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RESPONSABILITÀ CIVILE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Responsabilità contrattuale, precontrattuale, extracontrattuale
Anche una pubblica amministrazione può produrre danni a terzi che fanno sorgere responsabilità civile e obbligo di risarcimento. In caso di responsabilità della pubblica amministrazione si applica la disciplina comune del codice civile, con i necessari adattamenti.
Per quanto riguarda la RESPONSABILITÀ CONTRATTUALE non si sono mai presentati problemi di adattamento o applicazione della disciplina civilistica: l'amministrazione è considerata come un normale contraente privato e risponde alla pari di quest'ultimo.
Qualche problema lo ha posto la RESPONSABILITÀ PRECONTRATTUALE, riguardo alla mancanza di buona fede nelle trattative. Infatti secondo un orientamento giurisprudenziale tale responsabilità non potrebbe riguardare i contratti stipulati a seguito dell'evidenza pubblica, perché non vi sono le
trattative che potrebbero farla sorgere. In realtà però non è che le trattative mancano, ma sono comprese nella procedura dell'evidenza pubblica.
Quanto alla RESPONSABILITÀ EXTRACONTRATTUALE, ci si chiede se l'amministrazione risponda per responsabilità DIRETTA (cioè per fatto proprio) oppure INDIRETTA (cioè per fatto altrui): nel primo caso si tratta di un illecito soggettivo che implica la presenza del dolo o della colpa, mentre nel secondo caso si tratta di un illecito oggettivo che crea responsabilità indipendentemente dal dolo o dalla colpa dell'amministrazione.
Se nella fattispecie non sussiste né dolo né colpa grave del singolo funzionario agente, allora il funzionario non si distingue dall'amministrazione secondo la logica dell'immedesimazione organica, con la conseguenza che l'unica responsabile sarà l'amministrazione stessa che risponde per responsabilità diretta.
elementare è il RICORSO GERARCHICO, che consiste nel rivolgersi all'autorità superiore rispetto a quella che ha emesso l'atto. Si tratta di un RIMEDIO GENERALE, utilizzabile da tutti in ogni caso. Esistono tuttavia anche ricorsi gerarchici SPECIALI, cioè azionabili solo nei casi stabiliti dalla legge: il ricorso gerarchico IMPROPRIO che consiste nel rivolgersi ad un'autorità posta al di fuori di qualsiasi rapporto di gerarchia; ricorso IN OPPOSIZIONE, che consiste nel rivolgersi alla stessa autorità che ha emanato l'atto. Il ricorso gerarchico sacrifica in parte il principio di terzietà dell'organo decidente, nonché il contraddittorio in quanto l'istruttoria si svolge d'ufficio senza la necessaria partecipazione delle parti. L'istituto tuttavia presenta anche vantaggi: prima di tutto può essere azionato sia nel caso di lesione di interessi legittimi che di diritti soggettivi; inoltre può
Riguardare sia la legittimità sia il merito dell'atto. Nel caso di accoglimento del ricorso per vizi di legittimità l'atto viene annullato (non è un annullamento d'ufficio), mentre nel caso di accoglimento del ricorso per vizi di merito l'atto viene revocato o riformato.
La decisione del ricorso gerarchico consiste in un provvedimento amministrativo, e di conseguenza è impugnabile dai soggetti lesi. Nel caso in cui una decisione non intervenga entro 90 giorni, il ricorso si intende respinto, ma non si tratta di un caso di silenzio diniego in quanto una pronuncia può comunque essere emanata tardivamente: il ricorrente nel frattempo può affidarsi alla tutela giurisdizionale o a quella straordinaria del PDR.
