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TEORIE DI INFLUENZA SULL’AMBIENTE

 TEORIE DI INFLUENZA MANAGERIALE

(1) Selznick

Il ruolo del top manager è quello di fornire un significato strategico all’impresa, mantenendo la sua

integrità organizzativa

(2) Chandler

Il lavoro è focalizzato su come le grandi imprese sviluppano nuove strutture amministrative per

assecondare la crescita e su come il cambiamento strategico comporti un mutamento strutturale

nell’impesa.

In seguito propone la “mano invisibile” alla base dello sviluppo economico (rappresentata

dall’operato delle imprese) 10

 TEORIE DI INFLUENZA IMPRENDITORIALE (opposte alle teorie di dipendenza settoriale)

(1) Nelson e Winter, Barney

Teoria evoluzionistica: il concetto di routine serve per spiegare:

→ - eterogeneità delle imprese

- meccanismi di selezione che l’ambiente applica

- meccanismi di sopravvivenza delle imprese

L’ambiente non fornisce opportunità e minacce (opposto allo SWOT), le considera e valuta ma non

le possiede

(2) Shumpeter, scuola austriaca

Distruzione creatrice: il settore e gli ambienti non sono un vincolo dell’impresa, ma essi esistono e

si formano attraverso il comportamento delle imprese

Focalizzazione su imprenditorialità e creatività

(3)

Teorie della dinamica competitiva: si basa sulla debolezza dei confini settoriali

→ Maggiore responsabile della debolezza dei confini è l’innovazione tecnologica: rende difficile

determinare l’area competitiva nel quale un gruppo di imprese opera

TEORIE SISTEMICHE

 TEORIE SUI SISTEMI APERTI

(1) Von Bertalanffy

Esistono diverse tipologie di sistemi a seconda del tipo di relazione che vi è tra ambiente e soggetto:

→ - sistemi chiusi (non sono possibili interazioni con l’ambiente esterno)

- sistemi totalmente aperti (non è possibile sottrarsi all’interazione con l’ambiente esterno)

- sistemi parzialmente aperti (è possibile selezionare il tipo di interazione con l’ambiente)

Impresa = sistema parzialmente aperto: la sua evoluzione dipende sia dalle decisioni di governo che

si realizzano all’interno sia dalla dinamica delle variabili che compongono i suoi ambienti di

riferimento

Soggettività dei confini dell’ambiente di riferimento

 VISIONE PER STAKEHOLDER

(1) Freeman

Bilanciamento tra razionalità sistemica e comportamento soggettivo

→ Stakeholder = portatore di interessi: bisogna focalizzare l’attenzione sulla rete di legami che mette

in relazione tali soggetti 11

CAPITOLO 7-8: STAKEHOLDER STAKEHOLDER ESTERNI

STAKEHOLDER INTERNI STAKEHOLDER ESTERNI SECONDARI

PRIMARI

- Proprietari - Operatori finanziari

- Fornitori e clienti

- Dipendenti - Operatori pubblici

- Concorrenti

- Manager

STAKEHOLDER INTERNI

1. PROPRIETARI

Soggetti a cui possono essere associati interessi nell’impresa e capacità di influenza sulle dinamiche

aziendali

Proprietà può essere:

→ concentrata

- (pochi soggetti detengono elevate quote di capitale)

frammentata

- (molti soggetti detengono piccole quote di capitale)

Proprietari si dividono in:

→ azionisti di maggioranza

- (incidono maggiormente sulle decisioni aziendali attraverso il voto)

azionisti di minoranza

- (hanno posizioni di controllo per assumere informazioni sull’andamento

dell’azienda)

azionisti industriali

- (soggetti che hanno ruoli operativi: imprenditore, gruppi coalizzati)

Interessi: investimento, crescita, innovazione

azionisti finanziari

- (soggetti che investono capitale di rischio nelle imprese: es. banca d’affari)

Interessi: gestione di routine senza iniziative rischiose

2. DIPENDENTI

Soggetti che apportano all’impresa il loro lavoro

→ La loro posizione dipende da:

→ livello di partecipazione

- ai processi decisionali

livello di rappresentanza

- delle associazioni sindacali

La posizione incide sulle dinamiche aziendali

3. MANAGER

E’ una tipologia di dipendente

→ La posizione del manager dipende da:

→ dimensioni e grado di complessità aziendale

- (> dimensioni, > delega manageriale)

articolazione della struttura proprietaria

- (> dispersione azionaria, > ruolo manageriale)

presenza di meccanismi di incentivo

- (es. retribuzione del manager ai risultati aziendali)

presenza di un mercato finanziario efficiente

- (rende + trasparente l’operato del manager al

proprietario) 12

STAKEHOLDER ESTERNI PRIMARI (quelli che compongono il sistema competitivo)

1. FORNITORI E CLIENTI

Fornitori: coloro che forniscono alle imprese fattori produttivi, impianti, macchinari...

→ Clienti: coloro a cui l’offerta aziendale è diretta insieme delle

Le relazioni dell’impresa con i soggetti che partecipano alla sua filiera produttiva (

lavorazioni che consentono di arrivare al prodotto finale ) contribuiscono a definire il valore aggiunto

differenza tra valore della produzione e costo dei fattori produttivi acquistati

( ) e la ripartizione di

questo fra i partecipanti.

