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SCHEMA: La annullabilità (art. 21-octies) è una forma più lieve, è la regola generale e l'atto produrrà i suoi effetti fino al suo annullamento.
Sono confermati i tre vizi di legittimità che sono questi della annullabilità.
Un atto è annullabile se:
- Adottato in violazione di legge. Comprende tutti i casi di violazione della normativa generale o particolare: ricopre violazioni di norme primarie, secondarie, comunitarie, etc.: il termine "legge" è inteso nel senso più ampio del termine. Tale violazione si può presentare:
- Mancata applicazione della legge.
- Falsa/Sbagliata applicazione della legge.
- Viziato da eccesso di potere. È un malfunzionamento del potere discrezionale della P.A. derivante dalla violazione dei limiti di tale potere che nasce dalla violazione dei principi dai quali essa deve ispirarsi. Esso ricorre quando l'interesse pubblico perseguito nel caso concreto è
diverso da quello pubblico (primario) imposto dalla legge (= si parla di sviamento di potere)- Viziato da incompetenza.
Forma meno grave ed accomuna tutti i vizi di legittimità.
I vizi che colpiscono gli elementi accidentali (condizione, termine ed onere) non comportano la caduta del provvedimento almeno che non risulti che in mancanza di questi il provvedimento non sarebbe stato emanato.
Vediamo in sintesi i vizi di legittimità ed i requisiti di legittimità:
- Incompetenza
- Competenza
- Violazione della legge presupposti di fatto (es. età ai fini di un concorso di accesso ad un pubblico impiego), presupposti di diritto (es. titolo di studio, abilità professionale) e requisiti procedurali e formali (es. osservanza delle regole del procedimento amministrativo).
- Eccesso di potere che non ha il contrapposto requisito di legittimità: la cosa migliore sarebbe che la P.A. agisse entro i limiti stabiliti e quindi senza “sviare”.
Vi è una
Distinzione tra vizi di legittimità sostanziale i quali definiscono il rapporto tra la P.A. ed i destinatari dell'atto e i vizi di legittimità formale che lasciano il potere nelle mani della P.A. la quale può solo evitare che si ripetano gli stessi vizi.
Speculari sono i requisiti di legittimità sostanziali che sono decisivi per adottare un atto (es. presupposti previsti dalla legge) ed i requisiti di legittimità formali che hanno una diversa funzione perché precludono la ripetizione del vizio.
Per quanto riguarda i vizi che vanno a colpire gli elementi accidentali quali condizione, termine e onere non producono la caduta del provvedimento a meno che lo stesso non sarebbe stato emanato in assenza di tali elementi.
Gli atti di secondo grado
Gli atti di secondo grado sono atti che vanno ad incidere su provvedimento già esistenti e si differenziano in:
- Atti ad esito eliminatorio:
- Annullamento d'ufficio.
- Revoca.
- Abrogazione.
Sospensione.
- Atti ad esito conservativo:
- Convalida e ratifica.
Gli atti di secondo grado devono essere avviati d'ufficio e devono seguire lo stesso procedimento degli atti che andranno a modificare.
I destinatari degli atti sono i titolari di una posizione giuridica.
Annullamento d'ufficio
In questo caso si presuppone che l'atto sia illegittimo. L'art. 21-octies stabilisce che il provvedimento amministrativo illegittimo può essere annullato d'ufficio sussistendone le ragioni di interesse pubblico entro diciotto mesi dal momento dell'adozione.
Questa ultima citazione ("entro diciotto mesi") è stata inserita nel 2015 ed è costituisce una tutela per il cittadino almeno che il provvedimento non si stato emesso a causa di false dichiarazioni dello stesso: i provvedimenti amministrativi emanati a seguito di tali dichiarazioni (fraudolente e false) possono essere annullate anche trascorsi i 18 mesi. È ovvio che tanto
più passerà il tempo e tanto meno probabile sarà possibile attuare l’annullamento di ufficio. Da questo si deduce che esso è un atto discrezionale che deve essere bilanciato con l’interesse pubblico in questione: è necessario analizzare se sia più conveniente annullare l’atto (illegittimo) o mantenerlo visto che l’annullamento creerebbe più danni rispetto al suo mantenimento (es. in caso di assegnazione di case di edilizia residenziale pubblica è più equo e bilanciato togliere tale assegnazioni, visto la illegittimità, o mantenerla, visto cosa accadrebbe se il soggetto venisse sottratto della sua abitazione?)
