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TRASFORMAZIONE DEL DIRITTO AMM.VO GLOBALE
Tendenze a cui far riferimento per spiegare come si sta sviluppando:
Tende a replicare i caratteri del diritto amm.vo statunitense,
- Tende ad esse un diritto frutto delle pressioni della scienza giuridica (che lo
-
sviluppa in sens garantista).
[[Tre processi tra loro disomogenei:
Le costituzioni: fanno scelte sul punto di equilibrio tra autorità e libertà,
1)
nonché sui bisogni sociali di cui il diritto amm.vo deve farsi carico (ciò riduce il
margine d’azione del legislatore),
I diritti (libertà del privato rispetto alla p.a.): il legislatore non può limitare i
2)
diritti di libertà, diritti anche personali personalizzazione del diritto amministrativo.
Diritto amministrativo europeo: maggior forza di omogeneizzazione dei diritti
3)
amm.vi statali. 29
Questi tre fattori fanno sì che i diversi diritti amministrativi convergano]]
LE FUNZIONI
Un problema di base del diritto amm.vo in ciascun ordinamento: gli ordinamenti
assegnano ai propri sistemi amministrativi le stesse finalità oppure queste
cambiano di caso in caso? Facciamo dei chiarimenti: per funzione si intende
l’attività colta nella sua dimensione macro, che comprende l’attività in funzione degli
scopi, gli strumenti necessari (compiti e attribuzioni), e l’assetto degli interessi
(attività che implica una ponderazione di interessi che sono chiari ex ante). Quali
obiettivi l’amministrazione è chiamata a realizzare?
Modi in cui gli ordinamenti compiono scelte sulle finalità dell’azione
a)
amministrativa: sono le istituzioni politiche dell’ordinamento che definiscono gli
obiettivi dell’azione amministrativa; altre possibili risposte sarebbero: - le stesse
amministrazioni, - i giudici. Questa affermazione è vera per gli ordinamenti statali e
per l’UE (dove Parlamento europeo, consiglio e commissione definiscono gli
obiettivi dell’amministrazione), ma c’è l’eccezione della comunità mondiale. Infatti,
le finalità delle amministrazioni internazionali e globali non sono definite da
istituzioni politiche globali, perché queste sono assenti, inesistenti. Chi definisce,
perciò, le finalità delle amministrazioni globali? I governi nazionali attraverso i
trattati, e le stesse amministrazioni (tratto originale) o nazionali (quando cooperano
aggirando la volontà del governo nazionale es. IOSCO, autorità di controllo sulla
finanza privata), o internazionali, quando danno vita alle agenzie internazionali.
Dunque, in questa eccezione le funzioni possono nascere anche in assenza di
politica.
Quali finalità? Tre chiavi di lettura: 1) processo di forte convergenza tra tutti
b)
gli ordinamenti statali verso le medesime finalità (ordine, welfare, intervento
nell’economia, regolazione sociale) 2) la convergenza funzionale non è piena,
restando negli Stati forti differenze ad esempio circa i modi e le finalità
dell’intervento dell’economia (pianificazione o garanzia del libero mercato), cambia
quindi il modo in cui le funzioni sono concepite da caso a caso, 3) gli ordinamenti
ultrastatali: chiamano le amministrazioni a svolgere funzioni che non rientrano in
quelle di welfare, orientano le amministrazione alle altre tre funzioni (ordine,
intervento nell’economia – prospettiva liberale-, regolazione sociale – tutela del
consumatore, dell’ambiente, della salute) – aspetto non sorprendente dato che qui
manca una comunità di cittadini politicamente costituita, ma strano se pensiamo
che in tal modo gli ordinamenti ultrastatali tendono a svilupparsi in una prospettiva
liberale che potrebbe contrastare con le funzioni di welfare svolte dagli Stati
nazionali.
FUNZIONI D’ORDINE
Sono tipiche degli Stati, legate al momento della costruzione dello Stato moderno in
Europa (difesa esterna, ordine interno, tassazione). Ad oggi, si registra una
convergenza tra difesa ed ordine pubblico: due funzioni svolte sempre da
30
amministrazioni diverse: la prima affidata a quella militare, la seconda a quella di
polizia. Operano con diritti amministrativi diversi, hanno in comune i poteri coercitivi,
pur restando tra loro autonome. Negli ultimi 10 anni ciascuna di queste due
amministrazioni viene sempre più chiamata ad interagire con l’altra e con questa a
perseguire un obiettivo comune, quello della sicurezza nazionale, la quale risulta
dall’integrazione tra difesa ed ordine pubblico: si tratta della tutela dell’integrità del
territorio, dell’indipendenza politica, della coesione sociale. Le forze che guidano il
processo di convergenza funzionale:
Necessità di rispondere alle crisi internazionali (diverse sia da difesa che da
a)
ordine pubblico),
Fenomeno del terrorismo internazionale: esterno, che si ripercuote
b)
sull’interno e richiede un’azione congiunta di amministrazione militare e di polizia.
Negli ultimi 3 anni tutti gli Stati europei hanno sviluppato una nuova funzione
amministrativa: l’antiterrorismo. Non hanno costituito nuove amministrazioni (salvo
gli USA), ma messo a punto strategie che devono essere attuate congiuntamente
da amministrazione militare e di polizia. Il dato non è ovvio, c’è una rottura della
differenza funzionale tra le due amministrazioni (militare e di polizia). Le funzioni
d’ordine sono tipicamente statali, subiscono un’evoluzione.
