vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Motivi legati a concreti processi di innovazione:
- Acquisire le conoscenze tacite dei partner:
o Trasferimento tecnologico;
o Riduzione del ciclo di vita del prodotto;
o Riduzione del time to market.
o
Motivi legati all’accesso e alla ricerca di nuove opportunità:
- Monitoraggio del cambiamento dell’ambiente e delle opportunità di
o mercato;
L’internazionalizzazione e l’ingresso in mercati esteri;
o Nuovi prodotti e mercati, l’espansione della gamma di prodotti.
o
Distretto industriale→ è rappresentato da un sistema locale caratterizzato dalla
presenza di un’attività produttiva principale svolta da un insieme di piccole imprese
indipendenti, che però sono altamente specializzate in fasi diverse di uno stesso
processo produttivo.
Cluster industriale→ può avere estensione nazionale o regionale. In essi si vede una
contrazione geografica di imprese interconnesse le quali cooperano e competono al
medesimo tempo.
Elementi che caratterizzano il distretto industriale:
La divisione del lavoro tra imprese;
- La produzione è flessibile e cerca di venire incontro alle diverse necessita dei
- clienti;
Le relazioni tra imprese assumono la forma di intreccio fra competizione e
- cooperazione e danno vita a quello che viene chiamato mercato comunitario;
Il luogo è definito;
- Esiste una forte interdipendenza tra il distretto come realtà produttiva e come
- ambiente di vita familiare, politico e sociale;
È un’area caratterizzata da elevati flussi informativi e dal supporto delle
- istituzioni e degli enti locali.
Vantaggio competitivo offerto:
Riduzione dei costi di transazione;
- Rendimenti di scala crescenti;
- Sviluppo tecnologico e innovativo;
- Riduzione dei costi di apprendimento;
- Vantaggi competitivi derivanti dalla più veloce specializzazione territoriale
- ovvero i cosiddetti first mover advantages.
La cooperazione può essere considerata come una delle leve di governo del distretto
ed assume le caratteristiche tipiche del social network e delle comunities of practices.
Il distretto è caratterizzato da imprese localizzate in un territorio ristretto, nel quale
sono di fondamentale importanza la comunità locale e l’intervento pubblico a
sostegno dell’economia. Il cluster invece è un modello più ampio del distretto, non
solo per quanto riguarda la varietà settoriale delle aziende presenti, ma anche per la
vastità del territorio di localizzazione. Le motivazioni per le quali l’innovazione si
sviluppa in aree circoscritte indipendentemente dalla variabile globalizzazione sono:
la disponibilità di risorse naturali nell’area di sviluppo dell’innovazione, la prossimità
ai mercati di sbocco, la possibilità di effettuare economie di scala, l’accesso a risorse
umane di primo livello per la presenza di università e centri di ricerca di livello
internazionale, per la presenza di infrastrutture inadeguate.
La presenza di elementi che favoriscono la nascita dei distretti e lo sviluppo di
innovazione al loro interno, alimenta un circuito virtuoso che crea benessere socio-
economico per l’intero territorio del cluster stesso.
Open innovation: un approccio
moderno all’innovazione
Attraverso l’assunzione di menti brillanti e il loro impiego nelle attività di R&S, le
imprese assicuravano lo sviluppo di idee innovative per commercializzare prodotti e
servizi unici, per generare ricavi superiori alla media del settore e poter effettuare
nuovi investimenti in R&S. i cambiamenti dello scenario competitivo hanno
influenzato il modo attraverso il quale le imprese innovano. Tra i fattori che hanno
contribuito a tale cambiamento, vi sono il progresso tecnologico, la globalizzazione
sempre più incessante e l’accorciamento del ciclo di vita dei prodotti. Il paradigma
della open innovation può essere considerato l’antitesi del tradizionale approccio
verticale all’innovazione. È di fondamentale importanza considerare il ruolo della
conoscenza nell’economia contemporanea e nei processi d’impresa. La conoscenza è
considerata l’asset più importante all’interno di un’impresa. Alcuni fattori e trend per
spiegare il fenomeno della open innovation:
Le imprese sempre più cercano conoscenza proveniente da fonti distanti dal
- punto di vista geografico;
Le imprese utilizzano sempre più conoscenza proveniente da altre industrie e
- settori;
Le imprese considerano sempre più eterogenei campi scientifici e tecnologici,
- puntando su processi di convergenza
Le imprese sempre più sfruttano le università e centri di ricerca come fornitori
- di conoscenza.
È importante che le imprese comprendano le capacita`, le abilita e le conoscenze che
le rendono uniche sul mercato, affinché` possano definire, in maniera univoca, in che
punto del processo innovativo si presentino necessità di risorse esterne.
Chesbrough individua una serie di elementi nuovi della open innovation rispetto alle
teorie passate:
Le teorie passate considerano le fonti esterne di innovazioni sostitute a quelle
- interne;
Il business model ricopre un ruolo fondamentale nella open innovation;
- Le teorie precedenti assumono l’assenza di measurement error nella
- valutazione dei progetti di R&S;
Studi precedenti considerano la conoscenza un elemento scarso difficile da
- trovare;
Nelle open innovation gli intermediari dell’innovazione assumono un ruolo
- importante.