Gli effetti sono ex tunc quindi opera retroattivamente ed è come se l’atto non fosse stato emanato. Ci sono casi rari e limite, come l’annullamento vincolato, per i quali non è necessario una motivazione specifica quindi non si compie quel bilanciamento di interessi.
perché il provvedimento produce un ingiusto esborso del denaro pubblico sproporzionato all'interesse che va a tutelare. Questa è un'eccezione perché la regola è quella di valutare, pesare e controbilanciare gli interessi in gioco (annullo l'atto illegittimo o lo mantengo visto l'interesse che tutela?) Revoca. La revoca è disciplinata dall'art. 21-quinquies il quale sancisce che il provvedimento amministrativo ad efficacia durevole può essere revocato da parte dell'organo che lo ha emanato ovvero da altro organo previsto dalla legge. La revoca determina la inidoneità del provvedimento revocato a produrre ulteriori effetti. Essa ha valore solo per gli atti ad efficacia durevole e non per quelli istantanei perché non avrebbe senso revocare un atto che ha terminato (già) di produrre i suoi effetti. Questo è un provvedimento discrezionale ad ampio raggio e l'unico vincolo è quello dimotivare il bilanciamento tra l'interesse pubblico e l'interesse privato del destinatario di tale atto. Con il decreto Sblocca Italia ci sono state due novità: 1. Il provvedimento era ammesso nei tre casi stabiliti dalla legge (Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse o nel caso di mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell'adozione del provvedimento o di nuova valutazione dell'interesse pubblico originario) senza alcuna specificazione ma, ora, la norma precisa che la modifica della situazione non doveva essere prevedibile al momento dell'adozione del provvedimento quindi la motivazione dovrà fare riferimento anche al perché non sia stata previsto il mutamento. 2. La norma stabilisce che la revoca, in virtù della valutazione dell'interesse pubblico, non è ammessa per tutti quei provvedimenti che producono vantaggi economici. Il termine, come abbiamo visto, è di diciotto mesi salvo.l’eccezione su detta ma è da dire che quanto più tempo passa dall’emanazione del primo atto illegittimo tanto più il provvedimento di annullamento d’ufficio sarà difficilmente adottato (e tanto più l’obbligo della motivazione sarà più marcato). Gli effetti della revoca sono ex nunc quindi, la revoca, impedisce all’atto di primo grado di produrre ulteriori effetti. Lo stesso articolo stabilisce che l’adozione della revoca fa nascere l’obbligo di indennizzo in capo alla P.A. ma riguarderà solo il danno emergente e non il lucro cessante: l’indennizzo sarà proporzionato all’affidamento che il soggetto aveva riposto nel provvedimento primario. La competenza per l’emanazione revoca (ed anche per l’annullamento di ufficio) è dell’organo che ha emanato gli atti primari ma visto che vi è un organo gerarchicamente superiore e dato che questo puòLa sospensione, come afferma l'art. 21-quater, può essere disposta per gravi ragioni e per il tempo strettamente necessario dallo stesso organo che ha emanato il provvedimento di primo grado.
Ora passiamo ad analizzare gli atti di secondo grado ad esito conservativo.
La convalida è rivolta verso un provvedimento colpito da vizi di legittimità: essa mira a mantenere il provvedimento eliminando, appunto, i vizi dello stesso; ovviamente si parla di vizi formali perché quelli sostanziali non sono eliminabili. La convalida sana un provvedimento viziato ma è necessario che siano rispettate alcune condizioni come la rappresentazione del vizio nel procedimento di primo grado e la volontà espressa di eliminarlo.
È un atto secondario simile alla convalida ma
va a sanare un provvedimento colpito dal vizio di incompetenza quindi fa rientrare questa ultima nei vizi formali e non sostanziali. Il diritto comunitario ha influenzato e modificato i diritti degli stati membri e il diritto amministrativo non è esule da tale ascendenza. In particolare, i settori colpiti sono diversi: - Procedimenti amministrativi. La UE ha introdotto nuovi procedimenti o ha segmentato, in diversi parti, i procedimenti già previsti dall'Italia. - Presupposti sostanziali. - Forma dell'atto. Questa è stata molto condizionata dalla UE: in tema di diritto ambientale è esclusa la forma del silenzio-assenso mentre la forma del silenzio-rifiuto è stata ammessa con motivazione. - Discrezionalità. La corte di giustizia, per esempio, ha escluso che la legge nazionale possa imporre alla P.A. un unico criterio di aggiudicazione in sostituzione dei due previsti dalla legislazione comunitaria (che sono il prezzo più basso e la migliore offerta qualitativa).l'autorità dell'Unione Europea.amministrazione comunitaria diretta. Anche in questo ambito si differenziano gli atti ampliati