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Il sequestro dei beni che commettono violazione ha sia una funzione probatoria che
interdittale, perché impedisce la circolazione di tali prodotti
, includendo anche i mezzi di
10
produzione. L’ufficiale giudiziario e il consulente tecnico provvedono a sigillare la
documentazione acquisita durante il sequestro.
Inibitoria (provvisoria)
Si tratta di un provvedimento provvisorio usato per evitare di aggravare i danni in attesa
della decisione
, a causa delle lunghe tempistiche della giustizia nazionale. L’inibitoria è
estesa a qualsiasi violazione, anche potenziale, del diritto, e può essere modificata o
revocata nel successivo giudizio di merito. Il giudice può fissare una somma dovuta per
ogni violazione successivamente contestata o per ogni ritardo nell’esecuzione del
provvedimento. È importante distinguere l’inibitoria dal sequestro: se il sequestro
costituisce un vincolo oggettivo sui beni contraffatti, l’inibitoria è un vincolo soggettivo
, dal
momento che impone un obbligo a carico di una persona.
8.3 La tutela penale del marchio
La contraffazione del marchio o di altri segni distintivi è sanzionata da norme contenute
nel codice penale , tra i delitti contro la fede pubblica e i delitti contro l’economia pubblica
,
l’industria e il commercio. Queste norme tutelano il marchio in caso di violazioni varie:
contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi;
● introduzione e commercio di prodotti con segni falsi;
● vendita di prodotti industriali con segni mendaci;
● concorrenza sleale.
●
8.4 Altre contromisure per contrastare la contraffazione
il Codice della Proprietà Industriale : il primo strumento efficace per favorire
● l’iniziativa privata e lo sviluppo della concorrenza;
il Tribunale delle Imprese : sezione specializzata che ha sede nel capoluogo di ogni
● regione, con giudici specializzati in materia;
la Commissione Parlamentare di Inchiesta sui Fenomeni della Contraffazione e
● della Pirateria in Campo Commerciale: ha sede a Roma e svolge compiti istituzionali
specializzati in questo campo, e ha potere giuridico;
le Autorità Doganali Europee : permettono il controllo di tutte le merci estere.
●
9. Trasferimento e licenza del marchio
Esistono essenzialmente tre tipi di contratti che coinvolgono il marchio:
9.1 Contratto di trasferimento
Il marchio può essere trasferito in totalità o in parte (cessione parziale), a fronte del
pagamento di un corrispettivo. Con la Legge Marchi del 1992, il marchio può essere
trasferito anche senza dover cedere l’azienda o parte di essa
. Quando il marchio è costituito
da un segno figurativo, da una denominazione di fantasia, si presume che la sua esclusività
sia trasferita insieme al trasferimento dell’azienda. 11
9.2 Contratto di licenza
Permette al titolare di concedere l’uso del marchio in modo temporaneo
, a fronte del
pagamento di una royalty; può essere concessa una licenza esclusiva
, non esclusiva (solo
per prodotti uguali a quelli messi in commercio dal titolare), per la totalità o per una parte
dei prodotti/servizi
, per la totalità o parte del territorio nazionale
. Questo tipo di contratto ha
forma libera, e può essere stipulato anche verbalmente o per fatti concludenti.
9.3 Contratto di franchising e merchandising
Franchising
Si tratta di un tipo di contratto di licenza che definisce la collaborazione continuativa tra
imprenditori , mediante la quale un soggetto (franchisor) concede a terzi (franchisee) il
diritto all’uso di segni distintivi, know-how, prodotti e immagine dell’azienda per la propria
attività commerciale. Il contratto può anche essere limitato nell’esclusività e territorialmente.
Il franchisor deve fornire la copia del contratto almeno trenta giorni prima della stipula, e
deve aver fatto una sperimentazione sul mercato della propria formula commerciale.
Merchandising
Con questo contratto il titolare di un marchio celebre concede a terzi il diritto di utilizzo in
un settore diverso da quello in cui il marchio è noto , come strumento pubblicitario per
promuovere un bene diverso da quello per cui è stato creato
. In passato, la validità di tale
contratto veniva messa in dubbio dal mancato diritto di esclusiva del titolare nell’usare il
marchio per prodotti non affini ai propri
; con la riforma del 1992, al titolare del marchio che
gode di rinomanza viene riconosciuto un diritto di esclusiva non più limitato all’affinità
merceologica. In caso di licenza non esclusiva, i prodotti dovranno essere affini a quelli del
titolare.