Elementi impiegati per realizzare tali relazioni:

→ struttura del mercato di fornitura o di sbocco

- (mercato concentrato→elevato potere contrattuale

Mercato frammentato→minore potere contrattuale)

valore dello scambio

- caratteristiche della relazione

- (trasparenza delle info, fiducia tra controparti, frequenza scambi...)

2. CONCORRENTI

Altre imprese che concorrono nel mercato per un’offerta simile

→ L’intensità della concorrenza dipende da:

→ tasso di concentrazione

- (settori molto concentrati→competizione – intensa

Settori frammentati→competizione + marcata)

differenziazione del prodotto e dei concorrenti

- (prodotti standardizzati→forte concorrenza)

condizioni di costo

- (con forti economie di scala bisogna si adotteranno politiche concorrenziali

aggressive)

Concorrenza potenziale→concetto di barriere all’entrata (consente di limitare l’attenzione di

concorrenti potenziali, in modo che il settore ne risulti protetto)

STAKEHOLDER ESTERNI SECONDARI

1. OPERATORI FINANZIARI

Offrono all’impresa capitale di debito

→ Il loro ruolo dipende da:

→ livello di indebitamento/rischio dell’impresa

- (potere della banca + rilevante se l’impresa è

particolarmente indebitata)

dimensione e prestigio dell’impresa

- (se l’impresa è di grandi dimensioni o prestigiosa, l’attitudine

dell’operatore è – vincolante)

caratteristiche dell’intero sistema finanziario

- (ampio ed efficiente)

2. OPERATORI PUBBLICI

Il loro ruolo riguarda:

→ la regolamentazione dei mercati

- (lo Stato può vincolare l’accesso a determinati mercati)

la tutela della concorrenza

- (sono vietati accordi che restringono la concorrenza)

le politiche macroeconomiche

- 13

RILEVANZA DEGLI STAKEHOLDER posizione

 Fattori che determinano la di uno stakeholder Urgenza:

Grado di potere: Legittimità: Le richieste di un gruppo di

Coercitivo Percezione che le azioni di un stakeholder possono diventare

Utilitario soggetto siano desiderabili o pressanti, senza che questo detenga

Simbolico appropriate però potere o legittimità

3 grandi categorie di rilevanza:

 Secondo Mitchell gli stakeholder si possono suddividere in

Stakeholder con aspettative

Stakeholder latenti Stakeholder assoluti

(Almeno 2 elementi di rilevanza)

(Possesso di 1 solo degli elementi) (Possesso di tutti e 3 gli elementi)

- S. dominante (legittimità e potere)

- S. dormienti (solo potere) - S. dipendente (legittimità e urgenza)

- S. discrezionali (solo legittimità) - S. pericolosi (potere e urgenza)

- S. domandanti (solo urgenza) Strategie/comportamenti della gestione degli stakeholder

 :

Reazione Proattività

(Si realizza ignorando le istanza (Anticipazione delle istanze degli

apportate dagli stakeholder) stakeholder)

Adattamento

- possibile rischio per l’impresa (Realizzazione di pressoché tutte - Possibile rischio

- limitata cooperazione le istanze) - cooperazione

Difesa

(Realizzazione del minimo

soddisfacimento delle istanze)

-basso rischio per impresa

- limitata cooperazione tra

impresa e stakeholder

Dinamica evolutiva del sistema di relazioni fra impresa e stakeholder

 dimensioni:

→3

1. Personale (lo stakeholder per fattori personali modifica il proprio comportamento verso l’impresa,

rimanendo nella stessa categoria)

2. Di categoria (mutamento di prospettiva nello stakeholder, passa da una categoria all’altra)

3. Strategica (relazione stakeholder-impresa cambia nel tempo, a causa di mutamenti nel ruolo della

categoria) 14

 Jawahar e McLaughlin hanno elaborato un modello nel quale le relazioni fra impresa e stakeholder

cambiano a seconda della fase del ciclo di vita dell’impresa (indipendentemente dal comportamento

degli stakeholder 4 stadi evolutivi:

1) Nascita/sviluppo obiettivo: superare il rischio di fallimento dell’iniziativa

→ clienti e finanziatori

verso : strategie di proattività

→ dipendenti e fornitori

verso : strategie di adattamento

→ concorrenti

verso : strategie di reazione

2) Crescita obiettivo: sviluppare l’attività in tempi rapidi

→ finanziatori, dipendenti, fornitori

verso : strategie di proattività

→ clienti e proprietari

verso : strategie di adattamento

→ concorrenti

verso : strategie di difesa o reazione

→ dipendenti, proprietari, fornitori

3) Maturità verso : strategie di proattività

→ finanziatori

verso : strategie di adattamento

→ clienti, proprietari, finanziatori

4) Declino o rivitalizzazione verso : strategie di proattività

→ dipendenti e fornitori

verso : strategie di adattamento

→ concorrenti

verso : strategie di difesa

→ 15

CAPITOLO 9: VANTAGGIO COMPETITIVO E DINAMICA CONCORRENZIALE

Condizione di perdurante superiorità dei risultati economici di un impresa

 Secondo Porter è possibile costruirsi un vantaggio competitivo tramite 3 strategie:

1. LEADERSHIP DI COSTO

- L’impresa produce a costi inferiori rispetto ai concorrenti

- Fonti: economie di scala, economie di esperienza, efficienza del processo produttivo, risparmi

di costo sull’acquisto di input

2. DIFFERENZIAZIONE

- L’impresa produce prodotti differenti per i quali il consumatore &eg

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Publisher
A.A. 2017-2018
36 pagine
3 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ambra135 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Casadio Chiara.