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Opportunità di sviluppo per le imprese
2.6) Gli investimenti diretti esteri (IDE)
Gli IDE sono determinati dalla volontà dell'impresa di realizzare in paesi diversi da quello di origine
attività complesse in termini di risorse assorbite e di valore creato.
È possibile classificare gli investimenti diretti esteri in base ad alcuni criteri fondamentali:
Classificazione in base alla modalità di ingresso:
● Investimento greenfield, se la nuova struttura viene localizzata in un’area precedentemente non
utilizzata per attività economiche;
● Investimento brownfield, se la nuova struttura viene collocata in un sito già adibito in passato ad
attività produttive e nuovamente utilizzabile.
Classificazione in base alla direzione dell'investimento:
● IDE outflow, ovvero investimenti generati da aziende nazionali verso l'estero;
● IDE inflow, ovvero investimenti generati da aziende estere sul territorio nazionale.
Generalmente, la capacità di un paese di attrarre investimenti è influenzata da svariati fattori tra i quali
la dimensione del mercato, il costo di trasporto, il costo dei fattori produttivi, specificità della struttura
industriale e imprenditoriale, i servizi offerti, il regime normativo e fiscale, la ricerca e l'innovazione
ecc. Vantaggi Svantaggi
IDE greenfield Impianti moderni e ben localizzati Costi elevati
Ridotte assistenze organizzative Tempi lunghi
e culturali Rispetto di regole nazionali e
sindacali del paese target
IDE brownfield Rapidità di esecuzione Costi elevati
Possibilità di acquisire un
concorrente senza aggiungere
capacità produttiva al settore
3) Il rischio
Le attività delle imprese non finanziarie e tipicamente influenzata da due principali tipologie di rischi, i
rischi economici e i rischi finanziari: i primi si riferiscono alla variabilità degli aggregati reddituali dovuti
alla politica commerciale e al posizionamento competitivo dell'impresa; i secondi, invece, si riferiscono
alla variabilità degli aggregati patrimoniali ed economici legati dall'andamento del prezzo di mercato di
strumenti quali i tassi di cambio e tassi di interesse.
Definiamo rischioso l'evento o l'attività i cui esiti possono essere di tipo dannoso o negativo. In campo
aziendale sono rischiose le attività i cui esiti possono ripercuotersi negativamente sulle dinamiche
gestionali, economiche e finanziarie delle imprese.
Per ciò che concerne i rischi legati all'attività internazionale vi sono tre tipologie di rischio:
1. Rischio di cambio
2. Rischio di tasso di interesse
3. Rischio paese
Il rischio di cambio
È il rischio che attiene alle oscillazioni che si registrano nei tassi di cambio delle valute in cui l'attivo e
il passivo aziendale sono espressi.
La variabile principale che ne condiziona l'evoluzione è il tempo. All'origine del rischio vi è sempre,
infatti, uno sfasamento temporale tra un momento iniziale in cui viene posta in essere una
determinata transazione e il momento in cui si procede al regolamento monetario della stessa.
Vi sono tre tipologie di esposizione al rischio di cambio:
1. TRANSATTIVA: guarda all'impatto che la variazione del cambio produce sugli impegni in essere in
valuta estera, ossia sulle “transazioni note che prevedono il regolamento in moneta non di conto”.
Esso sorge nel momento in cui due contraenti di diverse nazionalità stipulano un contratto, con
regolamento differito, utilizzando la valuta di una delle controparti, o una terza divisa.
2. ECONOMICA: guarda all'impatto che la variazione del tasso di cambio produce sui flussi futuri di
cassa operativi aziendali e quindi, sul valore dell'azienda stessa. Sono rilevanti tutti i flussi di cassa
futuri e non solo quelli relativi a impegni certi già assunti. Quindi, la base di riferimento è assai più
ampia e meno facilmente determinabile.
3. CONTABILE: guarda all'impatto che la conversione in moneta domestica dei bilanci delle società
estere controllate produce sul bilancio consolidato della capogruppo in conseguenza di variazioni del
tasso di cambio intervenute rispetto alla precedente e chiusura dei conti.
a. Metodo corrente: lo stato patrimoniale viene convertito al tasso di cambio corrente alla data di
chiusura dell'esercizio. Il conto economico invece, viene convertito al tasso di cambio medio registrato
durante l'esercizio. Il guadagno o la perdita viene registrato sotto la voce di “differenza (o scarto) di
conversione”.
b. Metodo temporale: la conversione dello SP fa riferimento al tasso di cambio storico alla data di
conversione. Il conto economico viene convertito al tasso di cambio medio registrato durante
l'esercizio. L'utile o la perdita sui cambi partecipa alla determinazione dell’utile consolidato d’esercizio.
Ci si può approcciare in due modi differenti al rischio di cambio:
● STATICO: con questa tipologia di approccio si vuole di eliminare il rischio. Si prevede che, al termine
dell’operazione di copertura, questa non subisca più variazioni fino al pagamento o incasso
dell'ammontare in valuta. Questa operatività si rivolge normalmente alle imprese che scelgono un
orizzonte temporale breve e che non hanno le competenze sufficienti per gestire il rischio.
