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DIFFERENZA TRA DIRETTA APPLICABILITÀ E EFFETTO DIRETTO
Diretta applicabilità è una qualità degli atti. Gli atti producono così immediatamente gli effetti giuridici nell'ordinamento nazionale, senza bisogno di un atto che ne ordini l'esecuzione nello stato, quindi si impongono per forza propria.
Effetto diretto è una qualità della norma. È la capacità della norma di creare in capo ai singoli diritti e obblighi direttamente, senza che serva un intervento normativo statale. Questa nozione è stata data non dai trattati ma da un interprete che è stata la corte di giustizia europea.
L'effetto diretta garantisce la prevalenza del diritto europeo su quello interno dello stato, anche quando lo stato membro dell'unione europea ritardi l'emanazione delle norme interne paralizzando l'operatività della norma europea nel proprio territorio.
L'Italia ha avuto per tanti anni il...
Record negativo per l'attuazione delle norme europee. La soluzione a questo problema è stata data dalla LEGGE LA PERGOLA che da degli obblighi comunitari:
- il parlamento approva ogni anno su iniziativa del governo la legge di delegazione europea, legge che contiene una delega al governo per il recepimento degli atti dell'unione
- viene approvata ogni anno la legge europea, legge che serve per adeguare le norme italiane a quelle europee per interrompere le procedure di infrazione che la commissione dell'unione europea ha promosso verso l'Italia per il non rispetto degli obblighi di adeguamento.
LE FONTI DEL DIRITTO
Le fonti del diritto sono atti o fatti idonei a produrre norme giuridiche. Ci sono:
- fonti di cognizione sono gli strumenti con cui si conoscono le fonti di produzione (esempio: la gazzetta ufficiale)
- fonti di produzione sono gli strumenti usati per creare, modificare e estinguere le norme giuridiche e si dividono in:
Normativi posti in essere da soggetti a cui l'ordinamento attribuisce poteri sono tutte le altre fonti. Sono fonti determinate da fatti sociali o naturali idonei a produrre diritto, con conseguenze rilevanti per l'ordinamento. La fonte fatto per eccellenza è la consuetudine. La consuetudine nasce da un comportamento ripetuto nel tempo e che viene sentito come obbligatorio e quindi giuridicamente rilevante. Altre fonti fatto sono le fonti che producono norme richiamate dal nostro ordinamento ma non prodotte dai nostri organi: come le norme dell'unione europea e le norme di diritto internazionale privato (usate quando al caso sono legati ordinamenti giuridici diversi).
Il principio jura novit curia afferma che il giudice ha il potere e il dovere di individuare e interpretare le fonti da applicare al giudizio con i propri mezzi, quindi senza gravare o dipendere dalle parti.
Il principio di esclusività dà allo stato il potere esclusivo di riconoscere le proprie fonti.
quindi diindicare gli atti e i fatti che possono produrre norme nell'ordinamento. È un principio espressione della sovranità dello stato. Le norme di altri ordinamenti valgono solo se concesso e la concessione viene data con la tecnica del rinvio: - rinvio fisso si deve solo interpretare. La disposizione dell'ordinamento richiama un atto in vigore nell'altro ordinamento. - rinvio mobile si deve ricercare la disposizione tenendo conto anche delle modifiche (più complicato). La disposizione dell'ordinamento richiama una fonte. CRITERI PER RISOLVERE LE ANTINOMIE Le antinomie sono i contrasti tra le norme con significati incompatibili e che regolano in modo diverso lo stesso comportamento. A volta l'interprete quindi non basta. Abbiamo 4 criteri: 1. criterio cronologico si preferisce la norma recente alla norma antica e la prevalenza si esprime con l'ABROGAZIONE (= cessazione dell'efficacia della norma)è più applicabile l’attooltre che ai rapporti futuri anche a quelli passati ancora pendenti quindi che ancora possono essereazionabili.
IL CRITERIO GERARCHICO PREVALE SUL CRITERIO CRONOLOGICO3. criterio di specialità si preferisce la norma speciale alla norma generale, anche quando lanorma generale è successiva. La prevalenza si esprime con la DEROGA, e con la derogaentrambe le norme rimangono valide ed efficaci solo si sceglie di applicarne una delle due4. criterio di competenza si preferisce la norma competente
LA CORTE COSTITUZIONALE
La costituzione italiana è rigida, serve dunque un organo che ne garantisca la rigidità.
È un organo neutro
Si occupa di:
- giudicare la legittimità costituzionale delle leggi e degli atti con forza di legge
- giudicare i conflitti di attribuzione tra poteri dello stato, o tra stato- regioni o tra regioni
- controlla l’ammissibilità del referendum abrogativo
- giudica le
Questo organo dura 9 anni ed è composto da 15 giudici (5 scelti dal pdr, 5 eletti in parlamento in seduta comune e a scrutinio segreto e a maggioranza dei 2/3 e 5 eletti dalla magistratura).