10. La nullità del marchio
Le ipotesi per la nullità del marchio sono elencate nell’art 25 c.p.i.; un marchio può essere:
nullo ab origine : mancanza dell’idoneità oggettiva
, quando i segni contengono
● informazioni false o contrarie alla legge, al buon costume e all’ordine pubblico;
nullo per mancata distintività : si tratta di marchi di carattere generico o descrittivo
● (parole singole, località geografiche, ecc.); questi vizi sono sanabili ex post se
acquisiscono un secondary meaning che conferisca capacità distintiva;
annullabile per mancata novità
: il difetto di novità deve essere accertato in modo
● globale e sintetico, sia per gli elementi rappresentativi che per quelli semantici
;
questo vizio è sanabile ex post, ma è preclusa la registrazione di un successivo
marchio che riproduca il precedente avvalendosi di elementi aggiuntivi di contorno;
annullabile per violazione del diritto altrui : si tratta della registrazione di segni,
● ritratti, nomi di persona, ecc. che non siano stati autorizzati dall’avente diritto
; si
parla di annullabilità anche in questo caso, in quanto il marchio è viziato sin dalla
sua costituzione, ma gli effetti giuridici non si applicano se il soggetto legittimato
non fa valere il vizio con l’azione di annullamento. 12
11. La decadenza del marchio
Le cause della decadenza di un marchio sono elencate nell’art 26 c.p.i., e possono derivare
da vicende del segno o da mutamenti intervenuti nel tempo:
11.1 Volgarizzazione
Il marchio decade qualora il segno che lo contraddistingue diventi un termine comune per
designare un genere di prodotti/servizi , facendo mancare la capacità distintiva. Il
fenomeno si verifica quando il marchio non identifica più prodotti provenienti da una
determinata azienda
, ma ogni prodotto con caratteristiche merceologiche simili. Influente è
anche la mancata attenzione del titolare nell’opporsi all’uso di segni non idonei da parte di
terzi. La volgarizzazione può essere parziale , nel caso in cui un marchio sia divenuto di
uso comune, ma abbia comunque conservato la capacità distintiva
: in quel caso, la
decadenza si applica solo nel settore commerciale in cui è stato volgarizzato.
11.2 Sopravvenuta decettività
Il marchio decade se divenuto tale da indurre in inganno il pubblico riguardo la natura, la
qualità o la provenienza dei prodotti/servizi
. Questo fenomeno è legato alla modalità e al
contesto d’uso del marchio, e può essere evitato fornendo al pubblico informazioni
sufficienti. Un esempio di decettività si verifica nel caso in cui un’azienda che opera in una
determinata zona geografica qualificante i suoi prodotti venga trasferita in un’altra
, cosicché
venga a mancare la garanzia di certe caratteristiche dei prodotti (zona di produzione,
qualità, ecc.)
11.3 Sopravvenuta illiceità
Il marchio decade se diviene contrario alla legge , all’ordine pubblico e al buon costume;
la contrarietà della legge fa riferimento alla giurisdizione italiana, mentre l’ordine pubblico
riguarda anche l’ambito comunitario.
11.4 Non uso
Il marchio decade se non viene effettivamente usato dal titolare o con il suo consenso ,
per i prodotti/servizi per il quale è stato registrato, entro i cinque anni dalla registrazione;
tale uso non deve essere sospeso per un periodo ininterrotto di cinque anni
, salvo
giustificazione legittima. L’uso effettivo viene imposto per evitare la creazione di privativa
su marchi che non hanno alcuna funzione, e che vengano tolti dal mercato marchi
utilizzabili da altri imprenditori. La decadenza di un marchio non usato non può verificarsi in
caso il titolare sia proprietario di altri marchi difensivi simili a quello effettivamente usato.
Può verificarsi anche una decadenza parziale , nel caso in cui il titolare abbia registrato il
marchio per diverse fasce di prodotti
: il marchio decade riguardo ai prodotti per i quali non
è stato usato, ma rimane efficace per quelli su cui è stato utilizzato; in caso di prodotti affini,
questo non si applica. 13
12. La convalidazione del marchio
12.1 Il secondary meaning
Secondo l’articolo 23, il marchio non può essere dichiarato nullo se ha acquisito
carattere distintivo grazie all’uso che ne è stato fatto sul mercato (diffusione, pubblicità,
ecc.) Se da un lato si deve tutelare l’interesse dell’imprenditore per la riuscita distinzione sul
mercato, dall’altro si deve evitare il monopolio di un singolo su segni generici
. Un problema
rilevante è provare l’avvenuta acquisizione del secondary meaning : si deve provare che
l’uso del marchio ha influenzato lo stato mentale del consumatore in modo da associare il
segno ai prodotti/servizi dell’azienda
; si tratta quindi di una prova indiziaria che tiene conto
di fattori come l’estensione e l’uso nel tempo del marchio, la diffusione pubblicitaria, ecc.
12.2 L’ipotesi contemplata dall’art. 28 c.p.i.
Chi abbia usato per cinque anni, in buona fede, un marchio nullo per difetto di novità ,
ma senza ricevere alcuna contestazione, potrebbe continuare a usare tale marchio anche
se il concorrente che possiede segno preregistrato identico o simile agisse a difesa del suo
diritto esclusivo; ciò è applicabile solo se il titolare del marchio che