● DINAMICO: si tratta di una gestione non speculativa, che ha l'obiettivo di salvaguardare il margine
industriale e, contemporaneamente, allinearsi ai migliori cambi di mercato. Prevede, quindi, una
modifica frequente del profilo delle coperture ed è pertanto basato su un orizzonte temporale di
copertura di medio lungo periodo.
infine, tre sono i livelli di gestione:
1. STRATEGICA: anticipare e influenzare gli effetti di variazioni inattese dei tassi di cambio piuttosto che
semplicemente sperare che vada tutto bene, tramite strategie di diversificazione sia della base
operativa che delle fonti di approvvigionamento.
2. OPERATIVA: il management può reagire in tempo e in maniera efficace allo squilibrio che si verifica,
può usare varie strategie come la ricerca di nuove fonti di approvvigionamento, lo spostamento della
produzione nei paesi con meno costi, spostare le esportazioni e il marketing in aree più competitive.
Però spesso queste azioni possono risultare tardive e inefficaci, soprattutto per imprese in una
posizione competitiva forte.
3. FINANZIARIA: tramite una diversificazione finanziaria l'impresa sarà avvantaggiata per poter
beneficiare di una diminuzione del costo del capitale. Essa però deve essere nota alla comunità
finanziaria ed avere relazioni bancarie predefinite.
Il rischio di tasso di interesse
È il rischio che una variazione dei tassi di interesse di mercato produca una diminuzione della
redditività e del valore aziendale direttamente, tramite l'aumento degli oneri finanziari, oppure
indirettamente, tramite variazioni del costo del denaro, dei prezzi e delle quantità vendute.
Due tipologie di rischio:
1. Rischio transattivo: riguarda le poste attive e passive dello stato patrimoniale direttamente influenzate
da una variazione dei tassi di interesse.
2. Rischio economico competitivo: si presenta ogni volta che le poste attive e passive dello stato
patrimoniale vengono indirettamente influenzate da una variazione dei tassi di interesse.
La copertura del rischio di tasso di interesse può essere:
● BASATA SULLA DURATION (un portafoglio con duration pari a zero è protetto solo contro le
variazioni di tasso di interesse)
● BASATA SUI DERIVATI lineari o opzionali (FRA, IRS, IRC…)
Il rischio paese
Può essere definito come quel rischio di non poter rimpatriare averi e/o crediti vantati in un paese
estero a causa di eventi di vasta portata (politici, economici, militari) che coinvolgono quelli intero
paese. Oppure ancora, l’insieme dei rischi che non si sostengono se si effettuano delle transazioni al
mercato domestico, ma che emergono nel momento in cui si effettua un investimento in un paese
estero.
Molte istituzioni e centri studi si occupano di compilare veri e propri rapporti paese. Dall'analisi di
questi dati è possibile effettuare stime ed attuare strategie volte ad ottimizzare l'equilibrio finanziario
generale dell'impresa multinazionale
Il metodo di calcolo del rating sul rischio sovrano è composto dalle seguenti fasi:
● Gruppi di analisti eterogenei per competenze forniscono una valutazione riguardante 10 insiemi di
indicatori quali-quantitativi;
● Integrazione delle precedenti valutazioni con simulazioni ed esercizi al fine di individuare quanto
particolari indice di fragilità finanziaria (es. PIL) possano essere intaccati oltre una soglia critica dal
verificarsi di eventi macroeconomici di notevole portata.
● La logica è quella di ottenere valutazioni comparative tra paesi e in relazione ai paesi risk-free
Al termine della valutazione l'agenzia assegna al Paese un codice alfanumerico compreso tra la AAA
e la D.
4.1) I contratti derivati
I contratti derivati (forward, futures, swaps e opzioni) sono strumenti che incorporano un’obbligazione
di effettuare una certa prestazione o pagare una certa somma a un dato tempo futuro. La
determinazione della somma da pagare deve tener conto dell'andamento di uno strumento finanziario
sottostante.
I contratti forward
Prevedono lo scambio nel futuro di uno strumento finanziario o di un'attività a un prezzo determinato
al momento della chiusura del contratto. Al momento della stipula il valore del contratto è uguale a
zero.
I contratti futures
I futures sono dei contratti con consegna differita, esattamente come per le operazioni forward,
standardizzati e negoziati esclusivamente presso i mercati borsistici regolamentati mediante i quali è
possibile acquistare o vendere una determinata attività a un prezzo fisso e con regolamento
giornaliero delle variazioni di mark to market dell'operazione.
Gli SWAPS
Lo Swap è un contratto sottoscritto tra due soggetti giuridici mediante il quale ogni controparte ha il
dovere di effettuare dei pagamenti periodici fissi o variabili a delle date future e contemporaneamente
ha il diritto di ricevere dei pagamenti periodici anch'essi variabili o fissi sempre a date future.
Generalmente le operazioni di Swap richiedono a una controparte il pagamento periodico di una
somma fissa e all'altra controparte il pagamento periodico di una somma variabile.
Le operazioni di Swap dove i pagamenti effettuati da entrambe le controparti sono fissi non sono
utilizzate dagli operatori in quanto prive di utilità nell'attività di copertura e gestione dei rischi
finanziari.
4.2) Le diverse tipologie di SWAP
Interest Rate Swap
È un impegno contrattuale in base al quale due parti si obbligano a