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STATO DEMOCRATICO
Lo Stato democratico nasce dalla crisi dello Stato liberale.
La crisi scaturisce da:
• crescente insicurezza sociale determinata dallo sviluppo del capitalismo
• crisi economiche
Lo Stato democratico si pone in un rapporto di continuità con lo Stato liberale, in quanto fa propri
principi e istituti derivanti dal liberalismo; contemporaneamente però si pone in un rapporto di
discontinuità, in quanto presenta delle sostanziali differenze con il precedente.
Lo Stato democratico si fonda su due novità:
• Novità a livello economico
Notiamo attenuarsi sempre più la separazione e distanza fra Stato e società e fra politica ed
economia. Il concetto di società evolve, in quanto con il termine “società” non si intende più
una sommatoria di individui titolari di una propria sfera di libertà bensì un insieme di gruppi
organizzati che hanno bisogni, interessi e volontà diversificate.
In questa società l’individuo viene considerazione nella relazione con altri individui e con la
società. Tutti i singoli individui sono sul medesimo piano ed hanno pari diritti-doveri-dignità.
Inoltre l’individuo partecipa sempre più alla vita politica dello Stato.
Possiamo citare Kelsen in un commento da lui scritto: “Ciò che separa la democrazia dal
passa dall’idea di una
liberalismo è la trasformazione del concetto di libertà, il quale
libertà del singolo dallo Stato all’idea di una libertà intesa come partecipazione del singolo
alla vita dello Stato.”
• Novità a livello politico-sociale
Notiamo nuove classi sociali.
Esse entrano a far parte della società attraverso lo sviluppo del movimento operaio ( = forza
organizzata ) e l’affermarsi dei “partiti di massa” ossia di quei partiti che hanno una forte
centralizzazione e un’organizzazione stabile ( dotata di una struttura capillare e di un
apparato professionale permanente ).
L’economia ora è oggetto di decisioni politiche.
Si tratta di un’economia mista ( privata e pubblica ) ossia un’economia di “mercato sociale”,
nella quale vi è il riconoscimento della proprietà privata dei mezzi di produzione e
l’importanza riconosciuta al ruolo del mercato; insieme si riconosce l’intervento regolatore
dello Stato volto a garantire la libera concorrenza e il soddisfacimento di interessi primari
insieme al rispetto della dignità umana.
Quindi... lo STATO DEMOCRATICO può essere definito uno STATO SOCIALE o STATO DEL
BENESSERE.
Nascono i partiti politici
Organismi intermedi posti fra Stato e cittadini.
Questi rappresentano il concetto di Stato democratico, poiché garantiscono la partecipazione del
singolo individuo alla vita politica dello Stato. Infatti lo Stato democratico viene definito anche
“Stato dei partiti”.
Questi svolgono diverse funzioni:
• Assicurano la partecipazione alla vita politica dei cittadini
• Gestiscono l’organizzazione del corpo elettorale
• Gestiscono la selezione del personale politico
• Esprimono gli interessi dei cittadini che vi aderiscono
• Attuano un programma di politiche sociali
Adesso vi è il riconoscimento del suffragio universale e dell’uguaglianza di voto.
Inoltre notiamo uno stretto rapporto fra: eletti ed elettori.
Coloro che vengono eletti sono i portatori delle volontà-bisogni-interessi del popolo elettore e di
conseguenza hanno il dovere di soddisfare questi bisogni-interessi. Qui dobbiamo notare un fatto
importante. In questo discorso non vale il principio giacobino ( → gli eletti sono i mandatari dei
propri elettori ), bensì il principio del “divieto di mandato imperativo” ( → gli eletti devono
raggiungere degli interessi generali che vadano a soddisfare tutta la società, cercando di trovare
delle soluzioni di equilibrio fra le esigenza di tutti e non solo di quei soggetti che hanno dato loro il
voto positivo ).
Principio dello Stato democratico
✓ Principio di sovranità → La sovranità appartiene al popolo ossia all’insieme dei cittadini
titolari di diritti politici.
Questo principio segue le modalità e i limiti previsti dalla Costituzione.
Questo principio subisce delle modifiche e adattamenti all’interno dello Stato democratico
( rispetto allo Stato liberale ). Le modifiche e gli adattamenti sono:
1. Aumentano le funzioni statali
2. Nascono nuovi poteri costituzionali, che non rientrano nei poteri politici tradizionali e che
svolgono esclusivamente una funzione di garanzia e controllo del diritto. Quelli più
importanti sono rappresentanti da: Corte Costituzionale e Corte Cassazione.
3. Vengono riconosciuti poteri politici a delle autorità amministrative indipendenti, andando ad
esercitare diverse funzioni: amministrative, legislative, paragiurisdizionali, di controllo e di
arbitrato.
4. Numerose interferenze fra poteri politici.
Acquistano importanza i partiti politici ( organismi rappresentativi esterni all’apparato
5. politico statale ).
✓ Principio del pluralismo → Lo Stato riconosce l’esistenza e l’attività di una pluralità di
gruppi economico-sociali, religiosi, etnici e culturali e una pluralità di partiti ( espressione
della volontà popolare ), Inoltre lo Stato riconosce il conflitto fra questi gruppi, purché si
svolga nel rispetto reciproco e nell’osservanza delle norma dell’ordinamento giuridico
interno.
