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Il quadro generale vede comunque attribuire un’importanza molto alta alla funzione
professionalizzante dell’istruzione. Rimane la convinzione che laurea e diploma siano
necessari per trovare lavoro, anche se in Italia i fati dicono che i giovani meno istruiti
trovano lavoro con più facilità.
Dalla scuola ci si aspetta tantissimo: adeguato bagaglio culturale, adeguata
preparazione al lavoro, professione redditizia e coerente con i propri interessi.
Invece i dati (2008) dicono che:
disoccupazione 25-64 anni: sotto la media Eu per chi ha un diploma, sopra la media
Eu per chi ha la laurea; i laureati maschi sono più disoccupati rispetto a chi ha un livello
di istruzione inferiore; le donne laureate sono leggermente più occupate con
l’aumento dell’istruzione.
Ragazzi e ragazze di fronte al futuro
Uomini e donne si approcciano in modo diverso al tempo e hanno modalità diverse di
organizzare i tempi della vita. Al maggior investimento delle donne nel lavoro
extradomestico non corrisponde un analogo investimento degli uomini nel lavoro
domestico. Il tempo libero si configura come la più evidente discriminazione tra i sessi:
è privilegio maschile!
Il modo diverso di considerare il tempo ha delle grandi implicazioni nella costruzione
del proprio progetto biografico. Le ricerche di stampo femminista hanno evidenziato
che la strategia più usata dalle ragazze per rapportarsi al tempo consiste nel limitare
il proprio raggio d’azione al presente e a un futuro breve. “Questa disposizione (…) ad
agire nel presente (…) non è difficile da comprendere se si considera la loro prevalente
motivazione all’azione, che è il mantenimento di un equilibrio ragionevole tra tempi
degli affetti e tempo dello studio/lavoro” (Tabboni). Di fronte alle richieste
ambivalenti che la società proietta su di loro – essere capaci di gestire le relazioni
familiari e affettive, essere competenti e attive a scuola/lavoro – le giovani donne
scelgono di vivere appieno le contraddizioni della propria condizione piuttosto che
eliminare uno dei poli dell’ambivalenza. Brave acrobate, cercano di conciliare ciò che
per la sfera maschile è dicotomico. Le ragazze concepiscono il modello della doppia
presenza come un modello di vita femminile standard e individuano il presente come
unica dimensione temporale in cui tenere insieme ciò che non appare conciliabile in
una prospettiva a lungo termine. Le giovani donne affermano che al centro delle
proprie scelte biografiche ci sono le idee e decisioni personali, ma non tutti gli eventi
della propria vita sono controllabili: la riuscita del processo può dipendere da una
pluralità di fattori che sono fuori controllo dei singoli, soprattutto se in gioco ci sono
le relazioni. Questa cautela non impedisce però alle ragazze di agire tenacemente,
giorno dopo giorno, per crearsi un proprio futuro a partire dall’istruzione.
Tra gli obiettivi che le Nazioni Unite si sono proposte di raggiungere entro il 2015 sono
prioritari l’istruzione universale, l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle
donne, raggiungibile soprattutto attraverso l’istruzione.
La Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle
donne, ratificato dall’Italia nel 1985, fra i vari articoli dice che gli stati firmatari si
impegnano a garantire le medesime condizioni di orientamento professionale,
accesso agli studi, conseguimento titoli di studio e a promuovere l’eliminazione di
ogni concezione stereotipata M/F a tutti i livelli e in ogni forma di insegnamento.
Nel “Rapporto Ombra” redatto in Italia nel 2011, si denuncia però, l’assenza di un
Piano Nazionale per la promozione di programmi didattici rispettosi delle differenze
di genere.
Nella IV Conferenza Mondiale delle Donne a Pechino (1995), viene sottolineato come
un’istruzione non discriminatoria arreca benefici a ragazze e ragazzi. Si prende però
atto del fatto che i programmi scolastici e i materiali didattici rimangono pervasi di
pregiudizi sessisti, volti a rafforzare i ruoli tradizionali.
Nel 2005, la V Conferenza Mondiale sulle Donne a New York si è posta l’obiettivo di
verificare quanti e quali obiettivi sono stati raggiunti a 10 anni da Pechino. L’Italia è
stata criticata ufficialmente dal Comitato per la Discriminazione contro le donne che
ha espresso forti preoccupazioni per la condizione delle donne italiane, ancora
concepite come madri e oggetti sessuali, soprattutto attraverso i messaggi veicolati
da pubblicità e TV.
La Comunità Europea ha redatto nel 1985 un documento ufficiale che contempla uno
specifico programma d’azione per promuovere l’uguaglianza di opportunità. Secondo
il testo, gli istituto di formazione sono un luogo privilegiato per svolgere un’azione
efficace a favore dell’uguaglianza di opportunità di uomini e donne.
Finalità:
- Assicurare a ragazze e ragazzi pari opportunità di accesso a tutte le forme di
insegnamento e a tutti i tipi di formazione per consentire a ciascuno di
sviluppare le proprie attitudini;
- Permettere a ragazze e ragazzi di scelte scolastiche e professionali che diano le
stesse possibilità occupazionali e di indipendenza economica;
- Stimolare ragazze e ragazzi a operare scelte non tradizionali e a seguire
formazioni qualificanti;
- Incoraggiare le ragazze a partecipare nella stessa misura dei ragazzi ai settori
nuovi e in via d’espansione.
