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LA STRUTTURA FINANZIARIA: I PROFILI DI ANALISI, I RISCHI E GLI ONERI
Gli aspetti di indagine da considerare nell’ambito della valutazione e della selezione delle
fonti di finanziamento sono numerosi e complessi. La complessità delle decisioni di
finanziamento deriva dalla coerenza che deve sussistere tra gli impieghi di risorse
monetarie (investimenti) e il reperimento delle relative forme di copertura (finanziamenti),
e dal rapporto tra le decisioni di finanziamento e il valore delle imprese. L’analisi che
segue si limita a:
Le caratteristiche del fabbisogno finanziario La natura qualitativa e quantitativa del
fabbisogno finanziario influenza fortemente le scelte dell’impresa in merito alle
modalità di copertura. Ad esempio nel caso di investimenti fissi, ossia impieghi a lungo
termine, le forme di copertura da utilizzare dovranno presentare un profilo dei flussi
coerente. Solo la parte di CCN deve essere coperta con strumenti di raccolta a breve
termine, mentre la parte stabile concorre a pieno titolo alla formazione del fabbisogno
permanente.
La convenienza economica dell’ operazione La selezione del finanziamento
economicamente più conveniente si effettua confrontando il costo effettivo di
strumenti di finanziamento alternativi. Metodologie e gli strumenti di valutazione della
convenienza economica sono gli stessi della valutazione degli investimenti: il VAN.
L’utilizzo di questo criterio è corretto a condizione che le forme di finanziamento
comparate siano omogenee o equivalenti per caratteristiche qualitative e
quantitative (principio di equivalenza). Una differenza riguarda il tasso di
attualizzazione impiegato. In particolare, in questo caso si preferisce utilizzare il tasso r
di rendimento del capitale e non, come nel caso degli investimenti, il costo del
capitale, perché è il rendimento a rappresentare il reale costo – opportunità del
capitale.
La fattibilità finanziaria Il concetto di fattibilità finanziaria riguarda la verifica della
compatibilità dei progetti di sviluppo dell’impresa con il fabbisogno di risorse da
questa generato. Consiste nell’accertare la compatibilità dei flussi monetari associati a
un’operazione di finanziamento con il complesso dei flussi aziendali. L’esame deve
riguardare la capacità dell’impresa di fronteggiare la successione dei flussi negativi
associati alle singole alternative di finanziamento.
La valutazione finale delle alternative di finanziamento prende in considerazione anche
aspetti proprietari (cioè esigenze legate al controllo societario) e gli aspetti legati alla
complessità delle procedure e ai tempi di erogazione delle diverse forme tecniche. La
gestione finanziaria dovrebbe essere orientata alla minimizzazione degli oneri finanziari e
alla minimizzazione del rischio finanziario.
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23. Le gestione dei rischi e la protezione delle risorse aziendali
LA TUTELA DEGLI ASSET DELL’IMPRESA
La capacità dell’impresa di realizzare i suoi obiettivi reddituali, di affrontare con successo
la concorrenza, di perdurare floridamente nel lungo periodo, risiede nella disponibilità di
gestione del rischio
un valido patrimonio di risorse. La orientata alla tutela degli asset
assume una rilevanza centrale perché consente di stabilizzare i flussi di cassa attesi, di
dare maggior certezza agli investimenti, di ridurre il costo di eventuali incidenti, di
migliorare l’efficienza operativa.
LA GESTIONE DEI RISCHI D’IMPRESA
La nozione di rischio non si applica solo al caso in cui gli esiti di un evento siano avversi. Il
rischio riguarda anche la possibilità di risultati migliori o peggiori rispetto alle attese. Negli
ultimi anni, a causa della maggiore turbolenza e complessità dell’ambiente, i rischi cui
l’impresa è esposta si sono ampliati. Da un lato a causa di processi di integrazione e
globalizzazione hanno determinato fenomeni di destabilizzazione e dall’altro, la crescita
della sensibilità sociale verso la sicurezza e l’evoluzione della tecnologia verso forme più
complesse hanno fatto emergere rischi aziendali di nuovo tipo. Per la gestione dei rischi
d’impresa è necessario distinguere tra:
rischi speculativi (business risk, rischio strategico): offrono la possibilità sia di una perdita
che di un guadagno. Gli speculativi sono i tipici rischi connessi all’esercizio dell’attività
imprenditoriale (tassi di interesse, mutamenti tecnologici, variazioni dei gusti dei
consumatori). I rischi speculativi possono essere:
rischi di mercato: riguardano la domanda di beni quindi hanno come tipiche
manifestazioni le variazioni delle quote di mercato, i cambiamenti dei gusti del
consumatore ecc.
rischi di settore: si riferiscono ai fattori imprevedibili che possono colpire un intero
settore (incertezze di mercato legate alla tecnologia);
rischi politici: riguardano fenomeni di instabilità politica;
rischi paese: è connesso allo svolgimento di operazioni in paesi stranieri (rischio
fiscale, commerciale);
rischi finanziari: rischi connessi al costo dei finanziamenti, rischio di insolvenza dei
debitori, il rischio di cambio;
rischi di produzione: riguardano la disponibilità di materiali, di lavoro, rischi connessi
a guasti nei sistemi di gestione centralizzata di magazzini o unità produttive;
rischi tecnologici: derivano da evoluzioni tecnologiche inattese che rendono
obsoleti prodotti o processi;
rischi di struttura: rischio di errato dimensionamento di strutture tecniche,
amministrative.
