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GLI ATTI NORMATIVI CONCERNENTI LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Gli atti normativi che regolano il diritto amministrativo sono gli stessi di ogni settore del diritto. Le fattispecie amministrative sono rette da fonti di vario tipo e livello, poiché raramente la materia rientra nelle attribuzioni di un solo ente territoriale. Si hanno quindi direttive comunitarie, leggi statali e regionali, regolamenti che disciplinano la materia e la tutela delle situazioni giuridiche soggettive.

Le fonti di organismi sovranazionali

Per lungo tempo il diritto amministrativo venne considerato come disciplina meramente interna all'ordine e indifferente dal diritto internazionale, in quanto fonte di obblighi per gli Stati solo nei rapporti reciproci. Tuttavia, gli organismi sovranazionali assumono importanza per la funzione di garanzia di interessi individuali e collettivi, poiché hanno il potere di emanare atti normativi vincolanti per gli Stati. È possibile che gli Stati si discostino da tali obblighi.

perl’assenza di strumenti di coercizione–problema dell’effettività del dirinternazionale, la cui cogenza dipende più dai rapporti di forza tra gli Stati chedall’esistenza di soggetti 3i che facciano rispettare le regole, infatti ognuno ditali organismi si dota di un apparato rivolto alla risoluzione delle controversieche potrebbero sorgere dall’applicazione dei trattati.

Bisogna considerare separatamente la sfera dei rapporti tra gli Stati dal modo incui ogni Stato decide sull’attuazione al suo interno di impegni assunti a livellointernazionale: l’Italia ha deciso di vincolarsi al rispetto del dir internazionale(117 Cost)–una legge che contravviene a un atto di un’organizz internazionalea cui l’Italia aderisce può andare incontro a una censura di incostituzionalità. Sipuò dire che l’UE ha maggiormente influenzato il dir ammin emancipandolodalla dimensione nazionale in cui è sorto.

conducendolo ad una dimensione europea. Le fonti dell'Unione Europea La vincolatività delle fonti europee negli Stati membri si fonda su meccanismi variabili a seconda delle soluzioni adottate dagli ordinamenti statali: in Italia il fondamento della vincolatività è a lungo individuato nell'art. 11 della Costituzione, oggi un fondamento esplicito è l'art. 117 della Costituzione, che individua negli obblighi derivanti dall'appartenenza all'UE un vincolo all'esercizio della potestà legislativa statale e regionale. Trattato istitutivo della Comunità europea L'adesione al Trattato istitutivo della Comunità europea (1957) fa sorgere un dibattito sul rango da assegnare agli atti di derivazione comunitaria. La soluzione è che il diritto comunitario, sia primario sia derivato, prevale sulle norme interne di livello anche costituzionale, nei limiti dei principi fondamentali dell'ordine costituzionale e dei diritti dell'uomo: la prevalenza è assicurata con la disapplicazione della norma.nazionale incompatibile da parte di giudici e amminnazionali per l'applicazione del dir europeo (obbligo immediato di disapplicazione). Per assicurare maggiore aderenza al dir europeo la L.234/2012 disciplina come strumenti di recepimento del dir europeo, la legge europea (modifica o abroga disp naz in contrasto con quelle europee) e la legge di delegazione europea (recante delega al Governo al recepimento delle direttive europee), da emanare secondo scadenze prefissate. La prevalenza e l'effettività del dir comunitario sono garantite dalla previsione di una resp di tipo risarcitorio degli Stati membri che abbiano violato norme comunitarie cagionando danni a privati, poi estesa a violazioni commesse mediante provvedimento amministrativo e giurisdizionale; essa richiede 3 condizioni: che la normativa comunitaria violata attribuisca un dir a favore di un singolo, che la violazione sia grave e manifesta e che vi sia un nesso di causalità tra violazione e danno subito.Le norme per l'accertamento della responsabilità sono quelle previste dall'ordinamento interno per analoghi rimedi di natura interna (principio di equivalenza), sempreché la loro applicazione non renda impossibile o eccessivamente difficile l'accesso alla tutela da parte del danneggiato (principio di effettività). In Italia si fa riferimento all'art. 2043 del codice civile sulla responsabilità extracontrattuale, ma la Cassazione afferma la natura contrattuale e indennitaria della responsabilità del legislatore per omesso o tardivo recepimento delle direttive comunitarie e ciò importa un termine di prescrizione dell'azione risarcitoria fissato a 10 anni anziché a 5. Le attribuzioni dell'Unione Europea sono circoscritte nei confini delle competenze e obiettivi tracciati dal principio di attribuzione (art. 5 del Trattato sull'Unione Europea), inoltre il rapporto Stati/comunità è retto dal principio di sussidiarietà, secondo il quale l'intervento della seconda si giustifica solo se determinati risultati non possono essere raggiunti in modo sufficiente dagli Stati membri.essere raggiunti dagli Stati; all'art.352 TUE sono disciplinati i poteri impliciti che consentono all'UE di intervenire in assenza di apposita competenza assegnatale, quindi è inevitabile che le fonti comunitarie influiscano su attività e organizzazione delle amministrazioni statali: vi sono principi sanciti da trattati o Corte di Giustizia che si sovrappongono o si aggiungono a quelli stabiliti da norme costituzionali (es: principio di legalità, certezza del diritto, tutela dei diritti umani, sussidiarietà, proporzionalità, leale collaborazione, affidamento), altre norme incidono sull'organizzazione dell'amministrazione nazionale stabilendo le caratteristiche che determinati soggetti devono avere per possedere alcuni requisiti o requisiti di idoneità degli organismi per lo svolgimento di determinate funzioni. L'art.3 d.lgs.303/1999 dispone che il PdC è responsabile dell'attuazione degli impegni assunti nell'ambito dell'UE e siavvale del Dipartimento per le politiche europee, il cui CapoDipartimento è competente a coordinare, vigilare e monitorare la corretta e tempestiva attuazione delle disposizioni europee da parte delle p.a. nazionali. Le FONTI EUROPEE comprendono in primo luogo i Trattati che, in seguito al Trattato di Lisbona, sono rappresentati dal TUE e TFUE che contengono disposizioni fondamentali di principio e organizzazione su cui poggia l'intero impianto normativo europeo e sono direttamente applicabili; accanto ad essi e con lo stesso valore giuridico si trovano le disposizioni della Carta dei diritti fondamentali dell'UE e della CEDU, rientrano anche nel rango di diritto primario europeo i Trattati di adesione e i protocolli allegati per l'entrata di nuovi Stati nell'UE. In posizione secondaria si hanno le fonti di diritto derivato: 1. Regolamenti: definiti (288 TFUE) come atti dalla portata generale, obbligatori in tutti gli elementi e direttamente applicabili in ciascuno degli stati membri, quindi

