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Le denominazioni merceologiche degli alimenti

- Il nome di prodotti alimentari nella loro forma di prodotti agricoli naturali è il nome comune che li individua (es limone).

-Per i prodotti agricoli frutto della scienza umana e delle combinazioni genetiche il diritto pretende una specifica denominazione

(es mandarancia)

-Per i prodotti agricoli trasformati il legislatore impone una determinata composizione relativa al nome specifico che l'alimento

assume (es vino).

-Denominazioni merceologiche comuni: nomi che identificano oggetti e che il vocabolario spiega

-Denominazioni merceologiche legali: nomi che la legge da ai prodotti alimentari relativamente alla loro

produzione/composizione

-Alcune informazioni relative alle denominazioni merceologiche sono contenute nell'etichetta che è indispensabile per i prodotti

alimentari in quanto serve a individuare il bene che si desidera.

Le premesse per intendere la regola del mutuo riconoscimento

-L'art. 34 del TFUE stabilisce che sono vietate fra gli stati membri le restrizioni quantitative all'importazione nonché qualsiasi misura

di effetto equivalente, o meglio ogni normativa commerciale che possa ostacolare gli scambi intercomunitari.

-L'art 36 stabilisce che restano legittimi i divieti o le restrizioni giustificate da motivi di moralità pubblica, di ordine e sicurezza

pubblica, di tutela della salute e della vita delle persone e degli animali e di tutela delle proprietà industriali ecc. purchè i diveti non

costituiscano una restrizione dissimulata al commercio degli stati membri.

Il principio del mutuo riconoscimento

-Tra le barriere all'importazione rientrano le denominazioni merceologiche cioè i nomi dati ai prodotti dalla legge nazionale, la quale

richiede che quel prodotto, per avere quel nome, debba essere composto in una certa maniera.

Inoltre ogni stato ha la legittimità di dettare la propria regola tecnica, e la conseguenza è che non si può esportare un prodotto avente

lo stesso nome ma composizione diversa.

-A queste barriere si contrappone l'art 28 del TFUE che garantisce la libera circolazione delle merci.

-Di fronte a questa situazione, la Corte di Giustizia ha trovato una soluzione nota come Principio del mutuo riconoscimento o del

Cassis de Dijon.

- Principio del mutuo riconoscimento: il diritto di accesso al mercato unico è legato alla disciplina del paese di origine dell'alimento,

le differenti discipline nazionali sono ritenute quindi equivalenti.

-Inoltre la corte ha risolto anche l'ipotetico problema dell'ambigua informazione che si potesse creare mettendo in evidenza il ruolo

dell'etichetta.

Incontrollata applicazione del sistema del mutuo riconoscimento

-L'incontrollata applicazione del mutuo riconoscimento ha portato alla volgarizzazione del nome legale di un prodotto trasformandolo

in denominazione merceologica comune nell'intera Unione Europea. Di conseguenza ha privato il prodotto della sua distintività dal

punto di vista anche qualitativo.

-Successivamente il nome legale di un prodotto in uno stato è divenuto nome legale nel diritto dell'Europa cosicché specifici nomi

posso essere utilizzati solo per prodotti che ormai rispettano le definizioni comunitarie (qui si contraddice il mutuo riconoscimento).

-Necessità di elaborare un altro principio che controllasse l'applicazione del mutuo riconoscimento. La corte di giustizia attraverso la

sentenza Smanor, dichiara non applicabile il mutuo riconoscimento quando il prodotto realizzato in uno stato membro esportatore si

discosta notevolmente per composizione o caratteristiche qualitative da quello prodotto in un altro stato membro importatore.

Ciò è stabilito dalla direttiva Europea n.97/4

Cap. 3 LA SICUREZZA ALIMENTARE

La sicurezza alimentare

-

Come conseguenza delle norme relative agli alimenti e al mercato alimentare si consegue che:

-qualunque soggetto che abbia a che fare con l'alimento , anche se non esercita un'attività lucrativa e anche per un solo atto

del percorso degli alimenti, è assoggettato alle regole dettate per la sicurezza alimentare e assume la responsabilità in

caso di violazione delle stesse

-al fine di dare al consumatore la consapevolezza di quello che mangia, è impostata la trasparenza delle operazioni

commerciali attraverso la tracciabilità

-la tracciabilità consente di individuare il responsabile del pericolo prodotto e del danno cagionato

-L'aspetto principale della sicurezza alimentare è che “alimenti a rischio non possono essere immessi nel mercato”, inoltre questa

materia definisce: il rischio, chi debba intervenire e come risolvere questo, in caso si presenti.

-In caso si presenti un pericolo (si intende agente contenuto nell'alimento o condizione di quest'ultimo, capace di rendere l'alimento

dannoso per l'uomo), si deve procedere alla valutazione del rischio da parte della scienza (specificamente dall'EFSA) ,questo poi deve

essere gestito dalla politica (specificamente dalla commissione) e deve essere comunicato durante il processo di analisi.

-La presenza di un pericolo probabile determina il rischio, che quindi è funzione della probabilità e della gravità dell'effetto

nocivo sulla salute.

-La comunicazione del rischio è gestita anche da un'organizzazione di allarme rapido (istituita dal regolamento 178/2002) che

interviene nei casi di emergenza.

