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NELLA DIVERSITA’ DEGLI STIMOLI E DELLE ATTIVITA’.
Il fine appare chiaramente il PERCORSO EDUCATIVO di ogni bambino, il mezzo appare
“l’azione consapevole degli insegnanti”. Quella da monitorare con il PraDISI.
IL SE E L’ALTRO: il primo campo d’esperienza descritto nelle Ipc ha come fine quello di
promuovere competenze che possano mettere i bambini nelle condizioni di affrontare le
PRIME GRANDI DOMANDE, IL SENSO MORALE, IL VIVERE INSIEME. La scuola e i
suoi insegnanti, insieme alle famiglie, si pone come primo luogo di “dialogo,
approfondimento culturale e reciproca formazione tra genitori e insegnanti per affrontare
insieme questi temi”.
IL CORPO E IL MOVIMENTO: Ha come fine quello di promuovere tra competenze
fondamentali relative all’IDENTITA’, ALL’AUTONOMIA E AL RISPETTO/CURA DELLA
PROPRIA SALUTE.
LINGUAGGI, CREATIVITA’, ESPRESSIONE: ha come fine quello di promuovere nei
bambini la GESTUALITA’, L’ARTE, LA MUSICA E LA MULTIMEDIALITA’
I DISCORSI E LE PAROLE: il fine è promuovere, attraverso discorsi e parole, LA
COMUNICAZIONE, LA LINGUA E LA CULTURA
LA CONOSCENZA DEL MONDO: il fine è la promozione della conoscenza del mondo, e
lo si raggiunge attraverso l’impegno per la realizzazione di traguardi di competenza intrisi
di ORDINE, MISURA, SPAZIO, TEMPO E NATURA.
1.5 ABITI MENTALI E PRASSI D’INSEGNAMENTO
Discussi i fini della scuola dell’infanzia, ovvero le dimensioni dello sviluppo per le quali è
necessario produrre un apprendimento e definito il mezzo per procedere in tal senso,
ovvero il curricolo, non resta che concludere domandandosi come sia possibile, a fronte di
tutto questo, garantire alle e nelle scuola di oggi una CONCRETA MEDIAZIONE TRA I
FINI E IL MEZZO DATO.
Scegliamo questa strada: il perseguimento di una PEDAGOGIA DEL CURRICOLO
sostenuta da rinnovare prassi didattiche. Prassi tali da promuovere pienamente lo sviluppo
dei bambini e delle bambine nella fascia tre/sei anni, nel rispetto di quella che è
l’INTERAZIONE da un lato con gli OGGETTI propri della dimensione culturale e, dall’altro,
con il delicato equilibrio tra INSEGNAMENTO E APPRENDIMENTO. E, per fare questo,
abbiamo scelto di provare ad avvalerci del PraDISI perché lo strumento è costruito in
sintonia proprio con quelle che reputiamo essere le DIMENSIONI PRINCIPALI dello
sviluppo dei bambini di questa età e le TEORIE DI APPRENDIMENTO sin qui esposte. Il
suo utilizzo all’interno della scuola dell’infanzia vuole essere una delle possibili chiavi per
condurre gli insegnanti a RIFLETTERE SULLE PROPRIE PRASSI DIDATTICHE, sul
proprio agire educativo.
La pratica educativa nella vita quotidiana della scuola sembra guidata, da un lato, dal suo
CONTESTO ISTITUZIONALE, ovvero dalle sue norme, dai suoi ruolo, dai suoi rituali
e,dall’altro, da MOLTEPLICI TEORIE INGENUE (anche dette popolari) alle quali gli
insegnanti aderiscono non sempre consapevolmente. Il problema della pedagogia appare,
allora, quello di prevedere STRATEGIE ADEGUATE in grado di incidere proprio su queste
pedagogie popolari. E il PraDISI ha l’intento di porsi come una delle strategie.