L'adattamento dell'ord naz non è soggetto a un atto di recepimento se non nei casi in cui il reg necessiti di provvedimenti interni di natura integrativa (es: reg che demandano alle ammin statali l'applicazione delle loro norme)

Direttive→rivolte agli Stati membri e li vincolano sul risultato da raggiungere, ferma restando la competenza degli organi statali sulla forma e i mezzi da impiegare, esse possono essere individuali (riguardare solo alcuni Stati) o generali (per consentire un graduale adeguamento degli ord naz alla disciplina comunitaria); le direttive richiedono un atto interno di recepimento e ognuna di esse indica un termine entro cui gli Stati devono provvedere all'attuazione che se non rispettato può importare conseguenze risarcitorie per danni causati a singoli dal mancato recepimento. La giurispr comunitaria ammette che, scaduto il termine, anche le direttive possano avere diretta applicabilità purché siano dotate di

sufficiente previsione e abbiano carattere incondizionato: si parla di direttiva auto-esecutiva perché, essendo sufficientemente dettagliata, non necessita di atti di intermediazione volti a specificarne il contenuto; l'efficacia diretta delle direttive si esplica nei rapporti tra privati e p.a. di uno Stato membro (efficacia verticale) ed è esclusa nei rapporti tra privati (efficacia orizzontale) poiché solo agli Stati membri è imputabile la mancata attuazione delle direttive: a) se una direttiva rimasta inattuata attribuisce a un soggetto un diritto da far valere nei confronti della p.a. -> azionabile anche dinanzi all'autorità giudiziaria, b) se il diritto conferito dalla direttiva è fatto valere nei confronti di un altro privato -> non azionabile in sede giurisdizionale ma può esperire solo l'azione risarcitoria per violazione del diritto comunitario da parte dello Stato. 3. Decisioni -> sono atti obbligatori in tutti gli elementi che a

La differenza delle direttive è che sono indirizzabili solo agli Stati, mentre possono essere destinate anche a soggetti singoli. Non si tratta di vere e proprie fonti del diritto, ma di atti amministrativi di competenza delle istituzioni comunitarie, per cui non è necessario un atto di adeguamento dell'ordinamento nazionale (es: decisioni della Commissione).

I pareri e le raccomandazioni non sono qualificabili come fonti, in quanto l'articolo 288 del TFUE stabilisce che non producono effetti vincolanti e l'adeguamento ad essi è frutto di uno spontaneo comportamento dello Stato membro. Vi sono però i "pareri conformi" dotati di efficacia vincolante.

Tra le fonti europee vi sono le sentenze della Corte di Giustizia rese nell'ambito dei rinvii pregiudiziali (articolo 267 del TFUE), la cui portata va oltre il caso concreto e sono obbligatorie per i giudici che trattano casi analoghi.

Le fonti nazionali, regionali e degli enti locali:

a) La Costituzione

La COSTITUZIONE contiene norme dedicate espressamente

all'organizzazione e all'attività amministrativa: Art.28 - detta il principio della responsabilità dei funzionari e della P.A. sulla base di leggi penali, civili e amministrative per gli atti compiuti in violazione dei diritti. Art.97 - comma 1 stabilisce che le P.A., in coerenza con l'ordine europeo, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico; comma 2 ha ad oggetto l'ordine degli uffici che deve essere improntato al fine di assicurare imparzialità e buon andamento dell'amministrazione; comma 3 stabilisce che agli impieghi delle P.A. si accede mediante concorso. Art.98 - stabilisce che i pubblici dipendenti sono al servizio esclusivo della Nazione e restringe alla sola anzianità le promozioni per i dipendenti pubblici che siano al contempo membri del Parlamento, inoltre autorizza la legge a limitare il diritto d'iscrizione ai partiti politici di specifiche categorie di dipendenti pubblici, che necessitano di indipendenza dal.

potere politico

Art.111 ss→conferiscono valore costituzionale

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
114 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fracchio14 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Cardi Enzo.