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CAPITOLO 8: POTERI E DOVERI DEL DATORE DI LAVORO
Doveri
Nel diritto privato la parola dovere è sbagliata, bisogna utilizzare la parola obbligo o la posizione di
debito/credito. L’adempimento scioglie il legame e fa estinguere l’obbligo. Ci permette di distinguere
l’obbligo di prestazione e l’obbligo di protezione, che il codice civile aggiunge in capo ad uno dei due ad
aggiungere il rischio in cui incorre l’altro in quanto diventa lavoratore del dato. Il lavoratore ha l’obbligo di
prestazione di lavorare e l’obbligo di protezione di essere fedele. I doveri sono obblighi.
- Lavoratore: obbligo di prestazione cioè di lavorare e obbligo di protezione, di fedeltà (riservatezza e non
concorrenza).
- Datore: obbligo di prestazione, retribuzione e obbligo di protezione: egli deve proteggere il lavoratore
rispetto al rischio che acquista nel momento in cui mette piede in azienda, dal primo momento la sua
salute è infatti in pericolo.
Inoltre lavorare per un imprenditore l’inserimento in un ciclo lavorativo e organizzativo e comporta l'utilizzo
di risorse materiali e immateriali nel ciclo organizzativo-produttivo e quindi dei rischi (incendio, infortunio sul
lavoro o malattia professionale). L'obbligo di protezione del datore è duplice: riguarda la salute fisica e la
personalità morale.
Il sistema giuridico deve accettare che l’organizzazione si muove secondo gli schemi giuridici, ma deve
tener conto che l’imprenditore può delegare altri soggetti. Ci deve essere razionalità nello spostamento
delle responsabilità dall’imprenditore a un altro soggetto.
Obbligo di sicurezza
È disciplinato dall'Art. 2087 c.c, norma più importante del diritto del lavoro perchè posta nel libro 5 prima di
definire quali sono i rapporti contrattuali (artt. 2.094 e 2.222 c.c.) e subito dopo aver definito l'impresa
attraverso la nozione di imprenditore (art. 2.086 c.c.).
Tutela dell’integrità fisica e della personalità morale dei suoi collaboratori
L'articolo recita che codesto imprenditore deve adottare le misure necessarie per tutelare l'integrità fisica e
la personalità morale dei suoi collaboratori. Non si parla di lavoratori bensì di qualunque persona fisica,
l'integrità fisica dunque si riferisce alle sole persone fisiche e non a quelle giuridiche. L'imprenditore deve
quindi secondo buona fede, tutelare la loro salute fisica che si traduce in benessere psico-fisico. Questo è
un dovere di protezione perchè posto come prevenzione attraverso l'adozione delle misure necessarie.
L’obbligo di sicurezza fa parte degli obblighi di protezione che nascono dal contratto insieme agli obblighi di
prestazione (che sono la causa del contratto stesso). Il contratto di lavoro mette in pericolo entrambe le
parti:
- Il dipendente viene a conoscenza di informazioni dell’organizzazione che, se divulgate, potrebbero
danneggiare la posizione sul mercato dell’azienda. Da qui nasce l’obbligo di fedeltà del lavoratore al
suo datore di lavoro.
- Il datore di lavoro ha l’obbligo di proteggere la salute del lavoratore che è messa a rischio dal fatto
stesso che egli stia lavorando.
La protezione della salute del lavoratore è organizzata dall’INAIL: il datore di lavoro paga una quota per
ogni lavoratore tutti i mesi, se il lavoratore si infortuna l’INAIL paga. Il concetto di salute si è molto allargato
negli anni, una volta si considerava solo la salute fisica del lavoratore. Oggi è considerata anche la saluta
psichica che può essere ugualmente compromessa sul lavoro. Per usare un termine inglese, si parla di
flexsecuirity. PSICHICA: Stress da lavoro correlato, mobbing e comportamenti che
emarginano.
DANNI ALLA SALUTE FISICA: malattie e infortuni.
L’INAIL ha delle tabelle nelle quali vengono indicati i danni alla salute definiti danni biologici, un termine
ampio che comprende non solo la salute del lavoratore ma anche l’errore medico, l’investimento… sia il
danno fisico che quello psichico fanno parte dei danni biologici. Danno fisico e psichico sono categorie
distinte, ma spesso un danno è collegato all’altro: ESEMPIO di un soggetto che dopo un infortunio sul
lavoro (danno fisico) entra in depressione (danno psichico) oppure di un lavoratore che a causa di problemi
di salute mentale (danno psichico) si infortuna sul lavoro (danno fisico).
Una volta le malattie professionali erano poche, oggi sono molte di più e si dividono in tabellari e non
tabellari. Nel caso la malattia professionale non sia tabellare, il lavoratore ha l’onere di dimostrare che il
danno subito sia collegato al lavoro, in questo caso il lavoratore avrà diritto al risarcimento del danno alla
salute.
Questo obbligo non è in principio un obbligo di risarcimento del danno, ma diventa un obbligo di
risarcimento solo nel caso in cui nonostante la prevenzione dovesse accadere un caso di incidente sul
lavoro o di malattia professionale. Si deve quindi prevenire il rischio, la normativa sulla sicurezza disciplina
perciò un obbligo articolatissimo di prevenzione che precede l'eventuale danno.