Sono diversi i meccanismi attraverso cui adottare strategie di open innovation.
Considerando l’innovation funnel di un’impresa, il flusso di conoscenza può avvenire
attraverso il meccanismo
Inbound→ in questo caso, l’impresa decide di acquisire conoscenza o
- tecnologia da fonti esterne per integrarla alla base di conoscenza o tecnologia
da fonti esterne per integrarla alla base di conoscenza o tecnologia prodotta
internamente. Integrando l’innovazione esterna con quella interna, l’impresa
può avere accesso a molte più fonti e può accelerare l’innovazione riducendo
drasticamente i tempi di R&S.
Outbound→attività mediante la quale le imprese ricercano organizzazioni
- esterne dotate di un business model maggiormente idoneo a commerciale una
data tecnologia. L’impresa decide di cedere parte della conoscenza o tecnologia
interna a fonti esterne per motivi monetari e/o strategici. Consente di ottenere
una serie di potenziali vantaggi strategici, riguardanti la strategia di prodotto o
il portafoglio tecnologico. Crea il potenziale per lo sviluppo di uno standard
dominante, possibilità che aumenta all’incrementare del numero dei soggetti
licenziatari. Sono cinque i principali metodi attraverso cui fare output:
Diventare un cliente o fornitore del progetto innovativo;
o Creare spin-off, ovvero creare una nuova impresa basata su un progetto
o sviluppato dall’azienda stessa;
Offrire in licenza a terzi i brevetti inutilizzati;
o Creare network eterogenei e ampi di partner esterni;
o Sviluppare attività di open source, ovvero rilasciare gratuitamente idee,
o conoscenza e tecnologie sviluppate internamente.
Coupled open innovation→ meccanismo attraverso il quale si combinano processi di
inbound e outbound tra attori coinvolti in attività collaborative di innovazione.
Coinvolge due (o più) partner che gestiscono intenzionalmente la conoscenza
reciproca attraverso i loro confini organizzativi, per attività di innovazione e
commercializzazione congiunte.
Le pratiche specifiche per di open innovation per ogni meccanismo:
Acquiring→licensing-in della proprietà intellettuale, outsourcing di R&D
- sfruttare gli intermediari dell’innovazione, competizioni di idee e start-up
premi a fornitori per idee innovative, premi a università per idee innovative;
Sourcing→ co-creazione con il cliente, crowdsourcing, sfruttamento di
- consorzi finanziari da enti pubblici, networking informali;
Selling→ join-venture, spin-off, licensing-out della proprietà intellettuale;
- vendere ad altre imprese prodotto pronti per il mercato;
Revealing→ condivisione di know-how, donazione a enti ed associazioni no-
- profit.
Le pratiche di open innovation inbound:
Licnsing-in→ acquisire proprietà intellettuale in licenza, ovvero conoscenza o
- tecnologia sviluppata da altro soggetto sotto forma di IP, copyright o marchi.
Outorcing dell’R&S→ comprare servizi di R&S da altri attori come ad esempio
- le università`.
Crowdsorcing→ riguarda lo sviluppo collettivo di un progetto da parte di
- numerose persone esterne all’entità che ha ideato il progetto stesso.
Conferenze→ partecipare a conferenze specialistiche per acquisire conoscenze
- su determinati trend. Affidarsi ad uno o più esperti per lo sviluppo di un
progetto o per il testing di un prodotto.
Network informali→ far parte di Network allargati da cui prendere spunto per
- idee innovative.
Fusioni e acquisizioni→ attività finanziarie straordinarie mirate all’acquisizione
- di know-how specifico per lo sviluppo di nuovi prodotti.
Ottenere idee dai social media/blog/forum→ sfruttare idee e conoscenza
- presenti sui social media per innovare i propri prodotti.
Scouting dei trend tecnologici→ osservare i trend tecnologici o accumulare
- informazioni sull’ambiente tecnologico esterno.
Pubblicazioni→ sfruttare le pubblicazioni scientifiche per ottenere conoscenza
- esplicita.
User engagement→ includere i clienti o utenti nel proprio processo di
- innovazione, analizzando le loro preferenze, adattando i prodotti ai loro
fabbisogni.
Le pratiche di open innovation outbound sono:
Licensing-out→ cedere in licenza conoscenza o tecnologia a soggetti terzi.
- Spin-off→ generazione di una nuova sorgente di attività.
- Reevaling→ cedere gratuitamente determinata conoscenza o tecnologia per
- motivi strategici.
Il grado di apertura del processo di innovazione può essere descritto anche in termini
di fasi in cui le pratiche di open innovation vengono implementate. Le fasi
dell’innovation funnel sono: idea generation, development, manufactoring,
commercializzation.
Innovation funnel Higt Integrated Open innovators
opennes collaborators
Low Closed innovators Specialised
collaborators
Low Hight
Partner variety
La matrice sopra indicata individua quattro quadranti:
Closed innovation→ aprono il processo innovativo a pochi attori in una o
- nessuna fase.
Specalised collaborators→ aprono il processo innovativo che si avvia ad una
- sola fase ma &egrav