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Il soggetto economico nelle aziende con proprietà diffusa
Il soggetto economico nelle aziende con proprietà diffusa avviene attraverso l'apertura del capitale a nuovi soci, diversi dall'imprenditore/fondatore, per superare le debolezze finanziarie. Nelle aziende di grandi dimensioni, maggiore è il grado di frammentazione del capitale di proprietà, più netta è la separazione tra diritti di proprietà e responsabilità di governo. Si pongono tre tipi di problemi di governance:
- La definizione dei principi e delle modalità di esercizio del potere decisionale
- La definizione dei meccanismi di tutela della proprietà
- L'individuazione delle altre categorie di stakeholders nei confronti dei quali il soggetto economico è responsabile
Nelle aziende a proprietà polverizzata (public company):
- La proprietà è ripartita tra un numero elevato di finanziatori
- Nessuno dei proprietari ha percentuali di possesso tali da tutelare direttamente i propri interessi
- La proprietà è ripartita tra uno o più azionisti di riferimento, e una moltitudine di proprietari con partecipazioni di minoranza
- I soci di riferimento detengono quote del capitale che, complessivamente, consentono la nomina dei consiglieri d'amministrazione
- Il soggetto economico è formato formalmente da consiglieri d'amministrazione, rappresentanti degli interessi dei soci di riferimento
Nell'azienda a proprietà frammentata con nocciolo duro (struttura societaria caratterizzata dalla concentrazione azionaria nelle mani di pochi azionisti ai quali spetta il controllo dell'impresa e la scelta degli amministratori) sono presenti:
- Azionisti stabili detengono azioni per periodo non brevi e controllano le decisioni del management
- Azionisti di minoranza detengono le azioni per breve tempo e non sono coinvolti nel governo
La visione di fondo del modo di condurre il proprio business (mission o vision) si articola in:
- Dove competere
- Perché competere
- Come competere
Vantaggio Competitivo
L'analisi dell'ambiente esterno è necessaria per la formulazione delle strategie ed è svolta distinguendo:
- Il micro ambiente, con cui l'azienda interagisce direttamente ed è in grado di incidere (preferenze dei consumatori)
- Il macro ambiente, con variabili sulle quali l'azienda non è in grado di incidere (tassi di interesse, inflazione)
L'analisi ed il monitoraggio dell'ambiente (micro e macro) è il primo passo verso la formulazione delle strategie. Un primo strumento di analisi è la matrice PEST.
Il secondo strumento di analisi è la matrice delle forze competitive.
Il vantaggio competitivo dipende, oltre che da condizioni ambientali e settoriali favorevoli, dalle particolari risorse di cui le aziende dispongono e che consentono loro di avere
gestioni più profittevoli dei concorrenti (le imprese si differenziano per le risorse e le competenze che possiedono)10 matrice SWOT:
L'analisi interna si combina con quella dell'ambiente esterno andando a costituire la cosiddetta
La mossa strategica
Secondo un moderno approccio, l'obbiettivo delle aziende non deve essere solo quello di superare i concorrenti all'interno dei settori esistenti ma offrire valore ai clienti e soprattutto cercare di conquistare i "non clienti". Pertanto al centro della strategia vi sarebbe la mossa strategica, cioè l'insieme di azioni e decisioni manageriali legate all'offerta di prodotti/servizi tanto validi da creare un nuovo mercato.
Le strategie Competitive
Il vantaggio di una azienda può essere costruito perseguendo due possibili percorsi strategici:
Strategie di leadership di costo:
- puntare ad avere dei costi di produzione inferiori a quelli dei concorrenti
Strategie di
differenziazione - incrementare il valore percepito dal cliente rispetto a quello dei concorrenti
Strategie di leadership di costo si basano su:
- Economie di esperienza (ottimizzazione dei processi grazie all'esperienza)
- Economie di scala (aumentando la produzione si ammortizzano i costi fissi)
- Economie di scopo (da stesse materie prime e stesso processo produttivo si ricavano più output)
- Economie di approvvigionamento (abbassando costo materie prime e lavoro)
- Efficienza produttiva (tecniche nuove di produzione)
I leader di costo hanno un business model in cui i costi di produzione siano inferiori, a parità di qualità percepita, ai quelli dei concorrenti
Strategie di differenziazione si basano su:
- Progettazione del prodotto
- Politiche distributive
- Politiche promozionali
- Politiche di comunicazione
L'obiettivo è la possibilità di praticare un prezzo superiore a quello di mercato ma che deve essere comunque adeguato per coprire i costi
della diversificazione (costi per far capire al cliente che il prodotto è migliore rispetto ai competitor)
In passato le due strategie si ponevano come alternative, recentemente le aziende cercano sia i vantaggi di costo che di diversificazione; ciò consente di compensare le criticità di una con i vantaggi dell'altra:
La focalizzazione e la diversificazione
Le strategie competitive possono essere attuate in un contesto che sia più o meno ampio a seconda che un'impresa persegua:
Strategie di focalizzazione:
- l'impresa opta per la limitazione/riduzione del proprio raggio d'azione per concentrare le proprie risorse sui mercati/settori più convenienti
Strategie di diversificazione (o di portafoglio):
- l'impresa opta per l'ampliamento del proprio raggio d'azione per impiegare e valorizzare le proprie risorse sui diversi settori/mercati. Si distinguono in:
Correlata: l'impresa decide di operare in più
settori/mercati con caratteristiche simili Non correlata–> l’impresa decide di ampliare la propria operatività a settori/mercati molto diversi tra di loro
Le ragioni della diversificazione sono:
- Diversificazione del rischio (logica finanziaria)
- Sfruttamento delle opportunità offerte da altri settori/mercati (logica industriale)
- Finalità personali del management (opportunismo)
Questa strategia produce valore quando porta risultati che non potrebbero essere ottenuti dal singolo investitore. Operare in più settori consente di sfruttare meglio le risorse di cui l’azienda dispone.
L’integrazione Verticale È un caso particolare di diversificazione correlata che ha ad oggetto la definizione degli stadi della filiera produttiva– in cui l’azienda decide di operare direttamente.
Integrazione a monte- (verso l’alto)– es