-il segno distintivo della politica dell'Unione Europea in tema di sicurezza alimentare è l'assegnazione alle pubbliche autorità del

ruolo globale dell'analisi del rischio. Queste ultime inoltre compiono adeguate scelte di prevenzione e controllo.

-L'Unione si assume la responsabilità degli interventi di controllo e prevenzione servendosi come criterio guida il principio di

precauzione.

Principio di precauzione

-Nel 2002 a seguito del caso della mucca pazza (o BSE), l'applicazione del principio di precauzione alla sicurezza alimentare viene

normativamente sancita nel regolamento 178/2002.

-Il principio di precauzione stabilisce che qualora venga individuata la possibilità di effetti dannosi per la salute umana ma permanga

una situazione di incertezza scientifica , possono essere adottate misure provvisorie di gestione del rischio in attesa di altre

informazioni(es proibire le esportazioni). Misure che devono essere proporzionate, necessarie, provvisorie e mirate alla tutela della

salute.

-L'incertezza scientifica diventa un fatto giuridicamente rilevante.

La responsabilità per danni da prodotti alimentari difettosi

-L'Unione ha emanato la direttiva 85/374 sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi , la cui regola fondamentale è quella della

responsabilità oggettiva del produttore, dato che questo è responsabile del danno causato da un difetto del suo prodotto che non offre

quindi la sicurezza attesa.

-La direttiva 85/374 è stata poi modificata facendo si che ogni tipo di prodotto sia soggetto alle norme, in quanto è prodotto ogni bene

mobile, e non solo quelli soggetti a trasformazione, confezionamento e aggiunta di sostanze.

-Deve essere garantita non solo l'assenza di vizi ma anche l'innocuità della cosa. In caso contrario il produttore deve reintegrare non

solo il compratore ma qualsiasi utente di tutti i danni che la cosa abbia cagionato.

-La responsabilità oggettiva però non è assoluta ma relativa e da questa il produttore è esente quando:

- prova che il difetto è conseguenza della conformità del prodotto a norme imperative

-prova l'inesistenza del difetto quando il prodotto è stato messo in circolazione

-prova l'imprevedibilità del danno nello stato delle conoscenze tecniche/scientifiche del momento in cui il prodotto è stato

messo in circolazione (rischio di sviluppo)

-in caso di danno dovuto da un prodotto OGM , se è presente sull'etichetta l'informazione che l'alimento contiene OGM e nel

caso in cui la causa principale del danno è riconducibile alle conoscenze scientifiche (in quanto il consumatore era

consapevole del possibile difetto e vi si è volontariamente esposto).

-Il produttore(o operatore) alimentare oltre le eventuali responsabilità penali e amministrative incorre anche in responsabilità

contrattuale e extracontrattuale (civile).

-Sempre in relazione alla responsabilità per danni da prodotti , il venditore invece ha responsabilità per difetto di conformità ,come

riconosciuto dalla direttiva sulla vendita di beni di consumo( o codice di consumo).

-Il codice di consumo stabilisce che il venditore è responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di

conformità presente al momento della consegna e anche quando la qualità del bene non è conforme alle dichiarazioni sulle

caratteristiche dei beni fatte dal venditore, dal produttore o dal suo rappresentante sull'etichetta.

-Il venditore è responsabile nei confronti del compratore se non fornisce prova di aver tenuto un comportamento positivo volto a

verificare lo stato e la qualità della merce, anche di prodotti sigillati attraverso controlli a campione.

Il venditore è responsabile nei confronti del compratore se tiene un comportamento reticente sul nome del produttore.

Le prescrizioni igenico-sanitarie

-

Nel 2004 la materia dell'igiene alimentare è divenuta oggetto di un diritto unico per i 28 stati membri dell'Unione, con l'abrogazione

della direttiva 93/43.

- La materia dell'igiene alimentare è controllata dal 2004 da una serie di regolamenti, rispettivamente sull'igiene degli alimenti,

sull'igiene degli alimenti di origine animale e sull'organizzazione dei controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al

consumo umano, che estendono il sistema HACCP alla produzione e distribuzione di tutti i prodotti alimentari.

-L'HACCP( Hazard Analysis and Critical Control Points, traducibile in analisi e valutazione dei pericoli e punti di controllo critici), è

un sistema di controllo secondo il quale l'imprenditore agroalimentare deve auto-controllare e certificare l'igiene degli alimenti di sua

produzione o commercializzazione analizzando i rischi e controllando i punti critici del processo produttivo

-L'applicazione dell'HACCP è stata ritenuta però non agevole per gli operatori impegnati a livello di produzione primaria destinata

all'uomo, e successivamente anche per quella destinata agli animali, per cui questi devono rispettare le norme di igiene specificamente

ad essi prescritte nella sezione del regolamenti del 2004 a loro dedicata.

-La sicurezza igienica dei prodotti alimentari è anche garantita dalle disposizioni che disciplinano l'uso dei materiali

-I materiali che vengono a contatto con gli alimenti devo essere tali da evitare che il loro contatto con gli alimenti possa

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Publisher
A.A. 2017-2018
11 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/03 Diritto agrario

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ElProfessor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto agroalimentare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Bassan Fabio.