PROGRAMMA D’AZIONE IN 10 PUNTI:
1. Sensibilizzazione di tutti coloro che partecipano al processo educativo
2. Orientamento scolastico e professionale per incoraggiare la diversificazione
delle scelte
3. Apertura della scuola al mondo del lavoro e all’esterno
4. Ampliamento delle possibilità di accesso di ragazze e ragazzi a tutti gli iter della
formazione professionale
5. Inserimento dei problemi e della pedagogia dell’uguaglianza di opportunità
nella formazione iniziale e continua degli insegnanti
6. Attuazione di modalità di coeducazione nelle scuole
7. Evoluzione nella ripartizione equilibrata di posti fra uomini e donne
responsabili del processo educativo
8. Eliminazione degli stereotipi dai libri scolastici
9. Azioni specifiche per le categorie più sfavorite dove permangono scelte di non
pari opportunità
10. Misure specifiche per incoraggiare la promozione di programmi di pari
opportunità.
In realtà queste indicazioni sono ben lontane dall’essere rispettate: i maschi sono
sovrarappresentati numericamente e le loro gesta sono eroiche e avventurose,
mentre le donne sono rappresentate come mamme (buone e premurose) e
raramente svolgono un lavoro extradomestico (ricerca sui libri di 4° elementare
del 2000).
A scuola le donne sono molto presenti sia al di qua che al di là della cattedra. Le
ragazze risultano più brave, si diplomano e si laureano in tempi brevi e con voti
mediamente superiori. Un problema è rappresentato dalla segregazione
formativa. Per le scuole superiori: istruzione magistrale 84% di ragazze; istruzione
artistica 66% di ragazze; licei equilibrati; istituti professionali più maschili. Per
l’Università: l’insegnamento vede il 91% delle ragazze; laurea linguistica 82,9%;
psicologia 80,8%; letteraria 68,2%; medicina 62%; ingegneria 20,4%, area
scientifica 29,2%.
Le ragazze scelgono di non scegliere, incanalandosi nei settori che la tradizione ha
loro assegnato. Le scelte di F e di M non sono spontanee, ma al contrario sono
vincolate ad un immaginario sessista, continuamente nutrito da messaggi
provenienti da famiglia, mass media, scuola…
La scuola presenta due immagini: una esplicita di parità; una nascosta che riguarda
l’immagine di se’ di studenti e studentesse, aspettative dei genitori, convinzioni
dei docenti.
Il canale principale attraverso cui gli stereotipi sessisti entrano a scuola è costituito
dagli stessi insegnanti che, spesso inconsapevolmente, proiettano sugli alunni dei
due sessi aspettative differenziate. Emerge quindi la necessità di una formazion
specifica per i docenti.
Secondo il rapporto Eurydice del 2010 della Commissione Europea, la maggior
parte degli studenti e delle studentesse continua a scegliere percorsi tradizionali.
Le donne sono la maggioranza dei laureati e diplomati e i percorsi di orientamento
sono rivolti soprattutto alle ragazze. Dal rapporto emerge che tutti i Paesi si stanno
mobilitando per mettere in atto politiche in materia di parità fra i sessi nel campo
dell’istruzione… tranne l’Italia (insieme a Grecia, Portogallo, Romania).
LA RICERCA
Quali sono i progetti, i sogni, le aspettative delle giovani donne di oggi? Quale la
loro immagine del futuro?
Vengono utilizzati questionari a risposta aperta su un campione di studenti e
studentesse di alcune scuole secondarie superiori dell’area fiorentina in procinto
di diplomarsi.
Dalla ricerca emerge una difficoltà a proiettarsi nel futuro per il 25% delle ragazze.
Per le ragazze è più difficile immaginarsi in ruoli professionali ben definiti. Per i
maschi è prioritario il successo lavorativo, per le ragazze il successo formativo, che
va a sostituirsi al precedente successo sentimentale. Quindi mentre per i ragazzi
emerge il lavoro nel proprio immaginario di adulto, per le ragazze prevale il
temporeggiare per godersi appieno un periodo che le vede protagoniste e
vincenti… ma come studentesse! Lo status di studentessa/laureata offre
un’identità forte alle ragazze, anche se provvisoria.
PROPOSTE DIDATTICHE
Vengono qui suggerite alcune proposte di attività didattiche sulla parità di genere.
1. DONNE E UOMINI SI NASCE O SI DIVENTA?
Importante che per il formatore siano chiare le nozioni di sesso, genere, differenze
sessuali, differenze di genere, mascolinità, femminilità.
Attività 1: “Le donne sono, gli uomini sono” volta a far emergere idee e convinzioni,
stereotipi fra gli alunni nei confronti del proprio e dell’altro sesso. Viene suddivisa la
classe in 3-4 gruppi misti e ogni gruppo deve compilare la scheda scrivendo i primi
aggettivi che vengono loro in mente per qualificare uomini e donne. L’attività genera
un clima di gioco e la tendenza a squalificare il sesso opposto. Sulla base delle risposte
stimolare la riflessione.
Le donne sono Gli uomini sono
Quali sono i ruoli che le donne rivestono Quali sono i ruoli che gli uomini
nella società? rivestono nella società?
Uomini e donne sono diversi? Se sì, perché?
Attività 2: “La sorella di Shakespeare”, volta a far riflettere sui pregiudizi che in
passato hanno impedito alle donne di sv