L’Unione Europea e l’ordinamento globale: è ancora più chiara la
tendenza a fondere difesa ed ordine pubblico nella “sicurezza”; obiettivo degli
ordinamenti ultrastatali è – impedire i conflitti transnazionali, - impedire aggressioni
degli Stati tra loro, - limitare la criminalità internazionale (il terrorismo). Esempio più
recente di funzione di sicurezza internazionale: funzione di antiterrorismo in due
diverse forme a) strategia: global counterterrorism; b) lato amministrativo:
counterterrorism implementation task force: attua la strategia funzione che non ha
avuto particolare efficacia.
FUNZIONI DI WELFARE
Lo stato sociale o welfare state è una caratteristica dei moderni stati di dritto che si
fondano sul principio di uguaglianza. Da esso deriva la finalità di ridurre le
disuguaglianze sociali e con esso ci si propone di fornire e garantire diritti e servizi
sociali, ad esempio: assistenza sanitaria, pubblica istruzione, indennità di
disoccupazione, sussidi familiari, previdenza sociale. Questi servizi gravano sui
conti pubblici attraverso la spesa sociale, ossia richiedono ingenti risorse
finanziarie, le quali, in buona parte, provengono dal prelievo fiscale: la tassazione è
il presupposto per l’erogazione di funzioni di welfare, ecco perché gli ordinamenti
sovranazionali non svolgono tale funzione. Lo stato sociale nasce e si consolida in
occidente e la sua evoluzione può essere suddivisa in tre fasi successive:
1601 Inghilterra, con la “Poor Law”: leggi che prevedevano assistenza ai
1)
poveri; 31
Prima rivoluzione industriale e legislazione inglese del 1834: anche in tal
2)
caso le forme assistenziali sono da ritenersi individuali e da intendersi rivolte
unicamente agli appartenenti ad una classe sociale;
Fase dell’attuale welfare, che inizia all’indomani del secondo conflitto
3)
mondiale: idea della “liberazione di tutti dal bisogno”, dal rapporto Beveridge ad
oggi. Negli anni ’80-’90 i sistemi di welfare entrano in crisi per ragioni economiche,
politiche, sociali e culturali, al punto che oggi si parla di una crisi del welfare state.
INTERVENTO NELL’ECONOMIA
Ciascun ordinamento deve decidere se e come intervenire nell’economia. Alla base
di tale funzione amministrativa c’è la politica, di cui l’amm.ne è un riflesso. Modi per
intervenire nell’economia:
Liberismo
1) Socialismo due marco opzioni, esistono infinite soluzioni intermedie.
2)
Liberismo: l’obiettivo è la massima apertura del mercato (mercato libero), punta ad
intervenire per garantire ciò. Il libero mercato nella teoria classica vede a) sfera
politica b) il libero mercato: l’opzione liberale non prevede che lo Stato sia assente,
esso è coinvolto nel garantire il funzionamento dell’economia (non sono dunque
due sfere che non si incontrano mai – il paradosso è solo apparente). Le istituzioni
politiche operano attraverso le amministrazioni. Dal p.d.v. amministrativo, cosa
richiede il libero mercato?
Una disciplina della concorrenza: strumento amministrativo per garantire il
a)
libero mercato, non è una politica ma una disciplina giuridica che ha quale
presupposto l’esistenza di un mercato in cui alcuni imprenditori operano ad armi
pari, e quale scopo la libertà degli imprenditori nel mercato, che competono tra loro
ad armi pari inizialmente, anche se non è detto che continuino a farlo (possono
diventare dominanti sul mercato, situazione fisiologica, vietata e sanzionata solo
quando si trasforma in abuso). La disciplina della concorrenza serve a riportare le
“armi pari”.
Perché è una disciplina amministrativa? Perché le norme non sono auto
b)
applicative, devono essere tradotte in azione amministrativa, nelle misure del
controllo e della sanzione. L’amministrazione è necessaria.
Tradizionalmente gli ordinamenti, per lo svolgimento di tale funzione, si sono dotati
di autorità amministrative indipendenti.
Il liberalismo non è mai puro, ossia non esclude l’intervento diretto dello Stato
nell’economia, in qualità di imprenditore nella forma dell’erogazione di servizi.
La regolazione economica (insieme di politiche pubbliche volte a condizionare il
comportamento delle imprese verso finalità di interesse generale): rispetto alla
concorrenza è diverso il punto di partenza. Ossia, si presuppone che il mercato non
32
ci sia e si decide di costruire dei mercati settoriali dove mancano serve una cornice
giuridica che consenta la costruzione di un mercato e della competizione in esso.
Rapporto tra concorrenza e regolazione economica: la seconda è transitoria, una
volta creata la cornice per il mercato, cede il passo alla concorrenza (affermazione
teoria, nella pratica non accade- v. esperienza italiana). A chi è affidata la
regolazione economica? Ad autorità amm.ve indipendenti (esempio: AEEG,
AGCOM), quindi dal p.d.v. organizzativo abbiamo lo stesso modello. Perché
regolazione? Non nel senso dell’adozione di regole, ma come intervento
nell’economia, che si realizza anche per mezzo della produzione di regole.
Socialismo: vuole garant