rischi puri (non competitivi): son qualcosa di negativo (un incendio, un furto) che non
possono determinare un profitto per chi li subisce. Essi vengono identificati come rischi
assicurabili. I rischi puri possono essere:
rischi di proprietà: danni a beni materiali o immateriali per incendio, furto;
rischi di responsabilità civile: oneri derivanti da responsabilità verso clienti,
dipendenti o altre parti;
rischi di interruzione dell’attività: possibilità di subire danni indiretti derivanti dalla
business interruption;
rischi di sicurezza sul lavoro;
rischi legati alla protezione dell’ambiente.
LA PROTEZIONE AZIENDALE
La protezione aziendale si occupa della tutela dell’impresa da atti e da eventi di natura
non competitiva che possano ricadere in modo negativo o catastrofico sulla capacità
dell’azienda di perseguire le proprie finalità, soddisfacendo le attese che tutti gli
stakeholder ripongono in essa. L’obiettivo della protezione aziendale è, dunque,
elaborare misure idonee a fronteggiare i rischi a cui è soggetta l’attività imprenditoriale.
rischi puri,
La protezione è contro i il quale coincide con il rischio da evento doloso e
accidentale (incendio, furto, spionaggio industriale, incidenti sul lavoro, criminalità
minacce
informatica, sabotaggi, catastrofi naturali) o che si rivolgono non direttamente
verso il patrimonio aziendale, ma verso l’integrità e la salute di terzi. Al danno subito dal
terzo corrisponde una responsabilità dell’impresa sia in termini monetari, sia di lesione
dell’immagine. Il materializzarsi di una minaccia comporta una diminuzione del
patrimonio aziendale sotto uno o più di questi aspetti:
perdita della disponibilità delle risorse (distruzione di asset aziendali);
modifica indesiderata delle risorse (modifica dolosa/non voluta di un software o
database);
perdita di esclusività delle risorse (condivisione della risorsa da parte di un terzo che la
può sfruttare in concorrenza con l’impresa/know-how).
Il potenziale di danno di molti eventi dolosi e accidentali può essere elevatissimo e tale da
effetti
pregiudicare la sopravvivenza dell’impresa. Gli di tali minacce sono:
danni diretti: conseguenze che discendono in via immediata all’evento e si
manifestano in termine di lesione fisica (incendio);
danni indiretti: conseguenze che discendono dall’evento solo in via mediata (la
distruzione di merci in magazzino ostacola il disbrigo degli ordini dei clienti);
danni consequenziali: conseguenze dell’evento che si producono dopo che l’attività
è stata ripristinata (i clienti si spostano dai concorrenti perché l’impresa non consegna
a causa dell’incendio).
I danni indiretti sono maggiori di quelli diretti, e quelli consequenziali maggiori di quelli
indiretti. tutela
Gli interventi di agli asset si distinguono tra:
preventivi atti a eliminare le cause che determinano gli incident (il trasformarsi in eventi
dannosi dei rischi) e ridurre la probabilità di evenienza.
contestuali all’incident: attività tese a fronteggiare gli eventi dannosi nel momento in
cui si manifestano. Derivano dalla presa di coscienza che le azioni preventive
consentono unicamente di contenere i rischi ma non di eliminarli ciò sia per ragioni
economiche sia per ragioni tecnologiche;
successivi all’incident: attività per ristabilire le relazioni con gli stakeholder.
LE AREE GESTIONALI E L’ARTICOLAZIONE DEL CAPITOLO
La tutela degli asset da rischi e minacce di tipo doloso e accidentale è detta protezione
aziendale.
security
La è la difesa dell’impresa contro gli eventi dolosi (azioni criminali provenienti
dall’esterno o interno dell’organizzazione). Essa si concentra sulla protezione fisica del
patrimonio tangibile e immateriale gestendo allarmi, sorveglianza, investigazione). La
security si occupa anche della tutela del sistema informativo.
safety
La è la difesa dell’impresa contro gli eventi accidentali (sicurezza sul lavoro).
management o protezione dell’ambiente naturale
L’enviromental è la tutela
dell’ambiente naturale da agenti inquinanti generati direttamente o no dalle attività
aziendali. Per effetto di una somiglianza di problematiche, si tende unire sotto una
gestione integrata la safety e la protezione dell’ambiente e si parla di healt, safety &
environment (HSE).
risk management
Il è una speciale metodologia di protezione aziendale che si
caratterizza per il fatto di basarsi su un processo di analisi del rischio, applicazione
dell’intervento prescelto. La prevenzione della minaccia è vista tipicamente
all’assicurazione.
crisis management
Il è la gestione della risposta dell’impresa all’evento dannoso quando
questo è ancora in corso o non ha ancora esaurito la produzione dei suoi effetti.
SECURITY: LA PROTEZIONE DA ATTI ILLECITI
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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