Il PraDISI vuole condurre gli insegnanti a dei concreti CAMBIAMENTI di rotta determinati
dall’appropriazione di NUOVI ABITI MENTALI. Questi abiti mentali non possono prendere
vita senza un saldo ancoraggio ad un nuovo atteggiamento scientifico, senza la conquista
di una nuova CONSAPEVOLEZZA CRITICA. Proprio a questi vuole condurre il PraDISI
durante i suoi percorsi di osservazione e valutazione delle prassi didattiche degli
insegnanti. Non solo, vuole dare forma d’INDAGINE CONSAPEVOLE alla pratica
didattica degli insegnanti, fornendo loro IDEE-GUIDA che si oppongano alle teorie
ingenue e si consolidino sempre di più nel tempo attraverso il successo che queste stesse
idee-guida determineranno nel risolvere i problemi della pratica didattica. L’impegno del
PRaDISI, in questo modo, non è solo quello di VALUTARE le prassi didattiche degli
insegnanti, ma soprattutto quello di CONDURRE UNA RIFLESSIONE per cui l’insegnante
FACCIA PROPRIO UN NUOVO ABITO MENTALE: quello di una PRATICA DIDATTICA
ATTENTA E CONTROLLATA.
CAPITOLO 2: PRADISI, GENESI E INTENZIONALITA’
2.1 OSSERVARE E VALUTARE: STRUMENTI PER LA QUALITA’ DELLA
SCUOLA DELL’INFANZIA
Con il secondo capitolo si prenderanno in esame il CONTESTO nel quale è stata svolta la
ricerca che ha condotto all’elaborazione del PraDISI, le INTENZIONALITA’
PEDAGOGICO-DIDATTICHE dello strumento, il suo voler rappresentare concretamente
una PROPOSTA DI FORMAZIONE, per arrivare poi a delineare il più chiaramente
possibile le necessarie NOTE ESPLICATIVE per il suo utilizzo.
Prima di entrare nel concreto di quanto preannunciato, però, si è deciso di aprire il capitolo
con una breve rassegna sugli strumenti che sono dedicati alla rilevazione della qualità
della scuola dell’infanzia. In questo modo, si potrà capire perché si è sentita l’esigenza di
una ricerca volta alla costruzione di un nuovo strumento di valutazione. Innanzitutto, è
necessario chiarire che si parlerà di strumenti dedicati alla QUALITA’ della scuola
dell’infanzia, con riferimento a quelli formulati in MANIERA STRUTTURATA.
Gli strumenti strutturati finalizzati all’analisi della qualità della scuola dell’infanzia sono
accomunati da caratteristiche molto simili. La maggior parte di essi, inoltre, sono iscrivibili
nel modello di VALUTAZIONE FORMATIVA delineato dalla scuola pavese di Egle Becchi.
Valutare secondo questo modello significa “usare strumenti SCIENTIFICAMENTE
RIGOROSI per raccogliere informazioni su di un dato evento, attivare un PROCESSO
DINAMICO che a) postula l’interpretazione dei dati stessi sulla base degli strumenti, b)
mira ad un impatto sulla situazione d partenza che implica un’azione, un cambiamento, un
miglioramento, una decisione innovativa”. Strumenti, quindi, che da un lato si fanno garanti
di un RIGORE METODOLOGICO che consente al ricercatore, nelle fasi di rilevazione dei
dati, di avere un PRECISO SGUARDO ESTERNO rispetto al complesso contesto nel
quale si trova immerso; dall’altro di promuovere, con gli attori coinvolti,
un’INTERPRETAZIONE, oltre che una VALUTAZIONE, dei DATI EMERSI.
Entrare nelle scuole e nelle sezioni con strumenti così caratterizzati significa, per prima
cosa, dare il via consapevolmente ad un percorso strutturato di valutazione degli ambienti,
dei comportamenti degli attori coinvolti e di tutte quelle situazioni che rendono complesse
le dinamiche racchiuse in ogni realtà scolastica, di qualsiasi ordine e grado. Si può intuire,
quindi, quale sarà l’impatto iniziale che questi strumenti hanno sulla èquipe di docenti
coinvolti: DIFFIDENZA E TIMORE di un erroneo giudizio in merito alla propria
professionalità. Momento molto delicato, dunque, sarà l’ingresso del ricercatore a scuola:
si tratterà di calarsi nelle singole situazioni, costruendo e mantenendo un DELICATO
EQUILIBRIO TRA RIGORE METODOLOGICO e il divenire, rilevazione dopo rilevazione,
PARTE COSTITUENTE di un gruppo sempre più convinto dell’importanza di un modello di
valutazione formativa in grado NON di giudicare la professionalità di un docente, ma al
contrario di RINNOVARLA attraverso una visione puntuale e articolata di quelle scelte
che ORIENTANO LA QUALITA’ DELLA DIDATTICA.