In passato l'azione giudiziaria era preclusa senza aver prima tentato di ottenere giustizia con il ricorso gerarchico e senza aver acquisito la volontà dell'organo sovraordinato: in questo modo un atto emanato da
unorgano inferiore e qualificato come NON DEFINITIVO, acquisiva la DEFINITIVITÀ. Oggi questo obbligo non sussiste più e il ricorso gerarchico è una FACOLTÀ, e ci si può rivolgere alla tutela giurisdizionale anche senza aver acquisito la definitività dell'atto. La definitività dell'atto è ancora un requisito per il ricorso straordinario al PDR. Il ricorso straordinario è molto più strutturato sotto l'aspetto procedurale e garantisce una miglior terzietà dell'organo decidente. Sotto il primo profilo il ricorso va presentato entro 120 giorni. Entro tale termine deve essere notificato ad almeno uno dei controinteressati e depositato presso l'organo che ha emanato l'atto, consentendo quindi agli interessati e all'amministrazione di presentare le difese. Sotto il secondo profilo il ricorso straordinario è deciso con decreto del PDR ma su parere totalmente vincolante del consiglio distato ( funzione consultiva ).Il ricorso straordinario è un rimedio ALTERNATIVO al ricorso giurisdizionale amministrativo. Prima ditutto perché l'organo che decide il ricorso è sostanzialmente il consiglio di stato ( che è anche giudice amministrativo ). Inoltre perché il ricorso straordinario è ammesso solo nelle materie di competenza della giurisdizione amministrativa, e al pari di quest'ultima è ammesso solo per vizi di legittimità ( non per sindacare il merito delle scelte ). Essendo un rimedio alternativo, la decisione che fuoriesce dal ricorso straordinario è inoppugnabile davanti al giudice amministrativo, tranne nel caso che si tratti di errori procedurali, che riguardano cioè l'inosservanza delle norme che regolano lo svolgimento del ricorso (errori in procedendo). Presentando meno garanzie rispetto al ricorso giurisdizionale amministrativo, il ricorso straordinario è possibile solo se
è una scelta condivisa con l'amministrazione che ha emesso l'atto e i controinteressati. Per questo motivo tali soggetti possono presentare OPPOSIZIONE al ricorso straordinario, costringendo il ricorrente ad operare la TRASPOSIZIONE dinnanzi al giudice amministrativo competente.
-Tutela giurisdizionale ordinaria
La tutela giurisdizionale ordinaria nelle controversie con la pubblica amministrazione è stata introdotta nel 1865, secondo la regola "un giudice unico per cittadini e pubblica amministrazione". Tuttavia il giudice ordinario poteva solo disapplicare i provvedimenti, non annullarli o revocarli, non trattandosi di diritti soggettivi. Per tale motivo ha declinato sempre più spesso la propria giurisdizione, con la conseguenza che si creò una lacuna nel sistema.
La lacuna è stata colmata nel 1889 con il ripristino della giurisdizione amministrativa e il passaggio quindi da un sistema monistico ad un sistema dualistico (tuttora vigente).
In questo sistema il criterio di ripartodelle competenze è basato sulla posizione giuridica lesa: giudice ordinario in caso di lesione di dirittisoggettivi, giudice amministrativo nel caso di lesione di interessi legittimi. In questo contesto i casi in cui si può agire davanti al giudice ordinario nei confronti della pubblicaamministrazione riguardano principalmente la mancata esecuzione di contratti e illeciti civilidell'amministrazione. Dopo la privatizzazione del pubblico impiego, il giudice ordinario si occupa di tutte lecontroversie riguardanti i rapporti di lavoro; si occupa anche di controversie riguardanti atti nulli, ma solo sesi tratta di atti restrittivi in quanto viene qui modificata una posizione originaria di diritto soggettivo. In tuttiquesti casi se vengono in rilievo atti amministrativi rilevanti per la decisione il giudice li DISAPPLICA ( nonpuò mai annullarli o revocarli ). Quando l'amministrazione esercita attività di diritto privato,Il giudice ordinario può condannare l'amministrazione non solo a sanzioni pecuniarie, ma anche a obblighi di facere (che implicherebbero l'esercizio di poteri amministrativi nel caso fossimo fuori dall'ambito privato). Quanto agli as