Appartenenza Religiosa - Introduzione
Cosa significa appartenere ad un gruppo religioso? Significa diventare soggetto di diritti, doveri e oneri di un ordinamento giuridico di un dato ordinamento religioso, con la conseguenza che un soggetto fa riferimento contemporaneamente a due ordinamenti: quello secolare e quello religioso.
Una volta stabilito che un soggetto fa parte di un ordinamento religioso, tale soggetto manifesterà la propria appartenenza mediante simboli religiosi/abbigliamento oppure seguendo regole alimentari.
Dal punto di vista giuridico l'appartenenza si manifesta tramite la richiesta allo stato in cui vivo di tutelare quel che sono e professo, di potermi determinare liberamente rispetto al mio credo, di dare cittadinanza alla mia appartenenza religiosa nell'ordinamento (lo stato non è obbligato a garantire tale tutela).
Come si fa ad appartenere ad una comunità religiosa? L'ingresso può essere volontario oppure per...
nascita. L'ingresso per atto volontario è il criterio adottato dal diritto canonico, secondo cui si entra a far parte della chiesa mediante il PEDOBATTESIMO dei neonati (i genitori chiedono il battesimo in nome del bambino) o il BATTESIMO degli adulti. L'ingresso mediante atto volontario sottolinea il rapporto personale dell'individuo con dio.
L'ingresso per nascita è il criterio adottato dal diritto ebraico e da quello islamico. Secondo il diritto ebraico appartieni alla comunità religiosa solo se sei figlio del popolo eletto, mentre secondo il diritto islamico ogni uomo nasce musulmano, cioè con l'innata tendenza alla religione di Allah, salva diversa adesione ad un'altra fede (L'ATEISMO NON È CONCEPITO NELL'ISLAM). L'ingresso mediante nascita sottolinea l'appartenenza del singolo alla divinità.
L'appartenenza ad un gruppo religioso può in un qualche modo ledere alcune norme degli ordinamenti
Statalied internazionali, ed in particolare il diritto di libertà religiosa. La libertà religiosa degli individui può essere lesa in ingresso o in uscita: in ingresso perché vi può essere una lesione della libera determinazione dei soggetti; in uscita perché nel diritto ebreo e in quello canonico vi è l'impossibilità di uscire (impossibilità attenuata nel diritto canonico), mentre nel diritto musulmano l'uscita è accompagnata da punizioni.
L'appartenenza nell'ebraismo
Chi è ebreo? L'ingresso nella comunità ebraica avviene per nascita e seguendo un criterio MATRILINEARE: è ebreo il figlio nato da genitori ebrei o almeno da madre ebrea, mentre il figlio del solo padre ebreo non è ebreo. Solo secondo la corrente riformista anche il figlio di solo padre ebreo è ebreo, a patto però di aver ricevuto un'educazione ebraica e a patto di vivere secondo i
Precetti e le tradizioni ebree. Il diritto ebraico non tende al proselitismo, cioè ad acquisire più fedeli possibili, ma è una religione piuttosto chiusa. La conversione è possibile, ma è molto complessa. I requisiti e le procedure da seguire cambiano a seconda delle diverse correnti ebraiche. A ogni modo al termine del percorso bisognerà svolgere un esame davanti a commissioni di rabbini.
Si può smettere di essere ebreo? L'apostata (cioè colui che abbandona il proprio credo religioso), benché peccatore, non smetterà mai di essere ebreo con la conseguenza che secondo il diritto ebraico è impossibile uscire dalla comunità ebraica. Seppur rimani ebreo, perdi l'esercizio di quei diritti connessi con l'appartenenza. L'apostasia porta a diverse conseguenze:
- Dal punto di vista matrimoniale l'apostasia della madre non si estende ai figli: i figli che nasceranno dalla donna apostata saranno...
Comunque ebrei (diverso da islam). Dal punto di vista successorio l'apostata perde i diritti ereditari. La legge del ritorno è una legge dello stato di Israele che garantisce la cittadinanza israeliana ad ogni ebreo. Ma l'apostata, seppur rimane ebreo, perde il diritto al ritorno alla terra di Israele (caso di Fratello Daniele, ebreo convertito al cattolicesimo e diventato monaco).
L'appartenenza nell'islam. Chi è musulmano? Secondo l'islam tutti nascono musulmani, cioè con l'innata tendenza alla fede di Allah, ma tuttavia la persona si trova a seguire la religione dei suoi genitori. L'ingresso nella comunità islamica avviene per nascita e seguendo un criterio PATRILINEARE: è musulmano il figlio nato da genitori musulmani o almeno da padre musulmano, mentre il figlio della sola madre musulmana non è musulmano. Secondo i musulmani il bambino morto prima dell'età della ragione è accolto nel paradiso.
