di funzionamento di un’impresa (sotto l’ipotesi di non indebitamento e di mancanza di
cassa grazie all’investimento dei soldi guadagnati) è così strutturato: gli azionisti versano soldi
nell’impresa, questi soldi vengono investiti, gli investimenti generano cassa (cash flow operativi), i
cash flow vengono investiti oppure distribuiti agli azionisti sotto forma di dividendi. Dunque il valore
economico è:
NCF V
(t ) (t )
∑ +
V = , con V(t) valore residuo all’anno t determinato dagli
t t
i i+k
( ) ( )
+k
ammortamenti o dal valore di rottamazione.
Decisioni di investimento:
- Individuazione delle alternative: esistono “investimenti non obbligati” (con la possibilità
di non investire, caso base: qualunque sia la mia scelta devo considerare che sia nel
CB sia nel CI, negli anni i NCF variano) e “investimenti obbligati” (es: impianti di
produzione non più a norma);
- Consistenza del progetto: distinzione dei diversi pacchetti (“bundle”) che uniti
consentono la realizzazione del progetto completo. Grazie a queste “suddivisioni”,
vengono eliminate e interdipendenze tra gli operatori così da rendere indipendenti
lavorazioni in grado di esserlo;
- Confini dell’analisi: determinare le aree aziendali maggiormente interessate da ciascun
investimento;
- Impatti competitivi: aumentare il valore economico grazie alla flessibilità delle risorse
impiegate (riduzione dei costi e degli investimenti per adattarsi ai cambiamenti), al
migliore impiego delle risorse (evitando uscite di cassa “a regime”, cioè costi extra), al
miglioramento\ampliamento della configurazione esterna (es: investo per creare
prodotti più innovativi, eco-compatibili).
Approccio del posizionamento competitivo (Porter): parte dalla configurazione esterna per poi
passare a quella interna: date le richieste del cliente decide cosa produrre e poi come produrre
(“red ocean” perché si continua a fare la stessa cosa rimanendo incastrati n