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Atti e fatti normativi
In che modo le fonti producono le regole? Un'ulteriore suddivisione che è possibile fare delle fonti è la seguente:
Fonti atto: si intendono quelle fonti di produzione del diritto che sono il risultato di procedimenti finalizzati a produrre norme giuridiche.
Fonti fatto: le regole non nascono dalla volontà espressa di regolare in un certo modo i comportamenti, bensì da accadimenti esterni rispetto alla volontà (es. le consuetudini).
Un dato che caratterizza i sistemi normativi contemporanei è che la gran parte delle norme è prodotta da fonti atto, anche se al riguardo vanno distinti due sistemi giuridici:
Common law: sviluppato nei paesi anglosassoni, in questo sistema il diritto consuetudinario riveste un ampio spazio, accanto a quello giurisprudenziale costituito dalle sentenze dei giudici.
Civil law: diffuso nell'Europa continentale. La maggior parte delle fonti ha alla base codificazioni.
C'è un...
sistema di segni che il genere umano ha sviluppato preferenzialmente per comunicare, e quindi anche per comunicare la propria volontà: il linguaggio non è un caso, dunque, che tutti gli atti normativi che abbiamo citato utilizzino il linguaggio, in particolare la scrittura, per esprimere la volontà di produrre certe regole. DISPOSIZIONE E NORMA Come distinguiamo il contenuto delle fonti normative? Si indica col termine disposizione l'atto in senso proprio, la formulazione linguistica che costituisce la fonte. Mentre con il termine norma intendiamo il significato dell'atto, la regola giuridica che poi utilizzeremo per decidere come comportarci. L'attività che consente di cogliere il significato (norma) di una formulazione normativa (disposizione) si chiama interpretazione giuridica. 2 precisazioni: 1. Il diritto è un fenomeno che presenta moltissime analogie con il linguaggio interpretare un atto normativo è un'attività che.non può prescindere dalla linguistica si tratta di analizzare un significante per estrarne i significati.
L'interpretazione di una disposizione non è mai un'operazione univoca, ma risente di numerosi fattori, quali il fine, il tempo, lo spazio. Da questo punto di vista, l'attività interpretativa costituisce sempre un'approssimazione per tentativi. Le esigenze inedite poste dai nuovi casi della vita implicano, da parte dell'interprete, nuove e più specifiche attribuzioni di significato.
Spesso si crede che da una disposizione possa derivare solo un enunciato normativo. Si postula, cioè, l'esistenza di un rapporto univoco tra di esse. Questa credenza è errata per una serie di ragioni:
- La natura degli enunciati da interpretare: ogni disposizione ha sempre un certo grado di indeterminatezza, poiché sono possibili diverse attribuzioni di significato.
- Il combinato disposto: cioè quando una sola norma sia prodotta.
è composto da testi, codici, leggi o Costituzioni, intendendo con questi termini i documenti contenenti le formulazioni normative, bensì dai significati di tali documenti; solo i significati delle disposizioni, infatti, sono in grado di orientare il comportamento delle persone. I giudici, gli amministratori, i privati sono vincolati dal senso dei testi normativi che si trovano ad applicare; da ciò deriva che la comprensione esatta del fenomeno giuridico dipende dalla capacità di individuare la norma e dall’attività interpretativa.
CAP. V LE SINGOLE FONTI DEL DIRITTO
LA COSTITUZIONE E LE LEGGI COSTITUZIONALI
La Costituzione italiana è stata approvata dall’Assemblea costituente, che è stata eletta, con sistema proporzionale, il 2 giugno 1946, nella stessa data nella quale si è svolto anche il referendum istituzionale per la scelta tra repubblica e monarchia. È entrata in vigore il 1/1/1948 ed è il frutto di un patto tra.
Le forze antifasciste protagoniste della Resistenza e riconducibili principalmente a tre tradizioni culturali: cattolica, marxista e liberal-democratica. Tale accordo è stato reso possibile da quello che la filosofia politica contemporanea chiama "velo di ignoranza", ossia dal fatto che nel momento della rifondazione dell'ordinamento, dopo il regime fascista e la guerra, nessun partito politico poteva sapere se le soluzioni istituzionali prescelte lo avrebbero avvantaggiato o danneggiato.
Cosa si intende per Costituzione? J. Buchanan (I limiti della libertà) ritiene che la Costituzione sia il risultato di una fase pre-contratto contrattuale nella quale si pongono le basi di libertà nella società, per giungere ad un contratto costituzionale (teoria contrattualistica). Questo deriva da un lungo periodo di conflitti al termine dei quali tra i cittadini si giunge ad un accordo (che si sostanzia nella costituzione) che ha per oggetto l'allocazione dei diritti.
fondamentali dell'individuo e dei vari gruppi che agiscono all'interno dell'ordinamento giuridico vengono così definiti:- diritti assegnati a ciascuna persona nella comunità alla quale appartengono;
- gli scambi di beni e servizi di consumo pubblico o collettivo. La teoria contrattualistica fa riferimento a situazioni storiche, sociali ed economiche: quindi ricollega la nascita della Costituzione anche e soprattutto a conflitti economici presenti nella collettività e che nella Carta trovano una loro composizione.
- Art. 1 comma 2 Cost.: la sovranità appartiene al popolo che la
Ordinamento possono servire a:
- Modificare il testo della Costituzione ("leggi di revisione costituzionale")
- Soddisfare le riserve di legge costituzionale (ovvero disciplinare quelle materie che la Costituzione stessa affida esclusivamente a tali fonti)
- Irrigidire la disciplina di certe materie che, in tal caso, viene sottratta alla disponibilità del legislatore ordinario
Tali leggi costituzionali sono adottate attraverso un procedimento che ricalca in parte quello legislativo ordinario, ma presenta alcuni "aggravamenti" procedurali (pag. 93):
- Doppia deliberazione da parte di ciascuna Camera e tra le due deve intercorrere un intervallo di tempo (almeno 3 mesi)
- Le leggi costituzionali sono da ritenere approvate anche se, nella seconda deliberazione, non hanno raggiunto la maggioranza dei due terzi ma, almeno, la maggioranza assoluta (ovvero la maggioranza dei componenti) in questo caso però possono essere sottoposte a referendum popolare (se chiesto)
Attraverso la revisione costituzionale si può modificare o integrare la Costituzione, ma non in tutte le sue previsioni; esistono, infatti, alcuni principi ("principi supremi") che sono sottratti alla revisione, perché, modificando questi, in realtà si darebbe vita ad un vero e proprio nuovo ordinamento costituzionale (es. Art. 139 Cost.: La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale)
LE FONTI INTERNAZIONALI ED EUROPEE
Il sistema delle fonti italiano non è chiuso rispetto all'esterno: al contrario, si apre alle fonti provenienti da altri ordinamenti, che lo integrano in coerenza con la visione evolutiva della sovranità esterna che caratterizza lo Stato contemporaneo
Alle condizioni che la Costituzione stabilisce, in particolare, negli artt. 10, 11 e 117, comma 1, possono ent