musulmano. Al contrario dell'ebraismo, entrare nel diritto islamico è molto semplice. La conversione non può essere imposta con la forza ma deve essere volontaria (no proselitismo), ed è molto semplice: basta pronunciare liberamente la SHAHADA alla presenza di due testimoni. La shahada è la testimonianza di fede con cui un soggetto riconosce che "non esiste altro dio al di fuori di Allah, e Maometto è il suo profeta". Entrare nella comunità islamica quindi è molto semplice, ma poi l'effettività della conversione deve essere dimostrata attraverso la condotta di vita (ad esempio devo seguire i 5 pilastri). La conversione dei genitori o almeno del padre all'islam, estende i suoi effetti ai figli minorenni ed ai figli deboli di mente, mentre non si estende ai maggiorenni in quanto se sono nati da padre precedentemente non musulmano allora essi non sono musulmani (salvo conversione volontaria del figlio). Si puòsmettere di essere musulmano? Secondo l'islam appartenere all'islam significa appartenere alla perfezione, al sigillo di rivelazione. L'apostata non è concepito come colui che esercita una libertà di scelta, ma come un traditore della comunità che rifiuta la perfezione e la rivelazione. Per questo motivo l'apostasia è vista come un reato molto grave (anche per evitare che l'apostasia diventi un movimento di massa). Non esiste una definizione di ciò che è apostasia: potenzialmente potrebbe essere apostasia un'infinità di condotte. Proprio per via della sua indeterminatezza, in passato si è abusato dello strumento dell'apostasia per raggiungere diversi fini (per esempio fini politici). Per evitare che si abusi dello strumento dell'apostasia, nel 2017 il Consiglio degli Ulema marocchini (una scuola di grande valore ed influenza) ha stabilito che non è più necessario punire l'apostasia.
con la pena di morte ( non "non è più permesso" ), dando un'interpretazione del dettato coranico più mitigata e che garantisca certi diritti fondamentali all'individuo. Di fatto attualmente in pochi stati l'apostasia è punita con la pena di morte, che tuttavia non si applica nei confronti delle donne apostate ( solo uomini ). Nella maggior parte degli stati invece non è prevista la pena di morte, ma sono previste tutta una serie di sanzioni che comportano la perdita di diritti civili e politici. Queste sanzioni sono applicabili a patto che: l'apostata sia maschio e maggiorenne; agisca intenzionalmente e consapevolmente; esista la prova dell'apostasia. Al contrario della conversione, l'apostasia del padre non si estende ai figli minorenni e ai figli deboli di mente ( mentre si estende ai futuri nascituri in quanto è musulmano il figlio nato da almeno padre musulmano ( diverso da ebraismo in cui la madre apostata nonperdita della qualifica di "ebrea" e dei diritti ereditari è definitiva. Per quanto riguarda il matrimonio, se l'apostata è il marito, il matrimonio viene immediatamente sciolto secondo la legge islamica, poiché una donna musulmana non può sposare un uomo non musulmano. Se invece l'apostata è la moglie, il matrimonio viene sciolto solo se la moglie si converte a una religione diversa dal cristianesimo o dall'ebraismo (ad esempio, "religioni del libro"). Se entrambi i coniugi sono apostati, il matrimonio è nullo in principio. Per quanto riguarda i diritti ereditari, l'apostata perde i suoi diritti ereditari, come avviene nell'ebraismo. Secondo la scuola Hanbalita, i diritti ereditari possono essere ripristinati se il soggetto si riconverte e se la successione non è ancora stata aperta. Tuttavia, questa è una corrente minoritaria, poiché tutte le altre scuole considerano la perdita dei diritti ereditari definitiva.Riconversione all'islam non ha effetto. - L'appartenenza nella chiesa cristiana
Chi è cattolico?
L'ingresso nella comunità cattolica non avviene per nascita ma per atto volontario, tramite il battesimo (il battesimo è un atto volontario). Il battesimo si afferma intorno al V secolo, e rimarrà anche nella chiesa ortodossa e protestante. Il battesimo ha una doppia natura: teologica e giuridica.
Dal punto di vista teologico il battesimo è un atto salvifico, perché lava via il peccato originale. I bambini morti prima del battesimo in passato finivano nel limbo, mentre oggi finiscono in paradiso.
Dal punto di vista giuridico il battesimo è l'atto di ingresso nella comunità dei fedeli, e fa della persona un soggetto di diritto. Solo al battezzato si applicano le leggi della chiesa, cioè diritto divino positivo e diritto umano. Non sono soggetti al diritto umano i minori di 7 anni o coloro che sono privi dell'uso.
della ragione. Nelle confessioni in cui il battesimo è riservato esclusivamente agli adulti, prevale il profilo teologico e sarà riconosciuto anche da altre confessioni. Nelle confessioni in cui al battesimo sono collegate anche conseguenze giuridiche, allora normalmente il battesimo avverrà nei confronti di infanti (come cattolicesimo) e varrà solo per la confessione singola. Si può smettere di essere cattolico? Secondo il canone 11 chi è cattolico sarà sempre cattolico: il battesimo ha un carattere indelebile e i suoi effetti positivi permangono a prescindere dalla successiva volontà del soggetto. L'apostata non è soggetto né a sanzioni corporali né a conseguenze di carattere civile (matrimonio, successioni ecc), ma solo a sanzioni di carattere spirituale. I caratteri che mi ha dato il battesimo però permangono. Nel diritto canonico l'apostasia può essere vista come peccato o come delitto.È peccato quando consiste in comportamenti privati contrari all'essere cattolico. Qui l'apostasia attiene al rapporto del singolo con Dio ma non viene portata a conoscenza dell'autorità cattolica, ed è sanzionata dalla Chiesa.
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