Nell'Art. 16 del decreto legislativo del 2008 si dice che l'imprenditore può delegare anche l'obbligo di
protezione (è sicuro che egli possa delegare i suoi poteri) della salute nei luoghi di lavoro, a certe
condizioni strettissime:
- Forma scritta.
- A persona competente, formata per prendere in mano ciò che dal datore le è delegato
- Con le risorse economiche adeguate alla delega.
Se non ci fossero queste condizioni la delega è nulla e non produce effetti. Per quanto riguarda il diritto
penale (art. 589 e 590 con aggravante di misure di prevenzione) questo entra in gioca nel caso di mancata
prevenzione e mancata sistemazione degli impianti seguita da infortunio sul lavoro o malattia
professionale. Ci sono 2 differenti casi di imprenditori:
1. L'imprenditore che prevede tutto organizzando in maniera preventiva ogni aspetto della protezione dei
suoi lavoratori: può in questo caso comunque accadere un infortunio sul lavoro o malattia
professionale, nonostante fosse tutto preventivamente organizzato. Egli ha quindi ha quindi operato in
buona fede.
2. L'imprenditore che non attua tutte le misure di prevenzione necessarie e che rischia la sanzione a
seguito di una ispezione.
3. Nella statistica su infortuni e malattie esiste anche il c.d. caso 0 di fortuna assoluta in cui non accade
nulla anche se le condizioni di sicurezza sono scarsissime. Si tratta di reati puniti dal codice penale con
l'aggravante della mancanza di misure protezionistiche, pur non trattandosi mai di reati dolosi.
In Italia infatti non ci sono casi accertati di reati dolosi in merito alla sicurezza sul lavoro. Nel solo caso di
Tyssen Krupp però l'incendio è stato fatto passare per doloso, omicidio di molte persone. In questo caso
non c'era la volontà da parte dell'imprenditore di fare del male (dolo), ma la colpa cosciente, ovvero la
previsione che l'incidente sarebbe successo è giuridicamente considerata pari al dolo; in secondo appello
l'accusa di responsabilità dolosa dell'imprenditore è stata respinta.
La tutela della salute è assicurata nella prima parte del 2087. Essa comprende anche lo stress lavoro
correlato che un rischio obbligatoriamente da inserire in un documento di valutazione del rischio che
comprende tutti i possibili rischi derivanti dall'attività di impresa. Questo documento firmato dal datore e
conservato in azienda quello su cui si basa l'analisi dei rischi.
Tutela della personalità morale dei suoi collaboratori
La seconda parte del 2087 è la tutela della personalità morale del collaboratore: questo è l'unico caso in cui
nel c.c compare la parola morale. La personalità morale è una tutela che appartiene alla sensibilità comune
e sociale in risposta a comportamenti per i quali un soggetto può essere vittima di emarginazione nel luogo
di lavoro. L'emarginazione può essere orizzontale (mobbing) o verticale (bossing). Così è offesa la dignità
della persona attraverso la creazione di un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante e offensivo.
La norma di legge Art. 2 decreto legislativo del 2003 include tutti i comportamenti vittimizzanti per un
soggetto. Questa emarginazione mira a causare le dimissioni del soggetto protagonista che viene via via
privato delle sue mansioni. Si tratta di una situazione illecita che vede l'imprenditore inadempiente poiché
responsabile di aver permesso la violazione della personalità morale del lavoratore e non richiede dolo o
colpa per essere considerata suo inadempimento.
Il datore si scagiona non dovendo pagare i danni solo se dimostra di non essere stato in culpa (di non
avere scelto male i suoi collaboratori) o in vigilando (di avere scelto bene i suoi collaboratori ma di non aver
controllato che non si verificassero delle inesattezze). I dipendenti devono contribuire con il datore
all'adempimento degli obblighi in tema di salute.
Anche i lavoratori possono creare dei danni ai consumatori. L'imprenditore risponde automaticamente e
oggettivamente dei danni dolosi o colposi dei dipendenti che determinano a terzi con dolo o colpa
nell'esercizio del lavoro. L'imprenditore ne risponde pagando, ma se ci sono dolo o colpa egli ha diritto
all'azione di regresso ovvero può chiedere la restituzione del denaro al lavoratore.
Per questo motivo si sono diffuse le assicurazioni per danni extra contrattuali verso terzi pagate
direttamente dal datore che attraverso dei bonus paga l'assicurazione civile del lavoratore per suoi danni a
carico di terzi.
Poteri
L'unico potere da parte del lavoratore è il potere di dimissione al termine del rapporto di lavoro ovvero alla
conclusione del contratto solo a tempo indeterminato, il contratto a termine infatti non prevede alcuna
possibilità di dimissione.
I poteri giuridici del datore sono numerosi primo tra i quali quello di modificare il dovere/l'obbligo della
prestazione altrui attraverso i poteri:
- Direttivo: determina la forma delle mansioni.
- Di controllo: fa sì che vengano eseguiti gli ordini.
- Disciplinare: sanziona all'interno del controllo nel caso di inadempimento.
- Altri poteri del datore riguardano l'analisi del tempo e del luogo di lavoro.
Tempo
Il tempo è definito contrattualmente e non può quindi essere liberamente modificato dal datore; la legge
però ammette che sia il lavoratore a concedere al suo datore di attribuirgli il potere di modificare la quantità
e/o la collocazione dell'orario a certe condizioni e con un preavviso di 2 giorni. Questo avviene attraverso le
c.d CLAUSOLE ELASTICHE, oggetto