✓ Principio di maggioranza → L’organo parlamentare deve sempre decidere secondo
maggioranza.
Questo principio all’interno dello Stato liberale era assoluto e senza limiti; nello Stato
democratico il principio di maggioranza è limitato dall’esistenza di istituti di garanzia che
tutelano anche le minoranze politiche. Quindi è previsto:
– maggioranza assoluta o qualificata per decisioni determinate ed importanti ( es: revisione
della Carta costituzionale )
– attribuzione di cariche alle minoranze ( es: presidenza di commissioni parlamentari )
– attribuzioni di poteri politici alle minoranze ( es: impugnare legge davanti alla Corte
costituzionale )
– sottrazione di alcune decisioni al circuito democratico-rappresentativo ( es: decisioni
affidate alle autorità amministrative indipendenti )
– esistenza di un sindacato sulla legittimità costituzionale delle leggi
In questo modello di Stato troviamo il connubio fra: democrazia e pluralismo → da cui nasce la
POLIARCHIA
Sistema basato su una Caratteristiche:
pluralità di gruppi in – Massima estensione possibile della cittadinanza
competizione fra loro per ( a differenza dai sistemi oligarchici )
la gestione del potere. – Vero riconoscimento dei diritti
In tal modo si accresce il ( a differenza dai sistemi autoritari )
livello di partecipazione
All’interno dello Stato democratico cambia l’assetto dei diritti costituzionali.
Innanzitutto si arricchisce il catalogo dei diritti costituzionali, poiché accanto ai diritti tradizionali se
ne aggiungono di nuovi come:
• Diritti politici ( diritti “nello Stato ) → Grazie a questi diritti i cittadini partecipano
attivamente alla vita politica dello Stato. Questi diritti sono: diritto al voto, libertà di
associazione politica, etc...
• Diritti sociali ( diritti “attraverso lo Stato” ) → Grazie a questi diritti i cittadini ottengono
delle prestazioni da parte dello Stato. Questi diritti sono: diritto al lavoro, diritto
all’istruzione, diritto alla salute, etc…
• Diritti di nuova generazione → Questi diritti hanno una struttura mista e quindi richiedono
al contempo, per il loro soddisfacimento, comportamenti attivi dello Stato e comportamenti
di astensione da parte dello Stato. Questi diritti sono: diritto alla pace, diritto ad un ambiente
etc…
salubre, diritto alla qualità della vita, diritto allo sviluppo sostenibile,
I diritti civili tradizionali sono modificati perché:
1. non si fondano più sul parametro del diritto di proprietà, diritto che viene ancora
riconosciuto e tutelato dalla Costituzione seppur con delle limitazioni derivanti dalla tutela
di altri diritti costituzionali.
2. Si devono integrare con le libertà positive, in modo tale da garantire un completo sviluppo
della persona umana.
NB: Lo STATO DEMOCRATICO è uno STATO COSTITUZIONALE
Questo tipo di Stato anche definito:
→ “a sovranità costituzionale”
→ “a Costituzione senza sovrano”
La Costituzione dello Stato democratico è una Costituzione aperta, in quanto si fonda su principi
che vengono condivisi ( e non imposti ) dal corpo sociale.
La Costituzione dello Stato democratico è una Costituzione lunga, in quanto incorpora dichiarazioni
di diritti e disciplina ampiamente i rapporti fra i poteri pubblici.
La Costituzione dello Stato democratico è una Costituzione rigida, in quanto è legge fondamentale e
dell’ordinamento giuridico.
superiore ad ogni altra fonte normativa
Ora si passa ad una concezione di legalità in senso formale ( nello Stato liberale ) ad una
concezione di legalità in senso sostanziale ( nello Stato democratico ).
Nella legalità in senso formale il potere amministrativo viene esercitato sulla base di autorizzazioni
da parte del potere legislativo nel compimento di determinati atti.
Nella legalità in senso formale è la legge stessa che stabilisce: l’oggetto, la forma, le procedure, le
finalità del potere amministrativo. La legge adesso non è più espressione di una realtà omogenea,
come lo era nello Stato liberale, bensì di una realtà eterogenea.
In tal senso cambia lo schema passando da:
Prima: Superiorità della legge sul diritto ( Stato liberale )
Superiorità del diritto sulla legge ( Stato democratico ) → Adesso vi è una Carta
Adesso:
costituzionale che esprime i valori e i principi supremi del nostro ordinamento giuridico statale, sui
quali si fondano tutte le altre fonti del diritti interno. Quindi la legge è subordinata ad essere sempre
conforme alla Carta costituzionale ( diritto ).
Infine nello Stato democratico cambia il ruolo e compito del giudice.
Egli non è più “bocca della legge” bensì è colui che deve svolgere un’azione di prudente
mediazione fra potere statale ( che si esprime mediante la legge ) e le rivendicazioni della società
( basate su principi di giustizia e diritti sanciti dalla Costituzione ).
Cosa possiamo dire in relazione alla diffusione della democrazia e ai suoi limiti ?
La diffusione del modello de