I membri della corte costituzionale sono uomini con elevate competenze giuridiche come per esempio magistrati a riposo, avvocati con esperienza ventennale o professori universitari.
Dei 15 giudici alla corte ne bastano 11 per funzionare e solo 9 per le deliberazioni non giurisdizionali.
I giudici eleggono a loro volta un presidente, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei componenti, che rimane in carica per 3 anni ed è rieleggibile.
La corte NON può giudicare partendo da iniziativa propria, ma la richiesta le deve essere proposta attraverso:
- Il giudizio in via incidentale (indiretto) la questione deve essere proposta nel corso del processo e può essere proposta dalle parti o dal giudice.
Il giudice deve verificare che la
La questione quindi la legge sia rilevante per la risoluzione di questa controversia, perché il giudizio della corte deve incidere sul processo. Il giudice deve inoltre verificare che la questione non sia manifestamente infondata cioè senza fondamento giuridico. Basta il dubbio per poter procedere. Se il giudice accoglie la questione attraverso un'ordinanza di rinvio, motivata. Viene poi sospeso il processo e inviata la questione alla corte costituzionale.
Il giudizio in via principale (diretto) si può ricorrere a questo giudizio entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge. Possono ricorrervi lo stato e le regioni quando lo stato eccede di competenza e invade una legge regionale o viceversa. Il ricorso deve essere depositato in cancelleria entro 10 giorni, poi viene aperto il giudizio e la discussione avviene in udienza pubblica. L'atto introduttivo si chiama ricorso ed è deliberato dal consiglio dei ministri o dalla giunta regionale.
LE DECISIONI
DELLA CORTE - Inammissibilità quando mancano i presupposti per procedere al giudizio di merito, quindi quando mancano i requisiti oggettivi o soggettivi (per esempio se la questione viene sollevata da un organo non giudice e non in un giudizio) / quando c'è carenza dell'oggetto in giudizio (per esempio l'atto non è nell'elenco dell'art 134 ci) / quando manca il requisito di rilevanza oppure quando ci sono errori procedurali (per esempio non è stata notificata l'ordinanza alle parti).
Sentenza di rigetto ha effetti inter partes. La corte dichiara non fondata la questione, la respinge MA non dice che è illegittima quindi non c'è nessun effetto. L'unico effetto prodotto è che il giudice non può riproporre la stessa questione nello stesso grado di giudizio.
Sentenza di rigetto di tipo interpretativa: la questione è infondata perché si basa sulla cattiva interpretazione della
disposizione impugnata -> Sentenza di accoglimento ha effetti erga omnes. La corte dichiara illegittima la questione quindi c'è l'annullamento della norma (vieta la sua applicazione) perché nasce dall'accertamento di un vizio di legge (e l'annullamento ricorda che è retroattivo quindi ancora applicabile alle questioni pendenti). Sentenze di accoglimento di tipo manipolativo: la questione è dichiarata illegittima 'nella parte in cui' Abbiamo sentenze manipolative: - Di accoglimento parziale = illegittima solo una parte di testo - Additive = illegittima nella parte in cui non prevede quello che secondo la costituzione andrebbe previsto - Sostitutive = illegittima nella parte in cui prevede x al posto di y quindi la corte costituzionale sostituisce con la locuzione corretta. COME LAVORA LA CORTE COSTITUZIONALE La corte ha poteri istruttori = si accerta di dati e fatti attraverso i testimoni quindi dispone i mezzi di prova e fissa i termini perL'esecuzione (avvisa 10 giorni prima le parti, delle prove orali). Finita l'attività probatoria porta la documentazione in cancelleria (comunica tutto alle parti). Si riunisce in udienza pubblica o in camera di consiglio. Le parti hanno un avvocato e il giudice relatore espone la causa (intervengono qui i difensori). Si decide in camera di consiglio o a maggioranza assoluta dai votanti. Il giudice relatore redige una motivazione che deve essere approvata sempre dalla camera. Il presidente + il relatore firmano la decisione, che passa poi in cancelleria e viene poi pubblicata in gazzetta ufficiale.
I CONFLITTI DI ATTRUBUZIONE
Attribuzione = ruolo
I conflitti di attribuzione sono le controversie decide dalla corte costituzionale, che hanno per oggetto la rivendicazione o il rifiuto di determinate attribuzioni o l'invasione di un'attribuzione altrui a causa del non corretto espletamento delle proprie funzioni.