Prenderemo ora in esame gli strumenti nati per l’osservazione e la valutazione della
qualità della scuola dell’infanzia. A parte la “Griglia di osservazione della giornata
educativa”, che si configura come strumento diaristico-narrativo, gli altri strumenti sono
delle vere e proprie SCALE DI VALUTAZIONE che definiscono in forma di modello la
REALTA’ DA VALUTARE, dichiarando esplicitamente i diversi aspetti che la compongono
e le relazioni reciproche. Uno strumento di valutazione dichiara, attraverso l’elenco dei
suoi item o criteri e il modo con cui essi sono raggruppati, gli ELEMENTI ESSENZIALI che
connotano un certo ambiente come scuola”.
SOVASI: Scala per l’Osservazione e la Valutazione della Scuola dell’Infanzia
Tipo di valutazione: ETEROVALUTAZIONE
Storia: strumento nato negli Stati Uniti nel 1980 e poi tradotto in italiano nel 1994.
Finalità: La scala di osservazione è progettata per la valutazione degli AMBIENTI
EDUCATIVI destinati alla fascia 3-6 anni.
Oggetti osservati: La scala di osservazione si concentra sull’uso dello SPAZIO, sui
MATERIALI, sulle esperienze finalizzate alla promozione dello SVILUPPO del bambino,
sul PROGRAMMA GIORNALIERO e, infine, sulla SUPERVISIONE DEGLI ADULTI.
Aree di interesse: è composta da 37 item raggruppati in 7 aree di interesse:
• CURE DI ROUTINE
• ARREDI E MATERIALI a disposizione dei bambini
• ESPERIENZE COGNITIVE E LINGUISTICHE
• ATTIVITA’ MOTORIE
• ATTIVITA’ CREATIVE ED ESPRESSIVE
• SVILUPPO SOCIALE
• BISOGNI DEGLI ADULTI
AVSI: AutoValutazione della Scuola dell’Infanzia
Tipo di valutazione: AUTOVALUTAZIONE
Storia: strumento nato nel 2001 a seguito di un percorso di ricerca
Finalità: progettata per valutare la QUALITA’ della scuola dell’infanzia, considerandola
come un AMBIENTE FORMATIVO COMPLESSO ovvero inserito in una RETE di
molteplici relazioni con altri ambienti che concorrono, insieme, a determinare la sua qualità
educativa e didattica.
Oggetti osservati:
• TUTTO quello che accade nella scuola dell’infanzia e che ha una ricaduta diretta
sullo sviluppo infantile
• Le attività che costituiscono e determinano la PROFESSIONALITA’ degli insegnanti
• Le caratteristiche dei RAPPORTI tra le molteplici figure che costituiscono il sistema
scuola dell’infanzia
• Gli elementi che definiscono gli ASPETTI ORGANIZZATIVI DI BASE
• E’ composta da quattro scale, ognuna delle quali comprende due o più sotto-sezioni
Aree di interesse:
• Scala A: l’ESPERIENZA EDUCATIVA, le esperienze relazionali e sociali, le attività
educative, le routine, spazi, tempi
• Scala B: LE ATTIVITA’ PROFESSIONALI, promuovere l’esperienza educativa,
socializzare l’esperienza educativa
• Scala C: GLI ADULTI E I LORO RAPPORTI: l’organizzazione del lavoro, rapporti in
rete
• Scala D: LE GARANZIE, testi programmatici, il personale, la struttura, i servizi
all’utenza
ASEI: Autovalutazione dei Servizi Educativi per l’Infanzia
Tipo di valutazione: AUTOVALUTAZIONE
Storia: strumento nato nel 1994, tradotto in italiano nel 2000
Finalità: scala di autovalutazione indirizzata agli educ